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  1. #61
    Anarcocapitalista
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    Li dove ho inalzato mura solide a difesa dell'agressore Socialista. Li dove la strada ha il mio nome. Li dove ho costruito una torre bene armata in difesa della Libertà. Li dove sono Sovrano e i messi dello Stato non sono i benvenuti.
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    L'etica della libertà
    di Murray N. Rothbard, Liberilibri - 1996
    Recensione di Carlo Zucchi
    da Libreria del Ponte
    L'etica della libertà è il prodotto maturo di Murray Newton Rothbard, una delle più grandi menti del ventesimo secolo, nonchè maggior rappresentante dell'anarchismo individualista. Dopo essere entrato alla Columbia University negli anni '40, dove conseguì la laurea in matematica, Rothbard orientò il proprio interesse nei confronti dell'economia, conseguendo il Ph. D in storia economica con Joseph Dorfman, eminente storico del pensiero economico americano, con una dissertazione sul panico del 1819. All'uscita di Human Action nel 1949, Rothbard rimase folgorato da quest'opera, "Human Action è il libro: è l'interezza economica sviluppata a partire da convenienti assiomi prasseologici…". Fu quest'opera che cambiò il corso della sua vita e delle sue idee. Rothbard seguì poi le lezioni di Mises, partecipò al seminario e alle cene misesiane al Village, sviluppando una sorta di venerazione per l'anziano professore austriaco, venerazione che sarebbe stata condivisa da molti liberali classici del dopoguerra.
    Educato alla prasseologia misesiana, Rothbard propone una società nella quale sia abolito il monopolio statale delle violenza, e tutti i servizi (anche sicurezza, protezione e giustizia) siano offerti in libera concorrenza sul mercato. Se, tramite Mises, abbraccia le idee della Scuola Austriaca di economia, Rothbard fa proprie anche le idee neotomiste e la dottrina lockiana dei diritti assoluti di proprietà. Non è infatti un caso che la prima parte di quest'opera, intitolata "Il diritto naturale", sviluppi sistematicamente il pensiero di San Tommaso d'Aquino, ripercorrendo le tappe evolutive dell'ideale giusnaturalistico attraverso autori come Grozio, Pufendorf e altri ancora. Fervente sostenitore di un ordine contrassegnato dal diritto naturale fondato sulla ragione, Rothbard non solo avversa fortemente il positivismo giuridico caratteristico dello stato moderno, ma guarda con sospetto anche al diritto consuetudinario. Come ricorda infatti Luigi Marco Bassani nella preziosissima introduzione, Rothbard, nel solco della tradizione tomista che va da Tommaso d'Aquino a Grozio, crede in un ordine sistematico di leggi naturali suscettibile di essere scoperto. Nella filosofia del diritto naturale, però, la ragione non è destinata, come avviene nella moderna filosofia successiva a Hume, ad essere schiava delle passioni, limitandosi a scoprire i mezzi per raggiungere fini scelti arbitrariamente. Per il tomista o il giusnaturalista, la legge generale della moralità per l'uomo è un caso particolare del sistema di diritto naturale che governa tutte le entità del mondo, ciascuna con la propria natura e i propri fini.
    Secondo Rothbard, quello di diritti umani è un concetto privo di senso, in quanto il concetto di "diritti" ha senso soltanto se li si considera diritti di proprietà. I diritti di proprietà possono essere considerati identici in due sensi: in primo luogo, la proprietà può derivare soltanto dalle persone, cosicchè i loro diritti alla proprietà sono diritti che appartengono agli esseri umani; inoltre, il diritto al proprio corpo, alla libertà personale, è un diritto alla proprietà della persona, oltre che un "diritto umano". I diritti umani, quando non vengono espressi in termini di diritti di proprietà, si dimostrano vaghi e contraddittori, facendo sì che i liberals indeboliscano quegli stessi diritti in nome della "politica pubblica" o del "bene generale". In breve, una persona non ha il "diritto alla libertà di parola"; quello che effettivamente possiede è il diritto di affittare una sala e di rivolgersi a chi vi entra. Non si ha il diritto alla "libertà di stampa"; quello che si ha è il diritto di scrivere o pubblicare un opuscolo e di venderlo a chi desidera acquistarlo (o di regalarlo a chi lo accetta).
    In alternativa alle relazioni interpersonali volontarie improntate alla cooperazione pacifica, Rothbard pone l'aggressione violenta di un uomo a danno di un altro, che si verifica quando qualcuno viola l'altrui proprietà senza il consenso della vittima. La violazione può essere diretta contro la proprietà del corpo della vittima, come nel caso dell'aggressione fisica, e/o contro la sua proprietà di beni materiali, come nel caso della rapina o della violazione della proprietà. Ebbene, secondo Rothbard, quell'organizzazione che sempre, comunque e dovunque agisce in qualità di aggressore è proprio lo Stato, quando tassa i propri cittadini, estorcendo loro denaro senza il loro consenso, oppure quando muove guerra ad altri Stati, colpendo innocenti la cui unica colpa (quando appartengono allo Stato aggressore) è di essere governati da delinquenti aggressori che quasi mai vengono colpiti.
    Come per Albert J. Nock prima di lui, anche per Rothbard il nemico naturale della libertà dell'uomo è sempre e ovunque lo Stato, l'organizzatore dei mezzi politici, ossia degli strumenti di coercizione dell'uomo.


