Spedita oggi, 9 aprile 2008, alle 11.30:

Spett. Pres. Prodi,

sono stato appena informato dall'azienda presso la quale lavoro che in base alla Legge Finanziaria 2008 non ho più diritto alla detrazione del 50% per la mia bambina, perché la stessa è affidata alla mia ex-moglie. Sono 10 anni che mi batto per l'affido condiviso, ho contribuito alla stesura e all'approvazione della legge nel 2006, ho subito la beffa di vedermelo rifiutare nel 2007 senza alcuna motivazione dalla Prima Sezione del Tribunale Civile di Roma, che si rifiuta fin dall'approvazione della 54/06 di applicare la stessa, e adesso subisco anche quella di vedermi rifiutare la detrazione nonostante mia figlia sia a carico mio a tutti gli effetti per una percentuale ben superiore al 50%.

Di fronte a questa ennesima beffa dello Stato ho deciso di non subire oltre. È una questione di principio. Da una parte gli interessi economici delle lobby professionali che si arricchiscono sulla pelle dei nostri bambini, dall'altro una vera e propria «discriminazione di genere» di stampo ideologico che colpisce soprattutto quei padri che credono veramente nel loro ruolo genitoriale. Adesso basta. È già abbastanza pesante dover lottare contro una magistratura discriminante e sessista per un diritto fondamentale. Essere anche presi in giro da una Casta di politici che vivono di privilegi è decisamente troppo.

Se il Governo non prenderà un provvedimento che corregga questa vergogna PRIMA delle elezioni, mi troverò costretto a considerare forme di protesta estremamente dure intese a denunciare pubblicamente — anche a livello internazionale — questo comportamento discriminatorio nei confronti dei padri separati che rappresenta una vera e propria violazione dei nostri diritti come cittadini e come genitori. Questo Paese ha perso il senso della famiglia, perché anche quella separata è una famiglia, e i nostri bambini hanno diritto sempre comunque a entrambi i genitori.

Per anni, uniti in associazioni di genitori separati, abbiamo denunciato tutto questo, in modo civile ma deciso, senza alcun reale risultato. Molti politici, magistrati, avvocati e giornalisti hanno ignorato la nostra voce perché non spendibile sul piano politico o mediatico e comunque contraria a specifici interessi di categoria. Evidentemente denunciare non basta. Ne prendiamo atto.

Dr. Dario de Judicibus
Presidente «Padri ad Ore»
Consigliere Nazionale Fe.N.Bi.