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Discussione: il nazicristianesimo

  1. #21
    e poi c'era la marmotta
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    Citazione Originariamente Scritto da code47 Visualizza Messaggio
    ma vuoi spiegare un po queste tue sparate?
    che centra la gerarchia vaticana?
    e soprattutto spiega queste radici del nazismo...è inutile ke t metti dietro a stupidi slogan
    Citazione Originariamente Scritto da liano Visualizza Messaggio
    slogan?
    questa è storia
    ok...non sono stupidi slogan...
    ma vuoi spiegarmi un po questo collegamento senza limitarti a dire "é COSI".
    xke il nazismo è figlio del cristianesimo?
    su cosa ti basi x dirlo?

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da liano Visualizza Messaggio
    in germania non c'era il comunismo
    ciao,amico dei nazisti
    no pero stalin e i comunisti in generale hanno sterminato persone semplicentemente perche pensavano diversamente da loro, gia questo è un crimine

    non potresti protestare e criticare il governo come fai qui caro liano

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da code47 Visualizza Messaggio
    ok...non sono stupidi slogan...
    ma vuoi spiegarmi un po questo collegamento senza limitarti a dire "é COSI".
    xke il nazismo è figlio del cristianesimo?
    su cosa ti basi x dirlo?
    il contesto in cui nacque il nazismo era prevalentemente cristiano.il popolo tedesco era luterano e cattolico.d'altra parte,il richiamo al dio dei cattolici è palese anche nel motto delle ss "gott mit uns".
    infine,a quel tempo,il cattolicesimo era antisemita e lo fu fino al concilio vaticano secondo.
    e le polemiche sull'atteggiamento del papa di allora nei confronti degli ebrei,si trascinarono fino a due anni fa.quando ci fu una diatriba tra vaticano e statoo di israele su alcuni documenti che il vaticano non voleva rendere pubblici.

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da trenta81 Visualizza Messaggio
    no pero stalin e i comunisti in generale hanno sterminato persone semplicentemente perche pensavano diversamente da loro, gia questo è un crimine

    non potresti protestare e criticare il governo come fai qui caro liano
    argomento ot.stiamo parlando della nascita del nazismo.cosa c'entra stalin?

  5. #25
    e poi c'era la marmotta
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    Citazione Originariamente Scritto da liano Visualizza Messaggio
    il contesto in cui nacque il nazismo era prevalentemente cristiano.il popolo tedesco era luterano e cattolico.d'altra parte,il richiamo al dio dei cattolici è palese anche nel motto delle ss "gott mit uns".
    infine,a quel tempo,il cattolicesimo era antisemita e lo fu fino al concilio vaticano secondo.
    e le polemiche sull'atteggiamento del papa di allora nei confronti degli ebrei,si trascinarono fino a due anni fa.quando ci fu una diatriba tra vaticano e statoo di israele su alcuni documenti che il vaticano non voleva rendere pubblici.
    ti faccio presente ke tutti in quel periodo erano antisemiti.
    cmq che l'ambiente era prevalentemente cattolico cosa centra.
    allora anche il socialismo e il comunismo erano di origine cattolica visto ke marx era tedesco.
    anzi no...erano di origine EBRAICA visto ke il padre di marx era ebreo.

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da liano Visualizza Messaggio
    argomento ot.stiamo parlando della nascita del nazismo.cosa c'entra stalin?
    stalin e hitler sulla crudelta sono uguali, anche altri comunisti o dittatori

    per quanto riguarda la nascita del nazismo viene dal parito nazionalsocialista dei lavoratori, quindi di ispirazione socialista come lo è stato il fascismo, che hitler sia stato un cattolico credente non è vero, la storia la pensa diversamente

