...........................
Cosa contraddistingue, in primo luogo, la figura del rivoluzionario, se non la 'decisione' di essere tale e di porsi contro il sistema dominante, i suoi dogmi fatti rispettare con mastodontica forza, contro l'indifferenza borghese delle masse che si lasciano lobotomizzare perse nella mediocrità e nella menzogna di un modello politico-sociale sempre più simile a una sorta di Farenheit 451, ma molto più tragico e disumano?
Cosa contraddistingue il rivoluzionario, individuo che per una scelta esistenziale mette in gioco se stesso in prima persona, se non una spietata e implacabile 'volontà rivoluzionaria' - per l'appunto - che non presenti più alcun residuo del cancro che identifichiamo come 'pensiero borghese'?
Il fine ultimo del rivoluzionario è la realizzazione di un progetto, e la sua volontà consiste nel perseguirlo ad ogni costo, evitando di farsi alcuno scrupolo morale: egli sa che va mantenuto inevitabilmente rigore e aristocratico distacco a livello interiore, ma sa anche che cadere sulla via dell'onore oggi non è possibile. Non c'è più spazio per il 'romanticismo', poiché stiamo andando dritti all'inferno.