Presidente donne marocchine candidata con il Pdl


Souad Sbai ha firmato oggi la sua candidatura alla presenza di Fini: ''Così difenderò donne e immigrati''


Roma, 6 mar. - (Adnkronos/Aki) - ''Ho deciso, scenderò in campo con il Popolo delle Libertà e sarò candidata alla Camera per le prossime elezioni politiche del 13 aprile''.

Lo ha annunciato poco fa la presidente dell'associazione delle Donne marocchine in Italia (Acmid-Donna), Souad Sbai, ad AKI - ADNKRONOS INTERNATIONAL. Dopo aver ricevuto la proposta da parte di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, la Sbai ha firmato questa mattina la sua candidatura in via della Scrofa per la Regione Puglia. Alla firma erano presenti Fini e Maurizio Gasparri.

''L'obiettivo principale di questa mia discesa in campo è quello di lavorare per una vera integrazione degli immigrati in Italia - ci dice -. Dobbiamo dare la possibilità di poter diventare italiani a quelli che sono già qui, lavorano onestamente e hanno la volontà di integrarsi''.

La Sbai, oltre a occuparsi di donne maltrattate, dirige il primo mensile in lingua araba presente in Italia, 'al-Maghrebiya', e ha fondato lo scorso anno il centro culturale Averroè di Roma dando vita a progetti di alfabetizzazione degli immigrati. ''Quello dell'alfabetizzazione degli immigrati è un obiettivo importante - spiega -. Bisogna istituire dei corsi perché abbiamo un forte tasso di analfabetismo tra gli immigrati, in particolare tra quelli provenienti dal nord-Africa. L'integrazione vera si costruisce innanzitutto attraverso l'apprendimento della lingua italiana perché senza la sua conoscenza diventa un'illusione. Bisogna recuperare il tempo perso in questi due anni di governo Prodi durante i quali non si è mai parlato di una vera a concreta integrazione''.

La Sbai critica poi la proposta ''di alcuni esponenti di sinistra dell''autosponsor', che per me è una cosa vergognosa perché abbiamo già tanti clandestini in Italia che lavorano e qualcuno deve rispondere di queste persone. Farne venire altre con 'autosponsor' e senza un lavoro è un'idea sbagliata''. La Sbai, che è cittadina italiana da quasi trent'anni, si è occupata in modo particolare di fornire sostegno alle donne vittime di violenze. ''Intendo proporre leggi concrete contro la violenza sulle donne come hanno fatto altri Paesi - aggiunge - e mi occuperò delle violenze su tutte le donne e non solo su quelle immigrate. Ci devono essere leggi severe perché solo cosi si possono avere risultati. In particolare vanno aiutati i centri anti-violenze''.

Oltre a occuparsi delle donne, la Sbai ha fondato nel 2005 la Confederazione dei marocchini in Italia dando spazio ai giovani, figli di immigrati, che sono nati nel nostro Paese. ''Dobbiamo aiutare la seconda generazione - spiega -. Loro devono avere uno sguardo positivo nei confronti dell'Italia e noi non dobbiamo dimenticare che questa seconda generazione pensa e sogna come un qualsiasi altro cittadino italiano e questi ragazzi non si possono trattare da immigrati o da giovani di serie B. Vanno aiutati in modo particolare a non cadere nella crisi identitaria che li può portare nelle mani dell'estremismo. Possiamo imparare dagli altri paesi e non fare i loro errori''.

La Sbai è stata chiamata tre anni fa dall'allora ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, a far parte della Consulta dell'Islam in Italia del Viminale. Nata a Casablanca nel 1961, è giunta in Italia all'età di 19 anni per laurearsi in Filosofia all'università 'La Sapienza di Roma'. Si è poi specializzata in Diritto comparato alla Seconda Università di Napoli, dove ha conseguito un dottorato di ricerca. Scrive come opinionista per il giornale cattolico 'Avvenire'.