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  1. #1
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito Centenario - I giocatori

    I 7 calciatori neroazzurri che più ricordate...


  2. #2
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Giacinto Facchetti: “tu sei tutto quello che un uomo dovrebbe essere”. Uomo, Capitano, Presidente, Unico.

    Walter Zenga: tre volte miglior portiere del mondo, miglior portiere Mondiali 90, detentore del record di imbattibilità in un Mondiale, mitico, milanese e interista da sempre, parate strepitose, le corse impazzite verso i malcapitati segnalinee di turno, le ammonizioni per aver tenuto troppo il pallone tra le mani, testa matta e uno dei numero uno più forti della storia. Credo sia destino un giorno ritrovarlo all’Inter in uno dei futuri organigrammi.

    Beppe Bergomi: lo Zio, record man di presenze in maglia nerazzurra, tutta la carriera in una sola e per una sola squadra, l’Inter. La sua sgroppata sulla destra per il gol in tuffo di testa di Serena nel derby dell’anno dei record, oppure quella palla incredibilmente recuperata e crossata al centro nel finale di Inter-Sturm Graz di CL 1999 per il gol liberatorio di Youri Djorkaeff. La grinta, la dedizione, la fede. Incrollabile.

    Lothar Matthaus: quando ancora da piccolo poco meno di dieci anni fa giocavo a calcio – anche per una somiglianza col mio nome di battesimo – Matthaus era il soprannome che mi aveva dato l’allenatore di cui oggi ho il migliore ricordo; è per me il simbolo dell’Inter dei tedeschi, della quale sono un inguaribile nostalgico e che da appassionato del calcio tedesco vorrei potesse tornare con altri interpreti teutonici. Per l’età che ho lo ricordo maggiormente con il Bayern Munchen, oggi giocherebbe tranquillamente in questa Inter (e forse è uno come lui che servirebbe per l’ennesimo salto di qualità). Un leader nel vero senso della parole, un trascinatore. Il gol col Napoli dello scudetto dei record indelebile, pallone d’oro nel 1990 (quella forse avrebbero dovuto assegnarne due, a Lothar e a Andy Brehme, anche sul più forte terzino sinistro insieme a Facchetti avuto dall’Inter si potrebbero spendere mille parole). Il grande rimpianto di Pellegrini per averlo ceduto troppo presto; probabilmente con lui anche nei successivi tre o quattro anni, un altro scudetto come minimo l’avremmo portato a casa. Lothar-Andy-Jurgen, prima Karl-Heinze, poi Matthias (anche se solo un anno, poco più tardi una Champions, un Europeo, un Pallone d’Oro col Dortmund): danke Jungen, Inter über alles!

    Luis Nazario da Lima Ronaldo:
    mi ha fatto vivere emozioni che non avevo mai provato e che non so per quanto non proverò più, da brividi. Così come l’Inter si aggiudicò con Matthaus il giocatore in quel momento più forte sul mercato, allo stesso modo avvenne nell’estate del 97 con la cifra che sembrava record ai suoi tempi spesa dall’Inter per accaparrarsi il più forte calciatore del momento (e della storia con Maradona, possiamo aggiungere oggi) dal Barca. Il gol al Piacenza in CI, il primo in A contro il Bologna al Dall’Ara e poi via per una serie di numeri, giocate, gol incredibili. Le rimonte in Coppa Uefa come con lo Strasburgo, le gemme nel gelo di Mosca, le fantastiche finte a Marchegiani in finale. I gol nel derby, l’Inter costruita tutta intorno a lui, fino al fattaccio di Torino e lo scandalo che sappiamo. Persino uno Gigi Simoni di fronte a una tale situazione – che andava avanti da tutto l’anno – non riuscì a trattenersi, e Ronie pagò per le sue veritiere e coraggiose dichiarazioni fatte in quel post partita. La coppia durata poco con Baggio, men che meno quella con Bobo Vieri, il primo grave infortunio e poi il ritorno nel 2002. Quell’anno ero abbonato e ho due partite che non dimenticherò mai. Il suo ritorno in un Inter-Verona giocato mercoledì pomeriggio (uscita anticipata da scuola ): finì 3-0, il secondo e il terzo furono firmati Ronie, era tornato, brividi a San Siro tra cori e lacrime. E poi quell’Inter-Brescia 2-1, sotto di 0-1 per il rigore di Guardiola fino a quando entra lui nel finale e con due gol ci dà tre punti per sperare: bellissimo. Su quello che è successo dopo, ho già espresso il mio particolare pensiero il un altro thread. Mai e poi mai riuscirò ad odiare Ronaldo: per sempre orgoglioso di aver avuto il miglior Ronaldo (e quindi il miglior calciatore della storia con Maradona) tra le fila dell’Internazionale.