    Man mano che lo stato nazionalsocialista si consolidava, il carattere (già chiaramente individuato da Hitler) del suo fondamentale anticristianesimo si faceva più chiaro. Si angariavano in ogni modo le iniziative a carattere culturale, assistenziale, ricreativo patrocinate dalle Chiese, e ciò anche in aperto spregio del concordato del 1933. Fu nel ‘37 che il Kirchenkampf (la lotta delle Chiese, che Hitler avrebbe forse preferito evitare) giunse al suo acme, con la chiusura delle facoltà di teologia; l’istruzione religiosa era ostacolata soprattutto nei confronti dei giovani, dove la Hitlerjugend mirava al monopolio organizzativo, e anche nei confronti dei cappellani militari si creavano delle difficoltà. Papa Pio XI fu indotto da tutto ciò a pubblicare il 4 marzo 1937 l’enciclica Mit brennender Sorge (Con viva ansia), che condusse i rapporti fra Chiesa cattolica e stato nazionalsocialista sull’orlo della rottura insanabile.
    Se d’altronde Hitler disprezzava i cristiano-tedeschi considerandoli, a ragione, dei tiepidi e pavidi cristiani e al tempo stesso dei mediocri nazisti, non è molto vero (al contrario di quanto sovente si ripete) che egli nutrisse simpatia per i circoli neopagani che si andavano organizzando in Germania. Forse, il Führer accordava una qualche considerazione soltanto alla cosiddetta Deutsche Glaubensbewegung (Movimento tedesco per la fede), fondato nel 1933 da una costellazione di vari gruppuscoli di «senza Chiesa», che non si riconoscevano in alcuna religione rivelata ma intendevano fondare una «fede tedesca» che traesse la sua forza dalla storia e dalle tradizioni delle comunità germaniche. Si trattava di una specie di mistica del folklore tedesco, che si proponeva un’intensa vita comunitaria con la rivalutazione delle feste e delle consuetudini germaniche.
    Animatore del movimento per la «fede tedesca» era Jacob Wilhelm Hauer ma si sapeva che esso poteva contare sulle simpatie del vecchio «neopagano» maresciallo Ludendorff (morto però nel 1937), nonché di importanti leaders nazionalsocialisti quali Alfred Rosenberg, Rudolf Hess, Walter Darré, Heinrich Himmler. Il movimento per la «fede tedesca» scelse a suo simbolo una ruota solare dorata su fondo azzurro e si dette una complessa organizzazione paraliturgica ispirata in parte alle cerimonie cattoliche, in parte a suggestioni giacobine (il «calendario agricolo» proposto dal movimento al Führer assomigliava molto a quello della Rivoluzione francese). I tre colori «ariani» (il bianco, l’oro, l’azzurro) furono i colori liturgici dei paramenti di questa «Chiesa tedesca» che conosceva cerimonie lustrali simili al battesimo e consacrazioni paraecclesiastiche come quelle nuziali, celebrate dinanzi a un altare sul quale erano una spada e una copia del Mein Kampf. Ma, nonostante gli sforzi per riallacciare questa specie di panteismo nordico alle tradizioni arcaiche «germaniche», il movimento per la «fede tedesca» non seppe mai elevarsi al di sopra di una misera parodia dei riti cattolici o massonici, perché questi (lo confessassero o meno Hauer e Rosenberg) erano i loro modelli culturali effettivi.
    Hitler ebbe (a differenza del troppo sentimentale Rosenberg o di Himmler, che era ammalato di esoterismo e di cerimonialismo) l’intelligenza di non compromettere troppo né se stesso né il movimento nazionalsocialista con questi movimenti pseudoreligiosi che fumosamente dichiaravano di «aderire all’antichissimo pensiero pagano del Tutto» e alla «morale dell’Uomo nordico» ma che in realtà non andavano oltre l’estetica wagneriana e la Deutsche Mythologie del Grimm. E ciò anche se taluni esponenti della «fede tedesca» (come Hauer, che era stato missionario protestante in India e dall’induismo aveva desunto l’idea della «ruota solare» come distintivo del suo movimento) erano senza dubbio personaggi interessanti. I neopagani del Terzo Reich
