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  1. #1
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    Exclamation Papa: giudice Carnevale, dietro attacchi mano precisa

    PAPA: GIUDICE CARNEVALE, DIETRO ATTACCHI MANO PRECISA

    CdV, 5 apr. 'La sensazione e' che dietro queste aggressioni vi sia una mano ben precisa che da sempre ha inteso colpire la Chiesa'. Lo afferma il giudice Corrado Carnevale, presidente di sezioen della Corte di Cassazione. 'Quale?', gli ha chiesto il sito Pontifex. 'Poteri e lobbies massoniche - risponde l'alto magistrato - il cui vero scopo e' quello di annientare la Chiesa Cattolica'. Per il dottor Carnevale, 'non vi e' dubbio che per la sua chiarezza dottrinale e il rigore, il Papa sia sovraesposto e soggetto ad attacchi anche forti. E che molti di essi siano sospetti per il momento. Certe testimonianza di presunti violentati - conclude Carnevale - dopo quaranta anni mi paiono poco credibili' .

    PAPA: GIUDICE CARNEVALE, DIETRO ATTACCHI MANO PRECISA | News | La Repubblica.it
    Ultima modifica di ItaliaLibera; 08-04-10 alle 10:40 Motivo: adeguamento titolo all'originale

  2. #2
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    Predefinito Rif: Il Giudice Corrado Carnevale: poteri e lobbies massoniche dietro gli attacchi al

    IL GIUDICE CARNEVALE????!!!!!!!!!!


    Oddio...ma ci rendiamo conto a chi facciamo fare queste dichiarazioni?

  3. #3
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    Predefinito Rif: Il Giudice Corrado Carnevale: poteri e lobbies massoniche dietro gli attacchi al

    colpa dei bimbi :giagia:
    "Quante persone ci sono in questa strada, un centinaio? Quante sono le persone intelligenti, sette, otto? Bene, io lavoro per le altre novantadue" Phineas Taylor Barnum

    UE, mondo, futuro Michio Kaku:
    https://www.youtube.com/watch?v=7NPC47qMJVg

  4. #4
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    Predefinito Rif: Il Giudice Corrado Carnevale: poteri e lobbies massoniche dietro gli attacchi al

    Citazione Originariamente Scritto da Seyen Visualizza Messaggio
    IL GIUDICE CARNEVALE????!!!!!!!!!!


    Oddio...ma ci rendiamo conto a chi facciamo fare queste dichiarazioni?
    Non fare il buffone come tuo solito, pulce con la tosse.

    POLITICA E GIUSTIZIA. IL CASO CARNEVALE
    Mafia, la Cassazione assolve il giudice Carnevale
    Le accuse sugli ergastoli cancellati, annullata senza rinvio la condanna a 6 anni. La Corte: nessuna prova del suo aiuto a Cosa nostra


