Tratto da :http://www.iltempo.it/2008/03/21/856...ito_nord.shtml
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L'IMPROVVISO BISOGNO DI ASSISTENZIALISMO
OGGI FINISCE LA LEGA, HA TRADITO IL NORD
La Lega Nord, nata ufficialmente nel 1991 a Pieve Emanuele in provincia di Milano, ufficialmente si sfascia oggi a Malpensa.
Il 10 febbraio di diciassette anni fa i rappresentanti dei movimenti autonomisti delle regioni settentrionali furono convocati da Umberto Bossi - segretario della Lega Lombarda - per sancire la nascita del movimento che, nelle intenzioni e nelle promesse elettorali, avrebbe dovuto portare alla liberazione della Padania dal cappio fiscale che le stringeva il collo. Ai cittadini della parte più dinamica del paese veniva detto che le risorse da loro faticosamente prodotte venivano sistematicamente sottratte con le armi del fisco per essere redistribuite ad altre parti d'Italia. Tra gli strumenti dell'assistenzialismo, uno era ed è particolarmente odiato: Alitalia. La compagnia di bandiera veniva percepita come un'azienda inefficiente, incredibilmente costosa e a conti fatti inutile. Il mercato dei trasporti aerei offriva molte e valide alternative al gruppo italiano, i cui bilanci in fragorosa perdita venivano sistematicamente rimessi in sesto con iniezioni di denaro pubblico. E i lombardi, a suon di paga e taci, finirono per incazzarsi e dare mandato al Senatùr di risolvere il problema.
Nel 2008, il Nord, come Alice, ha attraversato lo specchio. La Lega è il partito che con maggior tenacia si oppone alla vendita di Alitalia ad AirFrance, tanto che - se dobbiamo dar retta a Pierferdinando Casini - le durissime prese di posizione di Silvio Berlusconi sono una sorta di pegno ai lumbàrd. Perché? La risposta è semplice: grazie ai voti guadagnati interpretando la protesta del Nord, la Lega ha conquistato posizioni di potere a cui non vuole più rinunciare. Più della fedeltà al mandato elettorale ricevuto, può la facoltà di nominare qualche dirigente e forse di distribuire un po' di lavoretti nei collegi elettorali di riferimento. Ma questo, cosa ha a che fare con gli interessi del Nord? Nulla. Come ha giustamente rilevato il forzista Benedetto Della Vedova in un interessante forum ospitato ieri dal Foglio, Alitalia "era morta e sepolta e doveva finire come Sabena e Swiss Air", cioè fallire. Che non significa uccidere Malpensa, ma costringere lo scalo lombardo a ritagliarsi un ruolo nell'ambito di un mercato liberalizzato e in forte crescita. Solo che questo finirà per intaccare le rendite garantite dalla vita all'ombra di un monopolio nazionale. Il paradosso è che la Lega, nata per abbattere questo assistenzialismo, si trova oggi a difenderlo e a reclamare la sua buona fetta di denaro dei contribuenti. Sennonché l'Italia che lavora non può essere spremuta all'infinito: se si vuole salvare i produttori, bisogna far fuori i parassiti, anche quando stanno in Lombardia e votano il Carroccio. Altrimenti saremo costretti a pensare che, anziché portare a Roma la voce del Nord, Bossi & Co. hanno importato in Lombardia il clientelismo di cui denunciavano l''esistenza nel Mezzogiorno. Adesso abbiamo capito: non era rabbia, era invidia.
Carlo Stagnaro
21/03/2008
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