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    Predefinito III domenica dopo Pasqua

    Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, 145-150

    TERZA DOMENICA DOPO PASQUA

    La dignità del popolo Cristiano.


    Niente di più grande, di più alto sulla terra che i Principi della Santa Chiesa, che i Pastori stabiliti dal Figlio di Dio, e di cui la successione durerà tanto quanto il mondo; ma non crediamo che i sudditi di questo immenso impero, che si chiama la Chiesa, non abbiano anche la loro magnanima dignità. Il popolo Cristiano, in seno al quale si confondono in completa uguaglianza, sia un Principe che un semplice privato, sovrasta in luce e valore morale tutto il resto dell'umanità. Ovunque esso si estende, penetra la vera civilizzazione; poiché ovunque porta l'esatta nozione di Dio e del fine soprannaturale dell'uomo. Avanti a Lui arretra la barbarie, si cancellano le istituzioni pagane, per quanto antiche possano essere; un giorno vide anche la civiltà Greca e Romana rendergli le armi; e il diritto cristiano, scaturito dal Vangelo, sostituirsi da se stesso a quello dei Gentili. Numerosi fatti hanno dimostrato la superiorità che il battesimo imprime alla stirpe Cristiana; poiché non sarebbe ragionevole pretendere di trovare altrove la ragione principale di questa superiorità nella nostra civiltà, la quale non è stata che la conseguenza del battesimo.

    L’Unità della fede.

    Ma se la grandezza del popolo Cristiano è tale da esercitare il suo prestigio esteriore anche sugli stessi infedeli, che diremo di quello che la fede rivela in esso? L'Apostolo san Pietro, il Pastore universale, nelle mani del quale noi abbiamo visto deporre le chiavi del Pastore Divino, così definisce il gregge che è incaricato di pascere: "Ma voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, gente santa, popolo d'acquisto, affinché proclamiate le virtù di Colui che dalle tenebre vi ha chiamati alla sua meravigliosa luce" (1Pt 2,9).

    Effettivamente è in seno a questo popolo che si conserva la verità divina; e mai vi si spegnerà. Quando l'autorità docente deve proclamare, con la sua infallibilità, una decisione solenne in materia dottrinale, per prima cosa fa appello alla fede del popolo cristiano, e la sentenza dichiarerà inviolabile ciò che è stato creduto "in tutti i luoghi, in tutti i tempi, e da tutti" [1]. Nel popolo cristiano, risiede quell'ammirabile principio della fraternità nelle intelligenze, in virtù del quale voi trovate la fede negli stessi dogmi tra le razze più diverse, anche se ostili le une alle altre; riguardo alla fede e per la sottomissione ai Pastori, non vi è che un popolo solo. Nel grembo di questo popolo, fioriscono le virtù più perfette, qualche volta le più eroiche; poiché esso è depositario, in gran parte, dell'elemento di santificazione che Gesù, con la sua grazia, ha riversato nella natura umana.

    La testimonianza dell'amore.

    Guardate anche con quale amore il Pastorato lo protegge e l'onora! A tutti i gradi della gerarchia è annesso il dovere di dare la propria vita per il gregge.

    Questo sacrificio del Pastore per le sue pecorelle non è neppure un eroismo: non è che uno stretto dovere. Vergogna e maledizione a colui che indietreggia! Il Redentore lo qualifica con il nome di mercenario. Ma invece, come è bella e quanto numerosa questa schiera di Pastori che, da diciannove secoli, danno la vita per il loro gregge! Non vi è una pagina negli annali della Chiesa ove non risplendano i loro nomi, da quello di san Pietro, crocifisso come il suo Maestro, fino a quello dei Vescovi della Cocincina, del Tonkino e della Russia, i cui recenti martiri sono venuti a ricordarci che il Pastore non ha cessato di considerarsi come la vittima del suo gregge. Perciò noi abbiamo visto che Gesù, prima di affidare i suoi agnelli e le sue pecore a Pietro, ha voluto assicurarsi se egli lo amava più degli altri. Se Pietro ama il suo Maestro, amerà anche le pecorelle di lui, e saprà amarle fino a dare la sua vita per loro. È l'avvertimento dategli dal Salvatore che, dopo avergli affidato tutto l'intero gregge, finisce con il predirgli il martirio. Popolo felice è quello i cui capi non esercitano il loro potere che alla condizione di essere pronti a spargere per esso tutto il loro sangue!

    Segni di rispetto.

