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  1. #1
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    Predefinito Autosecolarizzazione del Dalai Lama

    Oggi ho sentito alla radio - era mattina presto e non so quale stazione fosse - un tibetano intervistato credo nel corso di una manifestazione pro-Tibet. Era quasi in lacrime, e diceva: Anche se il Dalai Lama afferma di non essere quel che è, i tibetani non gli crederanno, perché i tibetani pensano che lui sia un Buddha vivente e non possono strapparsi questa convinzione dal cuore.

    Ormai da molti anni continuo a notare queste prese di posizione del Dalai Lama, tese a qualificarsi sempre come un semplice monaco buddista. Francamente non capisco se sia la manifestazione di qualcosa di profondo oppure un comportamento strategico, teso in questo caso a creare le condizioni di dialogo con una supposta mentalità occidentale incapace di avere a che fare con affermazioni tipo: Io sono la manifestazione del Buddha della compassione, di Cenrezig dalle mille braccia. Se fosse così, Sua Santità sarebbe in grave errore, perché non deve ormai dialogare con la modernità, ma con la tardo modernità (che invece ha sete di queste dimensioni psichedeliche). Sfortunatamente io penso che non si tratti di questa seconda ipotesi. Penso che il DL sappia perfettamente che, qualora premesse il pedale del misterioso e del soprannaturale, l'occidente cadrebbe letteralmente ai suoi piedi e penderebbe letteralmente dalle sue labbra.

    Allora ho come il sospetto che si tratti di qualcosa di più strutturale: e cioè che il DL abbia in qualche modo perso la fede in se stesso. Lui sembra in qualche modo sapere di non essere affatto la manifestazione di un Bodhisattva, di non essere una specifica e luminosissima rifrazione del divino (anche se lo si chiama Vacuità), ma di essere semplicemente un brav'uomo che segue i passi di Sakyamuni e vorrebbe farlo in santa pace. Forse da bambino aveva come dei sogni, ma ora...ora nulla di nulla. Il sogno è svanito. I tibetani lo vogliono sul trono, e, per amor loro, lui - che ne vorrebbe scendere - vi resta come un cristincroce. Però coglie ogni appiglio (come quest'ultimo) per ribadire come si sente, e come poco gli si addice quel trono.

    Mi piacerebbe sapere come un buddista tibetano vive questa crisi di fede del suo capo spirituale.

    Grazie, Barsanufio

  2. #2
    ***********
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    Bravo, ho avuto spesso gli stessi dubbi che tu hai così ben descritto. Anch'io vorrei l'opinione di un buddista tibetano in proposito...

  3. #3
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    C'è un concetto sbagliato che viene espresso dal tuo post, Bersanufio. Coloro che sono creduti essere "emanazioni" di questo o quel Buddha nella maggior parte dei casi non sono manifestazioni nel senso reale del termine, ma indica una particolare connessione. Quindi il Dalai Lama può essere considerato come emanazione di Avalokiteshvara se si considera il fatto che lui è una persona molto compassionevole, e che quindi è inseparabile da Avalokiteshvara, che è l'archetipo della Compassione. Io personalmente ritengo il presente Dalai Lama come un buon maestro, ma non come un essere illuminato. Altrimenti i precedenti Dalai Lama (e anche questo) avrebbero avuto secondo me un comportamento diverso. Inoltre il Dalai Lama non è capo dei buddhisti tibetani, ma solo della sua scuola (quella gelugpa).

  4. #4
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    Quoto Auspicious , anche se a voler essere pignoli, il capo del lignaggio Gelug è l'Abate di Ganden o Tripa Ganden Khensur Lungri Namgyel. E' una carica scelta dal Dalai Lama e non un Tulku. Nondimeno, la figura principale rimane il Dalai Lama.

