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    Predefinito 12 aprile - S. Zeno (Zenone) di Verona

    Dal sito SANTI E BEATI:

    San Zeno (Zenone) di Verona Vescovo

    12 aprile (e 21 maggio)

    Mauritania, IV secolo – Verona, 12 aprile 372

    Proveniente dall'Africa, forse dalla Mauritania, dal 362 alla morte fu vescovo di Verona, dove fondò la prima chiesa. Dovette confrontarsi con il paganesimo e l'arianesimo, che confutò nei suoi discorsi. I suoi iscritti ricordano quelli di più affermati scrittori africani e ci danno notizie importanti su di lui e sulla sua attività pastorale. Preoccupazione primaria di Zeno fu quella di confermare e rinforzare clero e popolo nella vita della fede, soprattutto con l'esempio della sua carità, dell'umiltà, della povertà e della generosità verso i bisognosi.

    Patronato: Verona, Pescatori

    Etimologia: Zeno = divino, che viene da Giove, Zeus greco

    Emblema: Bastone pastorale, Pesce

    Martirologio Romano: A Verona, san Zeno, vescovo, dalle cui fatiche e dalla cui predicazione la città fu condotta al battesimo di Cristo.

    Martirologio tradizionale (12 aprile): A Verona la passione di san Zenone Vescovo, il quale fra le procelle della persecuzione con ammirabile costanza governò quella Chiesa, e, al tempo di Gallieno, fu coronato col martirio.

