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LA MISSIONE DI DRAGHI di G. Duchini



L’avvicinarsi dello shock finanziario, viene interpretato come causa principale dell’effetto dei subprime, dimenticando con ciò, l’impatto complessivo che possono avere l’insieme dei prodotti finanziari Usa, immessi in modo massiccio su tutti i mercati finanziari. Si parla a questo proposito, di un circolante finanziario pari a 800 trilioni di dollari; ben si comprende come e da lungo tempo, che il finanziario circolante Usa rappresenta ormai un “Sostituto della moneta.”

Tale conseguenza, deriva anzitutto dalla perdita della funzione primaria della intermediazione creditizia delle Banche (tra risparmiatori ed imprese); quest’ultime sono diventate, semplici “Collettori” tra mercato finanziario nazionale ed internazionale, in ragione di una sempre più accentuata Centralizzazione del Capitalismo Usa; non senza dimenticare che in tal modo tutto il Finanziario in circolazione, oltre a rappresentare il Sostituto della moneta, e forse in virtù di tale sostituzione, cerca di ritardare l’ingresso (in Occidente) dei sistemi economici sempre più aggressivi di origine asiatica. Si tenta cioè di annacquare la competizione con una immissione sempre maggiore di finanziario, cercando di impedire oltre ogni limite, e/o circoscrivendo il campo della competizione (intercapitalistica) con prodotti finanziari strutturati e confezionati secondo logiche da ingegneria militare, si pensi ai “derivati” che similmente a bombe ad orologeria sono destinati prima o poi ad esplodere. L’altro aspetto, collegato a quest’ultimo, è rappresentato dalla rottura ormai irreparabile, di un ‘sacro’ Principio fondamentale per una corretta gestione del patrimonio dell’impresa, secondo cui gli investimenti a lungo termine in strutture aziendali (il complesso di organizzazione aziendale in macchinari ad avanzata tecnologia) devono essere effettuati con finanziamenti a lungo termine, onde consentire il recupero di liquidità (aziendale) attraverso il sistema della gestione contabile dell’ammortamento; tale equilibrio è stato rotto nelle aziende ormai non più competitive, dove gli investimenti a lungo termine vengono effettuati con finanziamenti a breve e con caratteristiche, rispetto al passato, di natura speculativa (derivati, titoli spazzatura,..), con il corollario (imposto ai bilanci delle imprese europee) dei nuovi “Principi di Contabilità Internazione” (si veda un mio precedente articolo apparso in questo Blog, del 31/03/07)

L’Italia è soltanto la zona periferica, anche se altamente strategica, dell’Impero Usa, una zona di confine tenuta sotto osservazione, in vista dei più alti livelli di conflittualità prossimi venturi, dove si possono sperimentare intanto, ed in effetti combinati, l’emissione dei prodotti finanziari insieme alle modifiche societarie da (im)porre alle Banche e suggerite d’Oltreatlantico. Draghi, nella sua qualità di Governatore di Bankitalia, sta predisponendo piani di emergenza per far fronte alla crisi che avanza, varando nuove misure nell’ambito di un maggior controllo della vigilanza bancaria, da effettuarsi attraverso un più accentuato Dirigismo bancario; come rendere cioè più lineare ed incisiva la catena del comando Usa nella modifica della cosiddetta “Governance Bancaria-Assicurativa.”Si ricorda a questo proposito, che la “Governance” è retta ancora dal “Sistema Duale,” cioè dal sistema composto del Consiglio di Sorveglianza (luogo degli interessi dei soci, quelli maggiori) insieme al Consiglio di Gestione (luogo dell’interesse dell’impresa bancaria) ed entrambi in rapporti di poteri paritari. Draghi proporrebbe il rafforzamento del Consiglio di Sorveglianza in modo che tale organismo possa nominare o revocare i membri dell’altro (Consiglio di Gestione): si vuole centralizzare il comando interno alle concentrazioni bancarie eliminando con ciò, i pesi e contrappesi delle alchimie politiche del sistema duale, (im)posto dalla parte della finanza politica non perfettamente allineata alla linea di Draghi.

