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  1. #1
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    Predefinito Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    Mosca, 7 apr. (Apcom-Nuova Europa) – I crimini dei regimi totalitari “non possono essere giustificati” e non vanno dimenticati. La condanna del primo ministro Vladimir Putin viene pronunciata durante la cerimonia di commemorazione del massacro della foresta di Katyn, dove oggi l’ex leader del Cremlino ha accolto il capo del governo polacco Donald Tusk. “La logica è stata una sola: diffondere la paura, per risvegliare nell’uomo il più vile degli istinti, per incitare un popolo contro l’altro, e ottenere un’obbedienza cieca e stupida”, ha detto Putin. Le parole del primo ministro russo suonano come una chiara accusa al regime instaurato da Stalin, ma anche una condanna dei crimini nazisti contro l’esercito sovietico. “La valutazione morale delle atrocità del regime totalitario non è oggetto di revisione” ha detto Putin, osservando che la Russia e la Polonia, come qualsiasi altro paese in Europa, hanno vissuto quasi tutte le tragedie del XX secolo e sono state costrette a pagare un prezzo pesante per le due guerre mondiali, un “conflitto fratricida armato, per la crudeltà e la disumanità del totalitarismo”. Secondo lui, nella terra di Katyn giaciono i corpi di cittadini sovietici, bruciati nel fuoco della repressione di Stalin degli anni Trenta, degli ufficiali polacchi che furono fucilati per ordine segreto a partire dalla primavera del 1940, dei soldati dell’Armata Rossa che furono giustiziati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. “Non può essere cancellato il ricordo del martirio delle vittime innocenti”, ha sottolineato Putin.
    http://www.ansa.it/web/notizie/rubri...759924617.html
    Ultima modifica di C@scista; 08-04-10 alle 16:13

  2. #2
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    Predefinito Rif: Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    Il massacro di quasi tutti gli ufficiali dell'esercito polacco prigionieri dei sovietici era stato riconosciuto in realtà da tutti gli storici internazionali come un massacro svolto dal KGB ma la Russia fino ad oggi non lo aveva mai ammesso ufficialmente anche se al termine degli anni novanta già con il crollo dell'Unione Sovietica al termine dell'era Gorbaciov un gruppo di storici internazionali era finalmentre riuscito a leggere gli archivi segreti del KGB in cui l'ordine di strage dei prigioneri polacchi era scritto nero su bianco.

