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  1. #11
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    Mozione contro i privilegi economici alla Chiesa cattolica Il congresso di POL esprime la sua contrarietà nei confronti dei privilegi economici che la Chiesa cattolica riceve dallo Stato Italiano ed auspica che essi vengano aboliti.
    La cifra annua percepita dal Vaticano tramite l'otto per mille è di circa un miliardo di euro. Ad essa va poi aggiunta una cifra dello stesso ordine di grandezza fornita dallo Stato (senza contare contributi riconosciuti da Enti locali: Comuni, Regioni e Province). Aggiungendo poi una buona parte del miliardo e mezzo di finanziamenti pubblici alla sanità, molta della quale è gestita da istituzioni cattoliche, si arriva ad una cifra complessiva di circa tre miliardi di euro. Considerando ancora le mancate entrate allo Stato, dovute alle esenzioni fiscali della Chiesa, la cifra sale a circa nove miliardi di euro annui. Aggiungendovi i costi del Vaticano e gli incentivi alle scuole cattoliche la cifra salirebbe a undici miliardi di euro, ma, considerando che senza ospedali e scuole cattoliche lo Stato dovrebbe supplire con risorse proprie, il costo della Chiesa è intorno ai nove miliardi di euro.


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  2. #12
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    Predefinito *3D Ufficiale presentazione delle mozioni *-IX legislatura

    Mozione per la non candidatura dei condannati in parlamento
    Mozione per la non candidatura dei condannati con sentenza definitiva passata in giudicato, quindi dopo l'appello, o nel caso dopo il 3°grado

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  3. #13
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    Mozione condanna e ricordo delle Stragi di Dresda e Amburgo

    14 febbraio 1945 - 14 febbraio 2008

    Il Congresso di POL, dopo aver posto all’attenzione di tutti i forumisti POLliani i seguenti brani, scritti da autori non di certo tacciabili di simpatie per il fascismo (il cattolico Vittorio Messori, ed il comunista Curzio Malaparte, che trascorse parecchi anni al confino durante il Ventennio), condanna senza se e senza ma la crudelissima strage compiuta dagli “Alleati” nei confronti dei cittadini di Dresda e Amburgo a seconda guerra mondiale ormai vinta.
    Condanna altresì l’utilizzo del fosforo bianco (cfr. brano di Malaparte) ancora oggi utilizzato da alcune potenze militari durante i propri raid aerei.
    Auspica che il Governo e il Parlamento Italiani vogliano adoperarsi perchè le nuove generazioni, attraverso una accurata ricostruzione storica nei testi scolastici , siano destinatarie di una corretta informazione rispetto a uno dei più gravi crimini di guerra dello scorso secolo.

    codino


    Vittorio Messori, Emporio Cattolico, SugarCo edizioni, 2006, pp. 83-85
    […] Varrà la pena di ricordare un altro dei tanti, terribili episodi rimossi da chi vorrebbe convincerci che l'umanità è divisa tra buoni e cattivi: tutto il bene da una parte. tutto il male dall'altra. Una prospettiva manichea, dalla quale deve rifuggire soprattutto il cristiano, consapevole che, tra gli umani, solo Maria di Nazareth è stata preservata dalle conseguenze del peccato originale e non ci sono altri «eroi» immacolati, senza colpa alcuna. Restiamo, allora, all'ultima guerra mondiale, alla fine della quale i «buoni » (naturalmente i vincitori) sedettero in tribunale a giudicare i « malvagi » (naturalmente, i vinti).

