Michael Bèrubè, docente universitario americano, ha scritto un libro bello e commovente, “Life as we know it”, in cui parla di suo figlio Jamie, down - e dice “down, non sbagliato” - e di come tutto questo ha cambiato la sua vita e quella della moglie Janet.
Liberal, favorevole all’aborto legalizzato, Bèrubè ha rotto con la cultura progressista da quando ha deciso di non uccidere suo figlio, ma di accoglierlo e amarlo e aggiunge “Sono arrivato alla conclusione che la nostra paura del ritardo mentale è del tutto sproporzionata e che milioni di persone mentalmente ritardate possono vivere felicemente, forse di più di coloro che vivono una esistenza normale”. Certo per pensarla così bisogna essere persone veramente libere, libere dai falsi bisogni indotti dalla moderna società dei consumi, dalle mille sovrastrutture mentali che sono impalcature intorno al nostro cervello e guidano le nostre scelte secondo le mode o ciò che la maggioranza ritiene politicamente corretto.
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