    ROMA - L' ex presidente della prima sezione penale della Cassazione, Corrado Carnevale, è stato definitivamente assolto perché «il fatto non sussiste» dall' accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il reato che gli era costato in Appello la condanna rimane, invece, «configurabile», purché l' apporto di chi «sostiene» Cosa Nostra abbia «una effettiva rilevanza causale» nel mantenerla in vita, o rafforzarla. E' arrivata dopo 4 ore di camera di consiglio la sentenza delle sezioni unite penali della Suprema Corte, che ha spazzato via 9 anni di indagini contro il magistrato definito l' «ammazzasentenze» dopo aver annullato una serie di ergastoli per i boss delle cosche e, contemporaneamente, ha messo un punto fermo all' accusa che gli era stata contestata. Al termine della requisitoria, il sostituto procuratore generale Antonio Siniscalchi aveva chiesto la conferma dell' esito del processo di secondo grado: il 29 giugno del 2001 Carnevale era stato condannato a 6 anni di reclusione, mentre il Tribunale, l' 8 giugno del 2000, l' aveva assolto. «La decisione della Suprema Corte riporta il processo nei giusti binari, annullando il verdetto d' appello che era stato ispirato ad una illogica valutazione della prova», hanno sottolineato, soddisfatti, i difensori Giuseppe Gianzi e Salvino Mondello. L' INCHIESTA - Le indagini contro Carnevale vengono aperte il 28 marzo ' 93, dopo l' uccisione di Salvo Lima, quasi contestualmente a quelle contro Andreotti. Il 3 aprile ' 95 la Procura di Palermo chiede l' archiviazione ed il Gip l' accoglie due giorni dopo. Ma il 26 aprile di quello stesso anno i magistrati di Roma trasmettono a Palermo una serie di atti che lo riguardano (tra cui intercettazioni telefoniche con presunti rapporti tra la «toga» ed alcuni «indagati romani») e quelli di Firenze inviano le dichiarazioni di Gaspare Mutolo, secondo cui Carnevale era «avvicinabile». Il 29 aprile ' 95 il nome del magistrato viene nuovamente iscritto sul registro degli indagati. Con il trascorrere dei mesi, 11 pentiti (tra i quali Giovanni Brusca) ricostruiscono i presunti rapporti tra Carnevale ed i vertici delle cosche, sostenendo come fosse «pacifico» che esisteva un filo diretto tra lui ed i boss. Il 7 aprile del ' 98 Carnevale viene rinviato a giudizio. Poi, le due sentenze contrastanti e, ieri, la Suprema Corte. LE MOTIVAZIONI - Alla base dell' assoluzione, la mancanza di prove. Secondo la Cassazione, «in tema di associazione di tipo mafioso, assume la qualità di concorrente esterno la persona che, non essendo stabilmente inserita nella struttura organizzativa, fornisce un concreto, consapevole e volontario contributo, purché questo abbia una effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del rafforzamento dell' associazione e sia comunque diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso della medesima». Con una seconda massima, la Suprema Corte ha stabilito «i criteri di valutazione della chiamata in reità o in correità» per il concorso esterno in associazione mafiosa: «La prova deve avere per oggetto gli elementi costitutivi della fattispecie, con riferimento allo specifico contributo (consapevole, effettivo o causalmente idoneo) recato dal concorrente alla conservazione o al rafforzamento dell' associazione ed alla realizzazione del programma criminoso della medesima». Contro Carnevale c' erano anche le dichiarazioni di alcuni suoi ex colleghi della Suprema Corte. La Cassazione le ha ritenute inutilizzabili. LE REAZIONI - «Il nome di Carnevale si aggiunge alla lista dei "martiri civili" di un periodo che ha inficiato la serenità del Paese», ha sostenuto Filippo Mancuso (ex Fi, ora Gruppo Misto). «La sentenza è l' epitaffio per la magistratura militante, Giancarlo Caselli dovrebbe lasciare», ha sottolineato Enzo Fragalà (An). Mentre Carlo Taormina (Fi) si augura «la galera per le toghe rosse responsabili dello scempio». Flavio Haver LE TAPPE 1993 L' inchiesta a Palermo La Procura di Palermo inizia a indagare su Corrado Carnevale nel 1993, nell' ambito dell' inchiesta su Andreotti. Nel 1995 arriva l' archiviazione, ma nello stesso anno, dopo le dichiarazioni di 11 pentiti, il caso viene riaperto: l' alto magistrato è accusato di aver «aggiustato» diversi processi di mafia, perché punto di riferimento dei boss. 2000 Scagionato al primo processo L' 8 giugno 2000 Corrado Carnevale viene assolto, dopo 30 ore di camera di consiglio, dal Tribunale di Palermo, presieduto da Giuseppe Rizzo, perché «il fatto non sussiste». La formula è la stessa utilizzata per prosciogliere il senatore a vita Giulio Andreotti, il 23 ottobre 1999. Il processo a Carnevale era incominciato il 29 giugno 1998. 2001 La condanna a sei anni Il 29 giugno 2001 i giudici d' appello, al termine del dibattimento cominciato 2 mesi prima, ribaltano la sentenza di primo grado: condannano Carnevale per concorso esterno in associazione mafiosa, a 6 anni di carcere e all' interdizione perpetua dai pubblici uffici. Carnevale era in corsa per diventare primo presidente di Cassazione. 2002 L' ultima sentenza Ieri la Cassazione ha posto la parola fine alla vicenda giudiziaria di Carnevale iniziata nove anni fa. La Suprema Corte, infatti, ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna a 6 anni di reclusione inflittagli lo scorso anno dalla Corte d' Appello di Palermo. Le sezioni unite penali della Cassazione hanno stabilito che «il fatto non sussiste». Il personaggio SICILIANO Corrado Carnevale è originario di Licata (Agrigento), dove è nato il 1930. Sposato a Maria Vadalà, pure siciliana, ha una figlia PRECOCE Primeggia come studente e nei concorsi della magistratura: a 23 anni è già uditore giudiziario, a 27 il più giovane magistrato ad arrivare alla Corte di Cassazione PRESIDENTE Dopo essere stato giudice d' Appello, nel 1985 diventa presidente della prima sezione penale della Cassazione. Ricopre questa carica per quasi 7 anni

    Haver Flavio


    Pagina 8
    (31 ottobre 2002) - Corriere della Sera
    Mafia, la Cassazione assolve il giudice Carnevale

    Carnevale assolto Non favorì la mafia
    Repubblica — 09 giugno 2000 pagina 6 sezione: POLITICA INTERNA