    Nei casi più notevoli, la «fede tedesca» (anche in ciò seguendo, del resto, il modello wagneriano) non approdava quindi tanto a fantasie nibelungiche quanto a una specie di «spiritualismo ariano» che guardava soprattutto agli esempi induistico-brahmanistici. Il panteismo cosmico, l’identificazione di Dio con la natura, la morale dell’ascesi eroica e dello stesso messaggio buddhistico primitivo, erano elementi di base di un culto che intendeva proclamare l’estraneità della stirpe germanica dal messaggio «semitico» cristiano: anche se poi, all’interno di questa morale eroica, si tendeva a recuperare lo stesso Cristo, ma un Cristo riletto più attraverso i testi gnostici e le opere dei mistici tedeschi medievali (soprattutto Eckhart) che non attraverso il messaggio evangelico.
    Senza dubbio, Hitler non era estraneo a questo tipo di cultura. Nei suoi giovanili anni viennesi era stato toccato dal magistero delle molte piccole sette occultistiche che popolavano il sottobosco culturale della capitale dell’impero asburgico. Si era poi interessato alle teorie cosmogoniche di Hans Hörbiger, e aveva interesse per le teorie astrologiche. Ma il misticismo nordico e antiromano del Mito del XX secolo di Rosenberg lo annoiava; e non perdeva occasione di esprimersi con rude sarcasmo sui «professori» che sognano le glorie archeologiche degli antichi Germani ma che poi servono la causa molto meno utilmente d’un bravo giovanotto delle S.A., un robusto Operaio che sappia menar le mani. I neopagani del Terzo Reich servivano alle parate folkloristiche e costituivano materia di ricatto e di pressione nei confronti delle Chiese cristiane: il Führer non aveva però intenzione di conceder loro nessuno spazio reale.
    La verità, sul carattere «religioso» del nazionalsocialismo, non sta nelle sue connessioni con ambienti o riti neopagani di sorta. Irriducibilmente ateo, nihilista e materialista nella sostanza, il movimento nazionalsocialista era «religioso» sia nell’apparato della liturgia politica di massa sia, soprattutto, nella totalizzante concezione del mondo. In quanto tale, esso era una fede: e non poteva tollerare, se non per motivi contingenti e con tutto il cinismo delle scelte di comodo, la coesistenza con altre fedi. Il nazionalsocialismo ambiva a sostituire qualsiasi fede religiosa in quanto intendeva proporsi quale surrogato della religione. La sua Chiesa politica avrebbe col tempo, nelle intenzioni di Hitler, sostituito qualunque Chiesa. L’appello ancestrale alle tradizioni germaniche, il richiamo agli usi folklorici e alle glorie storiche del popolo tedesco, il ritualismo improntato ora al mondo wagneriano ora alla Chiesa cattolica, erano tutte vie per catturare misticamente l’anima del popolo tedesco e per fornire al materialismo razzista e al fanatismo antisemita la dignità di un apparato che poteva sembrare spirituale Il «neopaganesimo» nazista viene quindi a rioccupare, alla luce della meditazione storica, il suo autentico ruolo di tessera nel sapiente mosaico dell’organizzazione hitleriana del consenso. È questa, in fondo (e non la debole sostanza culturale e la fragile consistenza sociale che ne furono i connotati di base) la ragione principale dell’interesse che il suo studio può rivestire.
    http://www.europaoggi.it/content/view/102/94/

