Vaneggiamenti a parte sembrerebbe proprio che le prove a carico di Crisafulli, per gli amici Mirello, siano davvero gravi. Ad inchiodare il politico un filmato effettuato presso l’hotel Garden di Pergusa dove la squadra mobile stava indagando su un traffico di droga. Involontariamente si sono ritrovati tra le mani un documento scottante in cui Mirello conversava di affari e appalti con l’avvocato Raffaele Bevilacqua indicato dagli inquirenti e da più collaboratori di giustizia come l’uomo designato da Provenzano in persona ad assumere il comando della provincia di Enna e già condannato in passato a 11 anni e sei mesi di reclusione annullati in appello per incompetenza territoriale. (Le accuse erano di associazione mafiosa, turbativa d’asta, concussione aggravata e violenza privata. Il processo è tuttora in corso. ndr.)
Ovviamente alla procura di Caltanissetta competente per le indagini vige il massimo riserbo circa il colloquio intercorso tra i due. Qualche stralcio però è trapelato grazie ad abili indiscrezioni.
Secondo quanto apparso nelle immagini ora al vaglio della DIA il Crisafulli seduto nell’ufficio del direttore dell’hotel chiede un posacenere. Uno dei titolari dell’albergo, Enzo Di Serio, porta anche una penna e un bloc notes.
«Non mi serve la carta - avrebbe detto l’avvocato - tutto a mente, niente tracce».
Una volta acclimatati Mirello prende il polso del Bevilacqua e constata il valore del suo orologio, «non è come quelli del presidente», gli risponde pronto l’avvocato. «Minchia che bordello» commenta poi il politico guardando il traffico...
Bando alle ciance si parla d’affari e di politica.
Il boss sembra assumere un atteggiamento di deferenza nei confronti del parlamentare al quale confida di temere di perdere terreno a Piazza Armerina dove sarebbe stato in corso un reimpasto programmato. «Spererei - dice - che mi facessi contento questo gruppo. Se sono amici miei, sono anche amici tuoi». Crisafulli attento ascolta.
Poi passano al sodo. «Allora per quei taglialegna - chiede l’avvocato - avevi detto due». «Magari di più - risponde il diessino - tre, quattro». Il riferimento è ad un appalto di disboscamento affidato ad una ditta calabrese nel quale il Bevilacqua vorrebbe entrare. Ma non è tutto. Chiede infatti una parte di tutti gli appalti che ci sono in provincia e a tal proposito discutono di un «campus universitario da realizzare ad Enna Bassa, un business da 120 miliardi».
Le telecamere poi avrebbero restituito anche una sorta di screzio dal quale il mafioso ne sarebbe uscito malamente con un sonoro «Fatti i c. tuoi» contro il quale il Bevilacqua non avrebbe potuto fare altro che tacere e ritirare le proprie rimostranze.
La procura di Caltanissetta, per il momento, sta proseguendo le sue indagini anche se, con amara sorpresa, il Procuratore capo Messineo non ha ritenuto di dover procedere alla perquisizione degli uffici dell’Ars «perché in questo momento ritengo che abbiamo bisogno di tranquillità, evitando scontri istituzionali».
Linea dura anche per Beppe Lumia che ha chiesto l’espulsione di Crisafulli dal partito e ha dichiarato: «Il rapporto tra mafia e politica sta producendo notevoli danni ed è maturo il tempo di promuovere una classe dirigente adeguata alla sfida» Dopodiché ha invitato la magistratura ad andare avanti senza timori.
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ecco perchè lumia no e crisafulli si....