    PALERMO - Assolto. Non è per fare un favore alla mafia, né per aiutare Andreotti, che Corrado Carnevale, l' ipergarantista, ha falcidiato decine di sentenze per boss e gregari di Cosa nostra. Pur lasciando aperta la porta al dubbio, il tribunale - presidente Giuseppe Rizzo, a latere Piergiorgio Morosini e Ignazio Pardo - a sette anni dalle prime indagini, a due dall' inizio del dibattimento, ha scritto una prima parola su un processo nato in parallelo con quello al sette volte presidente del Consiglio e conclusosi con un dispositivo che è la fotocopia dell' altro. Il richiamo è al 530 comma secondo, l' articolo del codice di procedura penale che alcuni leggono come la vecchia formula della insufficienza di prove. La sentenza, dopo 30 ore di camera di consiglio, nell' aula bunker di Pagliarelli. Corrado Carnevale assente già nel giorno in cui i pubblici ministeri avevano chiesto la condanna a 8 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ha preferito attendere il verdetto nella sua casa romana. "Con questa sentenza - dice - è stato restituito il prestigio alla Corte suprema di Cassazione che si era tentato di minare. Questo processo non era al presidente Carnevale, ma alla Corte di Cassazione per intimidirla, come purtroppo in questi anni è accaduto. Niente insufficienza di prove, questa è un' assoluzione tout court". Scivolano in silenzio fuori dal bunker i pm Roberto Scarpinato e Gaetano Paci che si limitano a un generico: "Le sentenze non si commentano". Alla vigilia della richiesta di condanna i due pubblici ministeri con il procuratore Grasso e l' aggiunto Lo Forte, dopo avere studiato la sentenza Andreotti che non lasciava margini sul capitolo dei rapporti tra il giudice e il politico, avevano scelto di concentrare l' ultimo affondo su un unico episodio. Avevano puntato tutto sulle accuse di un collega di Carnevale, Manfredi La Penna. Era stato lui a raccontare delle pressioni del primo presidente sui giudici chiamati a esaminare la seconda sentenza per l' omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile. Aveva riferito che era stato Carnevale a precostituire il collegio, designando il presidente e poi parlando con tutti i consiglieri per raccomandargli di adeguarsi alla linea del relatore schierato per l' annullamento. Aveva anche raccontato di essere stato convocato direttamente nell' ufficio di Carnevale alla presenza di un misterioso personaggio siciliano e che gli era stato raccomandato di sostenere la bocciatura delle condanne. Per l' accusa era la più robusta delle prove da affiancare al racconto di processi aggiustati e intercessioni varie, dal primo maxiprocesso al maxiter, fatto da 39 pentiti. Aperta nel ' 93, l' inchiesta sull' "ammazzasentenze" è chiusa due anni dopo con un' archiviazione. Viene riaperta nel ' 97 dopo l' arrivo a Palermo dei verbali di dichiarazioni di altri collaboratori dalle procure di Roma e Firenze. Nel ' 98 Carnevale è rinviato a giudizio. Si conoscono così le intercettazioni ambientali che lo riguardano. In casa riceve giudici e avvocati e perfino un imputato. Con loro si lascia andare a previsioni sui processi ma anche a giudizi pesantissimi su Falcone e Borsellino. Al processo Andreotti depone da imputato di reato connesso e conia per se l' epiteto di "impumone": imputato e testimone. Poi sceglie di tacere. - di ENRICO BELLAVIA
    http://ricerca.repubblica.it/repubbl...-la-mafia.html

    L'ex presidente della prima seziona penale della Cassazione
    era accusato di aver favorito i boss annullando le condanne

    Mafia, Carnevale
    assolto a Palermo
    La Procura aveva chiesto
    la condanna a 8 anni di reclusione



    --------------------------------------------------------------------------------
    PALERMO - Assolto "perché il fatto non sussiste": con questa formula l'ex presidente della prima sezione penale della Corte di Cassazione, Corrado Carnevale, è stato scagionato, a Palermo, dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza è stata emessa dalla sesta sezione penale del Tribunale di Palermo, presieduto da Giuseppe Rizzo, che era entrato ieri in camera di consiglio. Carnevale non era presente in aula. Nella requisitoria, conclusa il 19 maggio scorso, i pubblici ministeri avevano chiesto la condanna di Carnevale a otto anni di reclusione.

    Secondo i procuratori aggiunti Guido Lo Forte e Roberto Scarpinato, e il sostituto Gaetano Paci, l'ex presidente della prima sezione sarebbe stato il referente di boss di Cosa Nostra per "aggiustare i processi". Tra i casi di sentenze favorevoli alla mafia, i pm avevano citato quello del giudizio per l'omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, comandante della compagnia di Monreale, assassinato il 3 maggio del 1980. Le condanne per i tre sicari, che erano stati fermati nelle campagne attorno al paese la stessa notte del delitto, furono annullate dalla Suprema Corte.

    L'inchiesta a carico di Carnevale è durata 7 anni, e si è svolta in due tempi. L'indagine della Procura inizia nel 1993, contestualmente a quelle su Giulio Andreotti, ma si chiude nel '95 con un'archiviazione. Insieme al magistrato vengono indagati per l'ipotesi di abuso d'ufficio aggravato altri tre giudici della prima sezione: Paolo Dell'Anno, Aldo Grassi, Stanislao Sibilia. Nel febbraio del '97, la Procura chiede l'archiviazione anche per loro tre.

