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  1. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da Leninista Visualizza Messaggio
    diversità antropologica ? E che categoria è ?
    I comunisti non hanno mai teorizzato diversità antropologiche.
    Un operaio che vota per Berlusconi mi interessa..e come !!!!

    Qui bisogna capire che cosa è peggio. Inutile ragionare per schemi.

    Puerile vai a dirlo ad altri..
    Non a me
    ..io cerco di ragionare..

    p.s. consiglio lettura ultimo libro Tremonti
    Ho sentito quello che ha detto ed è un banana totale!!! E' un difensore del padroncino che investe tutto in puttane e SUV. L'ho già detto!!!
    L'Italia per la prima volta quest'anno è risorta come esportatrice e lui vuole mettere i dazi nei confronti del paese con il più grande mercato interno del mondo dopo gli USA!!! Imbecille!!!

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Radical Visualizza Messaggio
    ps: il PCL, "la setta deviazionista", è un partito in cui ho trovato l'entusiasmo che avevo perso in Rifondazione
    E a noi che ce ne frega?

  3. #23
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    secondo me il discorso è semplice. premetto: io non sarei andata a votare se la situazione fosse stata quella di 5 anni fa a livello di alleanze,ovvero berlusconi e soci da una parte e Pd+sinistra arcobaleno+di pietro e i vari centristi dall'altra.ma in questo momento penso che siamo di fronte a uno di quei cambiamenti storici che non ci permette di starcene a fare astensionismo attivo o dividerci in mille partitini alla sx del Pd.io avrei molte cose da criticare a rifondazione e soci,ma davvero tante,ma attualmente serve recuperare l'idea di "voto strategico", serve una forza di sinistra in parlamento che freni l'avanzata neoliberista e securitaria di Pd e Pdl.Sono gli unici che possono almeno fare un'opposizione che conti qualcosa.Sinistra critica e pcl : io capisco perchè abbiano deciso di andare da soli, e non con rifondazione,ma almeno dopo le elezioni forse sarebbe il caso di pensare una qualche forma di alleanza

  4. #24
    per il centro-sinistra
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    L'Italia per la prima volta quest'anno è risorta come esportatrice e lui vuole mettere i dazi nei confronti del paese con il più grande mercato interno del mondo dopo gli USA!!! Imbecille!!!
    2) Io non ho detto che è un genio. Ho detto che è meno pericoloso degli economicti del PD, degli Ichino e co.
    3) Il capitalismo industriale italiano è stato costruito sul protezionismo. E' la sua caratteristica storica fin dagli esordi dello Stato Unitario. Non mi scandalizzerei, nè gli darei dell'imbecille
    Tremonti riprende una ricetta che fu , dai tempi di Depretis, della Sinistra Storica e degli ex mazziniani.
    Molto più di destra (e con costi sociali più alti) la politica del PD.
    Ovviamente un marxista Italiano propone una via democratica alternativa, sulla scorta della lezione di Gramsci (che criticò aspramente le classi dirigenti di entrambi i poli del liberalismo italiano).
    Il mercato è uno strumento importante per lo sviluppo delle forze produttive, io non lo demonizzo (nè mai lo fece Marx). Credo ad esempio che la via cinese al socialismo sia straordinaria (oltre che obbligata e necessaria). Tuttavia gli squilibri storici dello sviluppo italiano vanno analizzati con più profondità.
    Sia chiaro, in Italia (e nei paesi capitalistici avanzati) una via cinese al socialismo non è necessaria. Altre sono le strade da percorrere ed inutile è il richiamo ad un "socialismo di mercato" poco compatibile con la storia delle lotte di classe e sindacali di questo Paese, il suo sviluppo dualistico, le sue emergenze democratiche, la struttura del suo capitalismo, frammetata e concentrata in determinate aree.

    questo tuo richiamo alle magnifiche sorti e progressive "mercato", sempre e comunque, la trovo un po' sballata

