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  1. #1
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    Predefinito Bernardini: “L’Italia è una repubblica partitocratica, fondata sulla menzogna”

    “L’Italia è una repubblica partitocratica, fondata sulla menzogna”.
    Modesta proposta di emendamento alla Costituzione.


    La rettorica risorgimentale fa sempre tutt’uno con ogni e qualsiasi deserto elettorale che abbia luogo in IT.
    Veltroni richiama all’”unità dello Stato”, e se lo fa evidentemente è perché lo Stato e tale unità sono per fortuna minacciati da più parti, dal PNV nella Venetia, dal MIL in Liguria, dal Fronte indipendentista in Lombardia, dalla Sicilia che sta riscoprendo un bellissimo, singolare orgoglio. E poi dalla Toscana, e non solo. Per fortuna, perché il futuro è nell’indipendenza di tutti questi piccoli Stati, il futuro dell’individuo, intendo, della sua felicità, delle future generazioni.
    IT va verso la crescita zero, più prosasticamente, verso la fame. Ha perso ogni competitività, nel suo insieme, mentre solo poche “regioni” impediscono che affondi, questa è la verità.
    La Lega Nord ha sposato l’ideale federalistico, che è diverso da quello indipendentistico, è un surrogato, è una bottiglia mezza piena di cui si nota solo più la parte mancante: è dunque una bottiglia mezza vuota che si svuota sempre di più.
    Ogni tanto qualche leghista ha un rigurgito d’orgoglio. Non mi è simpatico ictu oculi Borghezio, ma dallo scranno del Parlamento Europeo parla di popoli senza libertà, e di popoli che invece la hanno acquisita di recente: cita per i secondi il Cossovo e i suoi albanesi, che si sono costruiti uno Stato (che forse storicamente non era loro, non bisogna giuocare al pericoloso ed ingiusto gioco di demonizzare sempre la Serbia, che diventa sempre più piccola e non capisce che questa è proprio la sua fortuna, la Serbia nel 1804 anticipò tra l’altro con una coraggiosa rivolta fallita la rivoluzione greca contro l’Impero ottomano dei decenni successivi, e molti eroici patrioti serbi diedero la vita per questo); tra i primi, Borghezio cita i popoli “italiani” del nord (e dovrebbe metterci anche quelli del Sud, e non solo i “padani”), che sono un popolo senza Stato. Bravo!
    Ma poi questi salutari germi di libertà naufragano nelle comodità di indennità e prebende dei colleghi suoi di partito, forse per “fucili” Bossi intende quelli di lusso della Beretta (bellissimi) che lui e i suoi possono appendere in casa come oggetti decorativi (non credo abbiano la forza fisica per imbracciarli) grazie alle indennità di Camera e Senato, e tante Regioni, e a tantissime posizioni di sub-governo, cui non credo rinuncerebbero volentieri. Sono diventati una forza di regime in cui agiscono come il grillo parlante, sono anzi proprio come Grillo Beppe, come Pannella&Bonino s.r.l., sono quei germi che il regime astuto Pinocchio si inietta volontariamente, e accetta per poter sviluppare anticorpi fortissimi, sia contro queste innocue malattie, ma soprattutto contro quei movimenti veramente radicali, ovvero veramente coerenti, che vogliono la fine di IT e la nascita di Venetia, Sicilia Sardegna etc. libere e belle. Di questi ultimi è il futuro.
    E questa nostra è una malattia pericolosa, datele sono un pochino di voce dove possa essere ascoltata, e si propagherà più rapidamente dei virus dei film dell’orrore: solo, che questo virus non trasforma gli essere umani in zombie, ma riporta gli zombie immiseriti che tutti siamo alla condizione che per natura e volontà divina ci spetta, di Esseri Umani.
