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  1. #1
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito Pensioni: solo la Lombardia copre spesa Inps. Sud: record evasione e assistenzialismo

    Puntualmente quasi ogni anno arrivano le varie inchieste e i vari rapporti sullo stato pensionistico. Prima di parlare di revisioni dei coefficienti, aumenti di su e di giù, lotte all'evasione, ecc. bisognerebbe leggerseli per capire un po' di cose...

    Ecco qui una mini-cronologia e poi l'ultimo rapporto di qualche giorno fa.

    Citazione Originariamente Scritto da INPS 1997

    Copertura spese INPS
    Anno: 1997
    Fonte: INPS
    Rapporto fra entrate e uscite

    Trentino Sud Tirol 99,0%
    Veneto 97,3%
    Lombardia 96,4%

    (…)

    Basilicata 38,8%
    Sicilia 37,3%
    Calabria 29,0%

    Media Italia 64,5%
    Nord 88,5%
    Centro-Sud 53,1%


    Saldo dei conti INPS
    Anno: 1980-1997
    Fonte: INPS
    Saldo, in Lire, pro-capite per cittadino residente

    Lombardia +40.700.729
    Lazio +22.229.138
    Veneto +17.107.037
    Trentino Sud Tirol +12.759.381

    (…)

    Sicilia -30.029.877
    Molise -36.153.614
    Basilicata -40.585.924
    Calabria -41.873.917

    Media Italia -849.868
    Nord +16.287.160
    Centro-Sud -15.838.809

    Tradotto in parole povere:

    - La Lombardia (e potete farlo per le altre regioni che volete) al 1997 aveva una copertura delle spese INPS (rapporto fra entrate ed uscite) del 96,4%, a fronte di una media statale del 64,5%

    - Tra il 1980 ed il 1997, il saldo con interessi per ogni cittadino residente in Lombardia è di +40,7 milioni di lire (ossia: ogni cittadino lombardo ha versato 40 milioni in più di quello che ha ricevuto in pensioni), mentre la media statale è di -1 milione

  2. #2
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Siamo al 2005...

    Citazione Originariamente Scritto da Rapporto Spesa Statale 2003 (pubblicato nel luglio 2005)

    http://www.informanziani.it/modulo.php?id=770

    La spesa per le pensioni si concentra al Nord ma è nel Mezzogiorno che in percentuale si riceve molto di più di quanto si è versato. E' quanto emerge dal quinto Rapporto sulla regionalizzazione della spesa statale elaborato dal sottosegretario al Welfare Alberto Brambilla, secondo il quale nel 2003 su circa 37,2 miliardi di disavanzo Inps (che rappresenta circa il 70-80% delle prestazioni erogate in Italia) quasi 22,2 miliardi (il 60%) sono da imputare al Sud, a causa del forte divario nell'area tra entrate e uscite. Se, infatti, il Nord contribuisce alle entrate per il 64,7% del totale, il Sud contribuisce per appena il 14,2% (il 21,1% il Centro). Nelle uscite per prestazioni, invece, il Mezzogiorno rappresenta il 27% del totale, contro il 19,2% del Centro e il 53,8% del Nord.

    La spiegazione va cercata - avverte il Rapporto - nel tipo di prestazioni erogate. Se al Nord infatti si concentrano le pensioni di vecchiaia (in Lombardia ad esempio ogni 100 prestazioni, 59,4 sono di vecchiaia, di cui 24,2 di anzianità, 22,5 ai superstiti, 5,7 di invalidità e 12,4 assistenziali), al Sud la maggior parte delle prestazioni è assistenziale (in Calabria su 100 assegni solo 31,2 sono di vecchiaia, di cui 4,7 di anzianità, mentre 20,9 sono ai superstiti, 22,2 di invalidità e 25,6 assistenziali). Così il Nord versa solo il 13,5% in meno di quanto incassa, mentre questa percentuale sale al 21% al Centro e al 62% al Sud.