    La città di Verona, ha per il suo santo patrono, una devozione “affettuosa e brusca”, che dura ininterrotta da sedici secoli; per il santo vescovo “moro e pescatore”, i veronesi eressero nel tempo una magnifica Basilica, più volte ricostruita e centro del suo culto.
    San Zeno o Zenone, secondo la “Cronaca”, leggenda medioevale di Coronato, un notaio veronese vissuto sulla fine del VII secolo, era originario dell’Africa settentrionale, più precisamente della Mauritania, quindi un arabo.
    Tale provenienza, mancando una documentazione certa, è stata confermata dal tenore dei suoi scritti, che rispecchiano lo stile e la sostanza di tanti altri celebri autori, dell’effervescente Africa dell’epoca, come Apuleio di Madaura, Tertulliano, Cipriano e Lattanzio.
    Non si sa, se egli giunse a Verona con la famiglia, né il motivo del trasferimento; d’altra parte bisogna considerare che nel IV secolo, dopo la fine delle grandi persecuzioni contro i cristiani, la Chiesa prese davvero un respiro universale, con scambio, viaggi e trasferimenti, di personaggi di grande dottrina e santità, si ricorda che africani erano s. Venanziano († 367) vescovo di Aquileia, Donato prete in Milano, il grande sant’Agostino, Fortunaziano, ecc.
    Si è ipotizzato che Zeno fosse figlio d’un impiegato statale finito in Italia settentrionale, a seguito delle riforme burocratiche volute dall’imperatore Costantino; altra ipotesi è che Zeno si trovava al seguito del patriarca d’Alessandria, Atanasio, esule e in visita a Verona nel 340.
    Rimasto nella bella città veneta, Zeno (Zenone il suo nome originario), avrebbe fatto vita monastica, fino a quando nel 362, fu eletto successore del defunto vescovo Cricino, divenendo così l’ottavo vescovo di Verona, il suo episcopato durò una decina d’anni, perché morì il 12 aprile del 372 ca.; la prima testimonianza su di lui si trova in una lettera di sant’Ambrogio al vescovo Siagro, terzo successore di san Zeno, che lo nomina come un presule “di santa memoria”; qualche anno dopo Petronio, vescovo di Verona fra il 412 e il 429, ne ricorda le grandi virtù e conferma la venerazione che gli era già tributata.
    La conferma del culto di s. Zeno o Zenone, si ha anche da un antico documento, il “Rhytmus Pipinianus” o “Versus de Verona”, un elogio in versi della città, scritto fra il 781 e l’810, in cui si afferma che Zeno fu l’ottavo vescovo di Verona e poi c’è il cosiddetto “Velo di Classe”, dell’ottavo secolo, una preziosa tovaglia conservata a Ravenna, in cui sono ricamati i ritratti dei vescovi veronesi, fra i quali s. Zeno.
    Anche il papa s. Gregorio Magno, alla fine del VI secolo raccontò un prodigio avvenuto in città, attribuito alla potente intercessione del santo; verso il 485 una piena del fiume Adige, sommerse Verona, giungendo fino alla chiesa dedicata a san Zeno, che aveva le porte aperte; benché l’acqua del fiume avesse raggiunto l’altezza delle finestre, non penetrò attraverso la porta aperta, quasi come se avesse incontrato una solida parete ad arginarla.
    Ciò che maggiormente testimonia l’origine africana del santo, sono i suoi 93 “Sermones” o trattati, di cui 16 lunghi e 77 brevi, con la cui stesura, a detta degli studiosi, Zeno aprì la grande schiera degli scrittori cattolici, fu il primo dei grandi Padri latini e meriterebbe quindi di essere collocato fra i Dottori della Chiesa, per la scienza testimoniata con i suoi scritti.
    I temi dei ‘Sermoni’ sono quelli affrontati nella predicazione: la genuinità della dottrina trinitaria, la mariologia, l’iniziazione sacramentale (l’Eucaristia e il Battesimo, con cui egli ammetteva i pagani solo dopo un’adeguata preparazione e un severo esame), la liturgia pasquale, le virtù cristiane della povertà, umiltà, carità e l’aiuto ai poveri e sofferenti.
    Gli argomenti dogmatici, morali, cristologici, biblici e gli episodi cui fa riferimento, sono espressi dal santo con uno stile che ne testimonia l’origine; dicono gli esperti che il suo latino è “caldo e conciso”, ricorda quello degli scrittori africani “abituati a tormentare le frasi e a coniare nuovi vocaboli, per scolpire in tutta la sua luminosa bellezza l’idea”.
    Lo stile africano è ricordato anche in quel “procedere sentenzioso, nei giochi di parole e di immagini, in quei larghi sviluppi oratori, nei quali l’anima del Santo trasfonde tutta l’irruenza dell’entusiasmo e dello sdegno…” (Mons. Guglielmo Ederle, per lunghi anni abate della Basilica).
    L’eleganza dello stile, accomunata alle espressioni sovrabbondanti e all’improvvisa mescolanza di lingua letteraria e di volgare, fece si che san Zeno fosse definito il “Cicerone cristiano”.
    Condusse con le sue predicazioni, trascritte da qualche suo discepolo nei “Sermones”, vivaci battaglie contro i Fotiniani (ariani) e la rinascita nelle campagne, del paganesimo (dovuta soprattutto all’apostasia di Giuliano); le sue prediche erano affollate da neoconvertiti ma anche da pagani, attratti dalla sua abile oratoria.
    Dal panegirico pronunciato da s. Petronio vescovo di Bologna, nella prima metà del V secolo, nella chiesa dove riposavano i resti del santo, si apprende che Zeno fu vescovo insigne per carità, umiltà, povertà, liberalità verso i poveri; sollecitava con forza clero e fedeli alla pratica delle virtù cristiane, dando loro l’esempio.
    Costruì a Verona la prima chiesa, che si trovava probabilmente nella zona dell’attuale Duomo, dove si riconoscono le tracce dei primi edifici cristiani; si tratta della chiesa già citata, che prodigiosamente non fu allagata dalla piena del fiume Adige nel 588, e per questo fu donata a Teodolinda, moglie di re Autari, che fu testimone oculare dell’avvenuto prodigio.
    Quella chiesa fu rifatta ai tempi di re Teodorico e nell’804 venne danneggiata, insieme al vicino monastero, da ‘uomini infedeli’, probabilmente dagli Unni e anche dagli Avari.
    Il vescovo Rotaldo la volle ricostruire, commissionando il nuovo progetto all’insigne arcidiacono Pacifico; l’8 dicembre 806, il nuovo tempio fu consacrato e dal romitaggio sul Monte Baldo sopra Malcesine, scesero gli eremiti Benigno e Caro, ritenuti degni di trasportare le reliquie del santo nel nuovo tempio, dove furono poste in un basamento di marmi levigati, nella cripta sorretta da colonne.
    Alla consacrazione furono presenti, il re Pipino, figlio di Carlo Magno, il vescovo di Verona, quelli di Cremona e Salisburgo, più una folla immensa.
    Ma dal Nord Europa, ancora una volta calarono eserciti barbari, giungendo nell’antichissima e celebre città a cavallo dell’Adige; Verona è stata nei secoli la prima tappa dei popoli germanici e dell’Est europeo, che varcavano le Alpi per invadere e conquistare la Penisola e verso la fine del IX secolo, gli Ungheri assalirono Verona e saccheggiarono le chiese dei sobborghi.
    Ma le reliquie di san Zeno erano state messe in salvo in cattedrale e solo nel 921, poterono tornare nella cripta della chiesa a lui dedicata. Per mettere al sicuro definitivamente le reliquie del santo e la tranquillità del culto per il Patrono, in quegli anni si decise di costruire una grande basilica, più vasta e più protetta. Non fu impresa facile; per la nuova basilica romanica, giunsero aiuti finanziari e tecnici dai re d’Italia Rodolfo e Ugo; lo stesso imperatore Ottone I, lasciando Verona nel 967, donò una cospicua somma al vescovo realizzatore Raterio.
    La basilica, nel 1120, 1138, 1356, ebbe altre ristrutturazioni, modifiche e ampliamenti, specie all’interno, mentre il campanile fu eretto nel 1045 per iniziativa dell’abate Alberico; attualmente la vicina Torre merlata, è quanto resta della ricca abbazia benedettina, in cui furono ospitati, re, imperatori, cardinali.
    Il portale bronzeo della Basilica, è da tempo chiamato, ‘il libro di bronzo’ e la ‘Bibbia dei poveri’; esso racconta in successive 48 formelle, episodi biblici e della vita di Gesù, oltre ai miracoli di San Zeno.
    I miracoli raffigurati, furono tratti dai racconti del già citato notaio veronese Coronato, e dalle formelle si può apprendere quelli più eclatanti; quando san Zeno fu eletto vescovo di Verona, prese ad abitare con dei monaci, in un luogo solitario verso la riva dell’Adige e giacché viveva povero, era solito pescare nel fiume per cibarsi; e un giorno mentre stava pescando, vide più in là un contadino trascinato nella corrente del fiume, insieme al suo carro, dai buoi stranamente imbizzarriti.
    Avendo intuito che si trattava di un’opera del demonio, fece un segno di croce, che ebbe l’effetto di far calmare i buoi, che riportarono così il carro sulla riva.
    È uno dei tanti episodi di lotta con i demoni, che il santo vescovo, dovette affrontare lungo tutto il suo episcopato; poiché diverse volte lo disturbavano e tante volte san Zeno li scacciava adeguatamente; infatti nell’affresco della lunetta del protiro della basilica e nei bassorilievi di marmo che le fanno da base, s. Zeno è raffigurato fra l’altro mentre calpesta il demonio.
    In un’altra formella del portale, si vede il demonio scacciato dai buoi nel fiume, che indispettito si trasferisce nel corpo della figlia di Gallieno, che doveva essere un nobile locale, ma poi individuato erroneamente come l’imperatore, in tal caso le date non corrispondono.
    Gallieno, saputo del vescovo Zeno, che combatteva efficacemente i demoni, lo mandò a chiamare e così l’unica sua figlia fu liberata; per riconoscenza Gallieno gli concesse piena libertà di edificare chiese e predicare il cristianesimo, donandogli anche il suo prezioso diadema, che s. Zeno divise tra i poveri.
    Nella basilica esiste una bella vasca di porfido, pesantissima, che la tradizione vuole regalata da Gallieno al vescovo, il quale volendo punire l’impertinente demonio, gli ordinò di trasportarla fino a Verona; il demonio obbedì, ma con tanta rabbia, tanto da lasciare sulla vasca l’impronta delle sue unghiate; al di là della tradizione, la vasca può essere un importante reperto archeologico, delle antiche terme romane della città.
    Decine sono gli episodi miracolosi e i prodigi, che la tradizione e la leggenda, attribuiscono a san Zeno, sempre in lotta con i diavoli, perlopiù dispettosi, che cercavano sempre di ostacolarlo nella predicazione e nel suo ministero episcopale; si tratta di una particolare lotta del santo, che secondo alcune leggende avrebbe visto e scacciato il demonio, sin da quando era un chierico, mentre era in compagnia di s. Ambrogio.
    Infine non si può soprassedere sull’ipotesi, che san Zeno fosse un uomo oltre che istruito e saggio, anche bonario e gioviale; lo attestano due importanti opere, un’anta dell’antico organo, ora custodita nella chiesa di San Procolo, e la grande statua in marmo colorato, della metà del XIII secolo, nella basilica, che lo raffigurano entrambe sorridente fra i baffi; la statua raffigura san Zeno seduto, vestito dai paramenti vescovili, con il viso scuro per le sue origini nord africane, che sorride e benedice con la mano destra, mentre con la sinistra sorregge il pastorale, a cui è appeso ad un amo un pesce, a ricordo della sua necessità di pescare nell’Adige per i suoi pasti frugali.
    I veronesi indicano questa statua, come “San Zen che ride”; il santo è patrono dei pescatori d’acque dolci, il grosso sasso lustrato su cui, secondo la tradizione, sedeva mentre pescava nel fiume, è conservato in una piccola chiesetta denominata San Zeno in Oratorio, non lontano dalla millenaria basilica veronese, in cui riposa il santo Patrono.
    La festa liturgica di san Zeno è il 12 aprile; nella diocesi di Verona, però, la ricorrenza è stata spostata al 21 maggio, a ricordo del giorno della traslazione delle reliquie nella basilica, avvenuta il 21 maggio 807.

