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Discussione: Il piano B di Silvio

  1. #1
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    Predefinito Il piano B di Silvio

    l piano alternativo deI leader del Pdl prevede un esecutivo
    del Governatore per fare le riforme e affrontare l'emergenza economica


    Berlusconi prepara il piano B
    "Draghi se il Senato sarà in bilico"


    di CLAUDIO TITO


    Silvio Berlusconi

    "Se la maggioranza al Senato non sarà ampia, io non farò come Prodi". I sondaggi da tempo ripetono sempre lo stesso ritornello: a Palazzo Madama la vittoria del Pdl è in bilico. Soprattutto nulla assicura che i numeri per Silvio Berlusconi siano sufficientemente ampi. Dati che il Cavaliere legge con apprensione. Derivandone una certezza: "Senza una affermazione netta, non sarò io a formare il governo". L'incubo della "paralisi" accompagna i suoi sonni. "Senza una coalizione forte, in Italia non si può fare niente. Contro la sinistra, contro i sindacati, non si riesce a fare niente". In quel caso, può essere la volta buona per le larghe intese. O meglio, per le "piccole intese" con il Pd di Walter Veltroni.

    Un percorso comune ma transitorio per approvare la legge elettorale, rilanciare l'economia del Paese, varare le liberalizzazioni e infine tornare alle urne. Due anni per "risolvere i problemi veri dell'Italia".
    Il modello cui spesso fa riferimento il Cavaliere è quello post-bellico di De Gasperi e Togliatti. In questo caso, però, si tratterebbe di un governo "tecnico" guidato da un "supertecnico" e composto da una squadra ristretta di ministri "super qualificati" e "imparziali".

    Un gabinetto cui - è il ragionamento che Berlusconi sta sottoponendo soltanto agli esponenti di spicco di Forza Italia - non potrebbe che essere destinato Mario Draghi. "L'unico", a suo giudizio, in grado di affrontare un processo del genere. Il Governatore della Banca d'Italia, ripete da giorni l'inquilino di Palazzo Grazioli agli "amici di sempre", è l'uomo giusto per fare ordine nei conti pubblici, rivitalizzare il tessuto economico e industriale e quindi assegnare un nuovo profilo costituzionale alle istituzioni.
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    L'esempio di Prodi, del resto, per il leader Pdl è come una stella polare al contrario. È sicuro che a Montecitorio la sua vittoria sia fuori discussione. A Palazzo Madama la certezza non è ugualmente granitica. E non ne vuol sapere di farsi cuocere a fuoco lento nell'aula del Senato battagliando con gli "assenti" o i "traditori". Con i senatori a vita e con gli eletti all'estero. Soprattutto rabbrividisce all'idea di dover aprire una trattativa con Pier Ferdinando Casini per allargare la coalizione dopo il 13 aprile: "Mi farebbe impazzire". Anche perché, proprio al leader centrista aveva per primo fatto capire i suoi orientamenti. Era il 16 gennaio e si consumava l'ultimo incontro tra i due a Via del Plebiscito.

    Per ammansire l'alleato recalcitrante, il Cavaliere accennò all'ipotesi del "passo indietro": "vedrai, io poi non è che voglio rimanere per sempre a Palazzo Chigi". Le cose, però, con i centristi andarono in modo diverso. A questo punto, è il ragionamento berlusconiano, meglio tenere fede a quell'embrione di accordo che il 30 novembre scorso aveva siglato con il segretario del Pd. Un colloquio preceduto nove giorni prima da un pranzo organizzato in gran segreto nella saletta riservata di un ristorante romano. Due incontri per definire non solo la possibile riforma elettorale, ma anche per fissare "congiuntamente" la bussola dei comportamenti futuri.

    Un patto, quindi, che molti chiamano per le "piccole intese". E che da allora tiene senza cedimenti. "Walter e Silvio" non affondano mai i colpi. Il capo forzista ha addirittura delineato una strategia "pubblicitaria" che per la prima volta non delegittima l'avversario, semmai spara alzo zero contro i "partiti minori". Proprio come il dialogo sulla legge elettorale a novembre puntava a ridimensionare i "piccoli". E, a meno che i risultati elettorali non gli assegnino una maggioranza "sicura", a quel "patto" non vuole venire meno. Per Berlusconi, allora, non è un caso che ieri quell'ipotesi abbia fatto capolino pure nei discorsi di Veltroni.

    Il Cavaliere, poi, ammette con i suoi di sentirsi "annoiato" da questa ennesima corsa e di essersi buttato nella mischia per "puro spirito di servizio". Così, anche in pubblico fa poco per occultare il "piano B". "Noi - spiegava l'11 febbraio scorso in un intervista al settimanale "Tempi", vicino a Cl e in vendita in edicola insieme al "Giornale" - siamo pronti a scrivere le regole comuni della partita. Una disponibilità che rinnoviamo per il futuro per le riforme che debbono far compiere all'Italia un salto di qualità". Stesse parole il 22 febbraio, davanti alle telecamere di "Matrix" su Canale 5: "Se ci fosse un risultato vicino a quello di due anni fa, noi offriremo alla sinistra la possibilità di risolvere insieme i problemi del Paese".