    Considerando i tassi regionali di copertura, solo il Trentino Alto Adige e la Lombardia versano più di quanto ricevono, mentre le altre Regioni hanno tutte in media uno sbilancio tra entrate e uscite, fino al caso limite della Calabria, che contribuisce ad appena il 25,2% della propria spesa pensionistica. La situazione di disavanzo è molto peggiorata negli ultimi vent'anni, afferma ancora il Rapporto. Se nel triennio 1980-1982 l'Inps incassava 83,2 euro per ogni 100 euro di prestazioni, nel periodo 2001-2003 le entrate per ogni 100 euro di uscite sono scese a 72,8 euro medi. Il tasso di copertura più basso è quello della Calabria, ma i cali più vistosi del tasso di copertura sono stati registrati in questi anni dalla Campania (dal 60,5% al 40,8%) e dal Piemonte che, anche a causa della crisi industriale, è sceso dall'87% al 72,6%. Anche in Lombardia, comunque, il grado di copertura è sceso, passando dal 110% al 102,2%. Inoltre, in questi vent'anni le entrate sono cresciute del 483,2% (in linea con i redditi da lavoro dipendente saliti del 454%) mentre le uscite sono aumentate del 635,4%. Secondo il Rapporto, dal 1980 al 2003 il disavanzo complessivo accumulato dal sistema Inps espresso in moneta 2003 ammonta a 616 miliardi di euro, equivalente al 45% del debito pubblico 2003. Se si aggiunge anche il disavanzo degli altri enti previdenziali, la quota di questo debito su quello complessivo ammonterebbe al 60%.

    Il Rapporto presentato oggi all'Abi elabora poi anche i dati sulla spesa statale (al 2001) effettuando una regionalizzazione (sul 68,2% della spesa sostenuta, perché una parte - come i pagamenti verso l'estero - non è imputabile alle singole regioni). Se si considera la spesa pro capite al netto degli interessi sul debito, la Lombardia è all'ultimo posto con 2.031 euro di spesa pro capite netta, a fronte dei 4.862 del Lazio, degli oltre 8.000 della Valle D'Aosta, e degli oltre 7.000 del Trentino. La Calabria si ferma a 3.763 euro pro capite, meno del Molise (4.920) ma più del Veneto (2.194).

  3. #3
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Un'altra analisi del 2005...

    Citazione Originariamente Scritto da Rapporto Spesa Statale 2003 (19 luglio 2005)

    Semaforo rosso ai conti dello Stato nel Mezzogiorno

    Per le pensioni il Sud riceve molto più di quanto eroga. Pollice verso anche sul fronte delle entrate fiscali

    http://www.managementesviluppo.com/d...ett.asp?id=776

    ROMA. Semaforo rosso ai conti dello Stato nel Sud: il Mezzogiorno ha il maggior peso all’interno del debito pubblico, registra il più alto disavanzo Inps e offre un basso contributo sul fronte delle entrate. Nel 2003 il saldo fra entrate e uscite per la spesa pensionistica ha registrato un disavanzo di 37,2 miliardi di euro, contro i 33,3 dell’anno prima. La spesa per le pensioni si concentra al Nord, ma il Sud riceve molto più di quanto versa. Solo Lombardia e Trentino Alto Adige versano più di quanto ricevono. Lo segnala la quinta edizione del rapporto “La regionalizzazione del bilancio statale”, presentato questa mattina a Roma nella sede Abi da Alberto Brambilla, sottosegretario al Welfare e autore del rapporto. Lo scopo dichiarato è quello di fornire ai decisori politici informazioni per la programmazione economica e l’intervento statale in un Paese immobile, che ha difficoltà a coprire con i contributi la spesa del welfare.

    Squilibri nei conti previdenziali di molte Regioni che, soprattutto al Sud, assumono dati preoccupanti. «Se il Sud non si sviluppa - è l’assunto del rapporto - tutto il Paese andrà incontro a pesanti difficoltà, poiché né Nord né Unione europea potranno più fornire le risorse necessarie per garantire a quelle zone del Paese livelli accettabili di sviluppo». La spiegazione va cercata nel tipo di prestazioni erogate. Al Nord, infatti, si concentrano le pensioni di vecchiaia, al Sud la maggior parte di quelle assistenziali.