    Autore: Antonio Borrelli


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    St. Zeno

    Entered in the Roman Martyrology on 12 April as a Bishop of Verona martyred under Gallienus. Probably, however, he was a confessor who governed the Church of Verona from 362-380. At Verona a basilica, San Zenone, is dedicated to his honour, and some thirty churches and chapels bear his name. In the basilica his statue, bearing the episcopal insignia, is prominent in the choir; coins with his likeness and an inscription were in use. On 21 May and 6 Dec. the translation of his body and his consecration were formerly commemorated. In "De viris illust." of St. Jerome and Gennadius, Zeno is not mentioned, but St. Ambrose (Ep. v) speaks of him as an episcopus sanctae memoriae, and St. Gregory (Dial., III, 19) relates a miracle wrought at the Church of St. Zeno at Verona. Mabillon ("Vetera analecta", Paris, 1675) published an anonymous poem, "De landibus Veronae", taken from the writing of Ratherius, Bishop of Verona (d. 974), found in the abbey at Lobbes in Belgium (P.L., XI, 154, 225), which gives a list of the bishops of Verona and makes Zeno eighth. In the Monastery di Classe at Ravenna was found an eighth-century chasuble (casula diptycha) with the names and pictures of thirty-five bishops of Verona on its front and back; among them was that of Zeno. This list was accepted by Gams in his "Series episcoporum" (Bigelmair, p. 27). Zeno had not been known as a writer before 1508, when two Dominicans, Albertus Castellanus and Jacobus de Leuco, edited at Venice 105 tractatus or sermons found in the episcopal library of Verona fifty years earlier. In 1739 the brothers Ballerini published "S. Zenonis episcopi Veronae sermones", with an elaborate prolegomena. From these it appears that Zeno was a native of Africa, eighth Bishop of Verona (362-80), an able speaker, and an untiring champion of Christianity against the heathens and of orthodoxy against the Arians. Much controversy arose as to the time at which St. Zeno lives, whether two bishops of Verona of this name were to be admitted or but one, and on the authorship of the sermons. Various opinions were held by Sixtus of Siena, Baronius, Ughelli, Dupin, Tillemont, Fabricius, and others. Of the 105 sermons 12 have been rejected as belonging to other authors. Of the rest 16 are larger sermons, the others merely sketches or perhaps fragments. They contain valuable material on Catholic doctrine, practice, and liturgy; they treat of God, creation, the Blessed Virgin, Holy Scripture, the Church, the sacraments, etc., and warn against the vices of the day.

    Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. XV, 1912, New York

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    Lightbulb Re: 12 aprile - S. Zeno (Zenone) di Verona

    12 aprile 2018: giovedì della II settimana dopo Pasqua; San Zeno, Vescovo e Martire, patrono di Verona e San Giulio I, Sommo Pontefice…



    San Zeno - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-zeno/
    «12 aprile, San Zeno, Vescovo e Martire, patrono di Verona.

    “A Verona la passione di san Zenóne Vescovo, il quale fra le procelle della persecuzione con ammirabile costanza governò quella Chiesa, e, al tempo di Galliéno, fu coronato col martirio”.».
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-3-172x300.png






    "12 Aprile: San Zeno, Patrono di Verona"
    12 Aprile: San Zeno, Patrono di Verona « www.agerecontra.it
    http://www.agerecontra.it/2018/04/12...ono-di-verona/