    L'indagine viene però riaperta pochi mesi dopo, sulla scorta delle dichiarazioni di nuovi pentiti alle procure di Roma e Firenze. Il 14 luglio del '97 Palermo chiede il rinvio a giudizio del giudice "ammazzasentenze" per concorso in associazione mafiosa, con una memoria di 600 pagine. Il 7 aprile del '98 il gip Bruno Fasciana dispone il rinvio a giudizio del magistrato.

    Il dibattimento si apre il 22 giugno del '98. L'accusa sostiene che Carnevale costituiva per i boss un "sicuro punto di riferimento". Il ruolo del magistrato viene ricostruito in aula attraverso le dichiarazioni di 39 pentiti, le testimonianze di magistrati dello stesso collegio e numerose intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo i pm, Carnevale, forte del suo "ruolo egemonico" aveva creato in Cassazione un orientamento definito "esasperatamente garantista" che, sulla base dei ripetuti annullamenti, suscitava nei mafiosi "aspettative di totale impunità". La sentenza di oggi, però, non accoglie questa ipotesi, e giudica infondata l'accusa di concorso esterno: proprio come in altri due processi celebri, quello contro Giulio Andreotti e quello contro il presidente della Provincia di Palermo, Francesco Musotto.

    (8 giugno 2000)
    la Repubblica/cronaca: Mafia, Carnevale assolto a Palermo
    Ultima modifica di Arikel; 05-04-10 alle 14:36

  5. #5
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    Predefinito Rif: Il Giudice Corrado Carnevale: poteri e lobbies massoniche dietro gli attacchi al

    Citazione Originariamente Scritto da Arikel Visualizza Messaggio
    Non fare il buffone come tuo solito, pulce con la tosse.
    Senti bimbo con il pipo corto...se tu vuoi gente del genere a comandare e giudicare fai pure. Se poi NON riesci nemmeno a farti UNA tua IDEA (mancanza di materia grigia?) su degli avvenimenti, ma vuoi farti semplicemente mettere la pappetta pronta da quelli che ti prendono per il culo dalla nascita....fai pure.

  6. #6
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    Predefinito Rif: Il Giudice Corrado Carnevale: poteri e lobbies massoniche dietro gli attacchi al

    l'ammazzasentenze???

  7. #7
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    Predefinito Rif: Il Giudice Corrado Carnevale: poteri e lobbies massoniche dietro gli attacchi al

    E adesso c'è un record anche per le leggi ad personam. Anzi: doppio record. Stessa persona come beneficiario e stesso governo. Sempre Berlusconi, of course. E con un "graziato" di tutto rispetto, Corrado Carnevale, la toga che fu nota come "l'ammazzasentenze", per via dei processi di mafia che annullava dalla Suprema corte per vizi formali.

    Che osò perfino dare del "cretino" a Giovanni Falcone, perché "certi morti io non li rispetto (MINCHIAAA MI HAI CAPITO?)". Ma Carnevale è nel cuore della destra. Gli fecero una leggina ad hoc nel 2003, per ripescarlo dalla pensione dov'era finito quale imputato in un processo per mafia, gliene rifanno una per consentirgli di concorrere all'unico incarico che desidera, il posto di primo presidente della Cassazione. Ci arriverà alla veneranda età di 80 anni, ci potrà restare fino ai suoi 83, anche se i colleghi vanno in pensione a 75. Appena ieri, a Taormina, davanti ai giovani avvocati, il Guardasigilli Alfano ha vantato i meriti del Csm perché "svecchia" i capi degli uffici. Ma per Carnevale, l'unico che si è vantato d'essere l'ispiratore della prima norma a suo favore, ben venga un'eccezione.

    Lodo Alfano, lodo Consolo, lodo Geronzi. Eccoci al lodo Carnevale. Partorito giovedì 9 ottobre, al Senato. Infilato nel decreto legge che dà più soldi ai magistrati in marcia verso le sedi disagiate. Lo propone Luigi Compagna, docente di dottrine politiche, d'origini repubblicane, oggi forzista. A leggerla, la minuscola norma pro-Carnevale, è incomprensibile, ma significa tanto. Dice così: "L'articolo 36 del decreto legislativo 5 aprile 2006 n.160, come modificato dall'articolo 2 comma 8 della legge 30 luglio 2007 n.111, è abrogato". Vuol dire: la disposizione dell'ordinamento giudiziario dell'ex Guardasigilli Clemente Mastella (2007) per cui, chi fu graziato nel 2004 e ottenne la ricostruzione della carriera non può ottenere posti di vertice oltre i 75 anni, "è abrogata". La Mastella cancellava la Castelli che invece non poneva limiti d'età. Ora si torna indietro. E si dà via libera a Carnevale.