    Previdenza e pensioni

    Nella spesa previdenziale le uscite per il Sud sono circa il doppio rispetto alle entrate. Mentre al Nord e al Centro il rapporto fra entrate e uscite è abbastanza equilibrato, il Sud versa ben il 62% in meno di quanto riceve in termini di prestazioni. Il 70,3% delle entrate contributive è incassato dall’Inps, il 26,2% da altri enti pubblici (Inpdap, Ipost, Enpals) e il restante 3,5% dalla casse privatizzate e dai fondi integrativi. Il 64,7% proviene da regioni del Nord, il 21,1% dal Centro e il 14,2% dalle regioni del Mezzogiorno. Il 72,9% delle uscite è erogato dall’Inps, un ulteriore 25% dagli altri enti previdenziali e il 2% da casse professionali privatizzate e fondi integrativi. Nella distribuzione territoriale delle uscite il peso del Nord è pari a 53,8% del totale, mentre quello del Centro pesa il 19,2% e il Sud il 27 per cento.

    «Un paese immobile – spiega Alberto Brambilla, autore della ricerca – che perde capacità contributiva e accelera sulle spese per Welfare soprattutto di tipo assistenziale». Quasi tutte le regioni hanno saldi negativi e in peggioramento. Positivi la Lombardia e il Trentino Alto Adige, che però riducono l’attivo rispetto al 2002, seguite dal Veneto che passa da un saldo 2002 positivo a un disavanzo di lieve entità. «L’auspicio – sottolinea Brambilla – è che vengano varate anche in modi bypartisan, politiche economiche che mirino, nell’arco di un decennio, a far sì che tutte le Regioni italiane siano autosufficienti almeno al 75%, lasciando il finanziamento dell’altro quarto di spesa a un Fondo di solidarietà nazionale». La situazione di disavanzo è molto peggiorata negli ultimi vent’anni. Il livello più basso di copertura si registra in Calabria, mentre il peggioramento più marcato è segnato dalla Campania, seguita da Sicilia e Puglia. Solo tre regioni nel Sud migliorano: Molise, Basilicata e Sardegna. Nel Centro i tassi di copertura scendono dappertutto, tranne nelle Marche. Il Piemonte evidenza la crisi del tessuto produttivo, registrando un calo del tasso di copertura, la Liguria sconta l’invecchiamento più elevato della popolazione in Italia.

    Il disavanzo complessivo accumulato dal sistema Inps è pari al 45% dello stock di debito pubblico 2003. Se si aggiunge anche il disavanzo degli altri enti previdenziali pubblici, si raggiunge una quota patrimoniale pari al 60 per cento. Esaminando la spesa sociale sul debito pubblico il Mezzogiorno produce il 67,8% del deficit totale, il Centro assorbe il 12,4%, mentre il Nord concorre per il 19,8 per cento.

    Entrate fiscali

    Il maggiore contribuente italiano è il Nord, che nel 2001 ha versato il 57,2% dei tributi arrivati nelle casse dello Stato, contro un 22,5% del Mezzogiorno e un 20,3% di quello del Centro. Su un totale di 333,784 miliardi di euro di entrate tributarie l’84% rappresenta, secondo lo studio, il gettito complessivo regionalizzato, che è pari a 281,844 miliardi di euro. La distribuzione tra le tre aree del Paese segnala che il Nord contribuisce per 161,2 miliardi di euro, il Centro per 57,2 e il Sud per 63,36.

    Calcolando i saldi al lordo degli interessi, il Nord versa oltre 29,3 miliardi di euro in più di quanto riceve, mentre il Sud consuma 77,7 miliardi di euro in più di quanto versa; il Centro è in passivo per 16,8 miliardi di euro. Considerando, invece, il saldo al netto degli interessi, il Nord evidenzia un saldo di circa 58,8 miliardi di euro contro un deficit di Centro e Sud rispettivamente pari a 4,2 e 54,2 miliardi di euro.

    Sul totale Irpef di 123,36 miliardi di euro, 71,83 provengono dalle regioni del Nord, 25,53 dal Centro e 25,99 dal Mezzogiorno. Le maggiori entrate arrivano da Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Per l’Irpeg, che vale 32,61 miliardi di euro si collocano ai primi due posti sempre Lombardia e Lazio, l’Iva vede invece in testa la Lombardia seguita da Veneto ed Emilia Romagna. Ogni cittadino del Nord Italia contribuisce in media con 6.305 euro, uno del Centro con 5.182 euro, mentre un abitante del Sud solo con 3.057 euro.

