<< [...] ieri è stato diffuso un sondaggio di Ipr realizzato per conto di Repubblica.it che, guarda caso, mostra un vantaggio del Pdl nei confronti del Pd alla Camera solo del 7%, addiritttura ridotto al 4,7% al Senato. Su dati come questi si fonda tutto l’apparente entusiasmo di Veltroni, che per caricare il suo elettorato dichiara una improbabile rimonta.
Berlusconi da parte sua sbandiera vantaggi oltre il 12% e si dichiara sicuro di poter conquistare una larga maggioranza sia alla Camera sia al Senato.
In realtà mentono tutti e due sapendo di mentire.
Veltroni forse mente più sfacciatamente perché sa bene che i numeri che sbandiera sono vistosamente “ottimistici”, ma mente anche Berlusconi perché, fino a che non sarà chiuso lo spoglio, nessuno saprà mai come finiranno le cose al Senato.
Questo per colpa del meccanismo elettorale, quel Porcellum che il suo stesso ideatore, Calderoli, definì senza mezzi termini “una porcata”.
[...]
Alcune regioni si possono, sulla carta, assegnare agli uni o agli altri: Lombardia e Veneto al Pdl, Umbria, Toscana e Marche al Pd. In alcune regioni però la questione è talmente intricata che nessun sondaggio potrebbe chiarire quale potrà essere la ripartizione finale dei senatori.
Qualche esempio?
La Liguria. La scorsa volta vinse la sinistra con 7 punti di scarto, ma questa volta mancherà la Sinistra arcobaleno e Veltroni difficilmente supererà il 36%, mentre appare meno dolorosa la perdita dell’Udc per Berlusconi che potrebbe ancora raggiungere il 40%. Questa è una regione che vale 7 senatori.
Più sostanziosa la posta in palio nel Lazio, dove in ballo ci sono 27 poltrone. In questa regione l’altra volta vinse il centrodestra di misura, ma proprio nel Lazio si concentrano i voti di La destra di Storace e dell’Udc: quanto peseranno?
C’è poi, per finire con gli esempi, la Campania straziata dall’emergenza rifiuti. Trenta i senatori in palio ed una massa enorme di elettori giustamente disaffezionati dalla politica che potrebbero scegliere di dare un voto (o anche un non voto) di protesta.
Rispetto alla volta scorsa, quando le due coalizioni non avevano concorrenza alle “ali”, questa volta ci sono un paio di partiti (quello di Storace e Forza Nuova di Fiore) a destra del centrodestra e addirittura cinque a sinistra del centrosinistra (infatti oltre alla Sinistra arcobaleno e ai Socialisti, a questo punto vanno considerati a sinistra del Pd, anche Alternativa comunista, Sinistra critica e il Partito comunista dei lavoratori). Le formazioni dei vari Turigliatto e Ferrando sono poca cosa, tutte insieme non fanno forse l’1%, ma anche questo, al Senato, potrebbe pesare [...] e questo avvicina i venti di inciucio di grande coalizione.
Anche perché rimane sempre aperta la questione dei senatori a vita, quella dote, anomala e scandalosa, che Veltroni si trova già seduta e imbalsamata a Palazzo Madama.
Se Berlusconi vincesse con cinque senatori di maggioranza di fatto perderebbe e con dieci voti in più non avrebbe margine per governare: la sua vittoria in pratica inizia con un margine di almeno quindici senatori di differenza e questo è un risultato ancora molto difficile da ottenere, almeno non è dimostrabile con nessun sondaggio. >>.

Brani tratti da "Il nodo inestricabile del Senato" di Paolo Emiliani, 11 marzo 2008

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