    Javier Zanetti:
    il primo acquisto dell’era di Massimo Moratti. Giunse con Rambert, ma Javier è ancora qui oggi a calcare il terreno di San Siro migliorando ogni anno che invecchia come il buon vino. Un capitano che non si fa sentire con le urla, ma che ci ha sempre messo un cuore da farlo divenire idolo dei tifosi e trascinatore anche nei momenti difficili della squadra. Le sue serpentine ubriacanti, la palla incollata ai piedi mentre esce dalla sua metà campo i tratti peculiari. E poi quel tiro che poche volte azzecca ma che quando riesce è da far tremare i polsi: la botta contro lo Straburgo nella rimonta 3-0 della Uefa 98, il sigillo magnifico col bolide in finale sempre di Uefa 98 contro la Lazio, il missile terra-aria al 94° di Inter-Salernitana 2-1 del 1999 che non bastò a salvare la panchina a Gigi Simoni, e il più recente forse gol-scudetto dell’1-1 contro la Roma qualche giorno or sono. E dopo questo gol, la corsa impazzita, la cavalcata in mezzo al campo, il bacio alla maglia, il pensiero alla moglie e ai tifosi: in una parola Zanetti.

    Roberto Baggio: non è stato molto all’Inter, ma quel tanto che basta per farmi innamorare del Divin Codino e farmi comprare la sua maglietta al suo arrivo. Resta legato a lui – oltre allo spareggio di Verona contro il Parma, la coppia con Ronie che ha avuto poco per esprimersi al meglio, le incomprensioni con quel **** di Marcello Lippi – uno dei più bei ricordi e una delle pagine più belle della storia non solo recente dell’Inter: il girone di CL vinto nel 1999 davanti al Real, sconfitto in quel memorabile 3-1 a San Siro con l’ingresso decisivo di Robi sull’1-1 (Zamorano e Seedorf). I due gol di Baggio nel finale sull’asse Robi-CholoSimeone, lo stadio in delirio, Simoni in giubilo, Baggio travolto da tutti i compagni e dalla panchina. Brividi griffati solo Roberto Baggio (magari potesse avere un incarico oggi o nei prossimi anni all’Inter!).


  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da Bèrghem Visualizza Messaggio
    [B]....
    Roberto Baggio: non è stato molto all’Inter, ma quel tanto che basta per farmi innamorare del Divin Codino e farmi comprare la sua maglietta al suo arrivo. Resta legato a lui – oltre allo spareggio di Verona contro il Parma, la coppia con Ronie che ha avuto poco per esprimersi al meglio, le incomprensioni con quel **** di Marcello Lippi – uno dei più bei ricordi e una delle pagine più belle della storia non solo recente dell’Inter: il girone di CL vinto nel 1999 davanti al Real, sconfitto in quel memorabile 3-1 a San Siro con l’ingresso decisivo di Robi sull’1-1 (Zamorano e Seedorf). I due gol di Baggio nel finale sull’asse Robi-CholoSimeone, lo stadio in delirio, Simoni in giubilo, Baggio travolto da tutti i compagni e dalla panchina. Brividi griffati solo Roberto Baggio (magari potesse avere un incarico oggi o nei prossimi anni all’Inter!).

    uè berghem!
    Baggio l'è bresà!!

 

 

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