    http://new-italy.net/riflessioni/lib...stato-padrone/

  2. #62
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    Buona serata, anarchici...

  3. #63
    Anarcocapitalista
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    Li dove ho inalzato mura solide a difesa dell'agressore Socialista. Li dove la strada ha il mio nome. Li dove ho costruito una torre bene armata in difesa della Libertà. Li dove sono Sovrano e i messi dello Stato non sono i benvenuti.
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    Contro lo statalismo
    di Frédéric Bastiat e Gustave de Molinari, Liberilibri - 1994
    Recensione di Carlo Zucchi
    da Libreria del Ponte
    Due straordinari saggi di Bastiat, e uno di de Molinari: il primo teorico anarco-capitalista della storia.
    INDICE DEL LIBRO
    • Sergio Ricossa - Introduzione
    • Frédéric Bastiat - Proprietà e legge
    • Frédéric Bastiat - Giustizia e fraternità
    • Gustave de Molinari - Sulla produzione della sicurezza
    • Carlo Lottieri - Bastiat e Molinari: alle origini del liberismo radicale
    Tre saggi, due di Frederic Bastiat e uno di Gustave De Molinari, che ci mostrano come un approccio genuinamente liberista sia il più appropriato per fornirci un'analisi lucida su questioni essenziali quali Proprietà e libertà, giustizia e fraternità (Bastiat) e produzione di sicurezza (De Molinari). Nel descrivere il rapporto tra diritto naturale e legge positiva, Bastiat pone in evidenza come la proprietà costituisca un diritto naturale dell'uomo anteriore a qualsiasi norma positiva creata dal legislatore. "Non è perché ci sono le leggi che ci sono le proprietà, ma è perché ci sono le proprietà che ci sono le leggi", sostiene l'economista francese. Compito della forza pubblica, quindi, è quello di far rispettare il diritto di proprietà in quanto diritto naturale.
    Ragionando proprio in base alla logica proprietaristica, Bastiat arriva a criticare duramente comunismo e protezionismo. Se il primo è il mezzo di cui il legislatore si avvale per riequilibrare le ricchezze, calpestando il diritto di proprietà, il secondo è il precursore del primo, anzi, ne è la prima manifestazione. Le classi sofferenti, appellandosi ai valori del comunismo, non fanno altro che chiedere ciò che hanno ottenuto capitalisti e proprietari terrieri, ossia l'intervento della legge per uguagliare la ricchezza prendendo legislativamente agli uni per dare agli altri.
    Riguardo a "Giustizia e fraternità", Bastiat contrappone l'economia politica al socialismo, dove la prima chiede alla legge "nient'altro che la Giustizia universale" attraverso la tutela del diritto di proprietà, mentre il socialismo chiede alla legge "la realizzazione del dogma della fraternità", dove per fraternità si intende la realizzazione della carità organizzata dallo Stato. Naturalmente, questa concezione della fraternità è quella scaturita dalle follie della rivoluzione francese, a cui Bastiat contrappone la concezione evangelica in cui la fraternità è frutto del sentimento umano e non di una coercizione burocratica.
    Oltre alla battaglia per la difesa della concorrenza, Bastiat non manca di combattere quella contro l'emissione discrezionale di carta-moneta da parte dei governi e quella contro il monopolio dell'istruzione che la legge positiva (ahi! Sempre lei!) attribuisce allo stato.
    Tenuto conto che Bastiat svolse la sua attività di pubblicista tra il 1844 e il 1849, non possiamo non accorgerci dell'attualità dei temi proposti, come la proliferazione del numero delle leggi conseguente all'affermarsi del positivismo giuridico, come il protezionismo, di cui l'Unione Europea è un campione di prim'ordine, o come il monopolio statale dell'istruzione, che sembra avere elevato l'ignoranza a valore fondante della società occidentale.
    Il terzo saggio, quello di Gustave de Molinari sulla produzione di sicurezza, colloca l'autore belga tra gli esponenti dell'anarco-capitalismo ottocentesco, in particolare di quello europeo, di cui si può considerare tra i padri fondatori. In particolare, de Molinari sostiene che, poichè la concorrenza crea maggior efficienza, i beni e i servizi più importanti (come appunto la sicurezza) dovrebbero essere sottratti al monopolio governativo, causa di inefficienza e di spreco. Se il monopolio è osteggiato nel mercato dei beni di consumo, a maggior ragione, sostiene de Molinari, lo deve essere per i servizi essenziali quali la sicurezza. Anche il saggio di de Molinari è quantomai profetico, dato che proprio oggi abbiamo sotto i nostri occhi le difficoltà che le nostre forze dell'ordine incontrano nella lotta contro la criminalità grande e piccola.
    L'attualità dei temi trattati fa di Bastiat e de Molinari due profeti acuti e lucidi, troppo a lungo dimenticati e osteggiati da un clima intellettuale illiberale e statolatrico e totalitario. Ebbene, per riscoprirli non è mai troppo tardi.

