Cari amici
in questi giorni post elettorali c'è grande entusiasmo tra i simpatizzanti del centrodestra per il risultato elettorale raggiunto. Come sapete io non condivido del tutto questa gioia perchè sono un ex forzista deluso dalle mille piroette di Berlusconi e del suo progressivo abbandono della rivoluzione liberale del '94. Per questi motivi, non avendo un partito di destra liberale per cui votare e non credendo nell'opportunità del non voto, ho sfidato l'impopolarità tra i nuovi e i vecchi compagni di partito mischiandomi tra i dissidenti di destra di Francesco Storace.
In questi giorni di riflessione post-voto mi sono molto speso nel blog di Francesco, ma anche in altri spazi di discussione tra cui questo forum, per difendere posizioni filo-occidentali e di libero mercato in un'area dominata da nostalgici della socializzazione. Mi sono scelto un compito arduo e impopolare, donchisciottesco forse, ma questa "mission" (come diceva Ronnie) che mi sono dato, forse anche incautamente e presuntuosamente, nasce da un esigenza che sento da anni: favorire la nascita di una vera coscienza di un moderno e battagliero conservatorismo nell'unico luogo ad esso deputato, ovvero a destra del moderatismo centrista di Berlusconi, Fini, Casini e Veltroni.
Anche se il mio linguaggio non è sovrapponibile al vostro, i miei interventi propositivi raccolgono molte delle vostre richieste per uno Stato minimo e una libertà economica più diffusa. Vi chiedo umilmente di pensarci un attimo.
Questo partito nato dal rancore e forse già abortito rappresenta comunque lo si giudichi una comunità di persone (spesso giovanissimi al loro primo voto) che non vuole la sinistra al potere e si sente genericamente di "destra". E' un popolo ancora attratto dal passato mussoliniano per motivi che poco o nulla hanno a che fare con l'ideologia. In loro c'è rifiuto del politicamente corretto (per cui la svastica diventa il modo più semplice di dire NO ad una società che si rifiuta in blocco); l'attrazione verso ideali "virili" (onore, fedeltà, cameratismo) negati in un mondo sempre più femminilizzatosi; il senso di responsabilità verso i propri padri che hanno trasmesso loro l'epica delle battaglie missine.
Sarebbe dunque sbagliato ignorarli ed etichettarli sommariamente come "fascisti". Se lo sono o credono di esserlo è solo perchè hanno insegnato loro che il libero mercato "selvaggio" è un male che spezza le gambe ai più deboli, che la democrazia di USA e Israele è una menzogna a vantaggio delle multinazionali, che la Thatcher era una strega e Reagan un attore fallito. E' il frutto di una martellante campagna mediatica che ha accomunato tanto la destra quanto la sinistra per tutti gli anni ottanta e novanta.
Vi invito allora a superare il pur comprensibile imbarazzo e versare come del buon vino il vostro portato culturale nelle botti di questo esercito di proscritti. Io per quello che posso ce la sto mettendo tutta. Probabilmente non otterrò nulla, ma mi sento in dovere di provarci comunque. Ragionateci un pò.
Con immutata stima.