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  1. #1
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    Arrow Buona lettura...Le capitali e il loro costo (N. Zitara)

    Le capitali e il loro costo
    Prima dell'unità, l'Italia (o meglio la Toscopadana) era considerata il paese delle cento città. A metà Ottocento nessuna nazione dell'occidente poteva vantare altrettante città e altrettanto famose.
    Vi erano otto città capitali o ex capitali: Torino, Milano, Venezia, Genova, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Queste città, alle quali bisogna aggiungere Padova e Bologna, erano note a qualunque europeo colto.
    A tale atlante urbano il Sud continentale partecipava poco o niente, perché il Regno era vasto e la capitale era una sola. Persino Capua, con la sua storia che attraversa i millenni, Amalfi, antesignana dell'Italia marinara, Taranto madre di traffici mediterranei e fautrice di secolari guerre contro Roma, stimolavano soltanto qualche ricordo scolastico. Non così la Sicilia, per la sua storia diversa, per la sua civiltà originale, che si fonda sull'idea di giusto e non sull'idea di legalità, ciò in contrasto con l'Europa razionalista e illuminista, come Camilleri ci sta spiegando. Oltre che Palermo, anche Siracusa, Messina, Agrigento raccontavano qualcosa a qualunque orecchio di colto.
    Angioini, aragonesi, castigliani, catalani sottosvilupparono la Palermo araba, normanna e sveva e la sottomisero a Napoli. Per tre secoli, Napoli fu la città d'Italia, le altre erano poca cosa in quanto urbe. L'Italia unita aggredì Napolì frontalmente.
    In meno di un anno (settembre 1860- maggio 1861) Cavour fece più danni che cinque eruzioni del Vesuvio e una cinquantina di terremoti. Napoli, per resistere, sfoderò la sua arte ironica, sarcastica, melodica, idilliaca, nostalgica, ciò fino al tempo di Mussolini, il quale completò l'opera di Cavour, spogliando Napoli a favore della vicina Roma - fatte le debite proporzioni - allo stesso modo del Senatus Populusque Romanus duemila e duecento anni prima.
    Umberto Nobile, ultimo interprete della modernità napoletana, Marotta, Totò, ultimi cantori di Napoli morente, altri di non altrettanta pregnanza, cambiarono residenza. Napoli da monnezza.
    Cosa era costata alle popolazioni meridionali e siciliane la costruzione dell'urbe napoletana un bravo statistico potrebbe persino quantificarlo. Grosso modo un pane al giorno a milioni di loro per trenta o quaranta generazioni. L'Italia ci ha fatto un favore alleggerendo i meridionali di un siffatto costo?
    Non lo si può dire, in Italia si parla male di Garibaldi, ma è in verità Napoli di Carlo II e dei suoi grandi filosofi e riformatori, di Vico, di Genovesi, di Filangieri, di Galluppi, aveva rimesso il genio in sella, aveva riportato il paese napoletano nella centralità europea, lo aveva rimesso sulla strada dello sviluppo economico, gli aveva dato un'identità mondiale. Oggi le cento città toscopadane, illustri città d'arte, genitrici di Ri-nascimento e di Ri-sorgimento succhiano il nostro lavoro, ci calmierano il pane.
    Il calabro-romano-milanese, Marco Minniti, governaetore in pectore della Regione Calabria, esulta perché Milano ha ottenuto d'essere la sede dell'Esposizione universale 2015. Non vivrò tanto per pagare il prezzo che ciò costerà agli infelici (e fessi) meridionali.
    Spero soltanto che l'onorevole signore prima citato segua l'esempio sparagnino del suo donno, D'Alema, e ottenga una bella casa popolare alla Bovisa, dove i milanesi spenderanno qualcuno dei cento miliardi e passa che verranno loro devoluti dalle famiglie meridionali.
    "E se non piangi/di pianger suoli?"