    Dunque, nessuno ha mai chiamato, né mai chiamerà, americani e inglesi a rispondere del più sanguinoso e più cinico - perché militarmente più inutile - massacro aereo della storia. Entrambi gli alleati anglosassoni elencheranno, alla fine, macabri record: 71 mila morti in un colpo solo a Hiroshima, poco meno a Nagasaki, 60 mila a Tokyo e centinaia di migliaia, in totale, nelle città nemiche d'Europa, a cominciare naturalmente da Berlino. Senza dimenticare l'Italia, dove la distruzione di un terzo degli edifici di Torino e di Milano fu programmata dalla Raf e dalla US Air Force attorno al Ferragosto del 1943: quando. cioè. le trattative per l'armistizio erano già avanzate e l'attacco alle popolazioni civili rientrava più nel terrorismo che nelle esigenze militari.
    Eppure, il bilancio più sanguinoso fu raggiunto a Dresda nelle ultime settimane di guerra, tra il 13 e il 14 febbraio del 1945. contro una città inerme e quando il Reich ormai agonizzava. L'antica capitale dei re di Sassonia era chiamata «la Firenze del Nord»: uno scintillante capolavoro di arte medievale, barocca, rococò. Proprio per cercare di preservarla, le autorità tedesche non le avevano conferito alcuna funzione militare ed erano ridotte anche le produzioni industriali. In effetti, per tutta la guerra Dresda non era stata bombardata così, fidando in una sorta di protezione fornita dalla bellezza, almeno mezzo milione di profughi ne aveva raddoppiato la popolazione.

    In quel febbraio del 1945, sulla città convergevano le colonne disperate dei civili che fuggivano davanti all'avanzata sovietica. Pochi giorni ancora e i russi sarebbero giunti sin lì: la città non aveva difese. Ma tutta la Germania era ormai alla fine: a Occidente il Reno era stato varcato, a Oriente niente poteva fermare il rullo compressore staliniano. Hitler già si era murato vivo nel suo bunker berlinese sotterraneo. Ebbene, proprio in quelle condizioni, a e guerra praticamente già risolta, inglesi e americani decisero di pianificare la totale distruzione di Dresda. Si sapeva bene quale patrimonio, dell'umanità fosse quel concentrato di capolavori, e si sapeva bene che le vittime sarebbero state solo civili. Ma proprio questo era l'obiettivo aumentare il panico tra la popolazione dietro le ultime linee di resistenza tedesche.

    Insomma, Dresda non fu un deplorevole eccesso come ne capitano in ogni guerra. ma fu una strage premeditata e accuratamente organizzata ai più alti livelli politici e Militari. Nessuno è mai riuscito a quantificare esattamente le dimensioni del massacro vista la massa caotica dei profughi e viste le conseguenze del disastro, che costrinse a bruciare i cadaveri, a decine di migliaia, su pire improvvisate con rotaie e traversine ferroviarie. Certamente , le vittime non furono meno di centomila: secondo alcuni si giunse sino a duecentomila. In ogni caso, come si diceva, fu il più sanguinoso bombardamento della storia. Anche grazie all'apertura recente degli archivi militari, oggi sappiamo bene quale s'a stata l'impeccabile pianificazione dell'operazione che doveva cancellare una delle più belle città d'Europa.
    Alle 22 del 13 febbraio di quel 1945. sul cielo di Dresda apparvero squadriglie incaricate di lanciare le bombe illuminanti con le quali inquadrare l'area dell'olocausto. Segui una prima ondata di quadrirotori, che sganciò ordigni dirompenti che avevano la funzione di sbriciolare tutti i vetri e scoperchiare i fragili tetti in legno della città antica, così da creare le condizioni ottimali per le bombe incendiarie. Queste. nella misura di oltre seicentomila, furono sganciate dalla seconda ondata. A quel punto. tutta Dresda non era che un mare di fiamme.

    Ma, a Londra, i pianificatori dell'operazione avevano deciso che questo non bastava: bisognava uccidere anche quelli che erano ammassati nei rifugi sotterranei e distruggere quanto restava della difesa civile di quella zona della Germania. Così, si era previsto di attendere alcune ore, per dare tempo ai soccorritori di accorrere da tutta la regione. Dunque, solo verso le 2 di quella tragica notte. sul cielo della città si presentò la terza ondata di quattrocento bombardieri che sganciò un tappeto di ordigni ad alto potenziale che non avevano solo la funzione di sterminare (come avvenne) pompieri e infermieri, ma anche quella di creare la cosiddetta «tempesta di fuoco».