  5. #5
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    Il mio non è il parere di una scuola buddhista ortodossa, tuttavia, visto che di questo problema ne abbiamo discusso in tempi piu tranquilli vi dico le nostre conclusioni in termini "non politici"
    Questo Dalai Lama è sicuramente un bravissimo monaco e le sue dichiarazioni gli rendono merito in termini di umiltà
    per affermare di essere un Budda bisogna o esserlo veramente o essere un completo illuso (o peggio un mistificatore)
    leggendo quello che dice in effetti non sembra essere "oceano di saggezza" ma un saggio monaco oppure al massimo (la butto lì) un Bodhisattva al primo livello -che ,per carità ,è anch'esso rispettabilissimo ma non è quello di Avalokiteswara
    il peso che ricade su di lui è molto grande; io non sono un "buddista tibetano" ma ho molto rispetto per lui e per la sua causa.

  6. #6
    Karma Sonam Tashi
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    leggendo quello che dice in effetti non sembra essere "oceano di saggezza" ma un saggio monaco oppure al massimo (la butto lì) un Bodhisattva al primo livello -che ,per carità ,è anch'esso rispettabilissimo ma non è quello di Avalokiteswara
    Ora il Dalai Lama non parla più delle sue realizzazioni ma una volta lo faceva molto più apertamente... e a quanto pare ha ottenuto una certa realizzazione nella percezione della vacuità. Quando incontra le persone percepisce la vacuità e l' "assenza di sè" che è insita in tutti gli esseri. Non penso ancora che sia la prima Bhumi di Bodhisattva, però è lì vicino.

  7. #7
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    Perdonate. Con grande umiltà io, da non buddista, prendo la parola in questo spazio e ringrazio di cuore chi ha voluto interagire con me. Però mi permetto di dissentire.

    Pur non essendo buddista, ho dalla mia molti viaggi - alcuni dei quali sufficientemente lunghi da essere definiti 'soggiorni', in Tibet, in Nepal, in Ladakh e nell'India settentrionale. Ho circumambulato il Kailas a piedi quando ancora la maggior parte degli occidentali manco sapeva cosa fosse, e solo raggiungerlo, vi assicuro, è stata un'impresa.

    Io posso assicurarvi che in generale i tibetani e i buddisti (nepalesi, indiani, buthanesi, mongoli etc.) di tradizione tibetana non pensano affatto che il signor Tenzin Gyatso, essendo una persona compassionevole, sia la manifestazione di Cenrezig aka Avalokitesvara. Questo forse lo pensa lui (da cui la mia domanda). Loro invece pensano proprio all'opposto: ossia che il DL, essendo la manifestazione (e alcuni dicono, senza mezze misure o sottigliezze, 'incarnazione') di Cenrezig, sia evidentemente una persona molto compassionevole. Non si tratta affatto di una vaga connessione, ma della maggior pienezza possibile, a livello umano, della manifestazione di quella (vuota) scintilla di divino che è Cenrezig. Parallelo cristiano. Dove due o tre si riuniscono in suo nome Gesù è presente, ok, lo sappiamo tutti. Ma nell'Eucarestia, ossignur, c'è proprio proprio lui...Quindi: ogni uomo pieno di compassione è connesso al Bodhisattva della compassione, ma il DL, ecco, è diverso :- ).

    Quanto al fatto che H.H sia solo un Lama importante della setta (non in senso dispregiativo ovviamente) Gelug, ovviamente ne sapete più di me e prendo atto. A quanto ne sapevo io - forse in errore - H.H ha ricevuto le iniziazioni di tutti i lignaggi, concentrando su di sé un potere 'esoterico' (permettetemi il linguaggio inadeguato e scemo) infinitamente superiore a tutti i suoi tredici predecessori messi insieme, tanto da riconoscere un Karmapa provocando un piccolo - ma significativo - scisma in ambito Kagyu e da far irritare il sanguigno e integralista Gelug Dorje Shudgen, vietandone esplicitamente il culto.