    La Lombardia è quella che paga più imposte per abitante (6.999 euro), seguita da Emilia Romagna (6.614 euro) e Valle d’Aosta (6.303 euro). Il maggior gettito pro capite è, dunque, prodotto dalle regioni del Nord, che presentano tutte valori superiori ai 5mila euro, mentre al Sud fanalino di coda è la Calabria che versa 2.616 euro pro capite, seguita da Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia che si attestano intorno ai 3mila euro. Nel complesso i cittadini del Nord pagano 3.623 euro in più di quanto ricevono dallo Stato, quelli del Centro 1.115 euro, mentre al Sud si pagano 907 euro pro capite in meno di quanto si riceve. «Ignorare i dati contabili di ciascuna regione – conclude Brambilla - e non mettere in cantiere un vero decentramento, anche se ovviamente progressivo, in termini di federalismo fiscale e attribuzione di responsabilità a ogni singola realtà territoriale ricomprendendo anche il contrasto al lavoro sommerso, non crea certamente le condizioni per un miglioramento dello sviluppo e della competitività».

  4. #4
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    E arriviamo ad oggi...

    Pensioni, solo in Lombardia più contributi che erogazioni. Assistenzialismo record al Sud

    25 marzo 2008

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero

    In Italia solo la Lombardia presenta un saldo previdenziale positivo, vale a dire che la quota di contributi versati dai lavoratori è superiore alle prestazioni pensionistiche erogate. Male la Liguria e tutte le Regioni del Sud, con il record di Benevento dove ci sono più pensioni che occupati. E' questo il quadro che emerge dalla ricerca dell'Associazione Artigiani e Piccole Imprese Cgia di Mestre, che ha analizzato la spesa pensionistica e i relativi contributi versati dai lavoratori all'Inps per ciascuna Regione nel 2005.

    Dell'intera spesa pensionistica nazionale, solo il 77,5% è "coperta" dai contributi versati dai lavoratori (siano essi dipendenti o autonomi). Infatti, a fronte degli oltre 238 miliardi di euro di spesa, il gettito contributivo è pari a 184,6 miliardi. In pratica il deficit, nel 2005, è stato di quasi 53,5 miliardi di euro. E proprio l'analisi a livello regionale permette di mettere in evidenza le forti differenze esistenti tra Nord e Sud del Paese, differenze dovute principalmente a due fattori: lo scarso flusso contributivo presente al Sud (dovuto alla fortissima presenza di lavoro nero) e l'eccesso delle prestazioni assistenziali presenti nel Mezzogiorno. Così, mentre il 75% delle pensioni di anzianità sono concentrate nel Centro-Nord (dove è stata maggiore l'industrializzazione del paese) le prestazioni assistenziali sono prevalentemente concentrate al Sud: «Appare evidente – commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – che tra le tante proposte avanzate da molti esperti in materia previdenziale bisogna attivarsi per una seria lotta all'evasione contributiva ed effettuare un monitoraggio attento e puntuale sulle misure di sostegno al reddito, altrimenti il sistema rischia di non essere più gestibile economicamente».

    In particolare, se solo la Lombardia ha un saldo previdenziale positivo (+ 35,8 milioni di euro pari ad un tasso di copertura del 100,1%), il Lazio (96,9%) e il Veneto (94,6%) seguono e occupano gli altri due posti. Subito dietro il Trentino Alto-Adige (93,1%) e l'Emilia Romagna (80,9%). Drammatica la situazione al Sud: esclusa la Liguria (penultimo posto con una copertura del 52,6%) gli ultimi posti in classifica sono ad appannaggio delle regioni meridionali. Terzultimo posto di Puglia e Sicilia (entrambe con una copertura del 54,9%) e, fanalino di coda, la Calabria (51,1%). Infine l'analisi della Cgia di Mestre ha analizzato anche l'incidenza del numero di pensioni sugli occupati per ogni provincia, dimostrando che in due province ci sono un numero di pensioni erogate superiore al numero di occupati che versano i contributi, vale a dire Benevento (102,5 pensioni ogni 100 occupati) e Lecce (101,5 ogni 100 lavoratori). A Terni situazione di "parità": il numero di pensioni è pari agl numero di occupati. La più virtuosa è la provincia di Bolzano che registra solo 50,6 pensioni erogate per ogni 100 occupati.