    E così, per concludere una riflessione necessaria, propongo un piccolo emendamento alla Costituzione, a questo Mammona che si è adorato per sessant’anni come Dio (spetteranno 60 mila anni all’inferno per questo, a molti cittadini di IT) e che tiene tutto fermo, per privilegiare i fortunati nipotini dei costituenti, i ri-costituenti che si costituiscono soprattutto solidi patrimoni e solide posizioni per sé mogli amiche e amanti.
    IT è una repubblica partitocratica. Non è democratica, anche l’ultimo fondamento della democrazia, la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, è stata cancellata da una legge elettorale ributtante, ma che semplicemente mostra dove porti il vero corso della centralizzazione di IT: verso un gruppo di partiti che sono in realtà società a scopo di lucro che si contendono l’appalto di IT, la sua lucrosa gestione per 5 anni se va bene, ma più spesso per qualche mese, due o tre anni, tanto (a loro) va bene lo stesso.
    Se lo contendono come ci si contenderebbe la costruzione, che ne so, di un ponte (il ponte sullo stretto di Messina, il magnifico ponte di Calatrava costato milioni ai veneziani, che neanche sta su?).
    A che scopo i programmi degli schieramenti devono essere diversi? Un ponte si costruisce sì in diversi modi, ma le differenze non sono poi grandissime. I “pontefici” sono sempre gli stessi. E allora i programmi sono uguali.
    Tanto il popolo di IT è così svilito, sbertucciato, umiliato, debole e povero, che come può ribellarsi, e dunque non fanno neanche più la fatica che tutti i delinquenti fanno, i politici nostri: coprirsi il volto con un fazzoletto, essere “mandilla”, vecchia parola della mia lingua genovese, nobilitata da una bellissima canzone di Fabrizio de André. Sono “mandilla” senza “mandillo”, quelli che tra poco saranno eletti.
    E poi “la menzogna”. Sì perché basta aprire i giornali, anche il “Corriere della Sera” di oggi (10 aprile 2008), per vedere storici e assessori alla cultura prezzolati (pagati poco per carità, sono poveretti che si accontentano di un pezzo di pane calmierato) pronti a scrivere che Napoleone ha “consacrato” il territorio veronese all’Unità d’Italia, e simili menzogne vili, e forse più ridicole che vili.
    Tutta una menzogna, la nostra storia ufficiale, dal 1796 al 2008, la menzogna su Napoleone “liberatore”, la menzogna sulla felicità popolare quando ritornò nel primo decennio dell’Ottocento, la menzogna sui plebisciti del 1866, la menzogna sulla “liberazione” della Grande (!) Guerra, la menzogna sulle azioni coloniali per l’Impero, la menzogna sulla “liberazione” del 1945 (dopo 3000 pagine di Pansa ancora è merce buona!), la menzogna sulle vere ragioni del “boom” degli anni Cinquanta e Sessanta. E dire che ce ne sono di storici che tali menzogne da sempre hanno cercato di contrastare, c’è Beggiato, c’è Agnoli, c’è Pansa, c’è colui che scrive queste righe, forse non sono cattedratici, ma non sono certo stupidi. Ma così è.
    Il 13 e 14 aprile milioni di poveracci andranno a scegliere chi li sfrutterà, ridicolizzerà, ingannerà per una nuova legislatura. Che triste rito, quello di doversi scegliere un carnefice, senza neanche la possibilità che uno sia diverso dall’altro, che uno ci uccida con la spada, e l’altro col fucile. Ma ci sono tante fiammelle di libertà in tutto il territorio di IT. Non si potrà tenerle basse a lungo. “You can blow out a candle, but you cannot blow out a fire, when the flame begins to catch, the wind will blow it higher”. Bei versi della canzone di Peter Gabriel dedicata ad un eroe del Sudafrica che combatteva contro l’apartheid. Sono sempre veri, anche per noi.