    “La chiesa abbaziale di San Zenone, o, come dicono i Veronesi, di San Zeno Maggiore è uno dei monumenti più antichi e più gloriosi di Verona. Accade spesso che sul corpo di un Martire o di un Santo, come su un terreno particolarmente fertile, germogli una grande chiesa o ributti uno svelto campanile.
    A Verona, sul corpo miracoloso di San Zenone è fiorita la più bella chiesa italiana dell’epoca romanica, con il boccio di pietra rosea dell’elegante campanile. La vita di San Zenone, Santo veronese, è avvolta nella leggenda.
    Zeno nacque in Africa e visse intorno al IV secolo. Non si sa come e quando, dalle sabbie africane, sia giunto sui dolci colli in riva all’Adige, spinto dalla sua vocazione apostolica. In quei tempi, l’imperatore Giuliano, detto l’Apostata, cercava di ristabilire il culto degli dei pagani, combattendo il Cristianesimo, da lui rinnegato. I primi barbari invasori dell’Impero erano poi ariani, cioè cristiani eretici, fieramente avversi al Cattolicesimo.
    Correvano quindi tempi brutti per la Chiesa e per il decimato gregge dei fedeli. Ma la sua predicazione e il suo esempio furono più forti delle imposizioni politiche e delle opposizioni settarie. I pagani convertiti, gli eretici ravveduti, furono presto legione, e di San Zenone si poté dire che « predicando condusse Verona al Battesimo ».
    Eloquente, erudito, paterno, come appare dai suoi Sermoni, San Zenone fu Vescovo esemplare. Ma oltre che perfetto pastore, egli fu anche un prodigioso cane da guardia, che tenne lontani i lupi della sopraffazione e le serpi dell’eresia; anzi, che lupi e serpi ridusse in miti e obbedienti agnelli.
    Nelle opere d’arte, fin da quelle più antiche, San Zenone è rappresentato con un pesce in mano. Questo curioso simbolo ha un doppio significato. San Zenone aveva rinunziato a tutte le sue ricchezze, per distribuirle ai poveri. La sua povertà, sopportata con gioia, giungeva spesso fino all’indigenza.
    La leggenda narra così come il santo e umilissimo Vescovo pescasse egli stesso nell’Adige il magro cibo per i suoi pasti frugali. Per questo egli è considerato Patrono dei pescatori d’acqua dolce.
    Ma il simbolo del pesce ricorda anche la frase che Gesù disse agli Apostoli, prima d’inviarli in tutto il mondo a battezzare e a predicare il Vangelo. « Sarete pescatori d’uomini». Anche San Zenone, come gli Apostoli, fu pescatore infaticabile, e le anime da lui tratte nella rete della Grazia furono infinitamente più numerose dei pochi pesci destinati a sfamarlo.
    Quando mori, verso il 380, era stato Vescovo per diciotto anni. Il popolo, che volle dare l’estremo saluto alle sue spoglie, non poté essere contenuto nella chiesa che San Zenone stesso aveva costruito, fuor delle mura della città. Fu così che nacque l’idea della nuova grande costruzione: quella chiesa meravigliosa con la quale si volle onorare il Santo, e che misura la devozione e l’affetto dei Veronesi per il loro glorioso Patrono.
    Fonte: www.verona.net
    P.S. di CHRISTUS REX. Contrariamente a quanto qualcuno strumentalmente dice, in epoca di buonismo ed accoglienza indiscriminata, San Zeno non era nero, sebbene alcune raffigurazioni lo rappresentino come tale. Originario dell’Africa settentrionale (di qui il nomignolo “Vescovo moro”) non era di carnagione nera. Nella raffigurazione accanto, infatti, si vede come probabilmente era realmente l’immagine del Patrono di Verona (n.d.r.)”




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    verona « Risultati della ricerca « www.agerecontra.it





    Repetita iuvant: Ezra Pound e la Teosofia - Centro Studi Giuseppe Federici
    «Ezra Pound e la Teosofia - Ezra Pound e la Teosofia, di don Francesco Ricossa (dalla rivista “Sodalitium”, n. 67, dicembre 2015)
    Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza - Comunicato n. 36/18 del 12 aprile 2018, San Zeno.».
    Ezra Pound e la Teosofia - Sodalitium





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    “Gesù mio d’amore acceso
    Non Vi avessi mai offeso,
    Ma che sempre Vi avessi amato,
    Maledetto il mio peccato.
    Ora dunque,
    non Vi voglio offender più,
    Lo prometto,
    o mio Gesù!”
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    Anniversario odierno (12 aprile 1947 - 12 aprile 2018) dell’apparizione della Madonna a Bruno Cornacchiola (9 maggio 1913 - 22 giugno 2001, Festa del Sacro Cuore di Gesù †), ex-protestante e comunista fervente anti-cattolico che voleva uccidere il Papa Pio XII prima di essere convertito dalla Santa Vergine, l’ormai noto veggente delle Tre Fontane; queste apparizione e rivelazioni delle Beata Vergine Maria alle Tre Fontane appaiono in perfetta sintonia - oltre che con la visione di Papa Leone XIII e la preghiera da lui introdotta a San Michele Arcangelo con tanto di esorcismo volto a scongiurare la futura possibile usurpazione della Sede di San Pietro - con quelle precedenti a La Salette, Fatima e così via…
    Cfr. ad es. i seguenti preziosi testi di controinformazione integralmente cattolica, pur da leggere con la dovuta attenzione critica:


    Salvatore Panzica, La Madonna de La Salette ovvero il segreto scomodo, Salpan editore, Matino (Lecce) 2007.
    http://www.salpan.org/Immagini/copertina%20Salette.jpg
    Arai Daniele, Nella profezia di Fatima… il mistero dell'altra Roma, Edizioni Radio Spada, Cermenate (CO) 2015.
    http://www.agerecontra.it/wp-content...RO-DI-ARAI.jpg
    Ranieri Cossettini, Roma, l’apostasia e l'abominio della desolazione, Edizioni Segno, Tavagnacco (Udine) 2017.
    https://www.edizionisegno.it/img.asp...e%2FRoma%2Ejpg