  2. #2
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    Da "Il portale del Sud"

    Alla vigilia della II guerra mondiale Napoli contava circa 900.000 abitanti che, con la provincia, arrivano a 1.750.000 [1]. Nel corso del ventennio fascista era quindi decaduta da prima a terza città d’Italia. Il regime dittatoriale in un primo tempo aveva fatto registrare progressi in campi quali quelli dell’edilizia e degli edifici pubblici, dell’orario lavorativo e del sistema previdenziale e dell’alfabetizzazione. Ma il divario nord-sud crebbe vorticosamente, specialmente nello strategico settore delle comunicazioni ferroviarie e stradali e delle opere pubbliche in genere che, salvo eccezioni, resteranno praticamente le stesse dell’epoca giolittiana, e che troveranno un successivo sviluppo solo con l’avvento della Repubblica.

    http://www.ilportaledelsud.org/quattrogiornate.htm


    Quali fatti hanno portato Napoli, nel ventennio fascista, a diventare la terza città d'Italia per numero di abitanti quando prima era stata per secoli la prima?

    Qualcuno può darmi una risposta? E' un pezzo di storia che mi manca questo.

  3. #3
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    Tra le città del sud vale la pena ricordare anche Salerno, capitale d'Italia (della parte liberata dal nazi-fascismo) per 5 mesi.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Salerno...ale_d.27Italia_

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da mosongo Visualizza Messaggio

    Umberto Nobile, ultimo interprete della modernità napoletana, Marotta, Totò, ultimi cantori di Napoli morente, altri di non altrettanta pregnanza, cambiarono residenza. Napoli da monnezza.
    Umberto Nobile, il rappresentante dall'alto grado tecnologico dell'Università di Napoli nei primi del 900 - eredità della grande scuola napoletana di epoca borbonica.
    Progettava dirigibili, e strumenti di precisione per l'aviazione.
    Ma non soltanto per l'Italia, mezzo mondo e persino gli Stati Uniti si rivolgevano a lui per i progetti in avionica.
    Costruì per i norvegesi il primo dirigibile - il "norge" - della storia che attraversò il polo nord.
    Tutte le costruzioni aereonautiche mondiali del tempo erano legate ai suoi insegnamenti.

    Fu protagonista di una sfortunata traversata del polo nord e si salvò per miracolo.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da uqbar Visualizza Messaggio
    Umberto Nobile, il rappresentante dall'alto grado tecnologico dell'Università di Napoli nei primi del 900 - eredità della grande scuola napoletana di epoca borbonica.
    Progettava dirigibili, e strumenti di precisione per l'aviazione.
    Ma non soltanto per l'Italia, mezzo mondo e persino gli Stati Uniti si rivolgevano a lui per i progetti in avionica.
    Costruì per i norvegesi il primo dirigibile - il "norge" - della storia che attraversò il polo nord.
    Tutte le costruzioni aereonautiche mondiali del tempo erano legate ai suoi insegnamenti.

    Fu protagonista di una sfortunata traversata del polo nord e si salvò per miracolo.
    http://www.radiomarconi.com/marconi/nobile1/index.html

    ...e c'è un film, "La tenda rossa", che parla della spedizione...:

    http://www.mymovies.it/dizionario/re...e.asp?id=24803


    La storia del dirigibile Italia – che il 24 maggio 1928 sorvolò il Polo Nord e precipitò sui ghiacci dell'Artide – e dei soccorritori sovietici e norvegesi che impiegarono due mesi per raggiungere la tenda rossa, rifugio degli otto superstiti. Prodotto dalla Mosfilm e dalla Vides di Roma, scritto da Ennio De Concini con la collaborazione di Richard Adams e Nicola Badalucco, ha la struttura di un processo a Umberto Nobile (1885-1978), comandante della spedizione, nelle forme di uno psicodramma, istruito da un gruppo di fantasmi, guidati dal famoso esploratore Roald Amundsen (1872-1928), perito nelle ricerche dell'Italia. Pur essendone il motore dialettico, questo processo è la debolezza del film che non manca di meriti nella parte cronachistica, nella puntigliosa ricostruzione ambientale, nel lirico senso della natura e dei grandi spazi (fotografia di Leonid Kalašnikov), nel ritmo febbrile e trascinante di alcune sequenze tra cui la partenza del rompighiaccio da Leningrado con la citazione del ponte sulla Neva da Ottobre di Ejzenštejn. Accanto a A. Finch (Nobile), S. Connery (Amundsen) e agli altri C. Cardinale fa la figura dei cavoli a merenda. Esiste un'edizione russa di 143 minuti.

 

 

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