    In aula, la proposta di Compagna ottiene il placet del governo per bocca del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, ex toga di Unicost candidata da Berlusconi. L'opposizione, stavolta (e non come per il lodo Geronzi), reagisce. Il democratico Felice Casson chiede il voto elettronico. Su 271 presenti, 159 sono a favore, 111 contro. Dice l'ex pm di Venezia: "La maggioranza aveva proposto la norma in commissione, ma il governo era contrario. Poi rieccola in aula. Io e Gerardo D'Ambrosio ne abbiamo ragionato e il nostro è stato un no convinto".

    Due leggine in cinque anni. La prima ripescò Carnevale dalla pensione, dov'era finito per via del processo per concorso in associazione mafiosa che gli aveva mosso la procura di Gian Carlo Caselli. Fu assolto nel 2002. L'anno dopo ecco un comma nella Finanziaria per restituire onore e carriera ai dipendenti pubblici, toghe comprese, finite nelle maglie della giustizia ma uscitene illese. Non solo possono tornare in servizio, ma recuperare pure gli anni persi sforando l'età pensionabile. Un dl del 2004 fa di più e consente ai reintegrati di ottenere un posto in sovrannumero.

    Al Csm si scatena la guerra. Parte il ricorso alla Consulta perché la legge incide sui poteri del Consiglio. La Corte lo boccia. Il braccio di ferro prosegue, il Csm stoppa Carnevale che ricorre al Tar e al Consiglio di Stato. Dove vince. In un drammatica seduta, finita 11 a 10, in cui anche la sinistra si divide, "l'ammazzasentenze"(OTTENNE QUESTO NOMIGNOLO PER AVER ANNULLATO OLTRE 20 PROCESSI PER MAFIA, IN BASE A CAVILLI LEGALI,BOSS MAFIOSI NOTI E CONOSCIUTI RIMESSI IN CIRCOLAZIONE, PER FORMALITA') ottiene il posto di presidente di sezione civile della Suprema corte. Commenta: "È un atto dovuto ... (CORNUTIII)".

    La sua unica aspirazione è conosciuta da tutti. Diventare primo presidente. Con la leggina fresca di voto (e se la Camera la conferma) ce la farà. L'attuale capo, Vincenzo Carbone, va in pensione a metà del 2010. Lui avrà 80 anni, potrà ridire, "sono il più anziano". Al Csm sono basiti. Ezia Maccora, ex presidente di Md della commissione per i capi degli uffici, che ha fatto del ringiovanimento della dirigenza uno degli obiettivi del suo lavoro, commenta: "A Taormina ho sentito Alfano apprezzare il nostro sforzo per fare nomine basate su capacità e merito. Questa norma invece va in direzione opposta e consente a un magistrato in età molto avanzata di concorrere ugualmente". Ma per lui ogni strappo è possibile.

    BACIAMO LE MANI A DON CARNEVALE









    "MINCHIAAA SUCATELO TUTTI UN ALTRA VOLTA MAFIA 1 - PENTITI-TESTIMONI-VITTIME-GIUDICI-ETC 0"
    Ultima modifica di Geriko; 05-04-10 alle 15:02

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    Predefinito Rif: Il Giudice Corrado Carnevale: poteri e lobbies massoniche dietro gli attacchi al

    Citazione Originariamente Scritto da Seyen Visualizza Messaggio
    Senti bimbo con il pipo corto...se tu vuoi gente del genere a comandare e giudicare fai pure. Se poi NON riesci nemmeno a farti UNA tua IDEA (mancanza di materia grigia?) su degli avvenimenti, ma vuoi farti semplicemente mettere la pappetta pronta da quelli che ti prendono per il culo dalla nascita....fai pure.
    Carnevale è stato assolto e tu sei un buffone come il tuo amico geriko poiché nonstante questo continui a negare l'evidenza.
    Ultima modifica di Arikel; 05-04-10 alle 14:51

  9. #9
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    Predefinito Rif: Il Giudice Corrado Carnevale: poteri e lobbies massoniche dietro gli attacchi al

    Citazione Originariamente Scritto da Imperium Visualizza Messaggio
    PAPA: GIUDICE CARNEVALE, DIETRO ATTACCHI MANO PRECISA

    CdV, 5 apr. 'La sensazione e' che dietro queste aggressioni vi sia una mano ben precisa che da sempre ha inteso colpire la Chiesa'. Lo afferma il giudice Corrado Carnevale, presidente di sezioen della Corte di Cassazione. 'Quale?', gli ha chiesto il sito Pontifex. 'Poteri e lobbies massoniche - risponde l'alto magistrato - il cui vero scopo e' quello di annientare la Chiesa Cattolica'. Per il dottor Carnevale, 'non vi e' dubbio che per la sua chiarezza dottrinale e il rigore, il Papa sia sovraesposto e soggetto ad attacchi anche forti. E che molti di essi siano sospetti per il momento. Certe testimonianza di presunti violentati - conclude Carnevale - dopo quaranta anni mi paiono poco credibili' .

