Bertinotti, che grande leader per questa nuova sinistra
Bertinotti, che grande leader per questa nuova sinistra
Diciamo che Tremonti si forma sull'idea di combattere non tanto la globalizzazione intesa come SFRUTTAMENTO DELL'UOMO SULL'UOMO Ma invece come espressione politico-economica del mondialismo (concetto caro alla destra radicale ed infatti il 3 Monti è lodatissimo dalla dx radicale).
colbertismo, conservatorismo sociale, leghismo e un pò di antiglobalismo spicciolo
Se intendi: è un imbecille perchè tatticamente questa uscita si pagherà cara.. beh ti quoto e straquoto.
Se intendi: il contenuto non è condivisibile.. no. Perchè Tremonti ha sposato a livello di analisi (NON di risposta, e infatti Bevty non dice che ne condivide le ricette) una linea che è praticamente da sempre quella del PRC.
Non è il PRC ad essersi spostato, è Tremonti a dire cose orecchiabili per uno del PRC.
Verissimo, bisogna contestualizzare; oggi si fronteggiano due versioni del liberalismo: una servita in salsa protezionista - antiglobal - reazionaria - clericale e croporativa (quella del pdl) ed un'altra liberoscambista, globalizzatrice d ultraliberista (tanto per fare un esempio è significativa la diversa posizione su alitalia di veltroni e berlusconi).
Quale sia la peggiore - da un punto di vista marxista - comunque non saprei; la prima è a lungo termine inapplicabile (il protezionismo) l'altra sul breve termine ha costi sociali elevatissimi.
per rispolverare una formula un po' semplificatoria ma sempre efficace: per contrastare le ineguaglianze che comporta l'apertura dei mercati, l'unica soluzione non è chiudere i mercati ma esportare ance il conflitto tra le classi sociali.
tremonti è un protezionista (quindi anche contro l'ingresso di prodotti di qualche disgraziatissimo Paese), una idea un po' reazionaria da ultima spiaggia del capitalismo, può avere effetti positivi nel breve termine, o meglio potrebbe perchè siamo nel mercato unico europeo e il protezionismo non lo si può fare.
Contesto.
Che i processi economici vadano regolati non è patrimonio solo del marxismo, ma di tante altre idee politiche.
Negli anni '70 le industrie motociclistiche inglesi e italiane si trovarono ad affrontare, impreparate, la concorrenza giapponese (concorrenza qualitativa, sia chiaro, non dumping sociale)
In Italia si fecero leggi protezionistiche, si obbligò i costruttori giapponesi a produrre in Italia almeno l'80% del valore della moto, se no fuori dalle balle.
La Honda aprì lo stabilimento di Atessa, costruiva la moto con componenti italiane (impianti elettrici Ducati, telai Verlicchi, carburatori Dell'Orto etc) e importava i motori dal Giappone.
La Yamaha prese accordi con la Motori Minarelli, di Bologna. Importava la moto dal Giappone e costruiva in Italia i motori.
A quaranta anni di distanza lo stabilimento di Atessa è la più grande fabbrica Honda fuori dal Giappone. Vi si progettano e si costruiscono i modelli di punta della casa giapponese, che da Atessa vanno in tutto il mondo, anche in Giappone.
La Minarelli è ormai di proprietà della Yamaha, ed è il maggiore produttore di motori d'europa (6/700.000 l'anno) che vende, tramite Yamaha, in tutto il mondo.
E ne a Honda ne a Yamaha passa per la testa di spostare queste produzioni in Asia.
Le case italiane (Ducati, Guzzi, ma anche le rinate Gilera etc) grazie alla protezione si sono ristrutturate. Oggi occupano un mercato internazionale di prestigio di 500.000 moto l'anno, tutti modelli all'avanguardia nel mercato motociclistico internazionale.
L'industria italiana delle parti staccate (after-market) è la maggiore e migliore del mondo.
La gran parte delle carrozzerie degli scooteroni vengono progettate e/o realizzate in Italia, perchè la tecnologia di stampaggio a inezione dei polimeri, di cui eravamo all'avanguardia, si è sposata con questo nuovo segmento del mercato motociclistico mondiale.
Il settore fra diretto e indotto occupa 3/400.000 persone, è in attivo pieno sulla bilancia commerciale, e rappresenta con prestigio il made in Italy nel mondo.
Fra l'altro uno dei maggiori mercati per le moto italiane è proprio il Giappone, dove per comperare una Ducati devi fare un anno di fila.
L'industria motociclistica inglese, gli storici marchi Norton, BSA, Triumph, AJS, non fu protetta per le fregnacce ideologiche tatcheriane ed è "sparita".
Questo dimostra che "protezione" non vuol dire "protezionismo", che i processi economici si governano, e che l'integrazione fra economie diverse va fatta con raziocinio e gradualità, e solo in questo modo diventa di reciproco vantaggio.
Guarda Lollo87 che io c'ero quando Bertinotti ha parlato del libro di Tremonti e ha detto queste testuali parole:
"è incredibile come anche gente come Giulio Tremonti si è accorto che l'attual esistema non va più, e sono cose che noi diciamo da anni. E' strano invece che solo una persona non si sia accorta che tale modello socioeconomico oramai non regge più, quella persona è Walter Veltroni".
Ora capisco che a voi piace pensare che Noi preferiamo Berlusconi a Veltroni (io li considero uguali) ma il senso che Fausto voleva dire è quello che ogni persona con un minimo di obiettività e spirito critico capirebbe.
Non so se mi sono spiegato. Rispondo di qua che tanto sul forum PD non si puo' scrivere sennò c'hanno la coda di paglia e segnalano
Inoltre colgo l'occasione per fare un piccolo appunto, non so se avete notato il cambiamento di tattica elettorale di Berlusconi. Dalle promesse a destra e a manca e al "buon futuro" (tutto QUELLO CHE STA FACENDO ORA VELTRNI) è passato a parlare di recessione, crisi e periodo difficile.
A ogni persona intelligente spetta ora analizzare e contestualizzare il tutto.