    Certo, ora la campagna elettorale sta entrando nel vivo, e queste aperture saranno sempre più rarefatte. Ma il 14 aprile il capitolo potrebbe riaprirsi. Anche perché nei faccia a faccia del novembre scorso, il Cavaliere ha prospettato all'allora sindaco di Roma un patto a 360 gradi. La presidenza di una delle due Camere al Pd non è più un tabù. E l'uomo prescelto sarebbe Massimo D'Alema che si è candidato alla Camera. Non solo. L'ex premier ha persino superato la sua idiosincresia nei confronti di Luciano Violante che potrebbe ricevere il via libera del Pdl per la carica di giudice costituzionale insieme ad un altro giurista, dei centrodestra, come Gaetano Pecorella.

    Insomma, tante "piccole intese" che, secondo il Cavaliere, anche Veltroni sta agevolando e che potranno determinare un'ultima conseguenza: inserirlo nell'elenco dei "padri costituenti". E quindi farlo digerire anche nel Pd come un candidato "potabile" per la successione al Quirinale nel 2013.


    (5 marzo 2008)

    http://www.repubblica.it/2008/03/sez...b/piano-b.html

  2. #2
    live long and prosper
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    ma basta con queste voci di cortile !

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da Libero Visualizza Messaggio
    ma basta con queste voci di cortile !
    ... che bufale!!!!

  4. #4
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    Perchè bufale? Quindi per voi se Silvio avrà una maggioranza di 5-6 voti starà lo stesso a farsi cuocere lentamente in senato?

  5. #5
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    Come mai sta pensando al piano B.
    Non è che pensa di prenderlo nel lato B.?

  6. #6
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    Se andasse così a me andrebbe benissimo.

    Sarebbe una dimostrazione di responsabilità fantastica, una scelta per l'Italia e gli Italiani.

    Se poi vincesse BENE anche al senato, cosa che ritengo probabile, tanto meglio.

  7. #7
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    Se il senato fosse ingovernabile le larghe intese con un premier neutrale piu' che un senso di responsabilità io le vedrei piu' come l'unica scappatoia per Silvio........perchè sul momento penso che avrebbe un grosso calo di consensi per non aver voluto farla prima la legge elettorale.....e per non aver voluto gli alleati che gli avrebbero consentito un'ampia vittoria.....

    In pratica è come dire "andiamo a votare per poi ritornare a votare"....cioe' in Italia stiamo sempre a votare? E le spese chi le paga? A quel punto Veltroni non avrebbe avuto tutti i torti nel farle prima le regole del gioco e fissare la data delle elezioni a giugno....
    Ma in quel modo è chiaro che poi Silvio si precludeva buone possibilità per una elezione bipartisan al quirinale per il 2013.....invece cosi' facendo puo' giocare su 2 campi...perchè dando per scontata la vittoria alla camera poi sarà lui a decidere cosa fare e a tenere in mano il pallone del gioco....

  8. #8
    Newborn
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    11:11 Bonaiuti: "Nessun piano B" "Il piano B è pura fantasia". Paolo Bonaiuti, portavoce del leader del Pdl, archivia così il "retroscena" pubblicato da Repubblica che vorrebbero Silvio Berlusconi pronto ad una soluzione di ripiego, puntando su Mario Draghi, nel caso il suo partito non riuscisse ad ottenere una netta vittoria alle prossime elezioni.
    http://www.repubblica.it/2008/03/dir...rzo/index.html

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Newborn Visualizza Messaggio
    11:11 Bonaiuti: "Nessun piano B" "Il piano B è pura fantasia". Paolo Bonaiuti, portavoce del leader del Pdl, archivia così il "retroscena" pubblicato da Repubblica che vorrebbero Silvio Berlusconi pronto ad una soluzione di ripiego, puntando su Mario Draghi, nel caso il suo partito non riuscisse ad ottenere una netta vittoria alle prossime elezioni.
    http://www.repubblica.it/2008/03/dir...rzo/index.html

    Si ma quindi cosa fa in caso di maggioranza risicata? Fa come Prodi ogni giorno la conta al senato su senatori malati, senatori a vita, franchi tiratori, eletti all'estero e via dicendo? Vabè...se vuole farlo nessuno glielo vieta

  10. #10
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    I senatori a vita può anche non contarli Con gli eletti all'Estero di De Gregorio, le 16 000 DC e i due-tre partitelli socialisti, invece, penso potrebbe esserci da ridere

 

 
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