Nel recente convegno di fine marzo ’08 si è svolto un summit straordinario tra tutte le banche italiane per “valutare l’impatto delle linee guida di Bankitalia sull’emergenza liquidità innescata dal vortice subprime Usa;” I maggior timori di Draghi riguardano la gestione della liquidità nella cassa delle Banche, per l’effetto domino che potrebbero avere i finanziamenti bancari a Intermediari Finanziari che usano finanziarsi a breve termine per investimenti a medio lungo termine, nella fattispecie dei Fondi speculativi (hedge fund o titoli spazzatura) che effettuano investimenti (speculativi in altri titoli spazzatura) con prestiti (concessi dalle banche), sino ad importi di dieci volte il capitale costituito dalle quote sociali del fondo (il fallimento di Bear Stearn “docet”); la Fed (Banca Centrale Usa) continua ad abbassare il suo tasso sui prestiti, perché gli hedge fund hanno bisogno di denaro a molto buon mercato, in quanto i loro proventi, data la bassa congiuntura, si sono ridotti. Draghi, perfettamente appiattito su questa linea, cerca di mettere a punto misure di gestioni di cassa, in presenza di tracolli improvvisi che potrebbero avere le borse, per mantenere così adeguate fonti di liquidità (si pensa a sottoscrizioni da parte delle banche nei confronti delle Banche Centrali, come è stata l’emissione dei duecento miliardi di dollari della Fed). In pratica, una disperata ricerca di liquidità (bancaria) da reperire, in una massa finanziaria circolante, e debordante oltre ogni limite alle reali necessità delle economia(e); non senza dimenticare che quest’ultimo aspetto, è solo l’epilogo di sovranità nazionali ormai in disuso ed in totale delega a quelle sovranazionali, delle due grandi Banche Centrali Occidentali, di cui la Bce(Europea), in dipendenza concordata alla Fed (Usa).

La messa a punto di Draghi và comunque oltre il problema della liquidità e riguarda il Sistema di Governance-Bancario-Assicurativa da cambiare: un sistema di gestione non più duale, con l’obiettivo mirato (finale) al pieno controllo delle Assicurazioni “Generali” (lo scrigno finanziario italiano, una sorta di asse pigliatutto), onde concludere la sua “Mission”(per conto Usa) come Governatore; una partita a scacchi iniziata da Draghi al momento della sua nomina(2006), ma già perseguita, in un periodo di molto precedente all’attuale, fin dal famoso incontro sul “piroscafo Britannia” nel ’92, per concordare con Prodi le dismissioni delle Banche dell’Iri insieme alla struttura delle imprese industriali, non senza avere prima maturato, l’esperienza come Direttore Generale del Tesoro (La Cassa dello Stato Italiano).

La “Missione” sembra procedere in parallelo a quella del misterioso “Fondo Algebris” di origine Anglo-Usa, costituito per gestire hedge fund (titoli spazzatura) e già facente parte, come socio di minoranza delle Generali. Ad ottobre del 2007, tale fondo uscì allo scoperto, criticando più volte la gestione della governance della compagnia triestina, subito dopo aver aumentato la sua quota di capitale sociale, dallo 0,3% alla quota minima dello 0,52%, necessaria ad eleggere un membro del Collegio Sindacale ( e/o del Consiglio di Sorveglianza); Algebris è non solo un socio (di minoranza) molto attivo e propositivo nei confronti di Draghi, ma può rappresentare un punto di riferimento per altri soci, per un “accerchiamento dal di dentro” all’attuale sistema di governo delle “Generali” presieduto da Bernheim, come “l’Assogestioni” che (similmente ad Algebris) gestisce Fondi Comuni ( titoli spazzatura). Del resto, il recente esposto alla Consob, fatto da Davide Serra nella qualità di direttore del “Fondo Algebris,” contro Benetton, viene visto come un passo ulteriore in vista della rottura dell’attuale assetto proprietario di MedioBanca-Benetton. Rimane sullo sfondo ( un gioco ormai chiaro) della “Regia d(e)i Draghi” che intende avvalersi dell’apertura “alle danze” avviata, non simbolicamente dai titoli spazzatura del Fondo Algebris, per una profonda e sostanziale modifica della governance triestina.





G.D. aprile ‘08