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Malik
incidente sul lavoro a molfetta
Cinque morti in un'autocisterna di zolfo
Sono stati uccisi dalle esalazioni. Le vittime sono il titolare della ditta, l'autista e alcuni operai
BARI - Cinque persone sono morte in un incidente sul lavoro avvenuto in un'autocisterna nella zona industriale di Molfetta. Un'altra persona è rimasta intossicata, ma le sue condizioni non sarebbero gravi.
L'INCIDENTE - Secondo una prima ricostruzione dei vigili del fuoco, gli operai stavano lavorando alla manutenzione di un'autocisterna adibita al trasporto di zolfo in polvere. In particolare, dovevano procedere al lavaggio della cisterna. Quando il primo operatore ha accusato un malore all'interno del serbatoio, per soccorrerlo è intervenuto il titolare della ditta, Vincenzo Altomare. A causa delle letali esalazioni di zolfo, però, Altomare non è riuscito ad aiutare il suo collega e a questo punto sono intervenuti l'autista di un camion di un'altra ditta che opera nella zona industriale e altri due operai. La strage si è compiuta in pochi minuti.
LA DITTA - L'incidente è avvenuto nell'azienda «Truck center», che si occupa di parcheggi, attrezzature e impianti, nella zona industriale di Molfetta. Sulle cause dell'incidente indagano i carabinieri diretti dal comandante provinciale, colonnello Gianfranco Cavallo.
AUTORESPIRATORI - A proposito delle precauzioni che non sarebbero state adottate, Franco Sarto, vicepresidente dell Anmelp (Associazione nazionale dei medici del lavoro pubblici), spiega che «lo zolfo a contatto con l'acqua diventa acido solforico. Anche con l'umidità dell'aria. Quegli operai avrebbero dovuto essere protetti da scafandri». «Nelle autocisterne è difficile entrare con le bombole - aggiunge - per questo ci sono gli autorespiratori, collegati all'esterno con dei tubi».
FATALITA' - Ma il professor Giancarlo Umani Ronchi, ordinario di Medicina Legale all'Università La Sapienza di Roma, parla di tragica fatalità, visto che un'intossicazione da zolfo ha pochissimi precedenti negli ultimi decenni. «Sinceramente - confessa - in tanti anni è la prima volta che sento un episodio del genere, sono casi rarissimi». Rari, ma fatali: «Quando si formano vapori di zolfo - spiega l'esperto - di anidride solforosa o idrogeno solforato, il sangue non si ossigena più, viene bloccata l'emoglobina, e si muore per asfissia. Non respiratoria, ma sanguigna». E la morte è rapida: «Non c'è molto tempo, quasi subito interviene la perdita di conoscenza, che probabilmente è quello che è capitato agli operai scesi nella cisterna per tentare di soccorrere la prima vittima, e si muore. C'è poco da fare, ci vorrebbe (ma solo se sono passati pochi istanti di esposizione) un'immediata rianimazione e un soccorso con ossigeno, ma anche in questo caso le speranze sono pochissime, lo zolfo è un elemento che una volta respirato non perdona».
http://www.corriere.it/cronache/08_m...ba99c667.shtml
03-03-2008