    Paolo Bernardini

  2. #2
    la ricerca della bellezza nascosta
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    è vero !
    Il regime della menzogna inizia proprio dal 1796.
    Fatidica data quella per veneti e duosiciliani.
    Ci fu l'invasione massonica-giacobina francese.
    Gli unici popoli italici che si ribellarono furono i sanfedisti calabresi (contadini e popolani armati di zappe e forche) guidati dal Cardinale Ruffo che riuscirono eroicamente a sconfiggere l'esercito giacobino francese e liberare Napoli; e i contadini veneti anche loro eroici !

    Ma i massoni non dimenticano e successevamente a duosiciliani e veneti riservarono un tragico destino fatto di umiliazioni ed emigrazioni; gliela fecero pagare cara e amara quando unificarono l'italia.

    Piu in generale la colpa dei duosiciliani e dei veneti fu quella che erano "Popoli" con la P maiuscola e per di più "cattolici": il massimo dello schifo per quei maledetti massoni.

    Ma la storia prima o poi si prende le sue rivincite.
    La menzogna non può trionfare in eterno.

  3. #3
    la ricerca della bellezza nascosta
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    Poichè come duosiciliano ho fatto ricerche sui briganti, se ai forumisti veneti interessa, faccio presente che anche i contadini veneti insorgenti vennero definiti dai francesi con il termine dispregiativo di "briganti".
    E' evidente che oggi essere definiti briganti è un onore !
    ONORE AI BRIGANTI DI OGNI NAZIONE!

  4. #4
    FumnàCioccià
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    "Bangher" per sempre!!

  5. #5
    l'immenso
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    Citazione Originariamente Scritto da giane Visualizza Messaggio
    “L’Italia è una repubblica partitocratica, fondata sulla menzogna”.
    Modesta proposta di emendamento alla Costituzione.