  3. #3
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    Predefinito Rif: Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Katy%C5%84
    Il massacro della foresta di Katyń, noto anche più semplicemente come Massacro di Katyń, avvenne durante la seconda guerra mondiale e comportò l'esecuzione di massa, da parte dei sovietici, di soldati e civili polacchi. L'espressione si riferì inizialmente al massacro dei soli ufficiali polacchi detenuti del campo di prigionia di Kozielsk, che avvenne appunto nella foresta di Katyń, vicino al villaggio di Gnezdovo, a breve distanza da Smolensk. Attualmente l'espressione denota invece l'uccisione di 21.857 cittadini polacchi[1]: i prigionieri di guerra dei campi di Kozielsk, Starobielsk e Ostashkov e i detenuti delle prigioni della Bielorussia e Ucraina occidentali, fatti uccidere su ordine di Stalin nella foresta di Katyń e nelle prigioni di Kalinin (Tver), Kharkov e di altre città sovietiche.
    Molti polacchi erano stati fatti prigionieri a seguito dell'invasione e sconfitta della Polonia da parte di tedeschi e sovietici nel settembre 1939. Vennero internati in diversi campi di detenzione, tra cui i più noti sono Ostashkov, Kozielsk e Starobielsk. Kozielsk e Starobielsk vennero usati principalmente per gli ufficiali, mentre Ostashkov conteneva principalmente guide, gendarmi, poliziotti e secondini. Contrariamente ad una credenza diffusa, solo 8.000 dei circa 15.000 prigionieri di guerra di questi campi erano ufficiali.
    L'eccidio di Katyń fa riflettere perché da esso emergono aspetti della dittatura staliniana che è stato a lungo imbarazzante riconoscere, vale a dire il carattere fortemente repressivo e le tendenze imperialistiche. Il massacro rispondeva ad una logica ben precisa di ulteriore indebolimento della Polonia appena asservita. Infatti, poiché il sistema di coscrizione polacco prevedeva che ogni laureato divenisse un ufficiale della riserva, il massacro doveva servire ad eliminare una parte cospicua della classe dirigente nazionale. Va inoltre ricordato che Stalin contestualmente ordinò la deportazione in Siberia e Kazakhstan delle famiglie degli ufficiali polacchi (bambini compresi), eliminando in tal modo anche la generazione successiva. Tale eliminazione venne concordata e portata avanti di comune accordo con la Germania Nazista ed i dettagli discussi in riunioni tra i due alleati. Tutto ciò nel quadro di una spartizione della Polonia tra Germania nazista ed URSS, due potenze che rappresentavano due sistemi culturali ed ideologici opposti ed antitetici, ma che, per circa 2 anni e fino al giugno 1941, furono legate dal Patto Molotov-Ribbentrop, che stabiliva la non aggressione reciproca e la spartizione della Polonia e dei Paesi Baltici.
    Il 5 marzo 1940, secondo un'informativa preparata da Lavrentij Beria (capo della polizia segreta sovietica) direttamente per Stalin, alcuni membri del politburo dei Soviet – Stalin, Vyacheslav Molotov, Kliment Vorošilov, Anastas Mikojan[2], e Beria stesso – firmarono un ordine di esecuzione degli attivisti "nazionalisti e controrivoluzionari" detenuti nei campi e nelle prigioni delle parti occupate di Ucraina e Bielorussia. L'ampia definizione del capo d'accusa comportò la condanna a morte di una parte importante dell'intellighentsja polacca, oltre a poliziotti, riservisti e ufficiali in servizio attivo. Morirono oltre 22.000 uomini, compresi circa 15.000 prigionieri di guerra.
    Nel periodo dal 3 aprile al 19 maggio 1940 circa 22.000 prigionieri di guerra vennero assassinati: circa 6.000 provenivano dal campo di Ostaszków, circa 4.000 da Starobielsk, circa 4.500 da Kozielsk e circa 7.000 dalle parti occidentali di Ucraina e Bielorussia.
    Solo 395 prigionieri vennero salvati dal massacro. Furono portati al campo di Yukhnov e quindi a Gryazovets. Furono gli unici a sfuggire alla morte.
    I prigionieri di Kozielsk vennero eliminati in un luogo prescelto appositamente per le uccisioni di massa situato nella contea di Smolensk, chiamato foresta di Katyń, che diede poi il nome all'intero massacro; quelli provenienti da Starobielsk vennero uccisi nella prigione dell'NKVD di Kharkov e i loro resti vennero sepolti nei pressi di Pyatikhatki; gli ufficiali di polizia di Ostashkov vennero uccisi nella prigione dell'NKVD di Kalinin (Tver) e sepolti a Miednoje.
