Il PRI di Ravenna: "No al Popolo della Libertà"

[Jan Hus]

L’Assemblea, infine, ritiene necessario ricercare, da subito, in Romagna e nel resto della regione, tutte quelle convergenze politiche e di intenti che consentano di rilanciare, in modo autonomo e protagonista, l’etica, i valori e l’organizzazione di una forza autenticamente repubblicana e laica.

La "ricerca delle convergenze" è sempre vagheggiata e rimandata al futuro.

Una posizione inconcludente e inutile.

[brunik]

Te lo dico io cosa avrebbe fatto:niente, perchè avrebbe perso le elezioni.

beh, il favoloso porcellum mica l'ha inventato questa sinistra, ma questa destra sul quale ti sei cristallizzato da anni.

[Parmigianino]

solo il ormai rappresenta i nostri valori!

[Lincoln (POL)]

beh, il favoloso porcellum mica l'ha inventato questa sinistra, ma questa destra sul quale ti sei cristallizzato da anni.

Ma non hai sempre detto che il "porcellum"è stato varato per metterlo in quel posto a Prodi?
Beh, se è cosi ha funzionato.

[Giuseppe Gizzi]

Agli organi d’informazione

Dichiarazione dell’assessore provinciale repubblicano Eugenio Fusignani

In questi ultimi tempi, le vicende repubblicane, che pure andrebbero trattate in altre sedi, tengono banco nelle cronache politiche locali. Appelli, richiami e voci provenienti un po’ da ogni parte si sono alternati, con particolare insistenza e malcelata protervia dai settori della pur minoritaria destra locale.
A questo siparietto, purtroppo, non si sono sottratti nemmeno alcuni repubblicani. Autorevoli amici hanno affermato che tutti i repubblicani ravennati hanno in comune la contrarietà alla collocazione PRI nel PDL. Peccato però che questa contrarietà non appaia nei loro documenti e non si trovino negli stessi le conseguenti conclusioni.
Se non sul voto da esprimere, dicano qualcosa almeno su quello da non esprimere.
Invece, questi amici, hanno sostenuto in direzione e nella recente e affollata “Assemblea dei Rappresentanti” (il più rappresentativo organismo provinciale dopo il Congresso), che queste non sono le nostre elezioni per cui occorre invitare i repubblicani al non voto, boicottando le urne o annullando le schede.
Che significa tutto questo? Forse che il futuro governo del Paese non riguarda tutti i cittadini, repubblicani compresi? O forse i repubblicani devono ritenere di far parte di un’altra repubblica, come talune componenti territoriali pare vogliano praticare.
Nel dna dei repubblicani non esiste il disimpegno al voto. Da sempre, infatti, il PRI si è fatto carico dei problemi del Paese, anteponendo l’interesse generale a ogni valutazione di parte.
Anche oggi, quand’anche non trovassimo in nessun schieramento pienezza di vedute con le nostre impostazioni, non possiamo ignorare che la politica è anche, e soprattutto, etica e, di conseguenza, il giudizio sui contendenti non può essere equidistante. In quest’ottica bisogna dire con chiarezza che i repubblicani non voteranno mai il PDL di Berlusconi e Fini, né tantomeno la destra, nelle sue più variegate componenti.
Che significa poi “libertà di coscienza”, libertà di votare per chiunque, dunque anche per Berlusconi?
Eppure siamo di fronte ad un passaggio politico, e quando il problema è politico, la risposta deve essere politica, e si esprime solo attraverso il voto; con chiarezza, responsabilità e coerenza. E soprattutto fuori da ogni equivoco od opportunismo tattico, sia interno sia territoriale.
Per questo, insieme alla stragrande maggioranza dei repubblicani ravennati, sostengo il documento che i segretari Bocchini e Gambi hanno presentato alle direzioni congiunte e all’assemblea. Un documento che non vuole difendere né posizioni né comode sedie in consigli d’amministrazione, caro Covato, ma che vuole unicamente difendere la storia e il pensiero del PRI. Una storia di cui siamo eredi e che si identifica con la storia del nostro Paese, dai moti del 1821all’Unità, fino alla guerra di liberazione e alla nascita della Repubblica. A differenza di un’altra storia, che ha caratterizzato, nel modo che sappiamo, un ventennio e che ha anch’essa degli eredi anche oggi ben identificabili. Vorrei, infatti, ricordare al consigliere di AN Covato che il PRI è prima di tutto antifascista, e che il PCI ha combattuto la lotta di liberazione al nostro fianco, e col ruolo fondamentale delle FF.AA. italiane.
