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Risultati da 1 a 7 di 7

Discussione: Cresce il PdL

  1. #1
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    Predefinito Cresce il PdL

    Roma

    Popolo della libertà in ascesa e Partito democratico in calo.
    Uno scenario che fino a ieri nemmeno il militante più affezionato del Pdl avrebbe sottoscritto; distante anche rispetto alle previsioni di Silvio Berlusconi, che ha parlato al massimo di un vantaggio costante del centrodestra.
    Eppure a certificare una tendenza inedita, opposta rispetto a quella descritta quotidianamente da Walter Veltroni, è l’autorevole istituto Demoskopea. Secondo il sondaggio settimanale sulle intenzioni di voto degli italiani, realizzato per Sky Tg24 in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, il centrodestra è passato dal 39,5 per cento della scorsa settimana al 40,5 per cento di ieri. La coalizione quindi, si attesta vicino al 45 per cento, sommando il 4 della Lega Nord e lo 0,5 per cento del Mpa.
    Un buon risultato al quale corrisponde uno stop dell’effetto Veltroni.
    Il Pd è infatti passato dal 36,5 per cento al 36 per cento. Un calo avvenuto in coincidenza con l’accordo Pd-Italia dei valori. Nell’apparentamento con Antonio Di Pietro sembra che a rimetterci sia stato proprio il Pd, visto che è passato dal 34,5 al 33,5 per cento, un calo di un punto, compensato a metà dalla crescita del partito di Di Pietro, passato dal 2 al 2,5 per cento. Un mezzo punto in meno, nel complesso, che non è andato alla Sinistra arcobaleno, data all’8 per cento, lo 0,5 in meno rispetto alla settimana scorsa.
    E nemmeno ai Socialisti, fermi allo 0,5 per cento.
    Sembra quindi che, nel caso di Pd-Idv, si stia riproponendo la maledizione delle «biciclette» della prima Repubblica, che racchiudevano diversi partiti e le cui performance elettorali, alla fine dei conti, erano sempre inferiori rispetto alla somma delle singole liste.
    Se la cava bene l’Udc di Pier Ferdinando Casini, che con il 7,5 per cento, mette in cassa un risultato paragonabile a quello della sinistra Arcobaleno. Una percentuale comunque non sufficiente a superare lo sbarramento regionale per il Senato che è a otto punti percentuali. Confermate anche le previsioni per La destra, con il 2 per cento.
    Si tratta comunque di dati ancora poco indicativi. Un quarto dell’elettorato, ha ricordato anche ieri il sondaggista Nicola Piepoli, è ancora indeciso.
    Secondo Demoskopea lo scarto tra Pdl e Pd è di nove punti percentuali. Martedì Veltroni ha parlato di uno scarto tra i due partiti sempre minore e ormai vicino al 4 per cento.
    Discrepanze non nuove in periodi preelettorali.
    Che fanno male soprattutto alla categoria dei sondaggisti, tanto che ieri l’Assirm, l’associazione dei maggiori istituti, ha rivolto un invito a non usare i sondaggi «come strumento di propaganda, scagliandoli, come vere armi, contro lo schieramento avverso», per dimostrare che «il proprio avversario utilizza sondaggi di parte».
    Con la conseguenza, ha spiegato il presidente Nando Pagnoncelli, «di dettare discredito su un’intera categoria e generare confusione tra gli elettori».

    www.ilgiornale.it del 6 marzo 08

    saluti

  2. #2
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    Predefinito

    Di sono più sondaggi in questo forum che sul termometro politico

  3. #3
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    Predefinito Il crack…

