Salterebbe le ultime 3 gare di campionato se i bianconeri saranno qualificati in Champions
Buffon: «Porto la Juve al sicuro e poi mi fermo per 20 giorni»
Il portiere della Juve: «Ho bisogno di fermarmi per tornare al top. Agli Europei comunque ci sarò»
MILANO — S'arrende soltanto alla prodezza balistica di David Villa. Prima, nel polveroso stadio Valero, spazzato dal vento, Gianluigi Buffon era stato il solito muro invalicabile. A vederlo all'opera, teso e reattivo, veniva da pensare che i problemi alla schiena fossero acqua passata. E invece era soltanto la speranza di un momento. Le sue parole aprono una piccola ferita nel cuore degli ottimisti: «Come sto? Non sono al top, diciamo che rispondo presente...». Quasi una sfida, quella del portiere. Più forte del dolore e della ragionevolezza, che gli imporrebbero un periodo di riposo. Donadoni trattiene il fiato, preoccupato della situazione di Buffon più di quanto non lo sia del suo futuro senza contratto. Gigi può cambiare gli equilibri di forza agli Europei. Con lui è un conto. Senza, l'avventura sarebbe molto più complicata. «Mi alleno con una certa attenzione, ma non è vero che non posso giocare tre partite in una settimana». È pronto ad affrontarle, magari stringendo i denti. Perché Buffon non molla mai. Uno di quelli che, insieme a Cannavaro e Gattuso, tira il gruppo. Loro tre sono l'anima della nazionale, che ha in testa un progetto meraviglioso: vincere l'Europeo dopo il Mondiale. Come fece la Francia, a nostre spese, in Belgio e Olanda nel 2000.
Il portiere non vuole perdersi questa opportunità per niente al mondo. Ha allungato il contratto con la Juve (sino al 2013), spera di tornare in fretta a lottare sia per lo scudetto sia per la Champions League, ma adesso vorrebbe alzare un'altra coppa con la maglia della nazionale. In Austria e Svizzera ci sarà, ad ogni costo. Anche con la schiena a pezzi. Ma da qui ad allora proverà a guarire: «Per tornare al top mi servono almeno venti giorni di riposo», l'ammissione nella zona mista di Elche, dopo la sconfitta indolore contro la Spagna. Il piano del portierone è semplice: qualificare la Juve alla prossima Champions League il più in fretta possibile e poi lasciare strada al suo vice Emanuele Belardi che in questa stagione, per necessità, lo ha sostituito già sette volte (quattro in Coppa Italia e tre in campionato). «Nel momento in cui l'obiettivo sarà centrato potrei fermarmi », dice al di là della transenna. Buffon ha un progetto in testa: giocare le prossime cinque partite contro Parma, Palermo, Milan, Atalanta e Lazio e saltare le ultime tre con Siena, Sampdoria e Catania. Se così fosse avrebbe quasi un mese di tempo per rigenerarsi (dal 28 aprile sino al 25 maggio) prima di presentarsi a Coverciano. Il problema sarà quantificare l'obiettivo bianconero: perché adesso la Juve difende il terzo posto dall'assalto di Fiorentina e Milan, ma non perde di vista il secondo della Roma, lontana otto punti. In ogni caso Buffon non dovrà finire sotto i ferri: «Terapie e riposo sono le migliori medicine».
Donadoni aspetta fiducioso. Conta di averlo al cento per cento all'Europeo. «Se non potrò fermarmi, andrò così. E guarirò durante le vacanze», dice senza mezzi termini. Una soluzione che il c.t. spera di scongiurare. Nei prossimi giorni parlerà lui stesso con Claudio Ranieri contando sulla ragionevolezza del tecnico bianconero. Ma anche Donadoni sa bene che finché la Juve è in ballo per qualcosa di concreto Buffon giocherà. Intanto è già molto importante che non perda gli Europei. Con lui e Amelia, abili e arruolati, c'è ancora da individuare il terzo portiere tra De Sanctis (favorito), Sereni e Roma. Toldo è per l'emergenza. Ma in Federcalcio fanno gli scongiuri: nessuno s'immagina l'Italia senza il suo muro.