    Gli Alleati in effetti avevano scoperto, nei molti bombardamenti a tappeto precedenti, che stendere uno strato di esplosivo su una città già in fiamme, provocava un vero e proprio uragano: le correnti d'aria arroventata sino a mille gradi si mutavano in tornado che producevano una tale saturazione di gas tossici da provocare la morte di coloro che erano nei rifugi. Così. dunque, avvenne per Dresda. Ma se per caso, malgrado tutto, ci fosse stato qualche superstite, anche a questo si era pensato, e il compito fu lasciato agli americani. Questi, quando già il sole era sorto, giunsero sulla città ormai morta. dalla quale si levava una colonna di fumo visibile a oltre duecento chilometri. La squadra Usa era composta soprattutto di cacciabombardieri che dovevano completare la pulizia, abbassandosi a mitragliare quanto ancora si muovesse: qualche scampato in fuga sulle strade, gente ammassata sotto le rovine dei ponti, mezzi superstiti dei soccorritori.

    Ma non era finita-. per convincere davvero ogni tedesco che non c'era per lui alcuno scampo. la notte seguente fu sottoposta a bombardamento a tappeto Chemnitz, la grande città più vicina a Dresda. Da quella trappola, in effetti, qualcuno era riuscito a scappare. rifugiandosi a Chemnitz grazie a una ferrovia che ancora funzionava: anche i pochi superstiti a quell'inferno dovevano morire, sempre in nome del principio della «responsabilità collettiva». Chiunque tosse tedesco, insomma, doveva rispondere delle colpe di Hitler e soci. Personaggi, questi, che nessuno storico riuscirà mai ad assolvere: val forse la pena di ripeterlo? Ma vale però la pena di convincersi che neppure i «paladini del bene», sono mai senza colpa. Come avviene, del resto. per ciascun uomo, in ciascun Paese e in ciascuna epoca.


    Curzio Malaparte, La Pelle, Oscar Mondadori, pp. 99-101
    Quella sera Lanza era in casa del suo collega, e i due amici sedevano al buio parlando della strage di Amburgo. I rapporti del Regio Console d'Italia in Amburgo narravano fatti terribili. Le bombe al fosforo avevano appiccato il fuoco a interi quartieri di quella città, facendo un gran numero di vittime. Fin qui nulla di strano, anche i tedeschi sono mortali. Ma migliaia e migliaia d'infelici, grondanti di fosforo ardente, sperando di spegnere in quel modo il fuoco che li divorava, s'erano gettati nei canali che attraversavano Amburgo in ogni senso, e nel fiume, nel porto, negli stagni, perfino nelle vasche dei giardini pubblici, o s'eran fatti ricoprir di terra nelle trincee scavate, per immediato rifugio in caso d'improvviso bombardamento, qua e là nelle piazze e nelle strade: dove, aggrappati alle rive e alle barche e immersi nell'acqua fino alla bocca, o sepolti nella terra fino al collo, attendevano che le autorità trovassero un qualche rimedio contro quel fuoco traditore. Poiché il fosforo è tale che si appiccica alla pelle come una viscida lebbra, e brucia solo al contatto dell'aria. Non appena quei disgraziati sporgevano un braccio fuor della terra o dell'acqua, il braccio si accendeva come una torcia. Per ripararsi dal flagello, quegli sciagurati erano costretti a rimanere immersi nell'acqua o sepolti nella terra come dannati nell'Inferno di Dante. Squadre di soccorso andavano da un dannato all'altro, porgendo bevande e cibo, attaccando con funi alla riva gli immersi perché abbandonandosi, vinti dalla stanchezza, non annegassero, e provando ora questo, ora quell'unguento: ma invano, poiché nel mentre ungevano un braccio, o una gamba, o una spalla, tratti per un istante fuor dell'acqua o della terra, le fiamme subito si risvegliavano simili a serpentelli accesi, e nulla valeva ad arrestare il morso di quella terribile lebbra ardente.

