Aborto, mozione delle senatrici del Pd
ROMA (27 febbraio) - Tutte le senatrici del Pd, sia laiche che cattoliche, hanno presentato oggi una mozione unitaria sull'attuazione della legge 194. Il documento impegna il governo a «un'applicazione piena, coerente e omogenea della legge, nel rispetto della libertà e responsabilità della donna, anche alla luce dei progressi tecnico-scientifici che in questi trenta anni si sono verificati».
Il testo del documento è stato illustrato dalla capogruppo, Anna Finocchiaro e da numerose delle 18 firmatarie. La senatrice Paola Binetti, che insieme ad Anna FInocchiaro ha materialmente scritto il documento dopo una colsultazione con le sue colleghe, si è augurata che «anche le senatrici del centrodestra firmino la mozione». «Sono sicura - ha spiegato - che non avrebbero difficoltà a farlo».
La mozione chiede in particolare di «dare applicazione con forza» ai primi articoli della 194, «relativi alla prevenzione». Inoltre impegna il governo a promuovere delle politiche differenziate di sostegno alla maternità. Una delle novità, vista la firma delle senatrici cattoliche, è l'invito a favorire l'educazione alla sessualità dei giovani «compresa l'informazione sui metodi di regolazione delle nascite e
sui mezzi di contraccezione, quali modalità di primaria di prevenzione».
Il documento, ha sottolineato Finocchiaro, affronta di petto la nuova emergenza, e cioè il cospicuo ricorso all'aborto da parte delle immigrate «che non hanno fatto il percorso che in questi anni hanno compiuto le donne italiane», tra le quali infatti il numero di aborti si è quasi dimezzato. Se gli aborti, complessivamente, sono diminuiti (in 30 anni di 194 si stima che gli aborti legali siano stati circa 3,5 mln), dagli anni '90 si è però riscontrato un aumento di interruzioni voltarie di gravidanza (ivg) tra le donne immigrate: si tratta nel 2006 del 30% di tutte le ivg, pari a 38.000 casi. Perciò la mozione chiede al governo di «rafforzare» con maggiori risorse alle regioni, i consultori «su tutto il territorio nazionale», nonché a «rafforzare il ruolo dei mediatori culturali, al fine di garantire alle donne immigrate l'accesso ai consultori pubblici» nel rispetto della loro cultura e religione.
La mozione stabilisce poi sia garantita in ogni ospedale pubblico la presenza «di personale sanitario non obiettore». Nelle strutture sanitarie pubbliche, secondo gli ultimi dati disponibili, risulta infatti "obiettore" il 60% dei ginecologi, il 46% degli anestesisti e il 39% del personale non medico.
I prematuri. Viene anche affrontata la questione dei prematuri in caso di aborto nelle gravidanze desiderate, dove però ci sono gravi rischi per la salute delle madre. Il documento ricorda che negli ultimi anni la pratica medica «ha offerto ai neonati prematuri possibilità di sopravvivenza finora impensate», e chiede quindi «il potenziamento e la creazione di unità di terapia intensiva neonatale» nel maggior numero di ospedali. Infine la mozione chiede di «contrastare ogni interpretazione difforme della legge 194 che incoraggi il ricorso a mezzi abortivi diversi da quelli previsti dall'ordinamento e a garantire che l'interruzione della gravidanza sia praticata da un medico del servizio ostetrico-ginecologico, presso le strutture sanitarie». La mozione, essendo chiusa la legislatura, non sarà votata in aula però, ha sottolineato Finocchiaro «è un documento importante per il Pd, specie in questa campagna elettorale».
I consultori. In Italia sono 2.063 i consultori familiari, secondo gli ultimi dati del ministero della Salute nella Relazione 2007 al Parlamento sull'attuazione della legge 194. Ma il problema è la distribuzione geografica, ancora a macchia di leopardo sul territorio. Proprio il potenziamento dei consultori è uno dei punti della mozione sulla legge 194 presentata dalle senatrici laiche e cattoliche del Pd.