Originariamente Scritto da
Ben90
anteprima per i camerati
Grazie ad Adinolfi, che mi ha dato spunti interessanti.
Nelle ultime settimane il mondo politico e sportivo è emotivamente coinvolto nelle note vicende Orientali che, a quattro mesi dalle discusse Olimpiadi di Pechino 2008, stanno scuotendo le coscienze di tutti : il dramma Tibetano.
La Cina, paese organizzatore dei prossimi giochi Olimpici, sta vivendo da dieci anni a questa parte un exploit economico di dimensioni incredibili dovuto ad una virata della propria politica economica su posizioni liberiste senza tuttavia mutare la sua organizzazione politica.
Il Partito Comunista Cinese, difatti, detiene ancora il potere sotto forma dittatoriale ed è più volte stato accusato di violazione dei diritti umani verso i propri cittadini dalle Associazioni umanitarie di tutto il mondo ed esercita una rigida repressione verso ogni tipo di oppositore politico, giornalisti, associazioni non governative ed ogni soggetto che violi i presunti dogmi della dottrina “Capital-comunista” cinese.
In occasione delle Olimpiadi la Comunità internazionale ha dovuto aprire gli occhi (o quantomeno far finta di farlo) d'innanzi alle atroci violenze subite dal popolo Tibetano, comunità che popola il Tibet e che è nella sfera di potere cinese pur sognando da decenni un'indipendenza sempre negata e repressa nel sangue.
Il Popolo tibetano è un popolo abbandonato a se stesso, in preda ai suoi feroci occupanti, sulla falsa riga dei Karen e dei Palestinesi.
Un Uomo realmente libero e degno non può che ribellarsi nel momento in cui un popolo è oppresso e privato del diritto di autodeterminarsi nazionalizzando la propria Comunità.
Per decenni la guida politico-spirituale dei ribelli Tibetani è stato il Dalai Lama (attualmente il tibetano “Tenzin Gyatso”), massima figura temporale e presidente del governo tibetano in esilio e messo in discussione dagli stessi ribelli nei recenti scontri quando il Dalai Lama ha invitato il popolo a rinunciare alla rivolta dal suo rifugio di Taiwan e da quando, nel 2004, la CIA ha rivelato che il Maestro fu per dieci anni nel libro paga dei servizi segreti americani : il governo Usa finanziò le operazioni di guerriglia tibetane contro la Cina e il movimento per la liberazione del Tibet, nell'ambito di una serie di operazioni per sovvertire i governi comunisti nel mondo. La cosa fu approvata da Eisenhower nel '59, dopo la fallita rivolta del Tibet contro la Cina, e continuò per tutti gli anni '60; i fondi furono bruscamente tagliati quando Nixon avviò la politica di apertura verso la Cina agli inizi degli anni '70. La Cia sborsò per anni 1,7 milioni di dollari all'anno, di cui 180.000 dollari di "sussidio per il Dalai Lama" e altri costi per pagare corsi di laurea ad attivisti tibetani, campi di addestramento per guerriglieri in Colorado, "Case Tibetane" a New York e a Ginevra.
Gli Stati Uniti appoggiarono il Tibet in funzione anticomunista in piena guerra fredda finchè fece loro comodo, come accadde in Europa paventando il fuorivante ''pericolo rosso'' fino agli anni '70, sino ad arrivare all'entrata della Cina nella WTO, l'associazione economica mondiale, marcando decisamente i connotati Capitalisti che tutt'ora segnano l'economia e il degrado sociale cinese.
Verrebbe dunque da chiedersi che interesse abbiano George Bush Jr. ed i suoi Soci a voler disertare le Olimpiadi di Cina.
Il motivo è molto semplice, tenere a freno l'opinione pubblica americane che, tra Repubblicani e Democratici, appare schierata all'unanimità contro la Cina.
Il cittadino medio americano, così come quello europeo, in cuor suo è molto preoccupato d'innanzi all'avanzata orientale ed i vari Sistemi occidentali devono tenere a bada questo sentimento illudendo i propri sudditi di andare contro a quel che loro reputano negativo senza tuttavia coinvolgere in questo gioco di prestigio gli schemi politico-economici dell'ordine mondiale dato che se gli U.S.A. non sono ancora tracollati economicamente è proprio grazie all'attività cinese ed agli investimenti americani sul suolo della “Repubblica Popolare”.
Bush deve dunque inscenare una sorta di protesta (probabilmente non parteciperà alla cerimonia inaugurale) ma non può permettere che l'Occidente e gli Stati Uniti portino avanti forme di boicottaggio totale (come tra Atlantisti e Comunisti trent'anni fa) perchè l'impatto sulle Autorità cinesi sarebbe tale da far saltare ogni tipo di accordo tra la Cina capitalista ed un Paese, gli Stati Uniti, sull'orlo del disastro economico (per quanto questo possa esserci mascherato).
L'Unione Europea, dal canto suo, pare orientata verso la decisione di non partecipare alla cerimonia inaugurale ed i politicanti nostrani hanno più volte sottolineato come, secondo loro, vadano separati sport e politica sulla stessa linea di pensiero del presidente del Comitato Olimpico Internazionale Jacques Rogge.
Il massacro di un popolo da parte di una dittatura delegittimata e verosimilmente di un altro Stato non è più politica, è pura civiltà.
Nessun uomo libero può guardare a questo massacro con indifferenza e nessun uomo libero può non schierarsi, non scendere in piazza, non urlare e non ribellarsi ad un Sistema che, in silenzio, legittima le più grandi tragedie contemporanee : siano esse il genocidio palestinese o le guerre in Iraq e Afghanistan.
Ogni conflitto di civiltà richiede la presenza spirituale e morale di uomini liberi pronti a riaffermare la centralità dell'Uomo nella società contro schemi, oligarchie del potere e le comunità internazionali.
Il loro cuore contro i carri armati.
Le Olimpiadi di Pechino 2008 sono finite, non hanno più senso, non sono neanche iniziate e non meritano di avere alcuna considerazione.
"Un reality show alla Grande Fratello. C'è solo un vincitore: il Tibet la cui bandiera sventola invitta."
Se notate qualche periodo sballato o cosine da sistemare segnalatemelo, che la rivoluzione passa anche e soprattutto dalle scuole