La via maestra per il futuro dell'Italia e dell'UE
Servirà un Consiglio dei ministri della crescita
Per superare i timori della globalizzazione non servono i dazi doganali, bensì bisogna porre con estrema urgenza, in sede europea, l'esigenza di dare vita a un vero e proprio Consiglio dei ministri della crescita. Una proposta che va collocata all'interno di un ragionamento, per così dire, strutturale.
"Se sarò confermato dal Senato farò tutto quanto è nelle mie possibilità, insieme ai colleghi, per continuare a garantire e assicurare la prosperità dell'economia americana". Sono state queste le prime parole di Ben Bernanke, al momento di accettare dal Presidente Bush la nomina alla guida della Federal Reserve, la banca centrale americana. La parola chiave in questa dichiarazione è "prosperità". Prosperità significa crescita. Negli Stati Uniti è assodato che la politica monetaria deve contribuire sia alla crescita, sia a contenere i pericoli di inflazione. In Europa la parola chiave è invece "stabilità" dei prezzi.
La Banca Centrale Europea non ha altro mandato che questo, secondo il Trattato di Maastricht: scongiurare l'inflazione, garantire la stabilità monetaria. E fin qui questo si può comprendere ed anche approvare. Ma la crescita? A chi è affidata la crescita, e dunque la prosperità? Non alla Commissione europea, che in ragione del Patto di Stabilità è obbligata a sorvegliare le finanze pubbliche. Sacrificare la spesa pubblica parassitaria o improduttiva é una raccomandazione sacrosanta per il nostro Paese, ma il maggiore sforzo progettuale che deve essere messo in campo dal nuovo governo é ridare slancio e vigore alla nostra economia.
L'Italia deve tenere i suoi conti in ordine. Lo sappiamo bene ed è questa la ragione per cui il Ministro Padoa-Schioppa ha fatto una finanziaria rigorosa. Ma una cosa è tenere i conti in ordine salvando però le speranze dello sviluppo. Una cosa diversa e sbagliata è tagliare proprio sullo sforzo per la crescita e l'occupazione. Ma il paradosso non si ferma qui, perché, se i guardiani della stabilità abbondano la Bce, la Commissione, i ministri delle finanze, le ragionerie e le Corti dei Conti, i responsabili della crescita scarseggiano. Anzi, non ci sono proprio. E' già difficile nei singoli Paesi membri individuare un responsabile nazionale di crescita e occupazione. Lo stesso discorso vale per l'esecutivo dell'Unione, la Commissione e, infine, c'è il Consiglio. Anche al Consiglio, stessa situazione. C'è il Consiglio della Stabilità, cioè l'Ecofin, dove siedono i ministri delle finanze. Ma qual è, dov'è il Consiglio della Crescita? Non c'è, non esiste.
La proposta è dunque molto semplice. Bisogna che l'Europa, ferratissima quanto a governo della Stabilità, si doti di un governo della crescita. I manuali militari insegnano che se si hanno due obiettivi, bisogna sparare su di loro con due cannoni distinti. Non si può continuare ad avere un cannone solo che punta esclusivamente al rigore dei conti. Se non si rilancia l'economia europea, gli spari cui saremo destinati ad assistere sono quelli delle molotov che abbiamo appena visto in azione nelle banlieue dei maggiori centri urbani francesi. Occorre quindi che ci sia un Consiglio della Crescita, probabilmente una formazione specializzata del già esistente Consiglio competitività. E che tutti i governi nazionali prendano sul serio, molto sul serio, l'enorme responsabilità che hanno nel soddisfare la domanda di sviluppo economico e occupazione che sale dalle proprie opinioni pubbliche.
tratto da Amici di La Malfa - P.R.I. Treviso