    Ebbene, anche nella rivelazione privata - ma riconosciuta da Papa Pio XII in persona e di enorme importanza pubblica - della Madonna al veggente Bruno Cornacchiola già nel 1947 c’è un terribile avvertimento sui futuri decenni:
    «[...]lo Spirito di Dio si ritira dalla Terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, ecco il drappo talare funebre, sarà lasciata in balìa del mondo [...] Satana entrerà nei posti guida della Chiesa [...]».
    E successivamente, in altri messaggi successivi, si afferma esplicitamente:
    «I cristiani si combattono perché non hanno più un capo che li guidi» e si mette in guardia dai «Falsi profeti, che cercano con tutti i mezzi di avvelenare le anime cambiando la dottrina di Gesù in dottrine sataniche; e toglieranno il Sacrificio della croce che si ripete sugli altari del mondo.».
    Quindi si preannuncia abbastanza chiaramente la «Sede Vacante» (cattolici lasciati senza un Pontefice autentico e legittimo dopo Pio XII…), o peggio un «nuovo papato» contraffatto con una «nuova chiesa» eretta a Roma nella Sede della Verità per infondere una «nuova fede» falsificata ed ereticale, con la rimozione del vero Papa e la sua sostituizione con una serie di «papi» fasulli e sommi impostori (cioè i vari, a prescindere dalle loro intenzioni soggettive che non spetta a noi giudicare, Roncalli/Giovanni 23, Montini/Paolo 6, Luciani/Giovanni Paolo 1º, Wojtyła/ Giovanni Paolo 2º, Benedetto 16/Ratzinger e Francesco/Bergoglio più un intero clero massonizzato ed infiltrato da falsi pastori dal vertice alla base) e perfino l’abolizione della Santa Messa…
    Come si fa a non pensare a ciò che è successo dal 1958, anno della morte di Papa Pio XII appunto, in poi e soprattutto al “Concilio Vaticano Secondo” (1962-1965), alla “nuova messa” ibrida e protestantizzata di Paolo 6/Montini, Bugnini e Lercaro del 1969 (adesso Bergoglio e soci si accingono a “canonizzare” proprio Paolo 6/Montini che ha realizzato ed ufficializzato la sovversione liturgico-dottrinale e sono in procinto di promulgare persino una “nuovissima messa”, che sarà sacrilega e del tutto invalida senza più dubbio alcuno…) e a tutto il resto; come si fa oggi a non capire qual è l’origine della crisi nella Chiesa?!
    Secondo voi cosa vuol dire che la Chiesa sarebbe rimasta vedova (espressione di Cornacchiola) e senza nocchiero (espressione di Padre Pio), se non che sarebbe rimasta Vacante o peggio sarebbe stata usurpata a partire dai suoi sommi vertici?!
    Assistiamo ormai da decenni – in pratica già dal 1958 in poi, dalla morte di Papa Pio XII - al più tremendo inganno religioso e spirituale perpetrato dai vertici sovvertitori della setta vaticano-secondista a danno della Chiesa Cattolica e dei suoi fedeli tra la seconda metà del ventesimo e l’inizio del ventunesimo secolo…
    La setta vaticano-secondista occupa fisicamente la Sede della Chiesa Cattolica, ma ne stravolge gli insegnamenti di Verità…
    Il tremendo mistero è che ancora oggi tanti cosi detti tradizionalisti, pur magari in buona fede come è doveroso supporre, si ostinano a minimizzare o negare l’esistenza di questa grande impostura!!
    Ovviamente non bisogna giudicare il foro interno di nessuno, dato che lo conosce solo Dio, neppure quello degli artefici della sovversione in atto e dei loro complici, però è necessario avere il coraggio di denunciare l’impostura oggettiva!!
    Arai Daniele (13 maggio 1934 - 25 novembre 2017, RIP…sono stato anche alla Santa Messa in suffragio della sua anima celebrata da Don Floriano Abrahamowicz) è stato uno dei pochi che ha avuto il coraggio di farlo; egli ha pure conosciuto di persona Bruno Cornacchiola e scrisse alcuni anni fa che però nemmeno il veggente stesso, per quanto sinceramente e tradizionalmente cattolico, era riuscito a comprendere fino in fondo la portata dell’apostasia in atto alla sommità della Chiesa, per cui non riconobbe l’avvenuta usurpazione degli pseudo-papi sul trono di Pietro; a seguire riporto stralci dell’articolo da “AgereContra”…
    Ecco qui comunque vari articoli per capire meglio ed approfondire le Apparizioni delle Tre Fontane:




    "Le apparizioni della Vergine alle Tre Fontane"
    Le apparizioni della Vergine alle Tre Fontane
    Il messaggio della Vergine della Rivelazione (Tre Fontane) dato a Bruno Cornacchiola
    Biografia di Bruno Cornacchiola, veggente della Grotta delle Tre Fontane a Roma
    http://www.fedeecultura.it/file/trefontane.pdf
    “Apparizioni Mariane: la Bella Signora delle Tre Fontane (Storia della Vergine della Rivelazione).”
    PROFEZIE PER IL TERZO MILLENNIO (Le apparizioni delle Tre Fontane)
    Le apparizioni delle Tre Fontane

    "Saverio Gaeta - Bruno Cornacchiola e la Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane di Roma (1947)."
    https://www.youtube.com/watch?v=LAPSd9pkUVU
    Saverio Gaeta, Il veggente. Il segreto delle tre fontane, Salani, Milano 2016.





    “«LA CHIESA SARÀ LASCIATA VEDOVA. LO SPIRITO DI DIO SI RITIRA DALLA TERRA»: le straordinarie rivelazioni della Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola, il veggente delle Tre Fontane.”
    https://gloria.tv/article/uqJPT4yoNkNS48xxEVczbbxQ4
    https://gloria.tv/article/uUNYB2Wur8vF4qXKwgRazWq9x


    VIVIAMO I TEMPI DEL TERZO CASTIGO DELLA «VISIONE» DI FATIMA? « www.agerecontra.it
    “VIVIAMO I TEMPI DEL TERZO CASTIGO DELLA «VISIONE» DI FATIMA? L’EDITORIALE DEL VENERDI di Arai Daniele.
    http://www.agerecontra.it/2016/04/vi...one-di-fatima/

