la consulta delle terre libere, ass "la città di Ar" (SS), comitato gettiamo le basi (Ca), a manca pro s'indipendentzia, cantiere sociale (AHO), circolo v. margutta (P. Torres)
invitano tutti all' incontro- dibattito
TURCHIA Tulipani Rossi
"il caso di Avni Er e Zeynep Kiliç"
Sabato 5 Aprile 2008 ore 17.30
saletta odradek, via torre tonda 42 SS
Intervengono:
Avv. Flavio Rossi Albertini- difensore di Avni Er
Paolo Muscas- ricercatore dell' Università di Cagliari di Storia Contemporanea Mediorientale
Mauro Bulgarelli- momentaneamente senatore
Dolores Lai- in rappresentanza della delegazione italiana in Kurdistan per il Newroz 2008
coordina: Cristiano Sabino ( A manca pro s'Indipendentzia)
No all’estradizione dei due militanti turchi del DHKC arrestati quattro anni fa nel territorio Italiano. La sentenza del tribunale è stata rinviata al 10 aprile 2008.
Avni Er e Zeynep Kiliç, in carcere dal primo aprile del 2004, sono stati condannati rispettivamente a 7 e 5 anni di reclusione per partecipazione ad associazione terroristica internazionale. Avni Er e Zeynep Kiliç sono due comunisti turchi, militanti del DHKP-C (Partito-Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo), che sono reclusi nelle carceri italiane (Avni è incarcerato a Badu ‘e Carros). Perché? Avni e Zeynep, rifugiati politici in Italia, svolgevano a Perugia, insieme ai loro compagni dell’ufficio informazione di Bruxelles, un meticoloso lavoro di denuncia sui crimini dello stato fascista turco.
“Quali sono i miei crimini?
Io sono un comunista. Non posso far passare nel silenzio i massacri che avvengono nel mio Paese. Cerco di informare tutti coloro che difendono i diritti umani nel mondo delle disumane condizioni e dei massacri in Turchia. Io sono accusato di aver "protestato"contro il ministro estero della Turchia, nel Parlamento Europeo in Bruxelles.
Infatti il Ministro turco è stato contestato durante un suo discorso in parlamento. Questa protesta era legittima e democratica. Mentre lui faceva il suo discorso, sono stati mostrati alcuni cartelli riportanti fotografie dei corpi bruciati dei prigionieri durante uno dei tanti attacchi militari nelle carceri turche. Nella fattispecie erano fotografie del massacro avvenuto nel 1999 in Ankara ordinato dal governo che il Ministro rappresentava. Tale ferocia doveva essere denunciata a tutto il mondo. Anche se durante la protesta io non c'ero sono totalmente solidale. E' un dovere per tutti coloro che difendono i diritti umani e la democrazia protestare contro i massacri dello stato fascista turco.”
Uno stato che nella storia si è macchiato di veri e propri crimini contro l’umanità, sempre coperti, massacrando armeni, curdi e oppositori politici. Uno stato che è sempre stato protetto dall’imperialismo in virtù della sua collocazione geografica (ben prima di Cuba, gli USA utilizzarono il suolo turco come base missilistica, in questo caso antisovietica). Uno stato che non deve avere la possibilità che Avni e Zeynep, estradati, vengano sottoposti a tortura come viene fatto tanti rivoluzionari e democratici turchi che si battono per la libertà.
Avni e Zeynep si sono macchiati della colpa di diffondere questi dati: 4 colpi di stato dalla fondazione dello Stato turco (l’ultimo nel 1980); 30.000 Kurdi uccisi, 8.000 villaggi bruciati e centinaia di migliaia di profughi della guerra del Kurdistan turco del 1990; 21 prigioni che, il 19 dicembre del 2000, per 4 giorni vennero assaltate da 8 battaglioni della gendarmeria e 8.335 soldati utilizzati per stroncare la resistenza dei detenuti che si opponevano al trasferimento nelle celle di isolamento di tipo-F, 20.000 bombe lanciate nei dormitori, 28 prigionieri assassinati e circa un migliaio di feriti e/o violentati in questa operazione definita cinicamente “Ritorno alla vita”; 122 morti per sciopero della fame contro la violazione dei diritti umani e l’isolamento carcerario; 2.000 prigionieri politici, decine di intellettuali minacciati dall’estrema destra al potere e parecchie migliaia di mandati d’arresto internazionali contro gli oppositori in esilio.