  5. #25
    Komunista Estetizzante
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    Citazione Originariamente Scritto da Leninista Visualizza Messaggio
    2) Io non ho detto che è un genio. Ho detto che è meno pericoloso degli economicti del PD, degli Ichino e co.
    3) Il capitalismo industriale italiano è stato costruito sul protezionismo. E' la sua caratteristica storica fin dagli esordi dello Stato Unitario. Non mi scandalizzerei, nè gli darei dell'imbecille
    Tremonti riprende una ricetta che fu , dai tempi di Depretis, della Sinistra Storica e degli ex mazziniani.
    Molto più di destra (e con costi sociali più alti) la politica del PD.
    Ovviamente un marxista Italiano propone una via democratica alternativa, sulla scorta della lezione di Gramsci (che criticò aspramente le classi dirigenti di entrambi i poli del liberalismo italiano).
    Il mercato è uno strumento importante per lo sviluppo delle forze produttive, io non lo demonizzo (nè mai lo fece Marx). Credo ad esempio che la via cinese al socialismo sia straordinaria (oltre che obbligata e necessaria). Tuttavia gli squilibri storici dello sviluppo italiano vanno analizzati con più profondità.
    Sia chiaro, in Italia (e nei paesi capitalistici avanzati) una via cinese al socialismo non è necessaria. Altre sono le strade da percorrere ed inutile è il richiamo ad un "socialismo di mercato" poco compatibile con la storia delle lotte di classe e sindacali di questo Paese, il suo sviluppo dualistico, le sue emergenze democratiche, la struttura del suo capitalismo, frammetata e concentrata in determinate aree.

    questo tuo richiamo alle magnifiche sorti e progressive "mercato", sempre e comunque, la trovo un po' sballata
    Il problema cedi è che tremonti non sa o forse fa finta di non sapere che la Cina esporta solo per una percentuale incredibilmente bassa tessile e scarpe. Il resto almeno per ora è elettronica commerciale e hi tech. Quanto mai siamo stati competitivi in questi settori, Prima li importavamo da Taiwan, dalla Corea e ancora prima dal Giappone!! Inoltre la Cina impone tasse addirittura sulle esportazioni in questi settori!!!
    E in ogni caso bisognerebbe imporre i dazi non solo ai cinesi ma a tutti i paesi del terzo mondo. E questo non mi sembra giusto.
    La Cina importa tantissimo. Importa soprattutto tecnologie e noi potremmo essere competitivi se non avessimo distrutto la grande industria.
    Il socialismo di mercato era applicato in Emilia ed era il programma del PCI delle Riforme di Struttura. Inoltre vanta un illustre teorico in Calo Rosselli, Il teorico del Socilismo di Mercato fu il polacco-americano Oskar Lange che lo studiò proprio come modello per l'occidente,

  6. #26
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    Il socialismo di mercato era applicato in Emilia ed era il programma del PCI delle Riforme di Struttura
    rispetto le tue opinioni..ma questa è appunto una tua opinione..

    Tesi ardita. Il modello emiliano è stato qualcosa di più complesso. Molto più vicino a quello scandinavo che al socialismo di mercato cinese. Questo lo sosteneva Renzo Imbeni ex sindaco di Bologna. Chi scrive conosce di persona amministratori ex pci del bolognese (anche molto noti) che guardarono sempre al modello scandinavo. In occidende e per i paesi avanzati è ragionevole pensare ad una transizione al socialismo con aperture al mercato. Il socialismo di mercato è altra cosa.

  7. #27
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    Il discorso si fa interessante, il socialismo di mercato è applicabile in occidente? secondo Red si, secondo Leninista no

  8. #28
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    il punto è il socialismo di mercato è auspicabile in Occidente?
    Deve essere una fase (per banalizzare una specie di NEP) o una condizione durevole?
    A me non convince.

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da PRC-Enna Visualizza Messaggio
    il punto è il socialismo di mercato è auspicabile in Occidente?
    Deve essere una fase (per banalizzare una specie di NEP) o una condizione durevole?
    A me non convince.
    Ma io credo che sia un sistema concepito dal PCC apposta per la loro situazione (apunto lo chiamano socialismo con caratteristiche cinesi), ma può essere applicato con successo anche ad altri paesi in via di sviluppo, in un paese occidentale non saprei...

  10. #30
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    Di domande ce ne è a bizzeffe.
    Lange ebbe il pregio di aver capito e cercato di importare nella teoria socialista una teoria del valore più aggiornata di quella usata da Marx ai tempi.
    Il modello cinese e e quello di Lange hanno però alcune differenze interessanti, per certi versi anche notevoli. Il ruolo dello Stato in Lange era parecchio superiore che quello attuale in Cina: sia come proprietà, che non si limitava alle aziende strategiche (anzi mi pare che il modello teorico per così dire "perfetto" sia realizzato con solo proprietà statale), sia come "gestione". La metodologia del trial and errors insomma era gestita interamente dallo stato da Lange, mentre i cinesi lasciano più mano libera al mercato e ai privati anche in questo settore..

 

 
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