Opinioni e commenti
Pubblichiamo di seguito la lettera che Fabio Fabbri, ha inviato al direttore di Liberazione Piero Sansonetti
Caro Direttore,
Sono un socialista che ha avuto un qualche ruolo nella prima Repubblica. Sento il bisogno di esprimerTi viva gratitudine per quanto hai detto a Ballarò, a proposito della campagna di annientamento che è in corso contro i socialisti. Una difesa che, lo confesso, non mi aspettavo. All’inizio ho pensato che fosse solo un approccio strumentale: uno spunto per corroborare la critica al Partito Democratico e a Veltroni. Poi nelle Tue parole ho colto segni di sincerità, di rispetto per la nostra storia, per i nostri valori; e anche nei confronti di chi, dopo la grande slavina del ‘94, ha tenuto viva un presenza socialista nel solo alveo in cui i socialisti possono stare: a sinistra. Insomma, forse con ottimismo eccessivo, mi è sembrato un “soccorso rosso”: salvate il soldato Boselli.
D’Alema, che anch’io conosco e stimo, ma che è ancora portatore del virus originale di certi comunisti, per i quali il primo imperativo è l’eliminazione dei socialisti, era in evidente imbarazzo. Non ha saputo che aggrapparsi alla sua carica di esponente del movimento socialista internazionale, dimenticando che, ormai, lui è un “abusivo”, giacché il PD non fa parte né del P.S.E., né dell’Internazionale Socialista. Non ci lasceremo estirpare. Il veltronismo è empiria sfrenata di potere senza principi, imbonimento e fiction quotidiana.
Ho letto sul Foglio che, confermando il Tuo disgusto per la “persecuzione” contro il P.S., ci dai appuntamento ad urne chiuse. Può anche darsi che dopo alcuni mesi il veltrusconismo mostri tutta la sua inconsistenza, a petto dei veri e gravi problemi che il Paese deve affrontare. Il dialogo fra noi non sarà facile, come mai lo è stato fra massimalisti e riformisti. Ma entrambi siamo interessati a contrastare l’egemonia soffocante del neo-consociativismo mediatico-plebiscitario. Potremo procedere separati, ma colpire uniti. Intanto, mi premeva ringraziare di cuore chi ha teso la mano al suo vicino in grave difficoltà. L’aiuto al debole oppresso fa parte del codice genetico del socialismo.
Scusami se mi sono permesso il “Tu”. Una volta, a sinistra, usava così. E ci si congedava con i fraterni saluti.
http://www.partitosocialista.it/site/329/Default.aspx
Bella lettera