    Grazie, Barsanufio

  8. #8
    Karma Sonam Tashi
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    Io posso assicurarvi che in generale i tibetani e i buddisti (nepalesi, indiani, buthanesi, mongoli etc.) di tradizione tibetana non pensano affatto che il signor Tenzin Gyatso, essendo una persona compassionevole, sia la manifestazione di Cenrezig aka Avalokitesvara. Questo forse lo pensa lui (da cui la mia domanda). Loro invece pensano proprio all'opposto: ossia che il DL, essendo la manifestazione (e alcuni dicono, senza mezze misure o sottigliezze, 'incarnazione') di Cenrezig, sia evidentemente una persona molto compassionevole.
    Anch'io conosco molti tibetani, ma ciò che a livello popolare la gente dice non è spesso ciò che dicono i maestri. Ci sono tantissimi maestri considerati emanazioni di Buddha o Bodhisattva, e spesso addirittura litigano a vicenda. Tanto per farti un esempio. Altre persone dette essere l'emanazione di Chenrezig sono Karmapa, Drikung Chetzang Rinpoche, Drukchen Rinpoche. lo Shamarpa, il Panchen Lama, Pawo Rinpoche sono considerati emanazioni di Amithaba. Sakya Trizin, Adzom Rinpoche, Beru Khyentse Rinpoche e molti altri sono considerati emanazioni di Manjushri. Situ Rinpoche, Sangye Nyenpa Rinpoche, Trulshik Rinpoche sono considerati emanazioni di Maitreya. E potrei continuare ancora per un bel pò... questi sono i primi che mi sono venuti in mente. Alcuni di questi maestri hanno altissime realizzazioni, altri molto meno.
    Spesso un maestro quando fà una forte impressione nei discepoli, allora i discepoli cominciano a dire "Wow! Questo maestro è proprio come Chenrezig!".. e allora ecco che cominciano a chiamarlo "emanazione di Chenrezig". Oppure un maestro passa vari anni in ritiro su un particolari Yidam, mettiamo caso Yamantaka, e allora i discepoli cominciano a dire "E' proprio inseparabile da Yamantaka!". Ed ecco che abbiamo un'emanazione in più Oppure, un maestro mostra grandissima saggezza, e i discepli cominciano a dire "Sentirlo è proprio come sentire Manjushri", ecc..ecc. Essere quindi considerato un'emanazione non significa niente, dal punto di vista delle realizzazioni.
    Spesso questa cosa delle emanazione è addirittura diventata una cosa politica. Anche alcuni imperatori cinesi, uno zar di russia e una regina di inghilterra veniva detti dai tibetani come emanazioni di alcuni Buddha. Chiamarli così era un modo per mostrare loro rispetto. Ma è logico che non lo sono nel vero senso della parola.
    Vuoi la "prova" di ciò? I Dalai Lama sono generalmente considerati emanzioni di Chenrezig, ma considera che il grande quinto Dalai Lama, che mostrava una grande "saggezza", era considerato dalla gente emanazione di Manjushri, il Buddha della Saggezza!!!

    ps: quasi tutti i maestri che ho citato prima hanno ricevuto trasmissioni e iniziazioni da tutti i lignaggi.
    pps: il fatto che si ricevono trasmissioni di un altro lignaggio non ti dà alcuna autorità su quel lignaggio stesso
    ppps: la divisione del lignaggio Kagyu non è certo piccola. Io stesso seguo il Karmapa che il Dalai Lama per ora non ha riconosciuto ufficialmente.. e non ho alcun dubbio sulla sua illimitata realizzazione.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Barsanufio Visualizza Messaggio
    Perdonate. Con grande umiltà io, da non buddista, prendo la parola in questo spazio e ringrazio di cuore chi ha voluto interagire con me. Però mi permetto di dissentire.

    Pur non essendo buddista, ho dalla mia molti viaggi - alcuni dei quali sufficientemente lunghi da essere definiti 'soggiorni', in Tibet, in Nepal, in Ladakh e nell'India settentrionale. Ho circumambulato il Kailas a piedi quando ancora la maggior parte degli occidentali manco sapeva cosa fosse, e solo raggiungerlo, vi assicuro, è stata un'impresa.