    Per alcuni giorni Amburgo offri l'aspetto di Dite, la città infernale. Qua e là nelle piazze, nelle strade, nei canali, nell'Elba, migliaia e migliaia di teste sporgevano fuor dell'acqua e della terra, e quelle teste, che parevano mozze dalla mannaia, livide dallo spavento e dal dolore, muovevan gli occhi, aprivan la bocca, parlavano. Intorno alle orribili teste, conficcate nel selciato delle strade o galleggianti alla superficie delle onde, andavano e venivano notte e giorno i familiari dei dannati, una folla smunta e lacera, che parlava a voce bassa, quasi per non turbare quella straziante agonia: e chi portava cibo, bevande, unguenti, chi un cuscino da metter sotto la nuca del loro caro, chi, seduto accanto a un sepolto, gli dava sollievo al viso con un ventaglio contro il calore del giorno, chi gli riparava la testa dal sole sotto un ombrello, o gli asciugava la fronte madida di sudore, o gli umettava le labbra con un fazzoletto bagnato, o gli ravviava i capelli con un pettine, e chi, sporgendosi da una barca, o dalla riva del canale o del fiume, confortava i dannati aggrappati alle corde e dondolanti sul filo della corrente. Bande di cani correvano qua e là abbaiando, lambivano il viso dei padroni interrati, o si buttavano a nuoto per soccorrerti. Talvolta alcuni di quei dannati, presi dall'impazienza, o dalla disperazione, gettavano un alto grido tentando di uscire fuor dell'acqua o della terra, e por fine allo strazio di quella inutile attesa: ma subito, al contatto dell'aria, le loro membra avvampavano, e zuffe atroci si accendevano tra quei disperati e i loro familiari, che a pugni, a colpi dì pietra e di bastone, o con tutto il peso del proprio corpo, si sforzavano di rificcar nell'acqua o nella terra quelle terribili teste.

    I più coraggiosi, e pazienti, erano i bambini: che non piangevano, non gridavano, ma volgevano intorno gli occhi sereni a mirar l'orrendo spettacolo, e sorridevano ai familiari, con quella meravigliosa rassegnazione dei bambini, che perdonano l'impotenza degli adulti, e hanno pietà di chi non può aiutarli. Non appena scendeva la notte, nasceva intorno un bisbiglio, un sussurro, come di vento nell'erba, e quelle migliaia e migliaia di teste guatavano il cielo con occhi accesi di terrore.

    Al settimo giorno fu dato l'ordine di allontanare la popolazione civile dai luoghi, dove i dannati eran sepolti nella terra, o immersi nell'acqua. La folla dei parenti si allontanò in silenzio, sospinta con dolcezza dai soldati e dagli infermieri. I dannati rimasero soli. Un balbettio spaurito, uno stridor di denti, un pianto soffocato, uscivan da quelle orribili teste affioranti dall'acqua e dalla terra lungo le rive dei canali e del fiume, nelle strade e nelle piazze deserte. Per tutto il giorno quelle teste parlaron fra loro, piansero, gridarono, con la bocca a fior di terra, facendo smorfie orrende, mostrando la lingua agli schupos di guardia ai crocicchi, e pareva che mangiassero il terriccio, e sputassero i sassi. Poi scese la notte: e ombre misteriose si aggiravano intorno ai dannati, si curvavan su loro, in silenzio. Colonne di autocarri con i fari spenti giungevano, sostavano. Si alzava da ogni parte uno strepito di zappe e di badili, uno sciacquio, i tonfi sordi dei remi nelle barche, e grida subito soffocate, e lamenti, e schiocchi secchi di pistola.


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    Mozione per la legalizzazione e regolamentazione della pratica dell' Eutanasia.



    Il congresso di POL auspica e chiede che la legge Italiana legalizzi la pratica dell' Eutanasia dietro testamento biologico del malato considerato terminale o non recuperabile da uno stato fisico che provoca soltanto gravi forme di dolore e sofferenze.

    La richiesta quindi è solo e soltanto dietro la sua esplicita dichiarazione personale.

    L' importante comunque è che al momento della dichiarazione del testamento biologico il paziente sia assistito e consigliato anche ( quando è possibile ) da familiari, psicologi e persone competenti, quindi che l' operazione sia portata a termine solo da volontari e con l' uso di sedativi e sistemi che non devano comportare per nessun motivo dolore e sofferenze aggiuntive al malato.






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  5. #15
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    Mozione per l' educazione e prevenzione sessuale nella scuola pubblica italiana.




