Varese - "PD e PdL? Due supermercati che vendono la stessa merce". Storace infiamma trecento fedelissimi all'ombra del garibaldino

Con Storace torna in piazza l'orgoglio nero

Dirigenti in giacca e cravatta, militanti con la testa rasata e i giacconi neri. Per tutti, occhiali scuri d’ordinanza. Gli striscioni con le croci celtiche. L’inno di Mameli all’inizio e alla fine del comizio e le canzoni con ritmo da marcia per introdurre e persino un bambino in nero baciato dall’onorevole, come le mascotte d’un tempo nei reparti militari. Con Francesco Storace torna a Varese l’orgoglio nero, con il suo carico di storia e di simboli. Altro che morte delle ideologie, qui il senso di appartenenza è più vivo che mai.
La Destra presenta i suoi candidati all’ombra del garibaldino: accanto a Francesco Storace – presidente del partito – l’aspirante presidente della Provincia Fabio Castano, oltre al senatore Stefano Lo Surdo e ai dirigenti locali. L’attacco più diretto e ripetuto è quello ai “cugini” di AN, che hanno tradito e dimenticato la propria storia e ora chiedono il voto utile agli italiani: «Dire a una persona che il suo voto è inutile è un atto di arroganza» tuona l’ex presidente della Regione Lazio, prendendosela con il concetto bipartisan di voto utile sbandierato da Berlusconi e Fini, come da Veltroni. E rimarcando la sostanziale (a suo dire) uguaglianza dei programmi, paragona PD e PdL a «due supermercati che propongono gli stessi prodotti, con solo pochi centesimi di differenza sui singoli prodotti». Gli applausi accompagnano la critica alla proposta di voto gli immigrati: «A quando il corano nelle scuole?».
Naturalmente ce n’è anche per la sinistra e l’esperienza del governo Prodi, per i «campioni del relativismo» che hanno impedito al Papa di parlare e che vorrebbero che «persone dello stesso sesso possano sposarsi e, un giorno, adottare anche un figlio». Per non dire poi di un tema cardine della destra, la lotta contro l’immigrazione: una minaccia per la sicurezza, ma soprattutto per l’identità italiana: «Un giorno saranno loro, in casa nostra, a dirci: “prego, per voi solo pane e lavoro”, come un tempo dicevano ai nostri emigranti in giro per il mondo». Sulla vicenda Malpensa commenta: «folle rinunciare allo scalo, specie dopo l'assegnazione dell'Expo 2015» e contemporaneamente si scaglia contro i «fuochi d'artificio» degli annunci di Veltroni e Berlusconi.
E’ una Destra di popolo, che non ha paura di promettere scelte tabù, come «che le tasse vanno tagliate a chi le paga già. Ma bisogna farle pagare ai redditi di banche e assicurazioni: basterebbe alzare l’aliquota sulle rendite dell’1% per avere l’equivalente di due leggi elettorali». E riferendosi alla repressione in Tibet e alle olimpiadi, promette che se la Destra governerà, «non un atleta italiano partirà per la Cina, dove i diritti umani sono sacrificati agli interessi economici».


Sabato 5 Aprile 2008
R. M.
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