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Discussione: I conti segreti di ETA

  1. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da bixio_cv Visualizza Messaggio
    A volte quelli che fanno le cose più da "duri" agli occhi degli altri compagni possono apparire come dei "sboroni", a volte lo è a volte no.

    Per fare i soldi (tanti e tantissimi) specie per organizzazioni militari ma anche non militari che hanno migliaia di militanti come fare?
    Estorsioni? dipende a chi. (contro padroncini e commercianti di un certo livello che al 100% sono ladroni)
    Rapine? Certo
    Traffico di droga? situazione molto particolare ma anche molto articolata ma che non escludo a priori.

    Senza soldi non si fa un beato cazzo purtroppo e farsi troppi scrupoli porta alll'immobilità che tante organizzazioni soffrono.

    Mica si parla di rubare la pensione alle vecchiette fuori dall'INPS.....


    Per capirci, e spero in modo definitivo, dopo di che, forse, c’è solo diversità di punti di vista. Una formazione rivoluzionaria è chiaro che ha necessità di fondi per poter svolgere la propria attività (stampa, comunicazione in generale, locali, spese di trasporto eccetera). Naturalmente più la formazione è estesa ed articolata più serviranno fondi. Principalmente si tratterà di reperire questi fondi al proprio interno, tra i militanti, e poi tra i vari livelli della “simpatia” politica.

    Ora, se si è il partito politico è istituzionale e quindi appartenente al novero di quelli considerati dallo stato funzionali al sistema (e questo accade nei paesi a capitalismo avanzato come in Italia) si riceveranno finanziamenti pubblici e in più sei nel giro delle prebende di varia provenienza (dipende dal “valore aggiunto” che puoi metter sul piatto). E questo non è il nostro caso.

    Se sei invece una forza antisistema, comunista per giunta, sicuramente si dovrà rinunciare a questo tipo di fondi: rimangono quindi quelli interni e in più cespiti di vario tipo (che ne so, proprietà di cui si dispone o altro).

    Il problema del finanziamento “extralegale”, per una formazione rivoluzionaria, nasce quando questa si trova ad agire in un ambito non legale e in cui la scelta di appropriarsi dei fondi attraverso vie “particolari” rientra nel rischio più generale che corre per via della sua condizione di clandestinità. E in questo caso è chiaro che il rischio che corre, esempio, per una rapina in una banca, è un rischio interno all’attività che già di per sé è rischiosa perché ti sottopone all’esposizione continua e quindi alla repressione delle forze nemiche. È chiaro che in questo caso non si va tanto per il “sottile” e si fa quello che normalmente non si fa in situazioni di legalità. Ma a questo punto nasce anche una domanda che la forza rivoluzionaria deve porsi: il reperimento delle risorse può incrinare le fondamenta dell’agire politico? Io penso di no perché ritengo che la pratica dell’ “autofinanziamento” debba passare attraverso il vaglio della legittimazione politica di questa pratica. Non basta in questo caso solo la giustificazione della necessità dei fondi. Perché a questo punto potrebbe essere giustificata anche la tratta della prostituzione o degli schiavi.

    Un confine quindi deve porsi. Ed è quel confine segnato dai punti fermi che la prassi rivoluzionaria definisce in base al principio della non contraddittorietà tra mezzi e fini. Naturalmente non sempre le situazioni sono cristalline, a volte bisogna valutare, ma sempre secondo questo principio.

    Conclusione: dire che i soldi sono necessari è ovvio quanto banale. Non si tratta di non farsi scrupoli (gli scrupoli di solito ce l’hanno le persone timorose e incerte), ma di capire quale strada percorrere. L’immobilità di cui soffrono tante organizzazioni “rivoluzionarie” penso che sia la diretta conseguenza di una ben precisa impostazione generale e quindi di una pratica conseguente. Ma poi il contrario della immobilità non è la… mobilità. Ma questo diventa un altro discorso.

