Reuters - Gio 13 Mar - 18.00
ROMA (Reuters) - di Antonella Cinelli


I circa 930 candidati del Popolo della libertà - tra vecchie conoscenze e volti nuovi - stamattina hanno incontrato Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini in una convention a Roma, iniziata con un equivoco per lo stilista Santo Versace e l'ex ministro delle Infrastrutture Piero Lunardi, che si sono trovati a bussare alla porta della giunta di Confindustria, riunita per designare la nuova presidente Emma Marcegaglia, avendola scambiata per il vicino Auditorium della Tecnica, scelto invece per l'evento del Pdl.

L'unica assenza degna di nota, quella dell'editore Giuseppe Ciarrapico candidato dal Cavaliere, che nei giorni scorsi ha sollevato un vespaio dichiarandosi fascista. "E' malato", dicono i bene informati.
"NON COMPRO IL VIAGRA"

"Andate a parlare con il prete, col farmacista, col medico", ha detto il Cavaliere alla platea dei candidati - off limits per i giornalisti - secondo quanto riferito da uno dei quasi mille partecipanti.
E non è mancata una delle note battute di Berlusconi per vivacizzare l'atmosfera: "Io ho ottimi rapporti con i farmacisti, e non certo perché compro da loro il Viagra...".
All'ingresso dell'Auditorium, il camper elettorale con la scritta a caratteri cubitali bianchi su sfondo blu "Meno male che Silvio c'è!" sta lì a ricordare che i candidati dovranno darsi da fare a raggiungere anche la più desolata landa per portare il messaggio del Pdl.
Innanzi tutto, dice Berlusconi dal palco, "evidenziate quello che non ha fatto il governo Prodi". E in caso di bisogno vengono distribuiti a tutti gli indirizzi e-mail di Paolo Bonaiuti e Andrea Ronchi, che gestiranno il settore comunicazione.
E poi ci sono gli "Spunti per gli interventi", 36 cartelle a cui i candidati potranno attingere nei loro comizi, contenute nel kit distribuito ai 930 all'ingresso della convention assieme a maglietta bianca con la scritta "Rialzati, Italia!", spillette, la carta dei valori dei partito, il sondaggio presentato ieri che dà 9 punti di vantaggio al Pdl sul Pd, una bandiera, le "Sette missioni per il futuro" - il manifesto del Pdl - e le "67 nuove tasse di Prodi".
Tra gli spunti suggeriti, l'indice recita: "Sbagliare è umano, perseverare è prodiano e... veltroniano", "Veltroni come Stalin: nasconde nell'armadio Prodi", "Il programma della sinistra: carta straccia" e "I fuochi di artificio di Veltroni sono finiti, il bluff di Veltroni & C. è stato scoperto".
Alla voce "Copisteria Veltroni", per esempio, si legge che "Veltroni ha copiato tutto il copiabile", anche dal candidato democratico alla Casa Bianca Barack Obama che spesso cita. Ma compito del candidato del Pdl sarà quello di sottolineare le differenze tra i due: "Obama è candidato nel partito che fu fondato da Thomas Jefferson. Veltroni è candidato nel partito fondato da Romano Prodi. Obama sta sfidando nelle primarie Hillary Clinton. Veltroni ha sfidato nelle primarie Rosy Bindi". E via così.

Intanto davanti all'Auditorium della Tecnica all'Eur - con l'ingresso affollato da candidate ingioiellate e con mise a volte più da sera che da convention politica, tra scie di profumo e candidati in doppio petto berlusconiano - passa e ripassa un camioncino con una gigantografia che ritrae un sorridente leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini.


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