USA vogliono rimanere in Iraq

L'amministrazione uscente americana sta cercando di assicurarsi la presenza militare sul territorio iracheno - legando così le mani al prossimo presidente eletto - attraverso un'intesa con il governo dell'Iraq che assicuri all'esercito Usa e ai suoi alleati il potere di condurre operazioni in difesa (sic!) del territorio iracheno. Benché definito ''temporaneo'', l'accordo non indica una scadenza: è il quotidiano britannico 'The Guardian' a mettere in luce il contenuto del documento, di cui dice di essere entrato in possesso.
La bozza, bollata come ''segreta'', vuole sostituire il mandato Onu in via di scadenza a fine 2008 e, nonostante sia sostanzialmente appoggiata dal governo iracheno, incontra l' opposizione del Parlamento di Baghdad.
''La sensazione'', ha detto al 'Guardian' un politico sunnita, ''è che l'accordo verrà bocciato, almeno nella sua attuale formulazione: al governo piace così com'è, ma il Parlamento è un'altra cosa''. I critici hanno sottolineato che il piano non specifica il numero delle forze Usa dislocate sul territorio, le armi che potranno utilizzare, lo stato legale e il potere esercitato sui cittadini iracheni. Sostanzialmente, dunque, l'accordo equivale a un assegno in bianco consegnato agli Usa, che potranno ''condurre operazioni militari in Iraq e detenere persone, quando necessario, per ragioni di impellente sicurezza''. Il tutto senza limiti di tempo. La bozza, d'altro canto, specifica chiaramente che gli Usa ''non aspirano ad avere basi o personale militare dislocato su suolo iracheno in modo permanente'' e ''non intendono usare l'Iraq come piattaforma d'assalto contro altri stati''. Comunque sia, la bozza d'accordo ha suscitato parecchi mal di pancia anche a Washington. Hillary Clinton, in particolare, ha accusato l'amministrazione repubblicana di voler ''legare le mani'' del prossimo presidente, assicurandosi la difesa del territorio iracheno.

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