    La rettorica risorgimentale fa sempre tutt’uno con ogni e qualsiasi deserto elettorale che abbia luogo in IT.
    Veltroni richiama all’”unità dello Stato”, e se lo fa evidentemente è perché lo Stato e tale unità sono per fortuna minacciati da più parti, dal PNV nella Venetia, dal MIL in Liguria, dal Fronte indipendentista in Lombardia, dalla Sicilia che sta riscoprendo un bellissimo, singolare orgoglio. E poi dalla Toscana, e non solo. Per fortuna, perché il futuro è nell’indipendenza di tutti questi piccoli Stati, il futuro dell’individuo, intendo, della sua felicità, delle future generazioni.
    IT va verso la crescita zero, più prosasticamente, verso la fame. Ha perso ogni competitività, nel suo insieme, mentre solo poche “regioni” impediscono che affondi, questa è la verità.
    La Lega Nord ha sposato l’ideale federalistico, che è diverso da quello indipendentistico, è un surrogato, è una bottiglia mezza piena di cui si nota solo più la parte mancante: è dunque una bottiglia mezza vuota che si svuota sempre di più.
    Ogni tanto qualche leghista ha un rigurgito d’orgoglio. Non mi è simpatico ictu oculi Borghezio, ma dallo scranno del Parlamento Europeo parla di popoli senza libertà, e di popoli che invece la hanno acquisita di recente: cita per i secondi il Cossovo e i suoi albanesi, che si sono costruiti uno Stato (che forse storicamente non era loro, non bisogna giuocare al pericoloso ed ingiusto gioco di demonizzare sempre la Serbia, che diventa sempre più piccola e non capisce che questa è proprio la sua fortuna, la Serbia nel 1804 anticipò tra l’altro con una coraggiosa rivolta fallita la rivoluzione greca contro l’Impero ottomano dei decenni successivi, e molti eroici patrioti serbi diedero la vita per questo); tra i primi, Borghezio cita i popoli “italiani” del nord (e dovrebbe metterci anche quelli del Sud, e non solo i “padani”), che sono un popolo senza Stato. Bravo!
    Ma poi questi salutari germi di libertà naufragano nelle comodità di indennità e prebende dei colleghi suoi di partito, forse per “fucili” Bossi intende quelli di lusso della Beretta (bellissimi) che lui e i suoi possono appendere in casa come oggetti decorativi (non credo abbiano la forza fisica per imbracciarli) grazie alle indennità di Camera e Senato, e tante Regioni, e a tantissime posizioni di sub-governo, cui non credo rinuncerebbero volentieri. Sono diventati una forza di regime in cui agiscono come il grillo parlante, sono anzi proprio come Grillo Beppe, come Pannella&Bonino s.r.l., sono quei germi che il regime astuto Pinocchio si inietta volontariamente, e accetta per poter sviluppare anticorpi fortissimi, sia contro queste innocue malattie, ma soprattutto contro quei movimenti veramente radicali, ovvero veramente coerenti, che vogliono la fine di IT e la nascita di Venetia, Sicilia Sardegna etc. libere e belle. Di questi ultimi è il futuro.
    E questa nostra è una malattia pericolosa, datele sono un pochino di voce dove possa essere ascoltata, e si propagherà più rapidamente dei virus dei film dell’orrore: solo, che questo virus non trasforma gli essere umani in zombie, ma riporta gli zombie immiseriti che tutti siamo alla condizione che per natura e volontà divina ci spetta, di Esseri Umani.
    E così, per concludere una riflessione necessaria, propongo un piccolo emendamento alla Costituzione, a questo Mammona che si è adorato per sessant’anni come Dio (spetteranno 60 mila anni all’inferno per questo, a molti cittadini di IT) e che tiene tutto fermo, per privilegiare i fortunati nipotini dei costituenti, i ri-costituenti che si costituiscono soprattutto solidi patrimoni e solide posizioni per sé mogli amiche e amanti.
    IT è una repubblica partitocratica. Non è democratica, anche l’ultimo fondamento della democrazia, la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, è stata cancellata da una legge elettorale ributtante, ma che semplicemente mostra dove porti il vero corso della centralizzazione di IT: verso un gruppo di partiti che sono in realtà società a scopo di lucro che si contendono l’appalto di IT, la sua lucrosa gestione per 5 anni se va bene, ma più spesso per qualche mese, due o tre anni, tanto (a loro) va bene lo stesso.
    Se lo contendono come ci si contenderebbe la costruzione, che ne so, di un ponte (il ponte sullo stretto di Messina, il magnifico ponte di Calatrava costato milioni ai veneziani, che neanche sta su?).
    A che scopo i programmi degli schieramenti devono essere diversi? Un ponte si costruisce sì in diversi modi, ma le differenze non sono poi grandissime. I “pontefici” sono sempre gli stessi. E allora i programmi sono uguali.
    Tanto il popolo di IT è così svilito, sbertucciato, umiliato, debole e povero, che come può ribellarsi, e dunque non fanno neanche più la fatica che tutti i delinquenti fanno, i politici nostri: coprirsi il volto con un fazzoletto, essere “mandilla”, vecchia parola della mia lingua genovese, nobilitata da una bellissima canzone di Fabrizio de André. Sono “mandilla” senza “mandillo”, quelli che tra poco saranno eletti.
    E poi “la menzogna”. Sì perché basta aprire i giornali, anche il “Corriere della Sera” di oggi (10 aprile 2008), per vedere storici e assessori alla cultura prezzolati (pagati poco per carità, sono poveretti che si accontentano di un pezzo di pane calmierato) pronti a scrivere che Napoleone ha “consacrato” il territorio veronese all’Unità d’Italia, e simili menzogne vili, e forse più ridicole che vili.
    Tutta una menzogna, la nostra storia ufficiale, dal 1796 al 2008, la menzogna su Napoleone “liberatore”, la menzogna sulla felicità popolare quando ritornò nel primo decennio dell’Ottocento, la menzogna sui plebisciti del 1866, la menzogna sulla “liberazione” della Grande (!) Guerra, la menzogna sulle azioni coloniali per l’Impero, la menzogna sulla “liberazione” del 1945 (dopo 3000 pagine di Pansa ancora è merce buona!), la menzogna sulle vere ragioni del “boom” degli anni Cinquanta e Sessanta. E dire che ce ne sono di storici che tali menzogne da sempre hanno cercato di contrastare, c’è Beggiato, c’è Agnoli, c’è Pansa, c’è colui che scrive queste righe, forse non sono cattedratici, ma non sono certo stupidi. Ma così è.
    Il 13 e 14 aprile milioni di poveracci andranno a scegliere chi li sfrutterà, ridicolizzerà, ingannerà per una nuova legislatura. Che triste rito, quello di doversi scegliere un carnefice, senza neanche la possibilità che uno sia diverso dall’altro, che uno ci uccida con la spada, e l’altro col fucile. Ma ci sono tante fiammelle di libertà in tutto il territorio di IT. Non si potrà tenerle basse a lungo. “You can blow out a candle, but you cannot blow out a fire, when the flame begins to catch, the wind will blow it higher”. Bei versi della canzone di Peter Gabriel dedicata ad un eroe del Sudafrica che combatteva contro l’apartheid. Sono sempre veri, anche per noi.