    La propaganda sovietica mostra l'occupazione congiunta russo-tedesca della Polonia come liberazione dei contadini dal giogo degli aristocratici. Su questo cartello, in lingua ucraina, due contadini miserabili guardano un ufficiale in divisa da parata dell'esercito polacco colpito da un soldato dell'Armata rossa.Informazioni dettagliate sulle esecuzioni di Kalinin vennero fornite da Dmitrii S. Tokarev, ex capo del consiglio del distretto dell'NKVD di Kalinin. Secondo Tokarev le uccisioni iniziarono la sera e finirono all'alba. Il primo trasporto, il 4 aprile, contava ben 390 persone e i giustizieri ebbero difficoltà ad eseguire il loro compito nell'arco di una sola notte. Il trasporto successivo non superava invece le 250 persone. Le esecuzioni vennero compiute con pistole tipo Walther PPK fornite da Mosca.
    Il metodo con cui vennero eseguite era stato studiato nel dettaglio. Inizialmente venivano verificati i dati anagrafici del condannato, poi questi veniva ammanettato e portato in una cella isolata. Dopo essere stato fatto entrare nella cella, veniva immediatamente ucciso con un colpo alla nuca. Il colpo di pistola veniva mascherato tramite l'azionamento di macchine rumorose (probabilmente ventilatori). Il corpo veniva quindi trasferito all'aperto passando da una porta posteriore e poi veniva caricato su uno dei sei camion appositamente predisposti per il trasporto. A questo punto toccava alla vittima seguente. Questa procedura venne ripetuta ogni notte, ad eccezione della festa del primo maggio.
    Nei pressi di Smolensk la procedura era diversa: i prigionieri venivano portati alle fosse con le mani legate dietro la schiena e uccisi con un colpo di pistola alla nuca.
    Poco dopo l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica del giugno 1941, il governo polacco (in esilio a Londra) e il governo sovietico conclusero un accordo contro la Germania; venne costituito un Corpo d'Armata polacco in territorio sovietico per combattere i nazisti. Quando i generali Władysław Anders e Sikorski iniziarono ad organizzare l'armata, richiesero informazioni sugli ufficiali polacchi che credevano internati in territorio sovietico. Anders e Sikorski incontrarono Stalin e gli chiesero espressamente che ne era della loro sorte. Ma Stalin diede loro risposte evasive, aggiungendo che alcuni di loro potevano essere fuggiti in Manciuria.
    Il vero destino dei prigionieri scomparsi rimase un mistero fino all'aprile del 1943, quando la Wehrmacht su indicazione di alcuni abitanti del luogo scoprì le fosse comuni di oltre 4.000 ufficiali polacchi nella foresta nei pressi di Katyń. Joseph Goebbels, ministro della Propaganda del Terzo Reich, vide in questa scoperta un eccellente strumento per inserire un cuneo tra Polonia, Alleati occidentali ed Unione Sovietica. Il 13 aprile Radio Berlino annunciò al mondo il ritrovamento: «È stata trovata una grossa fossa, lunga 28 metri e ampia 16, riempita con dodici strati di corpi di ufficiali polacchi, per un totale di circa 3.000. Essi indossavano l'uniforme militare completa, e mentre molti di loro avevano le mani legate, tutti avevano ferite sulla parte posteriore del collo causata da colpi di pistola. L'identificazione dei corpi non comporterà grandi difficoltà grazie alle proprietà mummificanti del terreno e al fatto che i Bolscevichi hanno lasciato sui corpi i documenti di identità delle vittime. È già stato accertato che tra gli uccisi c'è il generale Smorawinski di Lublino.»
    Gli Alleati sapevano già che i nazisti avevano trovato le fosse comuni, avendo captato le loro trasmissioni radio, decifrate nella base inglese di Bletchley Park. Il governo sovietico negò le accuse tedesche e sostenne che i polacchi, prigionieri di guerra, erano stati impiegati in opere di costruzione ad ovest di Smolensk e successivamente catturati e giustiziati dalle unità tedesche nell'agosto 1941. Sia le investigazioni tedesche che quelle successive della Croce Rossa sui cadaveri di Katyń produssero prove evidenti che il massacro si era verificato all'inizio del 1940, in un periodo in cui l'area era ancora sotto il controllo sovietico. Si deve osservare, tuttavia, il rinvenimento di proiettili tedeschi nel corpo degli ufficiali polacchi.