    PAPA: GIUDICE CARNEVALE, DIETRO ATTACCHI MANO PRECISA | News | La Repubblica.it
    esprime giudizi senza avere prove certe sotto mano ?
    un giudice molto professionale :giagia:

  10. #10
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    Predefinito Rif: Il Giudice Corrado Carnevale: poteri e lobbies massoniche dietro gli attacchi al

    Citazione Originariamente Scritto da Arikel Visualizza Messaggio
    Non fare il buffone come tuo solito, pulce con la tosse.

    POLITICA E GIUSTIZIA. IL CASO CARNEVALE
    Mafia, la Cassazione assolve il giudice Carnevale
    Le accuse sugli ergastoli cancellati, annullata senza rinvio la condanna a 6 anni. La Corte: nessuna prova del suo aiuto a Cosa nostra


    ROMA - L' ex presidente della prima sezione penale della Cassazione, Corrado Carnevale, è stato definitivamente assolto perché «il fatto non sussiste» dall' accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il reato che gli era costato in Appello la condanna rimane, invece, «configurabile», purché l' apporto di chi «sostiene» Cosa Nostra abbia «una effettiva rilevanza causale» nel mantenerla in vita, o rafforzarla. E' arrivata dopo 4 ore di camera di consiglio la sentenza delle sezioni unite penali della Suprema Corte, che ha spazzato via 9 anni di indagini contro il magistrato definito l' «ammazzasentenze» dopo aver annullato una serie di ergastoli per i boss delle cosche e, contemporaneamente, ha messo un punto fermo all' accusa che gli era stata contestata. Al termine della requisitoria, il sostituto procuratore generale Antonio Siniscalchi aveva chiesto la conferma dell' esito del processo di secondo grado: il 29 giugno del 2001 Carnevale era stato condannato a 6 anni di reclusione, mentre il Tribunale, l' 8 giugno del 2000, l' aveva assolto. «La decisione della Suprema Corte riporta il processo nei giusti binari, annullando il verdetto d' appello che era stato ispirato ad una illogica valutazione della prova», hanno sottolineato, soddisfatti, i difensori Giuseppe Gianzi e Salvino Mondello. L' INCHIESTA - Le indagini contro Carnevale vengono aperte il 28 marzo ' 93, dopo l' uccisione di Salvo Lima, quasi contestualmente a quelle contro Andreotti. Il 3 aprile ' 95 la Procura di Palermo chiede l' archiviazione ed il Gip l' accoglie due giorni dopo. Ma il 26 aprile di quello stesso anno i magistrati di Roma trasmettono a Palermo una serie di atti che lo riguardano (tra cui intercettazioni telefoniche con presunti rapporti tra la «toga» ed alcuni «indagati romani») e quelli di Firenze inviano le dichiarazioni di Gaspare Mutolo, secondo cui Carnevale era «avvicinabile». Il 29 aprile ' 95 il nome del magistrato viene nuovamente iscritto sul registro degli indagati. Con il trascorrere dei mesi, 11 pentiti (tra i quali Giovanni Brusca) ricostruiscono i presunti rapporti tra Carnevale ed i vertici delle cosche, sostenendo come fosse «pacifico» che esisteva un filo diretto tra lui ed i boss. Il 7 aprile del ' 98 Carnevale viene rinviato a giudizio. Poi, le due sentenze contrastanti e, ieri, la Suprema Corte. LE MOTIVAZIONI - Alla base dell' assoluzione, la mancanza di prove. Secondo la Cassazione, «in tema di associazione di tipo mafioso, assume la qualità di concorrente esterno la persona che, non essendo stabilmente inserita nella struttura organizzativa, fornisce un concreto, consapevole e volontario contributo, purché questo abbia una effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del rafforzamento dell' associazione e sia comunque diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso della medesima». Con una seconda massima, la Suprema Corte ha stabilito «i criteri di valutazione della chiamata in reità o in correità» per il concorso esterno in associazione mafiosa: «La prova deve avere per oggetto gli elementi costitutivi della fattispecie, con riferimento allo specifico contributo (consapevole, effettivo o causalmente idoneo) recato dal concorrente alla conservazione o al rafforzamento dell' associazione ed alla realizzazione del programma criminoso della medesima». Contro Carnevale c' erano anche le dichiarazioni di alcuni suoi ex colleghi della Suprema Corte. La Cassazione le ha ritenute inutilizzabili. LE REAZIONI - «Il nome di Carnevale si aggiunge alla lista dei "martiri civili" di un periodo che ha inficiato la serenità del Paese», ha sostenuto Filippo Mancuso (ex Fi, ora Gruppo Misto). «La sentenza è l' epitaffio per la magistratura militante, Giancarlo Caselli dovrebbe lasciare», ha sottolineato Enzo Fragalà (An). Mentre Carlo Taormina (Fi) si augura «la galera per le toghe rosse responsabili dello scempio». Flavio Haver LE TAPPE 1993 L' inchiesta a Palermo La Procura di Palermo inizia a indagare su Corrado Carnevale nel 1993, nell' ambito dell' inchiesta su Andreotti. Nel 1995 arriva l' archiviazione, ma nello stesso anno, dopo le dichiarazioni di 11 pentiti, il caso viene riaperto: l' alto magistrato è accusato di aver «aggiustato» diversi processi di mafia, perché punto di riferimento dei boss. 2000 Scagionato al primo processo L' 8 giugno 2000 Corrado Carnevale viene assolto, dopo 30 ore di camera di consiglio, dal Tribunale di Palermo, presieduto da Giuseppe Rizzo, perché «il fatto non sussiste». La formula è la stessa utilizzata per prosciogliere il senatore a vita Giulio Andreotti, il 23 ottobre 1999. Il processo a Carnevale era incominciato il 29 giugno 1998. 2001 La condanna a sei anni Il 29 giugno 2001 i giudici d' appello, al termine del dibattimento cominciato 2 mesi prima, ribaltano la sentenza di primo grado: condannano Carnevale per concorso esterno in associazione mafiosa, a 6 anni di carcere e all' interdizione perpetua dai pubblici uffici. Carnevale era in corsa per diventare primo presidente di Cassazione. 2002 L' ultima sentenza Ieri la Cassazione ha posto la parola fine alla vicenda giudiziaria di Carnevale iniziata nove anni fa. La Suprema Corte, infatti, ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna a 6 anni di reclusione inflittagli lo scorso anno dalla Corte d' Appello di Palermo. Le sezioni unite penali della Cassazione hanno stabilito che «il fatto non sussiste». Il personaggio SICILIANO Corrado Carnevale è originario di Licata (Agrigento), dove è nato il 1930. Sposato a Maria Vadalà, pure siciliana, ha una figlia PRECOCE Primeggia come studente e nei concorsi della magistratura: a 23 anni è già uditore giudiziario, a 27 il più giovane magistrato ad arrivare alla Corte di Cassazione PRESIDENTE Dopo essere stato giudice d' Appello, nel 1985 diventa presidente della prima sezione penale della Cassazione. Ricopre questa carica per quasi 7 anni