  5. #5
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    I dati dell'ultimo articolo sopra postato.



  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Bèrghem Visualizza Messaggio
    I dati dell'ultimo articolo sopra postato.



    Povera Liguria. Sempre più vecchia, sempre più povera, sempre più itagliana.

  7. #7
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    Predefinito milano....la capitale morale d'itaglia..............?!??!

    Citazione Originariamente Scritto da Bèrghem Visualizza Messaggio
    Puntualmente quasi ogni anno arrivano le varie inchieste e i vari rapporti sullo stato pensionistico. Prima di parlare di revisioni dei coefficienti, aumenti di su e di giù, lotte all'evasione, ecc. bisognerebbe leggerseli per capire un po' di cose...

    Ecco qui una mini-cronologia e poi l'ultimo rapporto di qualche giorno fa.
    Dal Televideo Rai di oggi:
    CONTI LIECHTENSTEIN, 390INDAGATI A ROMA Sono 388 le persone indagate nell'inchiesta della Procura di Roma sui conti correnti in Liechtenstein. Gli accertamenti interessano anche due società. Sulla vicenda indagheranno 37 procure. I fascicoli sono stati trasmessi dalla capitale agli uffici di competenza. La maggior parte delle posizioni interessa Milano(circa 100),poi Roma (60),Bolzano (40), Firenze (20). Pochissimi casi al Sud.I reati ipotizzati sono la infedele e omessa dichiarazione dei redditi. I fatti presi in esame risalgono al 2002 e sono a rischio prescrizione.
    http://www.televideo.rai.it/televide...jsp?pagina=141

    Aggiugiamoci, fiorani, parmalat, fiat, italcementi, impregilo, per non parlare di cavour, savoia e compari........e voi vi scandalizzate per un "falso penzionato" che fa fatica ad arrivare a fine mese??!!

    ma fatemi il piacere.

    dopo 147 anni di colonialismo piemontese/italiota l'indipendenza sarebbe una manna per Due Sicilie.

  8. #8
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    e infatti vi si sente a far casino dalla mattina alla sera.
    Ah... sti siculo secessionisti.. mai un minuto di pace..
    Se vedòm!

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da ves69 Visualizza Messaggio

    dopo 147 anni di colonialismo piemontese/italiota l'indipendenza sarebbe una manna per Due Sicilie.
    Mai visto al mondo un colonialismo che depreda a tal punto i coloni e arricchisce a tal punto i colonizzati .
    Siete l'unico caso al mondo, complimenti vivissimi per questa ennesima peculiarità

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da ves69 Visualizza Messaggio
    Dal Televideo Rai di oggi:
    CONTI LIECHTENSTEIN, 390INDAGATI A ROMA Sono 388 le persone indagate nell'inchiesta della Procura di Roma sui conti correnti in Liechtenstein. Gli accertamenti interessano anche due società. Sulla vicenda indagheranno 37 procure. I fascicoli sono stati trasmessi dalla capitale agli uffici di competenza. La maggior parte delle posizioni interessa Milano(circa 100),poi Roma (60),Bolzano (40), Firenze (20). Pochissimi casi al Sud.I reati ipotizzati sono la infedele e omessa dichiarazione dei redditi. I fatti presi in esame risalgono al 2002 e sono a rischio prescrizione.
    http://www.televideo.rai.it/televide...jsp?pagina=141

    Aggiugiamoci, fiorani, parmalat, fiat, italcementi, impregilo, per non parlare di cavour, savoia e compari........e voi vi scandalizzate per un "falso penzionato" che fa fatica ad arrivare a fine mese??!!
    peccato che per l'evasione fiscale DI MASSA del sud ci sia quasi sempre solo impunità, altro che "rischio di prescrizione"...

 

 
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