    In seguito alla richiesta ufficiale di investigare in merito alle responsabilità del massacro, inviata alla Croce Rossa Internazionale dal Generale Władysław Sikorski, il 26 aprile 1943 Radio Mosca annunciò la decisione russa di rompere le relazioni diplomatiche con il governo polacco in esilio a Londra.[3] Stalin rispose presentando le «Prove infondate del massacro di Katyń», usandole poi come pretesto per ritirare il riconoscimento al governo Sikorski, accusarlo di collaborare con la Germania nazista e avviare una campagna per far riconoscere agli Alleati occidentali il governo fantoccio guidato da Wanda Wasilewska.
    La Germania nazista utilizzò il massacro di Katyń come argomento di propaganda contro l'Unione Sovietica. Joseph Goebbels scrisse nel suo diario: «I commentatori esteri si meravigliano della straordinaria astuzia con la quale siamo stati in grado di convertire l'incidente di Katyń in una questione altamente politica». I tedeschi riuscirono a screditare il governo sovietico agli occhi del mondo e per breve tempo sollevarono lo spettro del «mostro comunista» che porta la distruzione nei territori della civiltà occidentale; inoltre avevano forgiato contro il suo volere il generale Sikorski, in uno strumento che poteva minacciare di sfaldare l'alleanza tra gli Alleati occidentali e l'Unione Sovietica.
    Per gli Alleati occidentali il massacro di Katyń e la crisi polacco-sovietica iniziavano a minacciare l'alleanza strategica con l'URSS in un momento in cui l'importanza dei polacchi per gli Alleati, essenziale nei primi anni di guerra, iniziava a svanire con l'entrata nel conflitto dei colossi militari e industriali di USA e URSS. Il primo ministro britannico Winston Churchill ed il presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt erano sempre più divisi tra i loro impegni verso l'alleato polacco, la ferma posizione di Sikorski e le domande (spesso rasentanti il ricatto politico) di Stalin e dei suoi diplomatici, la cui politica era chiara nei commenti dell'ambasciatore sovietico a Londra, Ivan Maisky, che disse a Churchill che il destino della Polonia era segnato dall'essere «una nazione di 20 milioni di persone confinante con una di 200 milioni». L'improvvisa scomparsa del generale Sikorski, l'unico che aveva mantenuto una presa di posizione senza compromessi sulla questione, evitò la minaccia di una spaccatura tra gli Alleati occidentali.
    Nel gennaio 1944, avendo riconquistato la zona di Katyń, i sovietici istituirono una compiacente "Commissione speciale per la determinazione e investigazione dell'uccisione di prigionieri di guerra polacchi da parte degli invasori fascisti tedeschi nella foresta di Katyń", guidata dal Presidente dell'Accademia di Scienza Medica dell'URSS Nikolai Burdenko, che riesumò nuovamente i corpi e giunse alla «conclusione» che le uccisioni erano state eseguite dagli occupanti tedeschi.
    In privato il primo ministro britannico Winston Churchill espresse l'opinione che le atrocità erano state probabilmente compiute dai sovietici. Secondo una nota del Conte Raczynski, Churchill ammise il 15 aprile, durante una conversazione con il Generale Sikorski: «Ahimè, le rivelazioni tedesche sono probabilmente vere. I bolscevichi possono essere molto crudeli». Comunque allo stesso tempo, il 24 aprile, Churchill rassicurò i russi: «Dobbiamo sicuramente opporci vigorosamente a qualsiasi "investigazione" da parte della Croce Rossa Internazionale o di qualsiasi altro organo in qualsiasi territorio durante l'occupazione tedesca. Tali investigazioni sarebbero una frode e le loro conclusioni ottenute per mezzo del terrorismo».
    Nel 1944 il presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt incaricò il capitano George Earle, suo emissario speciale nei Balcani, di raccogliere informazioni su Katyń. Earle svolse l'incarico usando contatti in Bulgaria e in Romania. Anche Earle concluse che l'Unione Sovietica era colpevole. Dopo consultazioni con Elmer Davis, il direttore dell'"Ufficio di informazione di guerra", Roosevelt rigettò tali conclusioni, dicendosi convinto della responsabilità nazista, e ordinò la soppressione del rapporto di Earle. Quando Earle richiese formalmente il permesso di pubblicare le sue scoperte, il presidente gli diede ordine scritto di desistere dal suo intento. Earle venne riassegnato e trascorse il resto della guerra nelle Samoa Americane.
