MALUMORI NEL CENTRODESTRA: “E’ UN TRADIMENTO, GLI ELETTORI CHIEDEVANO ALTRO”….TREMONTI SMENTISCE UNA MANOVRA ESTIVA, MA PARLA DI UNA MANOVRA DA 8 MILIARDI NEL 2011….O SI SCOMMETTE SU UNA CRESCITA LEGATA A UNA MINORE PRESSIONE FISCALE O SI AMMETTA DI AVER TRADITO IL PROGRAMMA
I soldi in cassa non bastano e il governo avrebbe in mente di varare una manovra correttiva da 4-5 miliardi prima dell’estate, per puntellare i conti pubblici e sostenere le spese nei prossimi mesi.
Le voci sono circolate in parlamento da fonti vicine al premier e si dava per scontata la smentita di Tremonti, per evitare ripercussioni sul mercato dei titoli pubblici.
In realtà i tecnici del ministero starebbero già lavorando a un decreto, con l’obiettivo di recuperare almeno 5 miliardi, per finanziare la spesa corrente e in particolare alcuni impegni indifferibili, come le missioni italiane all’estero.
In pratica è nato un problema di liquidità appena è finito l’effeto dello scudo fiscale, senza contare che anche i giochi e le lotterie hanno fatto incassare meno del previsto.
Tremonti in ogni caso ha confermato la manovra da 8 miliardi a settembre, per ridurre il deficit 2011: tutto questo finirà per condizionare i conti pubblici perchè meno crescita significa che ci saranno anche meno entrate per finanziare la spesa corrente, col rischio di portare la manovra da 8 a 13 miliardi.
Il premier aveva promesso di non mettere le mani nelle tasche degli italiani, ma si rende conto che i soldi veri possono arrivare solo da una manovra fiscale: c’è chi ipotizza un ritocco delle accise su prodotti come gli alcolici, chi un aumento dell’Iva di 2-3 punti, magari presentando il tutto come un anticipo della riforma fiscale federalista.
Altre ipotesi al vaglio sono altri tagli alle spese per enti locali e sanità, ma in questo caso le riperucussioni locali sarebbero pesanti, con quasi tuti i Comuni che ormai boccheggiano, a forza di veder diminuire le entrare statali.
Che l’aria sia pesante lo dimostrano anche i titoli dei giornali di area centrodestra.
“Libero” titola “è un tradimento, gli elettori chiedevano altro” e il direttore Belpietro scrive che “se il governo varerà un giro di vite fiscale darà una pugnalata alle spalle al suo stesso elettorato, in gioco c’è la credibilità del centrodestra”, ricordando gli impegni contenuti nel programma del Pdl, in cui si prometteva libertà dall’oppressione fiscale.
Senza contare che ridurre ulteriormente la spesa porterà a ulteriori ritardi negli interventi sulle opere pubbliche o sulla ricostruzione dell’Aquila, sugli ammortizzatori sociali e sugli aiuti agli enti locali.
E il rischio concreto che, se la riforma fiscale federalista non entrerà a pieno titolo nella finanziaria 2011, i cinque anni di governo Berlsuconi si tradurranno nella mera applicazione del fisco di Visco.
Il governo è a un bivio: o scommette su ua crescita legata all’abbassamento della pressione fiscale o a questo punto sarebbe più onesto ammettere che non realizzerà (per la seconda volta) il programma economico fiscale per cui aveva chiesto ed ottenuto il consenso degli elettori nel 2008.
destra di popolo