    Io posso assicurarvi che in generale i tibetani e i buddisti (nepalesi, indiani, buthanesi, mongoli etc.) di tradizione tibetana non pensano affatto che il signor Tenzin Gyatso, essendo una persona compassionevole, sia la manifestazione di Cenrezig aka Avalokitesvara. Questo forse lo pensa lui (da cui la mia domanda). Loro invece pensano proprio all'opposto: ossia che il DL, essendo la manifestazione (e alcuni dicono, senza mezze misure o sottigliezze, 'incarnazione') di Cenrezig, sia evidentemente una persona molto compassionevole. Non si tratta affatto di una vaga connessione, ma della maggior pienezza possibile, a livello umano, della manifestazione di quella (vuota) scintilla di divino che è Cenrezig. Parallelo cristiano. Dove due o tre si riuniscono in suo nome Gesù è presente, ok, lo sappiamo tutti. Ma nell'Eucarestia, ossignur, c'è proprio proprio lui...Quindi: ogni uomo pieno di compassione è connesso al Bodhisattva della compassione, ma il DL, ecco, è diverso :- ).

    Quanto al fatto che H.H sia solo un Lama importante della setta (non in senso dispregiativo ovviamente) Gelug, ovviamente ne sapete più di me e prendo atto. A quanto ne sapevo io - forse in errore - H.H ha ricevuto le iniziazioni di tutti i lignaggi, concentrando su di sé un potere 'esoterico' (permettetemi il linguaggio inadeguato e scemo) infinitamente superiore a tutti i suoi tredici predecessori messi insieme, tanto da riconoscere un Karmapa provocando un piccolo - ma significativo - scisma in ambito Kagyu e da far irritare il sanguigno e integralista Gelug Dorje Shudgen, vietandone esplicitamente il culto.

    Grazie, Barsanufio
    per prima cosa i miei complimenti!
    per non essere un buddista hai parlato con cognizione di causa
    Però se mi chiedi cosa rappresenta il DL per i tibetani o per il buddismo tibetano entriamo in un interessante discorso sociologico......non necessariamente reale.
    Accetto in tal senso la risposta di Auspicius molto piu addentro di me in quelle questioni.
    io e la mia scuola leggendo e sentendo il DL abbiamo avuto piu volte l'impressione che in lui la virtu + definita fosse la compassione piuttosto che la saggezza........per dirtela in un'altro modo quasi + cristiano ( ma di quelli veri !!) che buddista (e non è un'offesa anzi..)
    in particolare mi ha colpito molto un suo scritto con paralleli tra cristianesimo e buddismo che ha rafforzato quanto sopra.
    non so se è quello che volevi....ciao

  10. #10
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    Grazie per i vostri preziosi e interessanti contributi. Tuttavia rimango convinto che la percezione di sé che in questo momento ha il XIV DL sia molto diversa da quella che avevano di loro medesimi i suoi predecessori.
    Lasciatemi dire che - dal punto di vista esistenziale, e se vogliamo piscologico - io ho una infinita comprensione per questo grande uomo. Nato da semplici coltivatori d'orzo, innalzato d'un tratto su un trono quasi-divino, esiliato non solo nello spazio, ma anche nel tempo (è passato da un simil medioevo a diventare il testimonial della azienda più avanzata è glamour del pianeta - vi ricordate? Apple: Think different - e tutto questo in una sola vita), con sulle spalle la sorte di un intero popolo.

    Però io adesso lo vedo affascinato dalla modernità (tenerissima la sua passione di smontare e rimontare orologi: orologi meccanici, eh, ossia l'oggetto 'simbolo' della modernità) senza rendersi conto che il paradigma non è più quello, è già cambiato, è l'era del digitale, del virtuale, del ritorno del sacro e dell'immaginario. Con queste stesse mie orecchie gli ho udito dire che, qualora la scienza moderna dimostrasse qualcosa, la religione dovrebbe inchinarsi e modificare le sue credenze. Buondio, questo è assurdo prima di tutto dal punto di vista scientifico :- ).

    Insomma, il Dalai Lama, quest'uomo grande, simpatico, dal volto largo e buono, sul trono da quando era piccolo ma con un cacciavite e un orologino da smontare nelle pieghe dell'abito, quest'uomo grande, stanco e un po' triste, che non ne vuole più sapere di gigantesche potenze quasidivine incombenti su di lui, che sogna un monastero in cui vivere e morire semplicemente coltivando la compassione universale...

    Grazie, Barsanufio

 

 
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