    qui ce un articolo che ti spieghera tutto, ma non si puo copiare

    http://www.enricobaccarini.com/Naz/naz_cardini.htm

  7. #27
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    allora liano hai letto quel che ho messo? sei ancora convinto che hitler volesse un alleanza anche se la storia ti da contro?

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da trenta81 Visualizza Messaggio
    allora liano hai letto quel che ho messo? sei ancora convinto che hitler volesse un alleanza anche se la storia ti da contro?
    veramentela storia mi da ragione.e non è afatto vero ch i nazionalsocialismo fosse anticristiano.gott mit uns,dio è con noi,era il motto delle famigerate ss.l'articolo che hai postato è palesemente falso

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da code47 Visualizza Messaggio
    ti faccio presente ke tutti in quel periodo erano antisemiti.
    cmq che l'ambiente era prevalentemente cattolico cosa centra.
    allora anche il socialismo e il comunismo erano di origine cattolica visto ke marx era tedesco.
    anzi no...erano di origine EBRAICA visto ke il padre di marx era ebreo.
    ti contraddici.marx era semita o antisemita?

  10. #30
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    http://www.gesuiti.it/moscati/Ital2/It_CrEbrei1.html

    ebrei
    Vorrei in questo articolo mettere a fuoco alcuni punti principali del cammino aperto dal Concilio Vaticano II circa il confronto tra cristianesimo ed ebraismo.
    Questo debito riguarda i secoli di antisemitismo - meglio, antigiudaismo - dovuto essenzialmente a motivi religiosi. L’accusa di "popolo deicida", popolo "rifiutato" da Dio, popolo "condannato alla perenne diaspora", espose gli ebrei, fin dal V°secolo, al "disprezzo".
    Alcuni Padri della Chiesa chiamavano gli ebrei "assassini... nemici di Dio, avvocati dei diavolo, demoni" (S.Gregorio di Nissa); "serpenti la cui immagine è Giuda e la cui preghiera è un raglio d'asino" (S.Girolamo); "banditi perfidi, distruttori, dissoluti, simili ai maiali... Per il loro deicidio non c'è possibilità di perdono, dispersi in schiavitù per sempre... Dio odia gli ebrei e li ha sempre odiati" (S.Giovanni Crisostomo) (1).
    Liturgia ebraica a Gerusalemme
    I testi della Liturgia bizantina e siriaca riecheggiano tali giudizi: "sciame dei deicidi, empia razza dei giudei", "popolo maledetto, traditori della grazia"... "Allorché tu fosti innalzato sulla croce, fu la rovina del popolo ebraico".
    Ben presto, tali accuse si tradussero in violenze fisiche, per esempio la distruzione di sinagoghe, al punto che lo stesso S.Ambrogio minaccia di scomunica l'imperatore Teodosio che voleva ripristinare l'edificio della sinagoga incendiata di Callinico, e dice che vorrebbe appiccare lo stesso fuoco alla sinagoga di Milano!.
    Con l'imperatore Giustiniano (VI secolo) gli ebrei vengono privati di molti diritti. L'imperatore Eraclio (VII secolo) decide il battesimo forzato degli ebrei. La Chiesa ufficiale non approvava il battesimo di un adulto contro la sua volontà, ma non interveniva contro i battesimi forzati. Gli ebrei, quindi, si trovavano di fronte al dilemma: o il battesimo o l'esilio.
    Spesso venivano strappati loro i bambini e allevati nei conventi. Perfino nel secolo scorso (1858), nello Stato Pontificio, un bambino - segretamente battezzato dalla domestica della famiglia ebrea Mortara - fu forzosamente tolto ai genitori che non poterono più riaverlo. Educato cattolicamente, divenne sacerdote!
    Soprattutto al tempo delle Crociate si scatenò una grande tempesta contro gli ebrei, che durò per secoli: innumerevoli forme di umiliazione, quali ad esempio l’obbligo per gli ebrei di usare un abito speciale, di abitare in un quartiere separato (il "ghetto"), di essere obbligatoriamente presenti ai sermoni cristiani (questa pratica fu abolita, a Roma, soltanto nel 1848 da Pio IX), la confisca dei beni, la privazione di diritti civili, quali l'accesso all’istruzione universitaria, l'esercizio dell'artigianato e del commercio.