    (…) Queste le parole di un personaggio speciale, Bruno Cornacchiola, il veggente delle apparizioni mariane delle Tre Fontane, per l’ora presente. Esse sono ricordate in un libro menzionato da Antonio Socci (Da Libero, 12 aprile) su “I segreti dei diari di Bruno Cornacchiola” di Saverio Gaeta (Salani). Penso che siano specialmente adeguate in occasione dell’abominevole pubblicazione di Bergoglio sulla famiglia, perché sono questioni facilmente collegabili nella desolazione finale di cui trattano questi diari.
    Veniamo a Bruno Cornacchiola e le apparizioni mariane di Tre Fontane con i suoi messaggi e segreti così descritti: “Nell’ottobre del 2014 la copertina di Dabiq, il periodico dello Stato islamico, sconvolse il mondo civile, pubblicando un fotomontaggio nel quale la bandiera dell’Isis sventolava sull’obelisco dinanzi alla basilica di San Pietro. Sessantanove anni fa, nell’apparizione romana delle Tre Fontane, una simile profezia era già stata proposta dalla Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola: «Vi saranno giorni di dolori e di lutti. Dalla parte d’Oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sante e sacre, quando gli sarà dato di farlo».”
    Oggi, dopo anni di studi e di analisi, Saverio Gaeta – l’unico giornalista che ha avuto accesso ai diari di Bruno Cornacchiola custoditi nell’associazione da lui fondata. Lui, infatti – per ordine della Vergine – custodì una copia personale delle testimonianze dal 1947 al 2001, anno della sua morte, che ora sono integralmente svelati.
    Si tratta di sogni e visioni che anticipavano in maniera drammatica gli eventi del secolo: dalla tragedia di Superga nel 1949 all’elezione di Paolo 6 nel 1963, dalla guerra dello Yom Kippur nel 1973 al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro nel 1978, dagli spari contro Giovanni Paolo 2º nel 1981 all’esplosione del reattore di Chernobyl nel 1986, dall’attentato alla basilica di San Giovanni in Laterano nel 1993 alla caduta delle Torri Gemelle nel 2001. E della paurosa crisi della Chiesa.
    Ho conosciuto Cornacchiola, con chi mi sono incontrato e parlato anche a lungo tre volte. La prima nello stesso posto delle apparizioni dall’altra parte della strada dove San Paolo è stato martirizzato e la sua testa rimbalzando tre volte ha originato le tre fontane. Lì mi ha raccontato dalla persecuzione che li muoveva Poletti, vicario di Roma, inviso ad apparizioni e messaggi. La seconda l’ho trovato nel Verano, quando mi occupavo del trasferimento delle spoglie di mio padre da Torino alla tomba di famiglia. Abbiamo sempre parlato della crisi dalla Chiesa e della Santa Messa tradizionale. Lì, questa sarà celebrata giorni dopo per mio padre da don Francesco Ricossa nella Cappella di quel Cimitero monumentale, mentre io dovevo fare la guardia perché non fosse interrotta dai frati locali. Gli ho gridato allora: non avrà diritto ad avere la santa Messa del suo tempo, almeno da morto! Ci lasciarono in pace, arrabbiatissimi dalla «profanazione»!
    Ma torniamo a Cornacchiola. La terza volta sono andato a trovarlo con monsignore Francesco Spadafora, dalle parti del Divino Amore, dov’era il “fortino” della sua comunità e dove abbiamo assistito a mezza Messa, che lui ci ha assicurato seguire il canone tradizionale. Lui era persona molto aperta e attiva di vita romanzesca segnata dapprima dall’intenzione di uccidere il Papa, da lui considerato allora, divenuto, da comunista a protestante, capo della sinagoga di Satana. Poi la fulminea conversione al cattolicesimo, a seguito della straordinaria esperienza del 12 aprile 1947.
    Quel giorno, insieme ai suoi tre figli, vide una giovane donna di bellezza straordinaria, scura di pelle e di capelli, con un manto verde e un libro (dell’Apocalisse) fra le mani; e da quel momento per tutta la vita continuò a ricevere da lei messaggi spirituali e annunci profetici, consegnando i segreti ricevuti dalla Madonna al Vaticano. (…)
    Vediamo quanto pubblica di questo libro Antonio Socci nell’articolo del suo blog, lo Straniero: (“Ma perché gli uomini responsabili non vedono l’invasione dell’Islam in Europa?). Dice Socci. Soprattutto incombe una terribile minaccia alla vera fede cattolica, un’apostasia che sembra riguardare il cuore stesso della Cristianità (“l’ira di Satana non è più mantenuta: lo Spirito di Dio si ritira dalla Terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, ecco il drappo talare funebre, sarà lasciata in balìa del mondo”).
    Il centro del «messaggio» delle Tre Fontane – e delle premonizioni del Cornacchiola – riguarda tuttavia le minacce dell’eresia e dell’apostasia alla vera fede cattolica: “Figli miei, la salvezza non è riunire tutte le religioni per farne un ammasso di eresie e di errori… Gli uomini devono vivere la Chiesa e non la Chiesa vivere di loro. Gli uomini devono essere persuasi della verità … La dottrina della Chiesa è di Cristo… Non cambiate la dottrina, ma cambiate i vostri cuori a vivere essa dottrina per la salvezza vostra e del prossimo”.
    In tal senso, Cornacchiola era molto attaccato alla Dottrina tradizionale. Non so se il libro parlerà di questo, ma io devo dire che da lui ho avuto due copie della «Spiegazione del Catechismo di S. Pio X» di C. T. Dragone (opera del 1956, 730 pp.), libri scaricati dalle Paoline.
    Alla fine della visita, però, lui, poiché scrivevo su «sì sì no no» (e don Putti aveva dato dell’apostata a Poletti) mi ha preso da parte per sussurarmi amichevolmente che dovrei essere più riverente alla gerarchia! Bruno descriveva il lupo ma lo voleva riverito? Non diversa era purtroppo l’attitudine di suor Lucia di Fatima!
    IL PAPA ERETICO
    Infine l’episodio più inquietante ed enigmatico è descritto così da Cornacchiola in data 21 settembre 1988: “Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta a un ammasso di rovine.” Era quello prefigurato a La Salette? Si domanda Socci. Ma perché non ricordare la visione dell’eccidio papale del Terzo Segreto di Fatima? (…)
    sono i tempi di Giovanni 23, di Paolo 6, di Giovanni Paolo 1º e 2º e di Ratzinger, tempi in cui il castigo spirituale è già chiaramente in atto con un mondo avvolto dagli effetti della grande apostasia, ora abergogliata delle falsità prese per verità.
    Eccoci al tempo segnato dalla mutazione clericale che è la demolizione in atto già nel 1960. La gente non lo vede perché riguardano proprio la cecità verso la Profezia ignorata, del Pastore colpito e della Città demolita, per ora spiritualmente. Ma affinché le tante anime che Dio vuole ancora salvare finalmente capiscano l’orrore di tale demolizione della Fede, c’è da attendersi breve un’immane catastrofe materiale che purifichi una terra governata dallo spirito menzognero e assassino dal principio. Alla luce di Fatima, viviamo tale interregno del castigo spirituale che è nella visione rappresentata nel «Terzo Segreto». Essa pare estranea a chi non capisce la portata dei mutamenti ecclesiali ecumenisti avversi alla realtà cattolica di matrice «papale»!
    Basta ricordare le parole de Maria a suor Lucia: ‘Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!’
    Questo il ricordo portato dalla Regina dei Profeti a Fatima; forte richiamo anti-ecumenista, anticomunista, anti-illuminista, antimodernista, insomma, opposto agli errori sociali preconizzati dalla rivoluzione russa e poi dalla rivoluzione conciliare per alterare la fede; alterazioni rese visibili anche nella solerzia conciliare, che dell’apparizioni curano adunate e introiti, ma censurando il Messaggio. La Vergine sarebbe apparsa a Fatima solo per chiedere preghiera e penitenza, e a solo a loro spetterebbe ora guidare i popoli, secondo i loro «segni dei tempi». Eppure non si vuol capire l’infamia di contrariare questo segno divino di conversione per i nostri tempi.
    Ecco che viviamo i tempi del terzo castigo che è nella visione del «Segreto» di Fatima: con Il Pastore colpito lo Spirito di Dio si ritira dalla Terra, la Chiesa è lasciata acefala. Intanto il mondo clericale, immerso nell’«impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità», si occupa di altro.
    Pure i migliori restano oggi alieni al primo pensiero voluto da Dio nella mancanza del Suo Vicario : non voler«partecipare alle cose sante finché non sia suscitato un pontefice che ostenti la verità» (Offertorio della S. Messa per l’elezione del Sommo Pontefice. 3 Esdr. 5, 40).”