Ed è nel PDL che albergano invece gli eredi di quella storia, che è costata al Paese sacrifici immani, di vite in primis.
E a conferma di ciò non c’è bisogno di citare un Ciarrapico qualsiasi, quando uno dei leader del PDL è quel Fini che solo pochi anni fa (prima di inchinarsi davanti al muro del pianto) aveva definito Mussolini il più grande statista del secolo scorso. Per non parlare della presenza, nelle liste del PDL, della nipote Alessandra, che di quel cognome (inteso come storia) va ancora orgogliosamente fiera.
Così anche l’analisi sulle differenze tra elettorato repubblicano e dirigenza è figlia di malafede o di superficialità. Quell’elettorato cui si riferisce Covato è già dal 1994 a destra, come testimoniano le lettere delle “inconsolabili vedove” del PRI che talora fanno capolino sui giornali. Per questo, caro Covato, stai tranquillo: il Pdl non prenderà nemmeno un voto dai repubblicani ravennati.
Anche il giovane coordinatore di FI, Ancarani, prima di sbraitare sui giornali per le posizioni del PRI ravennate, si legga la storia del nostro partito e provi a immaginare come sarebbero state le sue convinzioni se invece di essere stato avvicinato alla politica dalla folgorazione per un impresario come Silvio Berlusconi, avesse avuto l’opportunità di vivere l’esaltante stagione del partito di Ugo La Malfa.
Se poi non volesse sforzarsi di leggere, chieda ai suoi “fedeli alleati” (è sua l’inopportuna definizione) Francesco Nucara e Giorgio La Malfa. Conoscendo, infatti, la nostra matrice, non credo che siano fedeli né tantomeno sarebbero contenti di essere definiti tali.
Sappia, infatti, il giovane Ancarani, che i repubblicani sono abituati a discutere e non ad accontentarsi del verbo calato da Arcore, elaborato da maneger dell’azienda di famiglia.
Per quanto ci riguarda, noi siamo da sempre una componente importante del centro-sinistra, ma non siamo fedeli a null’altro se non ai nostri valori e ideali.
E la lealtà la concediamo solo a chi ce la riserva.
Condivido uno soltanto degli appelli fatti dal PDL, quello sul voto utile. Ma voglio tranquillizzarli anche in questo.
I repubblicani esprimeranno sicuramente un voto utile: quello per battere il PDL indispensabile per costruire le basi di una forza laica, democratica e riformatrice.
Anche per riscattare la vergogna di manifesti affissi più per dispetto che per logica politica, dal momento che sono presenti solo negli spazi elettorali di Ravenna (quelli del PRI o del PDL?) ma non in quelli di Forlì, Cesena e di altre realtà romagnole.
Il solo rammarico è che quei manifesti siano stati autorizzati da Francesco Nucara, e lasciati nelle mani di AN.
Con un effetto positivo però: l’idea rafforzata di non votare il PDL e quella di continuare ad essere il PRI e a rappresentarne la storia, gli ideali e i valori.

Ravenna, 28 marzo 2008

[brunik]

Ma non hai sempre detto che il "porcellum"è stato varato per metterlo in quel posto a Prodi?
Beh, se è cosi ha funzionato.

BEH CERTO CHE HA FUNZIONATO, QUESTA DESTRA ITALIANA E' L'UNICA DESTRA AL MONDO CHE COSTRUISCE LE LEGGI ELETTORALI PER IMPEDIRE DI GOVERNARE A CHI VINCE LE ELEZIONI L'UNICA COSA CHE IMPORTA E' CHE SILVIO FACCIA TANTI SOLDI COSI' A VOI VI DA' UNA BRICIOLA DI QUELLO CHE GLI AVANZA.

[lucrezio (POL)]

a giusè non se legge !

[saffi aurelio]

Beh, se è cosi ha funzionato.

Eh eh, certo che non mi pare il modo più leale.

[Giuseppe Gizzi]

[brunik]

eccheccazzo, tutti i repubblicani italiani non votano il centrodestra, basta vedere quanto ha preso il PRI l'ultima volta