Ore frenetiche al loft veltroniano. Il candidato del Pd ha chiamato a raccolta il suo stato maggiore e l'ha obbligato a elaborare una netta virata nelle strategie di propaganda: l bluff sui sondaggi non funziona, perché le clamorose rimonte annunciate da tre settimane in qua sono regolarmente smentite anche dai sondaggisti più vicini alla sinistra e soprattutto perché è completamente saltata l'intera impostazione concettuale della strategia di comunicazione studiata da Ualther.
Basta aprire i giornali da una settimana in qua e balza agli occhi il dato di fatto: i titoli di apertura sono tutti e solo per Berlusconi.
Veltroni sa bene che non conta nulla che i media -orientati tutti a sinistra tranne due o tre- parlino male di Berlusconi.
In termini di comunicazione il punto vincente è un altro: parlano di Berlusconi e solo di Berlusconi. Veltroni è relegato ad articolini seriosi sulla barbosa operosità del nord ovest nelle pagine interne: un nulla.
Ciarrapico e la battuta di spirito alla precaria, per di più, indignano solo una ristretta cerchia di politically correct: se si guarda ai grandi numeri, ai milioni, si scopre rapidamente che l'uno e l'altra possono portare anche grandi ventate di simpatia per il leader del Pdl.
La verità è che la campagna di comunicazione del Pd era stata impostata troppo a tavolino, senza prendere le misure all'avversario, senza tenere in conto la strardinaria capacità di spettacolo di cui Berlusconi è capace.
Veltroni ha puntato su due cose: segnare una discontinuità con Prodi e l'Unione e confrontarsi sulla sua presunta gioventù e sul suo programma finalmente moderato e non più influenzato dalla sinistra radicale.
La discontinuità con Prodi è rimasta solo sulla carta, perché le pessime notizie sul livello dei salari e sulla stagnazione stanno lì a dimostrare inconfutabilmente e a livello di massa, che il Pd è composto da forze che hanno fallito al governo.
Della giovinezza veltroniana nessuno parla e tantomeno dei suoi assennati programmi.
Al loft studiano contromosse e preannunciano sorprese.
Vedremo...
Carlo Panella
http://www.carlopanella.it/