    Haver Flavio


    Pagina 8
    (31 ottobre 2002) - Corriere della Sera
    Mafia, la Cassazione assolve il giudice Carnevale

    Carnevale assolto Non favorì la mafia
    Repubblica — 09 giugno 2000 pagina 6 sezione: POLITICA INTERNA

    PALERMO - Assolto. Non è per fare un favore alla mafia, né per aiutare Andreotti, che Corrado Carnevale, l' ipergarantista, ha falcidiato decine di sentenze per boss e gregari di Cosa nostra. Pur lasciando aperta la porta al dubbio, il tribunale - presidente Giuseppe Rizzo, a latere Piergiorgio Morosini e Ignazio Pardo - a sette anni dalle prime indagini, a due dall' inizio del dibattimento, ha scritto una prima parola su un processo nato in parallelo con quello al sette volte presidente del Consiglio e conclusosi con un dispositivo che è la fotocopia dell' altro. Il richiamo è al 530 comma secondo, l' articolo del codice di procedura penale che alcuni leggono come la vecchia formula della insufficienza di prove. La sentenza, dopo 30 ore di camera di consiglio, nell' aula bunker di Pagliarelli. Corrado Carnevale assente già nel giorno in cui i pubblici ministeri avevano chiesto la condanna a 8 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ha preferito attendere il verdetto nella sua casa romana. "Con questa sentenza - dice - è stato restituito il prestigio alla Corte suprema di Cassazione che si era tentato di minare. Questo processo non era al presidente Carnevale, ma alla Corte di Cassazione per intimidirla, come purtroppo in questi anni è accaduto. Niente insufficienza di prove, questa è un' assoluzione tout court". Scivolano in silenzio fuori dal bunker i pm Roberto Scarpinato e Gaetano Paci che si limitano a un generico: "Le sentenze non si commentano". Alla vigilia della richiesta di condanna i due pubblici ministeri con il procuratore Grasso e l' aggiunto Lo Forte, dopo avere studiato la sentenza Andreotti che non lasciava margini sul capitolo dei rapporti tra il giudice e il politico, avevano scelto di concentrare l' ultimo affondo su un unico episodio. Avevano puntato tutto sulle accuse di un collega di Carnevale, Manfredi La Penna. Era stato lui a raccontare delle pressioni del primo presidente sui giudici chiamati a esaminare la seconda sentenza per l' omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile. Aveva riferito che era stato Carnevale a precostituire il collegio, designando il presidente e poi parlando con tutti i consiglieri per raccomandargli di adeguarsi alla linea del relatore schierato per l' annullamento. Aveva anche raccontato di essere stato convocato direttamente nell' ufficio di Carnevale alla presenza di un misterioso personaggio siciliano e che gli era stato raccomandato di sostenere la bocciatura delle condanne. Per l' accusa era la più robusta delle prove da affiancare al racconto di processi aggiustati e intercessioni varie, dal primo maxiprocesso al maxiter, fatto da 39 pentiti. Aperta nel ' 93, l' inchiesta sull' "ammazzasentenze" è chiusa due anni dopo con un' archiviazione. Viene riaperta nel ' 97 dopo l' arrivo a Palermo dei verbali di dichiarazioni di altri collaboratori dalle procure di Roma e Firenze. Nel ' 98 Carnevale è rinviato a giudizio. Si conoscono così le intercettazioni ambientali che lo riguardano. In casa riceve giudici e avvocati e perfino un imputato. Con loro si lascia andare a previsioni sui processi ma anche a giudizi pesantissimi su Falcone e Borsellino. Al processo Andreotti depone da imputato di reato connesso e conia per se l' epiteto di "impumone": imputato e testimone. Poi sceglie di tacere. - di ENRICO BELLAVIA
    http://ricerca.repubblica.it/repubbl...-la-mafia.html