    Il Segreto delle Tre Fontane | don Curzio Nitoglia
    http://doncurzionitoglia.net/2016/04...eto-3-fontane/
    «Il Segreto delle Tre Fontane - don Curzio Nitoglia.

    Saverio Gaeta ha scritto un interessante libro intitolato “Il veggente. Il segreto delle tre fontane” (Salani editore, Milano, 2016). L’Autore ha potuto consultare i Diari che Bruno Cornacchiola aveva scritto dal 1947 al 2001, anno della sua morte, custoditi presso l’associazione dei fedeli da lui fondata, e ne svela i contenuti nel suddetto libro.
    Il 12 aprile 1947 Cornacchiola presso la località delle Tre Fontane in Roma, ove San Paolo subì il martirio, ebbe una apparizione della Madonna contenente alcune rivelazioni. Esse (circa una sessantina) son continuate per tutta la sua vita e Cornacchiola stesso le ha trascritte nei suoi Diari. In questo breve articolo riassumo quelle più attuali, che possono aiutarci a capire meglio il terribile periodo che stiamo attraversando.
    Sono soltanto rivelazioni private. Cornacchiola stesso le ha sottomesse al giudizio dell’Autorità ecclesiastica, che già con Pio XII iniziò ad approvarle.
    Gli incontri con Pio XII
    Innanzitutto occorre sapere che il primo quaderno dei suoi Diari, contenente il resoconto della prima apparizione della Madonna, Bruno Cornacchiola lo consegnò a papa Pio XII la notte del 22 luglio del 1947 alla presenza di don Sfoggia, di padre Riccardo Lombardi e di padre Felice Maria Cappello, i quali avevano potuto leggere il messaggio del 12 aprile dietro autorizzazione del Papa. A questo incontro privato ne seguì uno pubblico e ufficiale il 9 dicembre del 1949 (Saverio Gaeta, op. cit., p. 62) in cui il Papa incoraggiò Cornacchiola a fare delle conferenze sulle apparizioni da lui avute.
    Inoltre il 5 ottobre del 1947 Pio XII benedisse la statua della Madonna riproducente la Vergine apparsa a Cornacchiola e nel 1956 papa Pacelli consentì il culto pubblico, affidando ai francescani minori conventuali la custodia della grotta e della cappella adiacente (op. cit., p. 106).
    Il contenuto dei messaggi
    Il contenuto della prima apparizione non era stato reso noto e si trova negli archivi del Sant’Uffizio, ma Cornacchiola ne aveva fatto una copia, depositata negli archivi della sua associazione, della quale il Gaeta (op. cit., p. 59) riporta i principali brani sinora inediti.
    I Diari consultati da Salvatore Gaeta si trovano presso l’associazione “Schiere Arditi di Cristo Re Immortale” (SACRI) fondata da Cornacchiola. Gli “Arditi di Cristo” si occupano soprattutto di catechesi e non avevano letto i Diari di Cornacchiola, i quali contengono delle rivelazioni sorprendenti e inedite sino a che Saverio Gaeta le ha raccolte nel suo libro. (…)
    Il 12 aprile del 1980 (trentatreesimo anniversario dell’apparizione) migliaia di fedeli accorsi alle Tre Fontane poterono assistere dalle 17.50 alle 18.20 al miracolo del sole che si mise a volteggiare come era avvenuto a Fatima il 13 ottobre 1917 (op. cit., p. 119). (…)
    Quella del 21 settembre 1988 è la più interessante:
    “Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta ad un ammasso di rovine” (op. cit., p. 218).
    Il 4 gennaio 1992:
    “I cristiani si combattono perché non hanno più un capo che li guidi” (op. cit., p. 219).
    Il 26 gennaio 1996:
    “Questa notte ho visto la basilica di San Pietro andare a fuoco” (op. cit., p. 220).
    Il 31 dicembre 1990 Maria gli confida:
    “Falsi profeti, che cercano con tutti i mezzi di avvelenare le anime cambiando la dottrina di Gesù in dottrine sataniche; e toglieranno il Sacrificio della croce che si ripete sugli altari del mondo” (op. cit., p. 221). (…)»

    Saverio Gaeta, Il Veggente - Il segreto delle Tre Fontane - Recensione di Don Curzio Nitoglia
    Saverio Gaeta, Il Veggente - Il segreto delle Tre Fontane - Recensione di Don Curzio Nitoglia
    http://www.unavox.it/Segnalazioni_Re...e_fontane.html
    MONS. FRANCESCO SPADAFORA - “TRE FONTANE” - Articolo di Don Curzio Nitoglia
    MONS. FRANCESCO SPADAFORA - “TRE FONTANE” - Articolo di Don Curzio Nitoglia
    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1...e_Fontane.html

    Bruno Cornacchiola: Segreto delle Tre Fontane. Terremoto globale, III Guerra Mondiale, stranieri invadono Italia | Jesus Maria Site
    https://www.maurizioblondet.it/tempi...-misericordia/