Questi sono i dati che danno la patente “democratica” a uno stato del genere. Questa è la realtà che annovera tra i terroristi anche chi si batte per la libertà. E si, perché il DHKP-C fa parte della lista nera delle organizzazioni terroristiche elaborata da Bush & co. In seguito agli attentati dell’11 settembre.
E pensare che questa lista nera, recepita vergognosamente dall’Unione Europea, secondo il senatore svizzero del gruppo parlamentare europeo dell’ALDE (Alleanza dei liberali e democratici europei, non proprio dei compagni…) Dick Marty "è deplorevole e viola i diritti umani e le libertà fondamentali".
Di fatto i criteri "delle sanzioni sono ampi e imprecisi" e le sanzioni stesse "possono essere applicate in base a semplici sospetti". Queste le parole di Marty che chiede, inoltre, che le persone iscritte vengano informate delle accuse loro imputate, che possano difendersi di fronte a un'istanza indipendente, che abbiano diritto a un indennizzo in caso di violazione ingiustificata dei loro diritti. A oggi le persone iscritte nella lista nera (che non hanno nessuna possibilità di farsi togliere) non possono più viaggiare né ritirare denari dai propri conti e sono spesso obbligate a interrompere le loro attività.
Sulla base di questi criteri Avni e Zeynep sono stati arrestati il 1 aprile di quattro anni fa durante un'operazione repressiva di dimensioni internazionali organizzata dalle Autorità turche in collaborazione con le Autorità di vari Stati europei, Italia in testa. Il governo Berlusconi ben si prestò a questa operazione, ma la cosa non è cambiata successivamente poiché (memore dell’operazione Ocalan) il governo di centro-sinistra, con l’allora ministro di grazia e giustizia Clemente Mastella, ha firmato l’estradizione, il 7 maggio scorso, di Zeynep verso la Germania e di Avni verso la Turchia.
Il 23 gennaio di quest’anno si è svolto a Perugia il processo d’Appello ai due prigionieri politici Avni Er e Zeynep Kiliç che ha visto confermate le condanne comminate in primo grado a 7 anni di reclusione per Avni e 5 per Zeynep e l’espulsione a fine pena di entrambi dal territorio italiano. La sentenza di estradizione è prevista per il 10 aprile.
Durante la serata verrà proiettato un documentario sull'assalto alle carceri turche e presentato il libro Turchia. Tulipani Rossi.
Il libro. Una leggenda turca racconta che una giovane di nome Ferhad, inoltratasi nel deserto in cerca dell’amore perduto, era caduta sopra dei sassi aguzzi ferendosi. Le sue lacrime ed il sangue si mescolarono assieme facendo fiorire i tulipani rossi, divenuti da allora simbolo di una passione infelice. Fiori che mani pietose portano sulle tombe dei ragazzi morti nelle carceri turche.
Il libro è un testo prezioso che contiene notizie inedite, piani e mappe delle grandi potenze per gli accaparramenti e le spartizioni delle risorse energetiche del mondo, progetti agghiaccianti che non tengono conto della sofferenza delle madri delle vittime che sanno solo sorridere perchè le loro lacrime sono terminate da un tempo infinito.
È un’inchiesta e al contempo una riflessione storica sulla Turchia, un paese problematico attraversato da profonde contraddizioni economico-sociali, culturali, politiche dove spesso le questioni nazionali occultano quelle di classe. E' molto più di un lungo reportage, molto di più della denuncia della repressione e tortura di militanti e oppositori politici che nella quasi indifferenza del mondo, si attua pressochè sistematicamente in un grande e popoloso paese candidato all'ingresso nell' Uione Europea.