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Outis Visualizza Messaggio
    Nelle trattative con l'Eta, formalmente rotte l'estate scorsa dal gruppo armato basco, il governo "socialista" spagnolo di José Luis Zapatero propose fra l'altro una unificazione delle istituzioni dei Paesi Baschi e della Navarra: lo riferisce oggi il quotidiano El Mundo. L'offerta venne respinta dall'Eta, all'interno della quale la linea della trattativa guidata da Josu Ternera venne scavalcata dall'ala oltranzista diretta da Lopez Pena, detto 'Thierry', che prese il controllo della direzione esecutiva dell'organizzazione.
    Secondo fonti citate da El Mundo, il gruppo armato indipendentista venne preso dal panico all'idea di dover deporre le armi. Quella di una unificazione dei Paesi Baschi con la Navarra è una delle principali rivendicazioni degli indipendentisti baschi. La trattativa, secondo El Mundo, si svolse a Ginevra nel maggio
    2007, cioè dopo l'attentato Eta all'aeroporto di Madrid Barajas, che nel dicembre 2006 fece due morti. Le discussioni si svolsero attorno a due tavoli: uno politico, con Batasuna, uno militare, con esponenti di Eta. La tregua e il tentativo di negoziato vennero dichiarati formalmente conclusi nel luglio 2007 dall'organizzazione armata basca.
    Notizia molto interessante, che a mio avviso mostra la totale impossibilità di credere ad ETA come interlocutore politico oggi.
    Questo non vuol dire in alcun modo promuovere Zapatero a vittima della situazione, nè tanto meno a politico moderato illuminato.
    Come ho scritto nel mio lavoro sulla Spagna, che presto potrà essere letto, è stato proprio nel maldestro tentativo di far apparire il dialogo con ETA una carta della risoluzione delle ventuali istanze indipendentistiche basche, che Zapatero ha mostrato tutta la propria inconsistenza politica, ed il proprio opportunismo. Z. voleva apparire escuisivamente come l'uomo buono del dialogo ed ha confuso volutamente il tentativo di mettere ETA in condizioni di non offendere, con un causa per il dialogo concernente la questione basca.
    Ebbene, anche se il 90% dell'opinione di estrema sinistra ( specie quella esterna alla Spagna, ma anche una parte di quella interna) crede il contrario, sostengo con convinzione e fermezza che il dialogo con ETA è del tutto post-politico, e che spacciare ETA come portavoce del popolo basco è offensivo nei confronti dei baschi. Se vi fosse un politico spagnolo realmente interessato alla possibilità di autodeterminazione integrale dei paesi baschi, semplicemente dovrebbe farsi portavoce di una modifica costituzionale che preveda che una parte possa decidere per il tutto ( cioè una comunità autonoma possa decidere in maniera slegata dal resto dell'intera nazione spagnola).
    Detto ciò, Zapatero, non ha avanzato in alcunchè in questo eventuale processo, scegliendo invece il dialogo con una formazione terrorista che non può avere alcuna pretesa rappresentativa della società basca.
    L'unico obiettivo di Zapatero, peraltro in questo senso legittimo, è far scomparire ETA come banda armata, puntando al compromesso, cosi' come lo Stato italiano può essere interessato, e solo a tratti e facendoci affari allo stesso tempo, a far scomparire la mafia e punta con il compromesso politico. Il meccanismo è identico. Un gioco di mafie intrecciate, in cui la politica non centra nulla, lo Stato scende a patti, si piega, coglie l'interesse comune, poi rialza la testa. In questo il partito socialista spagnolo ha mostrato, più ancora del partido popular, tutta la sua enorme ambiguità e l'intreccio di interessi sporchi in cui è palesemente coinvolto.
    L'unico obiettivo di ETA è la rivendicazione interna, con forti pressioni, per la liberazione di quelli, che in gran parte a torto, essa ritiene prigionieri politici.

    Dunque, il dialogo con ETA, non ha nulla a che vedere con il principio di autodeterminazione della comunità autonoma basca, ma è un tavolo parallelo autoreferenziale che non potrà mai portare a nulla, se non ad un compromesso tra le parti, inteso alla scarcerazione dei prigionieri da parte di ETA, e all'intensificazione dei privilegi economici da parte della borghesia basca, che, come più volte ho sostenuto, fa di ETA un gioco da usare al momento opportuno. Ed in tutto ciò è impressionante come il braccio politico di ETA non abbia la forza culturale di sganciarsi dalla logica circolare in cui la situazione è precipitata. Chiaramente anche Batasuna, e le proprie riproduzioni, giocano conil fuoco e non capiscono che solo un recidere i fili con ETA, come fece a suo tempo Aralar, potrebbe dare una carta da giocare realistica alla causa per cui sostiene di lottare. Ma evidentemente, Batasuna stessa ha paura di lasciare per sempre l'opzione armata, paura di non farcela ad estendere la propria causa ad una parte consistente della società basca, e paura sopratutto del dominio del ramo militare onnipresente che domina, con ritorsioni e minacce, le possibilità di far prevalere la politica sulla chiusura settaria delle armi.