    «(…) Innumerevoli, peraltro, sarebbero le testimonianze di grazie e conversioni clamorose (spesso in articulo mortis) attribuite a tale pratica. Fra tutte, la più clamorosa è forse quella del tranviere romano Bruno Cornacchiola, uomo di costumi piuttosto libertini ma, al contempo, protestante fanatico e feroce nemico del Cattolicesimo, dei preti e soprattutto del culto mariano –aveva persino organizzato un tentativo di uccisione del Papa durante la visita del Pontefice nel quartiere di Testaccio- che nell’anno 1947 sarebbe stato protagonista dell’apparizione della Vergine Maria nella zone delle Tre Fontane, a Roma. A seguito di tale apparizione, il tranviere romano anticlericale si ritroverà ipso facto convertito al Cattolicesimo e latore di un messaggio di profondo contenuto teologico -su cui, c’è da dire, la Chiesa non si è ancora pronunciata definitivamente- ma nel contesto del quale, la Vergine avrebbe tra l’altro rivelato:
    “Io sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti. Adesso basta! Entra nel santo ovile. Quello che Dio ha promesso è e resta immutabile: i Nove Venerdì del Santo cuore, che tu hai celebrato, spinto dall’amore della tua fedele sposa prima che tu prendessi definitivamente la via dell’errore, ti hanno salvato”. (…)»

    http://antimassoneria.altervista.org..._Roma_1-1.jpeg
    Isis, avvelenamento dell'aria e dei cibi, e molto altro nei diari del veggente delle Tre Fontane

    https://www.antoniosocci.com/12-apri...-papa-eretico/

    http://www.archiviostorico.info/libr...le-tre-fontane
    http://www.archiviostorico.info/imag...a_veggente.jpg
    Saverio Gaeta, Il Veggente - Il segreto delle Tre Fontane, Edizioni Salani, Milano 2016.

    http://www.abbaziatrefontane.it/




    “Qui il programma completo del 25 aprile radiospadista 2018 (alla mattina sarà ospite Saverio Gaeta).”
    https://www.radiospada.org/2018/02/2...colosimo-pisa/
    https://www.radiospada.org/tag/bruno-cornacchiola/
    https://www.radiospada.org/tag/bruno-cornacchiola/
    https://www.radiospada.org/tag/tre-fontane/
    https://www.radiospada.org/tag/tre-fontane/





    https://www.radiospada.org/2017/07/a...4-luglio-2017/





    https://www.radiospada.org/2018/03/a...e-tre-fontane/
    https://www.radiospada.org/2017/04/p...ttimana-santa/
    “#Catholicus 12 aprile 2017 at 9:44 am
    Apparizione della Madonna del 12 Aprile 1947, a Roma alle Tre Fontane, (Madonna della Rivelazione), che parla di purificazione e castigo. Ricorrendo oggi mercoledì 12 aprile i 70 anni dell’apparizione, invito tutti gli amici del blog a dedicarle l’odierno Santo Rosario, per la sconfitta del modernismo e la cacciata dei falsi pastori dalle sedi che stanno occupando ingiustamente (cfr S. Atanasio).
    E’ tempo di ritornare al Christus Vincit, Christus Regnat, Christus Imperat ….. e a Maria SS.ma Fortezza Inespugnabile, Vergine Potente contro il
    male, Regina delle Vittorie. Ad Jesum per Mariam, quindi, e buona solennità delle Tre Fontane.”




    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://www.radiospada.org/
    Edizioni Radio Spada - Home
    http://www.edizioniradiospada.com/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/
    “12 aprile 2018: giovedì della II settimana dopo Pasqua.”






    “Il 12 aprile 352 muore San Giulio I, Sommo Pontefice.”





    “Il 12 aprile 1836 nasceva a Estaires (nel nord della Francia) Monsignor Henri Delassus (+1921), uno dei più lucidi e incisivi autori cattolici che si schierarono contro il liberalismo, il modernismo e quella che definiva la "congiura anticristiana" (giudaismo, massoneria, occultismo). Amico di Mons. Benigni e di altri personaggi importanti del Sodalitium Pianunm, fu nominato da San Pio X Protonotaio apostolico. Tra le opere tradotte in italiano: "Il problema dell'ora presente".”





    "Ne parleremo a Il 25 aprile di Radio Spada:
    12 aprile 1947 - 12 aprile 2018.

    71° anniversario della Vergine della Rivelazione.
    «Il mio corpo non poteva marcire e non marcì...
    Da mio figlio e dagli Angeli Sono stata portata in Cielo... ».”










    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
    12 avril : Saint Sabas le Goth, Martyr (334-372) :: Ligue Saint Amédée
    “12 avril : Saint Sabas le Goth, Martyr (334-372).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...aint_sabas.jpg









    "SANTI E BEATI
    San Zeno (Zenone) di Verona
    San Zeno (Zenone) di Verona Vescovo.
    12 aprile (e 21 maggio).
    Mauritania, IV secolo – Verona, 12 aprile 372.

    Proveniente dall'Africa, forse dalla Mauritania, dal 362 alla morte fu vescovo di Verona, dove fondò la prima chiesa. Dovette confrontarsi con il paganesimo e l'arianesimo, che confutò nei suoi discorsi. I suoi iscritti ricordano quelli di più affermati scrittori africani e ci danno notizie importanti su di lui e sulla sua attività pastorale. Preoccupazione primaria di Zeno fu quella di confermare e rinforzare clero e popolo nella vita della fede, soprattutto con l'esempio della sua carità, dell'umiltà, della povertà e della generosità verso i bisognosi.
    Patronato: Verona, Pescatori
    Etimologia: Zeno = divino, che viene da Giove, Zeus greco
    Emblema: Bastone pastorale, Pesce
    Martirologio Romano: A Verona, san Zeno, vescovo, dalle cui fatiche e dalla cui predicazione la città fu condotta al battesimo di Cristo.
    Martirologio tradizionale (12 aprile): A Verona la passione di san Zenone Vescovo, il quale fra le procelle della persecuzione con ammirabile costanza governò quella Chiesa, e, al tempo di Gallieno, fu coronato col martirio.”









    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 

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