    http://new-italy.net/riflessioni/lib...stato-padrone/

  4. #64
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    Predefinito Astensione: per tenersi la coscienza pulita

    Articolo tratto da MZ:www.movimentozero.org/mz


    COME VOLEVASI DIMOSTRARE

    Come volevasi dimostrare. Fra ieri e oggi si è fatta sempre più insistente l'idea del Grande Inciucio, del Veltrusconi, dell'orgia trasversale grazie a cui dare evidenza e dignità ufficiale all'imbroglio di una divisione fra partiti di destra, centro e sinistra a cui gli Italiani ancora credono. Leggete gli stralci tratti dai tre bollettini della disinformatja nazionale riportati qui sotto.
    Ma sono sempre in meno, coloro che in buona o cattiva fede abboccano al circo barnum dei Berlusconi, dei Veltroni, dei Casini, dei Bertinotti, degli Storace e dei Pannella. Non legittimare col voto la presa in giro delle elezioni sta diventando senso comune, opzione di massa, consapevolezza diffusa. Basta ascoltare le chiacchiere al bar o sotto casa, altro che i sondaggi dei truffatori prezzolati che inondano la televisione e la stampa.
    Non votare. Non votare. Non votare. (a.m.)
    Se la maggioranza al Senato non sarà ampia, io non farò come Prodi". I sondaggi da tempo ripetono sempre lo stesso ritornello: a Palazzo Madama la vittoria del Pdl è in bilico. ... L'incubo della "paralisi" accompagna i suoi sonni. "Senza una coalizione forte, in Italia non si può fare niente. Contro la sinistra, contro i sindacati, non si riesce a fare niente". In quel caso, può essere la volta buona per le larghe intese. O meglio, per le "piccole intese" con il Pd di Walter Veltroni. Un percorso comune ma transitorio per approvare la legge elettorale, rilanciare l'economia del Paese, varare le liberalizzazioni e infine tornare alle urne. Due anni per "risolvere i problemi veri dell'Italia". Il modello cui spesso fa riferimento il Cavaliere è quello post-bellico di De Gasperi e Togliatti. In questo caso, però, si tratterebbe di un governo "tecnico" guidato da un "supertecnico" e composto da una squadra ristretta di ministri "super qualificati" e "imparziali". Un gabinetto cui - è il ragionamento che Berlusconi sta sottoponendo soltanto agli esponenti di spicco di Forza Italia - non potrebbe che essere destinato Mario Draghi. "L'unico", a suo giudizio, in grado di affrontare un processo del genere. Il Governatore della Banca d'Italia, ripete da giorni l'inquilino di Palazzo Grazioli agli "amici di sempre", è l'uomo giusto per fare ordine nei conti pubblici, rivitalizzare il tessuto economico e industriale e quindi assegnare un nuovo profilo costituzionale alle istituzioni.
    La Repubblica