    Nel 1946, il pubblico ministero capo sovietico al processo di Norimberga cercò di accusare la Germania per le uccisioni di Katyń, dichiarando che: «Uno dei più importanti atti criminali del quale i principali criminali di guerra sono responsabili erano le esecuzioni di massa di prigionieri di guerra polacchi uccisi nella foresta di Katyń, nei pressi di Smolensk da parte degli invasori tedeschi», ma, pur potendo disporre di "testimoni oculari" che "avevano visto" i tedeschi compiere il massacro, tutti adeguatamente preparati dall' NKVD, fece cadere la questione dopo che Stati Uniti e Regno Unito si rifiutarono di appoggiarlo e gli avvocati tedeschi misero in piedi una difesa imbarazzante. Katyń non è menzionata in nessuna delle sentenze di Norimberga.
    Nel 1951-1952, una indagine del Congresso statunitense concluse che i polacchi erano stati uccisi dai sovietici. Ma, siccome l'Unione Sovietica era tra i Paesi vincitori della Seconda guerra mondiale, aveva beneficiato dell'amnistia concessa alle potenze vincitrici del conflitto [4].
    Durante gli anni della guerra fredda, le autorità comuniste polacche occultarono la questione in accordo con la propaganda sovietica, censurando deliberatamente qualsiasi fonte che potesse fare qualche luce sul crimine sovietico. La verità non fu nota pubblicamente fino alla caduta del comunismo nel 1989.
    Monumento in ricordo del massacro di Hatýn[5]Per coprire il massacro di Katyń, il Cremlino costruì la storia del massacro di Hatýn, una località bielorussa 60 km a nord di Minsk, dove nel 1943 venne compiuta una strage di militari russi. Sui manuali di storia sovietici venne raccontato solo l'eccidio di Hatyn, la cui colpa veniva attribuita all'esercito nazista occupante. Per decenni le autorità, le scolaresche, gli stranieri in visita furono condotti a Hatyn per apprendere tutti i particolari della barbarie germanica.
    Il depistaggio andò avanti per decenni, fino a quando nel 1993 il grande scrittore bielorusso Vasil Bychau denunciò pubblicamente alla radio l'uso strumentale di Hatyn. Tanto più - aggiunse - che con ogni probabilità la strage fu compiuta non dai nazisti tedeschi, ma dagli ucraini, loro alleati.
    La questione della responsabilità rimase controversa ad ovest così come oltre la cortina di ferro. Ad esempio, nel Regno Unito alla fine degli anni settanta, progetti per un memoriale delle vittime che recava come data il 1940 (piuttosto che il 1941) vennero condannati come provocatori nel clima politico della guerra fredda.
    La verità è rivelata [modifica]
    Nel 1989 studiosi sovietici rivelarono che Stalin aveva effettivamente ordinato il massacro, e nell'ottobre 1990 Mikhail Gorbachev porse le scuse ufficiali del suo paese alla Polonia, confermando che la NKVD aveva giustiziato i prigionieri e aggiungendo l'esistenza di altri due luoghi di sepoltura simili a quello di Katyn: Mednoje e Pyatikhatki. Il leader sovietico, però, sostenne che i documenti cruciali, tra cui l'ordine di fucilare 25 mila polacchi senza neppure avanzare contro di loro un capo di imputazione, non si sapeva dove fossero. Si può affermare che la vicenda può dirsi conclusa solo con la presidenza di Boris Eltsin.
    Nel 1992 alcuni funzionari russi rilasciarono documenti top secret del «Plico sigillato n. 1». Tra questi vi era la proposta del marzo 1940 di Lavrentij Beria, di passare per le armi 25.700 polacchi dei campi di Kozelsk, Ostashkov e Starobels e di alcune prigioni della Bielorussia e dell'Ucraina occidentali, con la firma (tra gli altri) di Stalin; estratti dell'ordine del Politburo del 5 marzo 1940; e una nota di Aleksandr Shelepin a Nikita Khrushchev del 3 marzo 1959, con informazioni sull'esecuzione di 21.857 polacchi e con la proposta di distruggere i loro archivi personali.
    Ultima modifica di C@scista; 08-04-10 alle 16:59