    Paolo Bernardini


    amico sostieni che piccolo sarà bello, che quindi probabilmente il mondo venturo sarà formato da tante piccole realtà sovrane.
    amico ma di quanto hai visto avanti?
    deve prima fallire la globalizzazione, e poi accadere altri eventi da rimpicciolire le varie realtà.
    sono daccordo piccolo è meglio e poi sembra uno schema libertario del municipalismo.
    w la libertà sempre!!

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da l'immenso Visualizza Messaggio
    amico sostieni che piccolo sarà bello, che quindi probabilmente il mondo venturo sarà formato da tante piccole realtà sovrane.
    amico ma di quanto hai visto avanti?
    deve prima fallire la globalizzazione, e poi accadere altri eventi da rimpicciolire le varie realtà.
    sono daccordo piccolo è meglio e poi sembra uno schema libertario del municipalismo.
    w la libertà sempre!!



    beh, se guardi qualche segno di scricchiolio parlando di globalizzazione sembra iniziare a vedersi...
    comuque il discorso localista, delle comunità e dei popoli che si "autogovernano" prescinde completamente dalla globalizzazione dell'economia a mio avviso. Se noti in europa stanno avvenendo 2 processi in contemporanea : la creazione di una nuova grande entità politica,l'Europa, con la crisi dei vecchi stati "nazionali" e il fiorire dei localismi con le regioni che in qualsiasi paese europeo acaquisiscono sempre maggiori poteri e autonmie. In questo modo si creeranno due principali livelli di potere che potranno tagliare fuori gli stati che non servono più assolutamente a nulla. Ti potrei parlare di stati come la gran bretagna e la spagna che si stanno progressivamente sfaldando, ma anche paesi ultracentralisti come francia e italia sono costretti a concedere maggiori poteri e responsabilità agli enti regionali e comunali. Questo perchè i grossi stati non sono più in grado di essere efficientemente al servizio del cittadino. Non è un caso che siano sempre i piccoli paesi come svizzera, austria, svezia, finlandia, etc dove le cose vanno meglio

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da l'immenso Visualizza Messaggio
    amico sostieni che piccolo sarà bello, che quindi probabilmente il mondo venturo sarà formato da tante piccole realtà sovrane.
    amico ma di quanto hai visto avanti?
    deve prima fallire la globalizzazione, e poi accadere altri eventi da rimpicciolire le varie realtà.
    sono daccordo piccolo è meglio e poi sembra uno schema libertario del municipalismo.
    w la libertà sempre!!
    la globalizzazione sta già entrando in piena crisi

  8. #8
    la ricerca della bellezza nascosta
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    Citazione Originariamente Scritto da FumnàCioccià Visualizza Messaggio
    "Bangher" per sempre!!
    Caspita! Questo brigante mi era sconosciuto.
    Pietro Bangher della Valsesia.

    Da inserire subito agli onori del brigantaggio universale.

  9. #9
    la ricerca della bellezza nascosta
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    Citazione Originariamente Scritto da uqbar Visualizza Messaggio
    Caspita! Questo brigante mi era sconosciuto.
    Pietro Bangher della Valsesia.

    Da inserire subito agli onori del brigantaggio universale.
    comunque se ci sono forumisti alpini interessati al brigantaggio saranno sorpresi di sapere che gli ultimi briganti furono proprio gente delle alpi che in sprezzo al pericolo e in spregio all'autorità mantennero la tradizione del contrabbando verso la svizzera fino quasi al 1970.
    Sfidando la Guardia di Finanza (che spesso sparava e uccideva) affrontavano il freddo e le irte cime delle alpi con alle spalle un tipico sacco contenente povera merce.
    Ne morirono a centinaia sui ghiacci delle alpi.
    E potete capire che nel 1970 non lo facevano certo per soldi ma per tradizione : quei pochi spiccioli che riuscivano a guadagnare non erano infatti nulla rispetto ai pericoli e alla fatica sopportata.