    "Spero che gli italiani saranno talmente saggi da dire con il loro voto quello che la politica non ha detto, cioè dare a uno dei due schieramenti, spero al mio, la possibilità di governare. Se così non sarà, bisognerà fare le riforme e poi ritornare al voto", ha detto Veltroni a chi chiedeva cosa succederà nel caso in cui dalle elezioni non dovesse uscire una maggioranza schiacciante a favore del centrodestra o del centrosinistra.
    Reuters
    Nei fatti la «grande coalizione», negata a parole, rientra dalla finestra. La prospettiva di scrivere insieme le regole del gioco signifi­ca, né più né meno, uno sforzo comune, lun­go un arco temporale significativo (un paio d'anni), di forze con interessi convergenti. E certo non sarebbe verosimile che il Popolo della libertà e il Partito democratico, mentre lavorano a un progetto di riforma istituzio­nale ed elettorale, si combattano con vee­menza in Parlamento sulla politica economi­ca o sulle misure sociali. In altre parole, affer­mare «facciamo insieme le riforme e poi tor­niamo a votare» vuoi dire accettare l'ipotesi di una larga intesa per un periodo circoscrit­to, ma non troppo limitato. Come si convie­ne a un Paese in emergenza.
    Non è un caso che sia Veltroni ad adom­brare tale possibilità. Il suo Pd è tuttora indietro nei sondaggi e l'idea di un pareg­gio nelle urne può essere ai suoi occhi con­fortante. Così da non essere costretto a un'opposizione sterile in Parlamento, col rischio di ritrovarsi accanto all'aborrita si­nistra "arcobaleno".
    Il Sole 24 Ore

  5. #65
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    Citazione Originariamente Scritto da M.A.Valsesia Visualizza Messaggio

    E PER CHI VOLESSE , LA VERSIONE PDF DA USARE LIBERAMENTE.

    www.mav-valsesia.org/public/ASTENSIONE.pdf
    Lo diffonderemo!

  6. #66
    Praticamente innocuo
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    "Cittadini, aprite gli occhi!..."

    già uno che inizia dandoti dell'addormentato inizia col piede sbagliato.
    Secondo me.

  7. #67
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    Citazione Originariamente Scritto da Marximiliano Visualizza Messaggio
    "Cittadini, aprite gli occhi!..."

    già uno che inizia dandoti dell'addormentato inizia col piede sbagliato.
    Secondo me.
    Non è una captatio benevolentiae e non siamo qui per vezzeggiare l'elettorato...

  8. #68
    .... .....
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    Mah..non è che non bisogna votare per principio..
    il fatto è che nessun partito è votabile....sarei ben contento di votare un partito che difendesse la mia libertà contro le leggi soffocanti...
    che fosse autonomo in politica estera..e ritirasse le truppe dal mondo..che liberalizzasse la droga e l'eutanasia e non consentisse ai gay di adottare bambini..
    che puntasse su energie rinnovabili..e bloccasse l'immigrazione illegale..che favorisse gli affitti ..e lasciasse la liberà di portare il casco e le cinture alla responsabilità della gente..
    Ma un partito così non esiste..e allora non voglio rendermi responsabile di chi poi mi schiavizza con leggi idiote..tra l'altro invocate ..da chi non sa ciò che fa e vuole..
    Bisogna dare all'uomo non ciò che desidera..ma ciò di cui ha bisogno...
    (la via diretta non è la più breve)

  9. #69
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    il 13 e 14 aprile non legittimate più questa Casta parlamentare.
    il 13 e 14 aprile state a casa.

    ricordiamo a questi buffoni che IL POPOLO è SOVRANO.

    riprendiamoci la democrazia.

  10. #70
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    Li dove ho inalzato mura solide a difesa dell'agressore Socialista. Li dove la strada ha il mio nome. Li dove ho costruito una torre bene armata in difesa della Libertà. Li dove sono Sovrano e i messi dello Stato non sono i benvenuti.
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    Citazione Originariamente Scritto da purple Visualizza Messaggio
    il 13 e 14 aprile non legittimate più questa Casta parlamentare.
    il 13 e 14 aprile state a casa.

    ricordiamo a questi buffoni che IL POPOLO è SOVRANO.

    riprendiamoci la democrazia.
    Più che la Democrazia e la legge del potere della Maggioranza dello Stato Ladro e Assassino, che manda gli esseri umani in guerre di cui non gli può fregar di meno, direi che dobbiamo riprenderci la Libertà: non votiamo, non faciamo gli ingenui, non votiamo e diamo un calcio nel culo alla Casta tutta.

 

 
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