  4. #4
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    Predefinito Rif: Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    Ammissione tardiva, però sempre meglio di nulla... Peccato per l'inserimento, nella dichiarazione ufficiale, di questioni ulteriori. Avesse commemorato i soli militari polacchi, Putin e la Russia ne sarebbero uscite molto meglio...

  5. #5
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    Predefinito Rif: Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    Il sonno della ragione produce mostri...
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  6. #6
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    Predefinito Rif: Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    Il Premier Russo ha deciso di mettere on line i documenti del KGB in cui si ordinava l'assassinio di massa dei prigionieri polacchi: per gli storici è una notizia estremanete interessante

    RUSSIA IL DISGELO CON LA POLONIA Medvedev: svelero' i segreti di Katyn Pubblica online i documenti e promette a Varsavia l'intero dossier. Il polacco Tusk: ''Aspettiamo i fatti''

    ANNA ZAFESOVA I segreti di Stalin online, disponibili per tutti. E' il gesto clamoroso di Dmitry Medvedev, che ha ordinato di svelare al pubblico il dossier su KATYN, la strage di 22 mila ufficiali polacchi del 1940. Un eccidio ancora avvolto nel mistero e che a Varsavia viene vissuto come tragedia nazionale, una ferita che si e' riaperta due settimane fa, quando il presidente Lech Kazcynski insieme ad altre 95 persone e' morto sull'aereo che lo stava portando proprio a commemorare le vittime di KATYN. Da ieri sul sito dell'Archivio di Stato russo sono disponibili i documenti sulla strage, gia' consultati da circa due milioni di persone, soprattutto russi, polacchi e ucraini, che hanno mandato in tilt i server. Il dossier reso pubblico ieri non e' inedito, ma non era mai stato disponibile al pubblico. Medvedev pero' ha promesso anche di fornire a Varsavia documenti non ancora trasmessi, e inutilmente richiesti finora dal governo polacco. Ha annunciato che rendera' accessibile altro materiale d'archivio sulle purghe staliniane «perche' la Russia non ha nulla da nascondere» e «bisogna imparare la lezione della storia». «Credo sia nostro dovere farlo», ha detto. Un gesto simbolico, in chiaro disaccordo con Vladimir Putin, sotto la presidenza del quale 116 su 183 faldoni del dossier KATYN - gia' promesso a Lech Walesa da Boris Eltsin nel 1992 - erano stati mantenuti secretati, mentre i tribunali russi hanno respinto richieste di qualificare come «genocidio» la strage dei polacchi e di riconoscere i danni agli eredi delle vittime. E ieri il premier polacco Donald Tusk e' stato abbastanza freddo di fronte a quello che ha definito «un gesto di buona volonta'»: «Le parole non bastano piu', servono i fatti», ha detto, alludendo alla morte di Kaczynski. Nonostante gia' Mikhail Gorbaciov avesse ammesso nel 1990 la colpa di Mosca, negli ultimi anni diversi esponenti della politica russa erano tornati a sostenere la versione sovietica che la strage dei polacchi fosse stata organizzata dai nazisti. E anche tra chi ammetteva la responsabilita' sovietica, molti accusavano della strage i servizi segreti di Beria, mentre i documenti pubblicati ieri dimostrano che si tratto' di una decisione politica avvallata da tutta la leadership staliniana. Del resto, anche Putin, oggi premier, e' tornato su posizioni piu' miti visitando il 7 aprile il memoriale di KATYN, primo tra i leader russi. L'ex padrone del Cremlino non ha pronunciato le scuse tanto attese dalla Polonia, preferendo invece accomunare russi e polacchi come vittime del totalitarismo. La tragedia di Kaczynski ha commosso l'opinione pubblica russa e Medvedev aveva promesso e ieri Andrey Artizov, responsabile dell'Archivio di Stato russo, ha commentato la pubblicazione del dossier KATYN dicendo che «ora nessuno potra' dubitare che la colpa fu dei sovietici» e che «anche noi non abbiamo fatto solo del bene». Un'ammissione fino a pochi mesi fa impensabile nella retorica del Cremlino, che aveva scommesso sulla ricostruzione nell'immaginario popolare del mito della «grande Russia» che si «risolleva dalle ginocchia». E la decisione di Medvedev e' un segnale politico: se non la fine di un'epoca come sperano i liberali russi, almeno un ammonimento a chi, come il sindaco di Mosca Yuri Luzhkov, insiste per riempire la capitale alla vigilia dell'anniversario della vittoria nella seconda guerra mondiale di ritratti di Stalin.
    LASTAMPA.it
    Ultima modifica di C@scista; 07-05-10 alle 10:55