    (Brigante è quel coraggioso che si ribella all'autorità costituita e pone in essere atti temerari ed antieconomici in spregio al pericolo o sapendo di perdere al fine di mantenere viva la tradizione religiosa o sociale o familiare.)

    Ho letto delle storie commoventi al riguardo dei contrabbandieri alpini.
    Mi sembra che la zona fosse la Val d'Ossola ed anche altre che ora non ricordo.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da l'immenso Visualizza Messaggio
    amico sostieni che piccolo sarà bello, che quindi probabilmente il mondo venturo sarà formato da tante piccole realtà sovrane.
    amico ma di quanto hai visto avanti?
    deve prima fallire la globalizzazione, e poi accadere altri eventi da rimpicciolire le varie realtà.
    sono daccordo piccolo è meglio e poi sembra uno schema libertario del municipalismo.
    w la libertà sempre!!
    ti rispondo con parole non mie, ma di un giovane veneto emigrante a Washington (da http://www.pnveneto.org/index.php/20...-indipendenti/)

    ECONOMIE INDIPENDENTI

    In te’l 1945 ghe xera 74 nasioni indipendenti. Ancó gh’in’è 195 (192 iscrite ałe Nasion Unìe, pì el Vatican, Taiwan e el Kosovo). Na domanda spontanea ła xe: parké se forma nóvi stati? In fin dei conti i confini połitisi no i xe obligatori cofà mari e monti, ma creà da esari omàni. Sta domanda de confini otimałi se ła ga senpre posta dai fiłoxofi de l’antighetà ai economisti de Harvard al di de ancó.
    Aristotełe el sosteneva ke i confini ideałi i ciapava rento tuti kei ca se conoseva de parsona. Platone adiritura el xera rivà a on numaro: 5040 cai de fameja. Sti greghi antighi i vivéa in te on periodo de sità-stato, ma La Połitega de Aristotełe ła ne insegna ncora: “l’esperiensa ne dimostra ke a xe fadiga, se non inposibiłe, ke no stato masa grando el sipia governà da bone lexi.” Sto prinsipio no’l xe ndà perso inte i secołi, e ancó łe stese domande łe fa, in articołi academisi, economisti de Harvard e profesori de altre oniversità de fama mondial (*): ghe xeła na ragion economega da drio sta moltiplicasion de nasion?

    …[l’articolo continua soto le cartine]…


    [l’Europa inte’l 1500 - free trade]


    [l’Europa inte la fine 1800 - protectionism]


    [l’Europa inte’l 2000 - free trade]