    In questo contesto, essendo in vigore la proibizione per i cristiani di praticare l'usura, di fatto gli ebrei furono obbligati a svolgere questo mestiere, dei cui servizi gli stessi re e principi cristiani facevano largo uso, salvo, poi, a ricorrere all'esproprio, all'espulsione o al massacro, quando i loro debiti diventavano troppo pesanti!
    A partire dal XII secolo cominciarono a diffondersi accuse infamanti: gli ebrei, oltre a profanare le ostie, compirebbero il sacrificio rituale di bambini cristiani per servirsi dei loro sangue nella celebrazione della loro Pasqua. Gli ebrei, infine, complotterebbero per avvelenare i pozzi e procurare pestilenze! Ne seguivano, perciò, arresti, condanne e vere stragi.
    Un esempio: a Strasburgo, nel 1349, tutti gli ebrei - uomini, donne e bambini - furono ammassati sul rogo: ne furono bruciati 2.000 in trentasei ore, mentre dei monaci tenevano una croce davanti ai suppliziati.
    Al tempo dell'Inquisizione,poi, avvennero cose incredibili: decine di migliaia di ebrei furono massacrati, e molti di più forzatamente battezzati (i cosiddetti marrani). Il 30 marzo 1492 Isabella e Ferdinando decisero l'espulsione degli ebrei dal territorio spagnolo, da attuarsi nel giro di 3 mesi. Si può pensare con quali disastrose conseguenze.
    Tutti gli storici riconoscono che i Papi, in questi secoli di persecuzioni violente, esercitarono un'azione moderatrice, spesso però senza effetto. E la Roma dei Papi, al confronto con altri Stati d'Europa, fu spesso indulgente con gli ebrei. Per la severità nei loro confronti si distinsero Innocenzo III, e specialmente Paolo IV.
    2. I cristiani e l’antisemitismo moderno, fino alla Shoà
    La Rivoluzione Francese (1791) accordò l'uguaglianza dei diritti agli ebrei. Ma la Chiesa, che si sentiva attaccata e travolta dall'irrompere di questa forza anticristiana e antireligiosa, si difese contrattaccando il liberalismo, il laicismo, il socialismo e il materialismo, la massoneria, e associando l'ebraismo a tutti questi agenti negativi, quasi fosse l'alleato o il promotore principale della "congiura" internazionale contro la Chiesa, per assoggettare l'intera società.
    Si creò allora un allargamento della polemica cattolica antiebraica: ai motivi tradizionali religiosi - che rimangono intatti - si aggiungono motivi economici, politici e sociali.
    E’ vero che "l'antisemitismo moderno, la cui manifestazione estrema fu la follia razzista del nazionalsocialismo, è di essenza pagana" (discorso del P.Cottier al Simposio in Vaticano su "Radicì dell'antigiudaismo in ambiente cristiano", ottobre 1997). Ma alcuni tristi episodi sono certamente stati favoriti dal clima di ostilità generalizzata, di sospetto e disprezzo contro gli ebrei, diffuso in tutta Europa dall’antigiudaismo cristiano. Ecco alcuni di questi fatti:
    - l’Affare Dreyfus(la condanna di un ufficiale ebreo, accusato di spionaggio, successivamente riconosciuto innocente) che scosse la Francia nel 1894 e scatenò una violenta campagna contro gli ebrei;
    - l'ondata di pogrom(massacri a furor di popolo) nell'Europa Orientale, specialmente in Russia;
    - l'incredibile invenzione dei "Protocolli dei Savi di Sion", formidabile strumento propagandistico divulgato nel 1920, secondo cui un segreto "direttorio" mondiale ebraico avrebbe progettato il dominio degli ebrei sul mondo, per mezzo delle idee democratiche radicali, socialiste e comuniste (<A href="http://www.gesuiti.it/moscati/Ital2/It_CrEbrei1.html#2">2).
    Il giornale cattolico La Croix, durante il processo contro il capitano ebreo Dreyfus, scriveva: "Gli ebrei sono come i serpenti: non si possono distinguere i buoni dai cattivi, così bisogna schiacciarli tutti".
    Boicottaggio ai negozi degli ebrei,
    imposto dai nazisti