    Il fatto che di fronte ad una proposta politica molto forte come l'unificazione della CAV con la Navarra, ETA abbia rifiutato, dimostra semplicemente, che la partita non si gioca più a livello politico, ma a livello di mera rivendicazione interna di sopravvivenza, come gruppo mafioso armato, in grado di svolgere una funzione di destabilizzazione e pressione permanente.
    Zapatero, dunque, oltre a non aver fatto nulla di buono per i baschi, ha anche contribuito a creare confusione tra i piani, dando una legittimità politica ad un gruppo armato che, visti i precedenti, non può averne in alcun modo, offendendo dunque la stessa forza politica di una causa indipendetista, che minoritaria o meno che sia, resta comunque legittima e sacrosanta nei suoi termini puri.

  3. #23
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    State facendo le "pulci" ad un"organizzazione seria di matrice MARXISTA-LENINISTA che combatte sul proprio suolo dall"affrancamento capitalista del regime IMPERIALISTA MULTINAZIONALE SPAGNOLO,e che ha in carcere molti compagni baschi (anche quelli che non militano nell"ETA)...complimenti...mi fate pensare...(e non bene!).

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da danko Visualizza Messaggio
    State facendo le "pulci" ad un"organizzazione seria di matrice MARXISTA-LENINISTA che combatte sul proprio suolo dall"affrancamento capitalista del regime IMPERIALISTA MULTINAZIONALE SPAGNOLO,e che ha in carcere molti compagni baschi (anche quelli che non militano nell"ETA)...complimenti...mi fate pensare...(e non bene!).

    Personalmente non sono tra quelli che come dici tu "fanno le pulci" ad ETA però se dobbiamo essere precisi l'ETA di cui si sta parlando e che attualmente e da diversi anni oramai è predominante non è l'ETA-pm nè l'ETA-sesta assemblea ma l'ETA-m ovvero l'organizzazione dei milis che non è marxista-leninista. Quella di cui parli tu è ETA-pm mentre altre parti di ETA-sesta assemblea è confluita in altre formazioni comuniste basche e spagnole. ETA-m ha sempre abbracciato elementi del marxismo ma senza mai diventare marxista-leninista.

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da danko Visualizza Messaggio
    State facendo le "pulci" ad un"organizzazione seria di matrice MARXISTA-LENINISTA che combatte sul proprio suolo dall"affrancamento capitalista del regime IMPERIALISTA MULTINAZIONALE SPAGNOLO,e che ha in carcere molti compagni baschi (anche quelli che non militano nell"ETA)...complimenti...mi fate pensare...(e non bene!).
    danko, mi sembra un po' limitante usare l'espressione "fare le pulci" quando mi sembra che si parli in termini di analisi seria di un'organizzazione in tutte le sue determinanti e nel suo contesto reale.
    Io tento solo di fare un'analisi accurata della realtà, dei ruoli, delle ideologie
    A parte il corretto apunto di sandinista sulla natura ideologica dell'attuale ETA, quello su cui ti vorrei far pacatamente riflettere, è il fatto che quando parliamo dei paesi baschi, non stiamo parlando di una realtà in cui vi è oppressione di un popolo, culturale o politica. Che vi siano militanti di ETA in carcere e non solo di ETA non lo discuto affatto, e sono prontissimo a discutere la pratica reattivo-repressiva delle istituzioni spagnole in determinati casi.

    Ma posto questo, e posto che ciò avviene in ogni paese capitalista europeo ci sono due però da non poter in alcun modo trascurare:

    1- ETA non è un gruppo di cui semplicemente non condivido l'ideologia e la metodologia di fondo, ma è un gruppo armato che ha compiuto stragi di innocenti assolutamente gratuite, a ripetizione e, a ben vedere, del tutto ingiustificabili secondo un'analisi lucida del contesto basco.
    2- Sono contrario a parlare di prigionieri politici, cosa che molti in maniera affrettata ed ingiusta fanno, nel caso di etarras implicati in stragi, omicidi a sangue freddo. ( altro discorso per arresti di militanti politici, comunque legati all'intorno etarra, ma di cui dovremmo discutere caso per caso).
    Qui, danko, nel caso degli etarra attivi, la politica non c'entra, poichè i paesi baschi non vivono uno stato emergenziale che induce a lotte di quel calibro.
    Dove la lotta assume quei connotati, c'è qualcosa dietro che proprio non va.
    E ti assicuro che il proletariato basco non si riconosce in alcun modo in ETA . Eta ha assassinato senza alcun problema uomini semplici, lavoratori, comuni cittadini, immigrati.
    quindi, per favore, non veniamo con il discorso di ETA come organizzazione del popolo, perchè il granchio che si prende ad affermare ciò, è davvero bello grosso. In ogni caso ne riparleremo dal vivo, poichè davvero la questione mi sta cuore, e non mi piace continuare ad affrontarla continuamente da dietro uno schermo...