  7. #7
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    Predefinito Rif: Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    Citazione Originariamente Scritto da C@scista Visualizza Messaggio
    Mosca, 7 apr. (Apcom-Nuova Europa)
    Sveglia! L'ammissione di responsabilità ha avuto luogo nel 1990,... vent'anni fa.

  8. #8
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    Predefinito Rif: Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    Citazione Originariamente Scritto da Michele Visualizza Messaggio
    Sveglia! L'ammissione di responsabilità ha avuto luogo nel 1990,... vent'anni fa.
    All'epoca di Gorbaciov certo ma poi caduto Gorbaciov e dopo il ritiro di Eltsin si entrò in una fase ambigua in cui si cercava di ricominciare anegare la realtà storica da parte dei russi. Ora si è tornati ad ammetterla definitivamente.
    Ultima modifica di C@scista; 10-05-10 alle 19:00

  9. #9
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    Predefinito Rif: Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    Il vice presidente della Duma chiede nuove indagini, pare che la lettera di Beria sia un falso
    http://forum.politicainrete.net/poli...ml#post1144112
    in ogni caso i polacchi dovrenbbero chiedere scusa per gli 80.000 soldati sovietici morti nel campi polacchi nella guerra del 1920-22 (come ha chiesto Putin)
    Ultima modifica di Red Shadow; 11-05-10 alle 01:42
    Militia est vita nostra super terram.
    Siamo nati per soffrire e io ho soffritto molto.

  10. #10
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    Predefinito Rif: Dopo 70 anni la Russia ammette ufficialmente la strage di Katyn

    Citazione Originariamente Scritto da Red Shadow Visualizza Messaggio

    in ogni caso i polacchi dovrenbbero chiedere scusa per gli 80.000 soldati sovietici morti nel campi polacchi nella guerra del 1920-22 (come ha chiesto Putin)
    L'assassinio dei prigionieri di guerra una volta che questi si sono arresi è sempre un crimine di guerra per cui i polacchi sono a loro volta storicamente responsabili di questo crimine ma non dimentichiamo che nel 1922 i polacchi si difendevano da quella che era un'invasione da parte dell'armata rossa arrivata in Polonia (cioè a casa loro) mentre i russi dell'esercito di stalin che nel 1939 sterminano gli ufficiali polacchi prigionieri erano gli invasori della polonia (aggredita alle spalle da Stalin mentre i nazisti la invadevano contemporaneamente a occidente)
    Ultima modifica di C@scista; 11-05-10 alle 12:42

 

 
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