    L'ex presidente della prima seziona penale della Cassazione
    era accusato di aver favorito i boss annullando le condanne

    Mafia, Carnevale
    assolto a Palermo
    La Procura aveva chiesto
    la condanna a 8 anni di reclusione



    --------------------------------------------------------------------------------
    PALERMO - Assolto "perché il fatto non sussiste": con questa formula l'ex presidente della prima sezione penale della Corte di Cassazione, Corrado Carnevale, è stato scagionato, a Palermo, dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza è stata emessa dalla sesta sezione penale del Tribunale di Palermo, presieduto da Giuseppe Rizzo, che era entrato ieri in camera di consiglio. Carnevale non era presente in aula. Nella requisitoria, conclusa il 19 maggio scorso, i pubblici ministeri avevano chiesto la condanna di Carnevale a otto anni di reclusione.

    Secondo i procuratori aggiunti Guido Lo Forte e Roberto Scarpinato, e il sostituto Gaetano Paci, l'ex presidente della prima sezione sarebbe stato il referente di boss di Cosa Nostra per "aggiustare i processi". Tra i casi di sentenze favorevoli alla mafia, i pm avevano citato quello del giudizio per l'omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, comandante della compagnia di Monreale, assassinato il 3 maggio del 1980. Le condanne per i tre sicari, che erano stati fermati nelle campagne attorno al paese la stessa notte del delitto, furono annullate dalla Suprema Corte.

    L'inchiesta a carico di Carnevale è durata 7 anni, e si è svolta in due tempi. L'indagine della Procura inizia nel 1993, contestualmente a quelle su Giulio Andreotti, ma si chiude nel '95 con un'archiviazione. Insieme al magistrato vengono indagati per l'ipotesi di abuso d'ufficio aggravato altri tre giudici della prima sezione: Paolo Dell'Anno, Aldo Grassi, Stanislao Sibilia. Nel febbraio del '97, la Procura chiede l'archiviazione anche per loro tre.

    L'indagine viene però riaperta pochi mesi dopo, sulla scorta delle dichiarazioni di nuovi pentiti alle procure di Roma e Firenze. Il 14 luglio del '97 Palermo chiede il rinvio a giudizio del giudice "ammazzasentenze" per concorso in associazione mafiosa, con una memoria di 600 pagine. Il 7 aprile del '98 il gip Bruno Fasciana dispone il rinvio a giudizio del magistrato.

    Il dibattimento si apre il 22 giugno del '98. L'accusa sostiene che Carnevale costituiva per i boss un "sicuro punto di riferimento". Il ruolo del magistrato viene ricostruito in aula attraverso le dichiarazioni di 39 pentiti, le testimonianze di magistrati dello stesso collegio e numerose intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo i pm, Carnevale, forte del suo "ruolo egemonico" aveva creato in Cassazione un orientamento definito "esasperatamente garantista" che, sulla base dei ripetuti annullamenti, suscitava nei mafiosi "aspettative di totale impunità". La sentenza di oggi, però, non accoglie questa ipotesi, e giudica infondata l'accusa di concorso esterno: proprio come in altri due processi celebri, quello contro Giulio Andreotti e quello contro il presidente della Provincia di Palermo, Francesco Musotto.

    (8 giugno 2000)
    la Repubblica/cronaca: Mafia, Carnevale assolto a Palermo
    Ti soddisfa che l'ammazzasentenze l'abbia fatta franca perchè la cassazione ha, tra le altre cose, giudicate non utilizzabili le testimonianze dei colleghi di cassazione sulle pressioni da lui effettuate non fossero utilizzate perchè, in quanto avvenute in camera di consiglio, coperte da segreto?
    In altre parole, le prove ci sarebbero ma per ragioni formali non possiamo utilizzarle, quindi si deve assolvere.
    Contento tu.
    Io continuo a non dar credito a chi ha fatto regali immensi alla mafia, a chi sposava le tesi di Reina delirando su quanto "il pasticcio dell'antimafia nasce per colpire i nemici della sinistra di stampo comunista".
    E, in generale, a chi, immerso fino al collo in buona parte della storia più torbida del nostro paese, vaneggia di "poteri forti e logge massoniche".

 

 
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