    …di Uolter

    La campagna elettorale non è morta, ma smorta. Si dicono sempre le stesse cose e si dicono peggio che in passato, con meno convinzione. Martedì sera ho visto Walter Veltroni a Porta a Porta. Pensavo di trovarlo pimpante, invece sembrava una badante. Non ha ancora perso le elezioni, ma ha già perso lo smalto dei primi giorni. È già stanco di ascoltarsi. Le parole che gli escono dalla bocca infastidiscono perfino lui, figuriamoci gli elettori. Chi si illudeva avesse qualcosa di nuovo da proporre, oltre alla buona idea di presentare da solo il proprio partito, è servito.
    Veltroni ha esaurito il suo repertorio di candidato premier riverniciato.
    Parla oggi, parla domani, si è accorto di essere a corto.
    Di argomenti. E comincia a mettere le mani avanti, ma guarda indietro.
    Con la mente è rimasto all'abortito governo Marini.
    Afferma che, in caso di pareggio alle urne, Silvio Berlusconi dovrà recitare il mea culpa per non aver sostenuto l'esecutivo di transizione incaricato di riformare, tra l'altro, la legge elettorale.
    Il ragionamento non sta in piedi.
    Infatti Prodi ha guidato il Paese per quasi due anni durante i quali egli non ha avvertito l'esigenza di mutare il sistema di voto; si vede che non considerava ciò tanto importante. Chissà perché lo è diventato nel momento in cui la maggioranza, per effetto dell'uscita di Mastella, si è squagliata.
    Eppure si sapeva che il governo traballava e presto sarebbe stato necessario ricorrere alle urne in anticipo sulla scadenza naturale della legislatura. Ora appare assurdo che Veltroni scarichi sul centrodestra la responsabilità delle mancate riforme quando tali riforme non sono mai state affrontate dal suo schieramento.
    Walter dice: se Marini fosse stato sostenuto dai berlusconiani si sarebbe potuto recuperare il tempo perduto.
    È vero. Ma se l'obiettivo fosse stato la riscrittura della legge elettorale e dei regolamenti parlamentari, perché mai Napolitano - costatato che Prodi era morto - anziché il presidente del Senato non incaricò un uomo del centrodestra di formare il ministero provvisorio?
    Nel caso, il Cavaliere avrebbe magari accettato.
    Non c'è controprova.
    E proprio per questo Veltroni sbaglia nel puntare il dito contro Silvio assolvendo Romano, l'Unione e Napolitano non certo obbligato a scegliere un uomo di sinistra per Palazzo Chigi, dato lo spappolamento della maggioranza. Insomma il presidente del Pd, dopo una partenza brillante, che aveva indotto parecchi compagni a confidare in una vittoria il 14 aprile, si è intorcinato e denuncia inadeguatezza a condurre in porto la navicella. Lo si evince da altri suoi errori. Per esempio la cooptazione nelle liste dell'imprendi tore Calearo. Il quale, alcuni giorni prima di essere reclutato, aveva inneggiato a Mastella attribuendogli il merito della caduta di Prodi. Intendiamoci, era un suo diritto festeggiare il siluramento del premier.
    Ma Veltroni che lo chiama nel Pd si rende conto dell'asinata commessa? Si prende Calearo, lo colloca in lista e dimentica che si tratta dello stesso Calearo che ha sbertucciato Prodi, cioè il presidente del partito in cui l'impren ditore è stato accolto.
    Sono gaffe, queste, imperdonabili a un leader aspirante presidente del Consiglio.
    Tant'è che il ministro Parisi ha addirittura minacciato di dimettersi dal Pd per solidarietà col premier tuttora in carica. Inoltre Walter si è lasciato un po' troppo trascinare dall'ottimismo: ripete di essere molto risalito nei sondaggi. Secondo lui è a soli quattro punti dal Cavaliere; ma non è così. Lui era ed è ancora sotto di dieci punti. Sarà perché la campagna elettorale non è entrata nel vivo, sarà perché la politica non è appassionante, sarà perché Berlusconi è un osso duro, la situazione è quella che è: il Popolo della Libertà vola; il Partito democratico forse decollerà, forse. Intanto è a terra per avaria.

    V.F. su www.libero-news.it del 6 marz 08

    saluti

  4. #4
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    Ma dai sono scritti dalla VOCE DEL PADRONE come possono
    essere presi in considerazione certi articoli....

  5. #5
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    Predefinito Bookmaker con Silvio

    Vittoria quotata 1,3

    Secondo Demoskopea tra la formazione di Veltroni e quella di Berlusconi ci sono nove (9) punti di differenza: Il 5 marzo dava il Pd al 36% e il Pdl al 45%.
    Che la "rimonta" di Walter e Tonino si sia impantanata fra i puzzolenti rifiuti napoletani?

    saluti

  6. #6
    PER UN VERO FEDERALISMO
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    Citazione Originariamente Scritto da SPYCAM Visualizza Messaggio
    Ma dai sono scritti dalla VOCE DEL PADRONE come possono
    essere presi in considerazione certi articoli....
    come quelli di repubblica e corriere???bene a sapersi!
    m.calu[img]

  7. #7
    Nun c'è problema.
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    La nazione, il tirreno, rifondazione, il manifesto dove li mettiamo?

    Vivete di menzogne da una vita che vi siete auto convinti di saper governare, ma cadete SEMPRE dello scadere naturale del mandato, A CASA ORA, BASTA GIOCARE A FAR POLITICA.
    ........<>-Max-<>.......

 

 

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