    Preambolo

    Grazie anche alla legge 194 negli ultimi anni il numero di aborti è drasticamente sceso sotto i 130.000 casi del 2005, ottimo risultato se confrontato con ad esempio i 234.00 casi del 1988 ( -44% ).
    La riduzione è stata più rapida sopratutto fra le donne più istruite.
    Questi risultati sono stati possibili grazie anche alla maggior diffusione dell' educazione e della prevenzione sessuale nelle scuole italiane e al prezioso lavoro dei consultori che la legge prevede.
    L' insegnamento dell' educazione e della prevenzione ha contribuito in maniera determinante anche alla riduzione di malattie virali anche gravi.
    E' emerso fra l'altro che questi risultati positivi vengano meno proprio in certe aree rurali del territorio nazionale dove la scuola e la società non riescano a trattare questi temi in modo proficuo per la salute del cittadino.

    Quindi una corretta ed intensiva informazione è il miglior metodo per ridurre il numero degli aborti e il rischio di diffusione di malattie anche gravi come ad esempio AIDS, Epatite Virale ecc. ecc.








    Constatato ciò il congresso di POL auspica che l' insegnamento dell' educazione sessuale sia rilanciato con forza fin dalla scuola elementare, naturalmente con programmi adatti all' età dello scolaro redatti da psicologi e sessuologi competenti.

    Dalle scuole medie dovrà anche essere intensificata tutta quella parte del programma che riguarda le pratiche sulla prevenzione sessuale contro le malattie virali e onde evitare gravidanze indesiderate che potrebbero anche portare a futuri possibili casi di aborto.

    Nelle scuole superiori si auspica la distribuzione di sistemi contraccettivi a prezzi molto ridotti rispetto al normale, per favorirne l' uso e la diffusione fra i giovani.

    E' consigliabile anche che in queste ore ci siano lezioni dedicate ai "maschietti", sulla figura e sul ruolo della donna, in modo da eliminare un volta per tutte certi pregiudizi, certe considerazioni, certi luoghi comuni e modi di pensare che in molti casi in età più adulta hanno contribuito a violenze sessuali e/o maltrattamenti familiari.





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  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da codino Visualizza Messaggio
    Mozione condanna e ricordo delle Stragi di Dresda e Amburgo

    [B]14 febbraio 1945 - 14 febbraio 2008

    Il Congresso di POL, dopo aver posto all’attenzione di tutti i forumisti POLliani i seguenti brani, scritti da autori non di certo tacciabili di simpatie per il fascismo (il cattolico Vittorio Messori, ed il comunista Curzio Malaparte, che trascorse parecchi anni al confino durante il Ventennio), condanna senza se e senza ma la crudelissima strage compiuta dagli “Alleati” nei confronti dei cittadini di Dresda e Amburgo a seconda guerra mondiale ormai vinta.
    Condanna altresì l’utilizzo del fosforo bianco (cfr. brano di Malaparte) ancora oggi utilizzato da alcune potenze militari durante i propri raid aerei.
    Auspica che il Governo e il Parlamento Italiani vogliano adoperarsi perchè le nuove generazioni, attraverso una accurata ricostruzione storica nei testi scolastici , siano destinatarie di una corretta informazione rispetto a uno dei più gravi crimini di guerra dello scorso secolo.
    [...]

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    se fosse possibile aggiungere ulteriori firmatari senza perdere la "priorità acquisita" (non so se sia consentito), vorrei aggiungere i seguenti ulteriori firmatari:

    Genideus
    kranzler
    teo scarpellini
    MaxRed
    Plisken85
    on. milite
    Conterio

  10. #20
    Fiamma dell'Occidente
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    la firma alla mozione è indifferente rispetto alla presentazione sul 3d, tanto che avviene su un 3d differente, ma non rispetto alla presentazione in aula. Quindi a mio avviso la quantità di firme può cambiare sempre, fino alla messa in votazione e la priorità è sempre quella non è che vai alla 13 posizione e fai scalar su gli altri se aggiungi una firma a una mozione che è 2a nel 3d su un totale di 13 presente
    _
    P R I M O_M I N I S T R O_D I _P O L
    * * *

    Presidente di Progetto Liberale

 

 
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