    Insomma nessuna pulce ( potresti parlare di pulce se mi mettessi a sindacare sulla resistenza irachena con aria di sufficienza, come fanno i ben pensanti bertinottiani pacifisti, ma qui il discorso è completamente diverso e mi sembra importantissimo capirlo). Qui si tratta solo di analisi, unita al rispetto profondo per la situazione basca, i diritti dei baschi, la memoria degli 800 morti di ETA, e le vere e veraci aspirazioni anticapitalistiche dell'intera Spagna, dei baschi, dei comunisti tutti e di chi crede in una lotta popolare.
    In proposito cercati documenti di chiarissima e fermissima condanna a ETA da parte di tutti i gruppi marxisti baschi, e in generale spagnoli....

  6. #26
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    Si prega i compagni rivoluzionari di visitare il sito "www.askapena.org"...non ho nient"altro da dire...che ognuno resti della propria opinione!Non ho nessuna intenzione di continuare questo discorso con chi critica ETA,ne sù internet,nè di persona...

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Personalmente non sono tra quelli che come dici tu "fanno le pulci" ad ETA però se dobbiamo essere precisi l'ETA di cui si sta parlando e che attualmente e da diversi anni oramai è predominante non è l'ETA-pm nè l'ETA-sesta assemblea ma l'ETA-m ovvero l'organizzazione dei milis che non è marxista-leninista. Quella di cui parli tu è ETA-pm mentre altre parti di ETA-sesta assemblea è confluita in altre formazioni comuniste basche e spagnole. ETA-m ha sempre abbracciato elementi del marxismo ma senza mai diventare marxista-leninista.
    Caro COMPAGNO,lo sò benissimo che tu non fai le "pulci"...un"abbraccio...passo e chiudo definitivamente sulla questione ETA!

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da danko Visualizza Messaggio
    Si prega i compagni rivoluzionari di visitare il sito "www.askapena.org"...non ho nient"altro da dire...che ognuno resti della propria opinione!Non ho nessuna intenzione di continuare questo discorso con chi critica ETA,ne sù internet,nè di persona...
    scusa danko, ma non riesco a seguirti.
    o stai scherzano, oppure non capisco perchè hai assunto all'improvviso questa posizione rigida e settaria da dire persino che non ne vuoi più parlare neanche di persona.
    Sperando si tratti di uno scherzo, spero di parlarne presto a voce, per chiarirci le idee in proposito...

    Con stima

  9. #29
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    ho visitato il sito che danko consigliava.
    Ci sono informazioni interessanti, che non contrastano necessariamente con il giudizio che esprimo su ETA,
    Quando parlo di ETA, caro Danko, parlo, in realtà, del amico-nemico ambiguo di tutte quelle associazioni, movimenti, che nel sito vengono descritte...
    Io non metto in alcun modo in discussione la complessità della situazione nei paesi baschi, nè giustifico i metodi dello Stato nella repressione del dissenso e dei movimenti su basi ingiustificate.
    La prima cosa da fare, dunque, è dividere il discorso sui paesi baschi, tra ETA e movimenti che si muovono su binari ben diversi.
    Poi possiamo continuare ad avere divergenze, approfondire la situazione storica, capire quali sono i rapporti tra ETA e i movimenti e i partiti politici che si vanno riformando nel tempo...ma non possiamo confondere ETA con ogni forma di opposizione esistente nei paesi baschi...
    questo peraltro è ciò che spesso fanno i media spagnoli, e i poteri politici.

    Da parte di chi analizza, in proposito, ci deve essere la massima chiarezza...

    negli ultimi tempi, e dico per fortuna, da parte di quasi tutte le forze antagoniste, spesso schierate su posizioni ambigue, c' è stata una nettissima presa di distanza da ETA, nella chiara coscienza, a mio avviso corrretta, che le modalità di agire dle gruppo, contrastano profondamente, con gli stessi obiettivi politici di quella parte di società civile che il sito descrive..

  10. #30
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Devo ammettere che "l'irruzione" di TA sul problema Basco/Eta inizialmente mi ha disorientato, metteva in discussione tutte le mie "certezze", da allora stò informandomi e approfondendo la conoscenza dei paesi baschi oggi, ho scoperto realtà che prima non immaginavo esistessero, mi bastavano i ricordi, mitici, di Eta, anni "70-"80, ma oggi, mi/vi chiedo, qual'è la funzione rivoluzionaria di Eta, e perchè quasi tutte le organizzazioni M-L, basche e spagnole, le sono ostili, vorrei risposte e non i slogans.
    Stò anche notando che basta tirare due pomodori per passare da antagonisti e fare attentati per passare da rivoluzionari, forse bisogna rileggersi il Lenin del"l'estremismo malattia infantile del comunismo".

    ARDITI NON GENDARMI

 

 
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