Con il Presidenzialismo serve il maggioritario. Ecco perché | Generazione Italia
Con il Presidenzialismo serve il maggioritario. Ecco perchè
di Italo Bocchino
Partiamo dai fatti. “Non si può ragionare del modello francese prescindendo dalla legge elettorale”, ha detto ieri Gianfranco Fini nel corso di un convegno sul Presidenzialismo. Francamente, considerando anche il tono “accademico” dell’incontro, non mi sembra un’affermazione né errata scientificamente né provocatoria. Come ha fatto notare oggi Giovanni Sartori sul Corriere, ogni sistema istituzionale ha la “sua” legge elettorale, “parte integrante e costitutiva dell’edificio”.
Il Presidenzialismo con il proporzionale esiste solo in Sud America, spauracchio spesso evocato a sproposito ogni qualvolta si parla di Presidenzialismo, e in Israele, dove ha dimostrato di funzionare malissimo.
Difendere l’attuale legge elettorale è possibile nell’attuale contesto di repubblica parlamentare. Il proporzionale (con lista bloccata) esiste in regimi del genere – si pensi alla Germania – e serve a rafforzare il partito di maggioranza che solo dopo le elezioni indica il Presidente del Consiglio o il Cancelliere. Tale legge elettorale garantisce una totale corrispondenza tra maggioranza parlamentare e capo dell’esecutivo che è spesso anche il leader del partito di maggioranza.
Nelle Repubbliche presidenziali, si pensi a Francia e USA, il Parlamento viene eletto con il maggioritario, anche per garantire una forza maggiore al Parlamento nella dialettica con l’esecutivo, attraverso un meccanismo di elezione del membro della Camera che non si svolge solo all’interno delle segreterie dei partiti, ma necessita di un consenso popolare da ottenere nel singolo collegio. Un modo anche per garantire maggiormente la libertà del parlamentare, che non può non tener conto dell’umore del proprio elettorato ogni qual volta si esprime in Parlamento.
Pur preferendo personalmente il maggioritario uninominale a turno unico, nel caso del sistema francese, a doppio turno, vanno sottolineati alcuni aspetti. Il sistema adottato dai cugini d’Oltralpe rende irrilevanti le terze forze. Casini, per dirla a chiare lettere, farebbe la fine di Bayrou, che nelle ultime elezioni è stato ridotto all’irrilevanza. Non solo, ma il sistema francese ha dimostrato di saper escludere gli estremisti. Di Pietro farebbe la fine un Le Pen qualsiasi.
Casini e Di Pietro out, insomma. Non credo che a Berlusconi dispiacerebbe poi tanto, questa legge elettorale alla francese.