Sara' vero??
Retroscena/ La verità sulla bufera Ciarrapico. Obiettivo pareggio e governissimo
La tensione è alle stelle all'interno del Popolo della Libertà. Il caso Ciarrapico rischia di mettere in crisi l'idillio tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Ma la candidatura dell'imprenditore - stando alle indiscrezioni che circolano nel Palazzo - nasconde un retroscena clamoroso. Ovvero l'obiettivo di una parte di Forza Italia, in primis Gianni Letta (vero sponsor di Ciarrapico) e dell'ala democristiana che fa capo a Pisanu, di non stravincere alle elezioni del 13-14 aprile. In altre parole, di avere un Senato con una maggioranza molto risicata se non addirittura un pareggio. Da qui la candidatura "pericolosa" (vedi l'uscita sul fascimo) dell'editore romano, che, non a caso, ha subito scatenato l'ira di Bossi e le perplessità di Fini.
Una strategia subita dal leader azzurro, costretto a tentare di chiudere il caso con l'uscita poco elegante "ha i giornali e devo vincere". Ma che ha riacceso le polemiche con Alleanza Nazionale. L'operazione è molto delicata e sottorranea, ma, a quanto pare, ci sarebbe il sostanziale via libera dei cosiddetti poteri forti. Che non vogliono un nuovo esecutivo Berlusconi, troppo spostato a destra e con un peso determinante della Lega. Meglio quindi il modello Germania, una Grande Coalizione tra i due principali partiti che possa svelenire il clima e guidare il Paese per due o tre anni fino alle prossime elezioni, ovviamente con un sistema elettorale diverso e dopo aver riformato la seconda parte della Costituzione.
Tra i tifosi di questa soluzione pare che, oltre a Confindustria e al suo presidente uscente Montezemolo (primo sponsor del tentativo bipartisan di Marini, poi fallito), ci siano anche le gerarchie vaticane, preoccupate per una deriva eccessivamente di destra e per le possibili tensioni sociali che produrrebbe un esecutivo Pdl-Lega-Mpa. Ma non finisce qui. Perfino il dipartimento di Stato Usa guarda con interesse all'ipotesi di un prossimo governo che rappresenti una "wide coalition", ovvero le larghe intese. Di più, alla luce dei "guai cronici" che pesano sul nostro Paese, la diplomazia a stelle e strisce ritiene che alcuni cambiamenti radicali ma necessari saranno possibili solo se si uscirà dagli schemi tradizionali. Traduzione: meglio un governissimo.
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