    Fu talmente scioccante questo processo che il giornalista viennese Theodor Herzl cominciò a pensare di farsi promotore del Sionismo, per dare una terra di asilo al popolo ebraico. E proprio a proposito del possibile ritorno degli ebrei in Terra Santa, lo stesso giornale La Croix scriverà nel 1920: "La Terra Santa al popolo deicida!... Gli autori del più grande crimine della storia non devono diventare padroni nel luogo del loro misfatto, che essi hanno peraltro abbandonato, fuggendo la maledizione che pesava su di loro e sui loro figli".
    Questa posizione era stata espressa già nel 1897 dalla rivista La Civiltà Cattolica, e fu condivisa dallo stesso Pio X. A rendere sempre più popolare l'avversione agli ebrei, proprio in quella Francia che per prima aveva abolito le barriere della segregazione, fu l'enorme successo di un libro La France juive(La Francia ebraica) scritto nel 1896 da un cattolico, Edoardo Drumont, portabandiera di un antisemitismo che è come una sintesi fra antigiudaismo cristiano, occultismo, razzismo e antisemitismo "economico": tutti gli scandali economici dell'epoca sono attribuiti alle manovre di finanzieri ebraici!
    Questo nuovo antigiudaismo cristiano slitta verso forme di razzismo. Scrive infatti Drumont, in un articolo del 3 novembre 1894: "Il caso del capitano Dreyfus che provoca, anche all'estero, un'emozione così grande, non è che un episodio della storia ebraica. Giuda ha venduto il Dio di misericordia e d'amore... Dopo diciotto secoli non è cambiato nulla", e continua con una serie di altri presunti tradimenti compiuti da ebrei, concludendo: "E’ il destino fatale del tipo e la maledizione della razza" (3).
    Un altro scrittore, Toussenel, filosofo materialista, teorizza questo razzismo: "Fate crescere fino dalla nascita un Ebreo in una famiglia ariana: ... né la nazionalità né la lingua modificheranno un atomo delle cellule germinali di questo Ebreo (...) Ebreo, usuraio, trafficante di denaro, parassita improduttivo, sono per me dei sinonimi (...) Il dio del popolo ebraico non è altri che Satana... La religione dei popolo ebraico ne ha fatto fatalmente un popolo nemico dell'umanità" (4).
    Che questa fosse la mentalità prevalente del mondo cattolico ce lo dimostrano i numerosi scritti della "Civiltà Cattolica" di questi stessi anni: "La solidarietà di razza, anteriore e superiore negli ebrei a qualsiasi patriottismo, dalle perturbazioni sorte pel caso del Dreyfus rimane popolarmente provata a luce di mezzogiorno. Che il giudeo, naturalizzato fin che si vuole, non possa mai cessare di essere prima giudeo, e poi cittadino del paese in cui è nato e che lo ha pareggiato ai nazionali, è oggi verità accolta come inoppugnabile postulato". L'articolo dei primo fascicolo 1898 mirava a dimostrare l'errore commesso dalla Francia nel concedere la nazionalità e le libertà civili agli ebrei, nel 1791. Precedentemente, in articoli del 1881-82, così la rivista scriveva degli ebrei: "Tribù straniera, nemica di tutte le nazioni, popolo di oziosi che non lavorò mai né produsse la benché minima cosa" (5).
    Ma se tali sono gli ebrei... da quale razza provengono Karl Marx, Sigmund Freud, Albert Einstein, Franz Kafka, Edmund Husserl, e tante altre personalità ebree che hanno segnato le più grandi rivoluzioni culturali dell'epoca contemporanea? La fedeltà al proprio paese è provata dal fatto che - nella prima guerra mondiale - ben 100.000 ebrei combatterono nelle armate tedesche, e 12.000 furono i caduti, su una popolazione che non superava il mezzo milione.
    La Civiltà Cattolica, poi, riprende le accuse del crimine rituale: "E’ generalmente provato che il rito pasquale sanguinario... è una legge generale che impone alla coscienza di tutti gli ebrei l'obbligo di fare uso del sangue di un bambino cristiano". Ma in realtà non c'è nessuna prova storica di questi fatti! C'è, al contrario, la prova che il crudele pregiudizio antigiudaico può incatenare anche le menti di persone dotte e pie!
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