Originariamente Scritto da
Gaio Mario
Interpretazione, la Tua, tipicamente reazionaria-conservatrice, socialcattolica ed anche marxisteggiante (anche Marx apprezzava i variopinti legami sociali del medioevo. In soldoni: la Rivoluzione Francese ha distrutto la società pluralista e radicata europea, creando la Nazione la quale si è astratta dalla comunità tradizionale di sangue e suolo ed ha finito così per distruggere lo Stato.
Niente di più "falso": la Nazione è stata al contrario l'inverarsi moderno di quella comunità di sangue e di suolo, secondo forme più aperte, omnicomprensive ed includenti. L'aristocrazia invece non era più nulla, se non una somma di privilegi ed immunità, con ben pochi riferimenti al territorio, alla comunità, che non fossero questioni patrimoniali: prova ne è che il Re di Francia, Luigi XVI sposò una donna di altro popolo, un'austriaca. Prova ne sono gli intrecci dinastici europei perduranti durante tutto l'800. Prova ne è che gli aristocratici fomentarono Inghilterra, Olanda, Prussia, Austria, Piemonte per costituire eserciti coalizzati contro la Francia. Prova ne è che uno dei più grandi istituti comunitari della modernità, l'esercito di leva popolare, nasce con la Rivoluzione Francese. Prova ne è l'emergere, se vogliamo formale, ma vale per rendere l'idea, del "cittadino" che accantona il "suddito" o il "devoto fedele". Prova ne è che un'entità internazionalista come la Chiesa viene ridimensionata e rischia di essere annientata, pur essendo invece salvata proprio dai rivoluzionari, come Robespierre, che credevano nella sua anima nazionale e popolare.
La Rivoluzione Francese, e le Rivoluzioni Nazionali, hanno avuto una sola colpa, agli occhi dei cattolici e dei "reazionari": svuotare, giustamente, le chiese, e riempire le caserme e i palazzi dello Stato, le università, e le scuole pubbliche e forse anche le associazioni sportive e culturali "laiche".