bene...+ prende la Lega e meno prende il PDL e tanto meglio è per tutti....
bene...+ prende la Lega e meno prende il PDL e tanto meglio è per tutti....
Anche qui da me in effetti molta gente dice che voterà lega, soprattutto chi alle scorse aveva votato FI.
Vedremo, nella provincia la lega va da un 5-6% in città e a Fidenza a un 10/12% circa nei comuni della bassa e della montagna.
Nel '92 l'allora lega lombarda aveva circa il 17% in tutta la provincia...
METTE DA PARTE I CATTIVI PENSIERI E LE GELOSIE E VOTIAMO TUTTI INSIEME LEGA NORD.
QUESTA VOLTA E' DAVVERO FONDAMENTALE.
FONTI CERTE MI DICONO CHE SIAMO SUL 8%!
AVANTI LEGA
AVANTI BOSSI
VEDRETE DOPO LE ELEZIONI, VOGLIO VEDERE I COMMENTI DI CHI ODIA LA LEGA E IL FEDERALISMO E LAUTONOMISMO.
Perché una Lega troppo forte preoccupa Berlusconi
di Dario Caselli
Umberto Bossi per Silvio Berlusconi come Fausto Bertinotti per Romano Prodi? Scenari che in questi ultimi giorni di campagna elettorale si rincorrono.
Data ormai quasi per acquisita la vittoria su Veltroni, con l’unica incognita del Senato per valutare quanti senatori potrà disporre la nuova maggioranza targata Pdl, a Palazzo Grazioli e via dell’Umiltà si iniziano a fare altri calcoli.
Analisi più interne per capire come si distribuirà il voto nella futura coalizione di governo e valutare anche quali saranno gli equilibri della prossima legislatura. In particolare ad essere sotto l’osservazione dei generali forzisti è la frontiera leghista, attraverso la quale da alcuni giorni si stanno registrando movimenti. Non certo di uomini ma piuttosto di voti, di preferenze, segno di un travaso di forze e consensi che starebbe avvenendo tra le due formazioni politiche. Soprattutto in Lombardia e nel Veneto dove più forte è la capacità di attrazione dei leghisti. All’orecchio di Silvio Berlusconi queste voci erano arrivate da tempo ma un po’ l’intento di portare avanti una campagna elettorale low profile ed un po’ la certezza di sbaragliare tutto e tutti lo avevano distolto.
Da domenica queste voci gli sono ritornate prepotentemente all’orecchio soprattutto dopo l’uscita di Bossi “sull’imbracciare i fucili contro la canaglia romana”. Ecco che allora le indiscrezioni sono diventate più concrete, sostenute anche da una serie di proiezioni di voto che giustificherebbero i timori della vigilia.
I dati, infatti, parlano di centinaia di voti che starebbe migrando verso la Lega Nord. Movimenti che sarebbero confermati anche dal passaggio in questi mesi di numerosi iscritti di An e Forza Italia verso il partito di Umberto Bossi.
Motivo della “transumanza padana” proprio la nascita del Pdl che stemperando in un’unica soluzione politica i colori di Fi ed An avrebbe spinto molti ad abbracciare la causa leghista. Ma all’origine del “trasloco” anche la sempre maggiore necessità di avere risposte certe e ferme contro la dilagante criminalità e l’immigrazione clandestina, che al Nord soprattutto raggiunge livelli di vera e propria emergenza. Risposte che la Lega sembrerebbe riuscire a dare in questo momento più e meglio dello stesso Pdl.
Tradotto tutto in cifre il partito di Bossi sarebbe in grado di raggiungere percentuali che da anni non otteneva confermandosi come forza politica indispensabile per il Cavaliere. Sia per governare al Nord ma anche a Roma. E proprio quest’ultimo aspetto starebbe in queste ore preoccupando il Cavaliere.
Infatti il travaso di voti garantirebbe un peso politico rilevante alla Lega Nord che, con questi numeri, potrebbe avere un ruolo decisivo sia alla Camera ma soprattutto al Senato. Una circostanza che alla fine potrebbe pesantemente condizionare le scelte e le strategie del futuro esecutivo berlusconiano e tra queste in prima fila ci sarebbe senza ombra di dubbio la questione Malpensa-Alitalia. Ecco allora il parallelo con Fausto Bertinotti ed il suo legame con Romano Prodi che in fin dei conti ha segnato più di quanto si pensi la seconda stagione di governo del professore.
Uno scenario che preoccupa non poco Berlusconi che all’inizio di questa campagna elettorale proprio per questa ragione aveva deciso di mettere alla porta Casini.
Convinto così di aver evitato i veti dell’Udc. Ora, invece, potrebbe trovarsi con una Lega Nord in casa e nelle condizioni di poter incidere sull’agenda di governo. Questo spiega le tensioni delle ultime ore ed anche il riferimento alle condizioni precarie di salute del leader Bossi, che di fatto lo escluderebbe dalla rosa dei ministri.
Un riferimento, fatto dal Cavaliere, non casuale ma che tenderebbe a dare l’immagine di un partito senza guida o per lo meno dimezzata con l’intento di ridurre il flusso di consensi. Una strategia però pericolosa, soprattutto in questa ultima settimana di campagna elettorale, e che alla fine potrebbe dare all’esterno l’immagine di una coalizione rissosa creando ricadute negative sull’elettorato.
Per questo il Cavaliere oltre a liquidare la tensione cresciute in queste ore con la Lega, cercherà di concentrarsi negli ultimi giorni su temi come quello della sicurezza e del sostegno alle famiglie. Sfidando, quindi, sullo stesso campo i leghisti e sperando che lunedì sera non si trovi a dover fare i conti una Lega Nord “pesante” e pronta a far valere le proprie pretese. In sostanza dalla padella dell’Udc alla brace leghista.
http://www.loccidentale.it/node/15825
povero ilvio. abbozzi lo farà soffrir quanto il professor miglio fece soffrir lo medesimo abbozzi.