    In te łe cartine de l’Europa se nota ke in te’l Rinasimento ghe xera na fraca de stati. L’Irlanda, ła Dhermania e ła penixoła Italega łe xera variopinte da on mucio de nasion. On contrasto alusinante co l’Europa de fine Otosento: Inpero Otoman, Inpero Ruso, Inpero Dherman, Inpero Austro-Ongarico, Inpero Britanego, Regno Talian. I ùnisi stati picenini ke i se ga salvà i xera in te ła costa Atlantega (Portogało, Belgio, Olanda, Danimarca), e par on bon motivo: i gavea cołonie in volta pa’l mondo.
    La fine de l’Otosento xe sta on periodo caraterixà da protesionismo economego. Poki scanbi comerciałi, e i poki ke ghe xera, i pativa tarife dixomàne. Studi econometrisi i ne conferma ke ghe xe na forte corełasion fra comerso internasionałe e el numaro de stati: pì free-trade ghe xe, pì alti i incentivi de disgregasion połìtega. Difati, soto regime de free trade, na dita de no stato picenin ła pol vendar in tuto el mondo. Ma soto regime protesionista, i confini del stato i xe i confini del marcà. Eco lora ke stati i taca fagocitar altri stati parké in fin de i conti serviva a slargar el propio marcà. Se no te poi comerciàr co l’estero, a na dita ghe convien star rento on inpero invese ke na sità-stato.
    Grasie al comerso lìbaro, in te’l Rinasimento sità cofà Venesia e Amsterdam łe xera potense economeghe pi forti de Spagna e Francia. Invese durante el protesionismo del Otosento, Mazzini el postuła ke el numaro ideal de stati europei el xe dódaxe (Siciliani, Bretoni Galexi, Irlandexi, el dixe, i ga on marcà masa cèo par esar indipendenti). El Dictionaire Politique del 1843 scrive ke Belgio e Portogało i xe ridicołi cofà nasioni indipendenti. Adiritura, in te’l 1897 el primo ministro inglexe el ghe dixe a l’anbasador francexe: “se voialtri no fusi cusì protesionisti, nialtri no gavarisimo da invader novi teritori”.
    In concluxion, łe dimension de no stato łe xe el rixultà de on ecuilibrio. In te on mondo bełicoxo e co poco comerso, convien far parte de on inpero. Pi xente ghe xe, pi groso l’exercito par difendarse e pi grando el comerso domestego. Donca łe federasioni łe salta fora par na necesità de agregarse par far fronte a on nemigo foresto (e mai par decentrałixar, come ke in ne vol far crédare co ła carotina de l’autonomia e del federałismo). I cantoni sguìsari i se ga confederà par sto motivo. łe cołonie mericane pena dopo l’indipendensa del 1776 łe gavea formà na confederasion de stati in pratica indipendenti. Ma diexe ani dopo par far fronte a spagnołi, francexi e inglexi i ga formà na federasion pi centrałixà. Anca l’altipian de Axiago, el se ga confederà par far fronte ai trentini, e pi vanti i xe intrà da so posta in te ła Repiovega Veneta par far fronte ai striaki.
    Ancó, in te on periodo de paxe e globałixasion comerciałe, se spiega parké i sèvita saltar fora novi stati indipendenti (Rep. Ceca, e Slovakia, Lituania, Estonia, Letonia, Armenia, Georgia, Moldavia, Slovenia, Croasia, Montenegro). In te na economia globałe se xe pì conpetitivi co stati cei, parké i xe pì eficenti. No xe on caxo ke dei sincue stati pi grandi del mondo (Cina, India, USA, Indonexia e Braxiłe) soło i Stati Unìi i xe riki, staltri i ga miliardi de parsone ke i vive in povertà. Vardando i diexe stati pi riki (in Pil pro capite) soło cuatro i ga na popołasion ke supera el milion (USA, Sguìsara, Norvegia e Singapore), staltri stati pi riki al mondo i ga tuti manco de on milion de popołasion. El stato African co pi alto taso de crésita el xe el Botswana (popołasion: 1 milion). E in Europa, ke stato gało el taso de crésita pi alto? Malta.
    E l’Italia, gała dełe dimension eficenti par far fronte a l’economia globałe? L’Italia ła ga na popołasion exageratamente sora ła media. 89 stati de sto mondo (cuaxi ła metà) i ga na popołasion inferiore ai 5 milioni. Parfin na Venetia indipendente (co na popołasion de 7-8 milioni) ła gavaria na dimension al de sora deła mediana. Ke senso gało pì el contenidor Italia in te’l contesto Europeo de ancó? Par ła difexa gavemo ła NATO, par l’economia gavemo l’Euro, e par custion legałi e altro gavemo l’Union Europea. Par cosa ne serveła l’Italia, e cuanto ła ne costa? Forse far parte de on pastrocio demografego ne va ben par vinsar łe cope del mondo. Ma in Pil pro capite, ancó ne sorpasa ła Spagna, ma parecémose parké doman ne sorpasa ła Slovenia, ła Lituania e el Montenegro.


    Lodovico Pizzati, Washington D.C. (USA)
    (*) Dati e citasion tolti da “The Size of Nations” de Alberto Alesina e Enrico Spolaore, MIT Press, 2003.

 

 
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