    Con quale rispetto, quale considerazione, i Pastori trattano le pecorelle del Maestro! Se una di esse ha esercitato nella sua vita i caratteri che denotano la santità, fino al punto di meritare di essere proposta come modello e come spirito intercessore alla società cristiana, vedrete che, non solamente il Sacerdote, la cui parola chiama il figlio di Dio sull'altare; non solamente il Vescovo, le cui sacre mani sorreggono il bastone Pastorale; ma lo stesso Vicario di Cristo, s'inginocchierà devotamente davanti alla tomba e all'immagine di quel servo, o di quell'ancella del Signore, anche se umile è stato il suo stato sulla terra. Un tale rispetto per le pecorelle di Cristo, la gerarchia ecclesiastica lo testimonierà pure nel bambino appena battezzato, la cui lingua non si è ancora sciolta, che lo Stato non ha ancora annoverato tra i suoi cittadini, che forse prima della fine del giorno sarà già appassito come un fiore di campo. Il Pastore riconosce in lui un membro degno di rispetto di questo corpo di Gesù Cristo che è la Chiesa, un essere ricolmo dei doni sublimi che fanno di lui l'oggetto della compiacenza del cielo e la benedizione di tutti quelli che lo circondano. Quando nel sacro tempio è riunita la folla dei fedeli, e l'incenso si eleva sull'oblazione, e tutto intorno all'altare, il celebrante, che offre il Sacrificio, riceve l'omaggio di questo profumo misterioso che onora in lui il rappresentante di Cristo: il collegio sacerdotale vede poi avanzarsi verso di lui il turiferario, che viene a rendere onore a coloro che hanno i segni del carattere sacro; ma l'incenso non si arresta soltanto nel santuario. Ecco che il turiferario viene a mettersi di fronte alla folla dei fedeli, rendendo loro in nome della Chiesa quel medesimo omaggio che abbiamo visto rendere al Pontefice e ai sacerdoti; poiché anche il popolo fedele vive in Cristo. E ancora: quando noi vediamo che la spoglia mortale di un cristiano, fosse egli stato anche il più povero tra i suoi fratelli, è portata nella casa di Dio per ricevervi gli ultimi doveri, questi doveri sono ancora un omaggio. La Chiesa tiene a riconoscere ed onorare, fino all'ultimo momento, il carattere divino che la fede ha impresso anche nel più umile dei suoi figli. O popolo cristiano! come è giusto dire di te, ed a maggior ragione, ciò che Mosè diceva per Israele: "Non c'è infatti altra nazione sì grande, che abbia i suoi dei a lei così vicini, come il Dio nostro è presente a tutte le nostre invocazioni" (Dt 4,7). La terza domenica dopo Pasqua, nella Chiesa Greca, porta il nome di "Domenica del paralitico" perché vi si celebra, in maniera particolare, la commemorazione del miracolo che nostro Signore operò alla Piscina Probatica.

    MESSA

    EPISTOLA (1Pt 2,11-19). - Carissimi: Vi scongiuro a guardarvi, come forestieri e pellegrini, dai desideri carnali che fan guerra all'anima, e a vivere bene tra le genti, affinché, invece di calunniarvi, come se foste dei malfattori, giudicandovi dalle buone opere, glorifichino Dio nel giorno in cui li visiterà. Siate adunque, per riguardo a Dio, soggetti ad ogni autorità umana: Al re come a sovrano, ai governanti come a suoi delegati per giustiziare i malfattori ed onorare i buoni; perché questa è la volontà di Dio, che facendo il bene turiate la bocca all'ignoranza degli uomini stolti. Vivete pur da liberi, non facendo però della libertà un manto per coprire la malizia, ma come servi di Dio. Rispettate tutti; amate i fratelli; temete Dio, onorate il re. Servi, siate con ogni rispetto soggetti ai vostri padroni, non soltanto ai buoni e ai dolci, ma anche a quelli che sono intrattabili. Poiché questa è una cosa gradita a Dio in Gesù Cristo, nostro Signore.

    I doveri del cristiano.

    "Il dovere di santificarsi si traduce per ognuno in obblighi concreti e adatti all'attuale situazione sociale di ciascuno di noi. La ragione d'insistere è specificata da san Pietro: il cristiano è come un forestiero, è un ospite di passaggio nel mondo non conquistato dal Vangelo. Bisogna lottare contro le forze del peccato, che s'insinuano anche fino a noi, e conservare pure in mezzo ai Gentili che vi si abbandonano, una condotta esemplare che imponga stima e rispetto.

    Questo apostolato, prima di tutto detta ai cristiani con il suo buon esempio la condotta che devono tenere di fronte alle istituzioni umane. Il loro dovere sociale si riassume in quattro brevi frasi, che sono altrettante direttive generali per la vita: 1) trattare tutti gli uomini con il rispetto dovuto alla loro dignità di uomo; 2) amare coloro che ci sono fratelli nella fede; 3) temere Dio, con quel timore che è il principio della vera saggezza e il contrapposto dell'orgogliosa fiducia in noi stessi; 4) rispettare l'autorità regale rendendo a Cesare quel che è di Cesare. Finalmente un pensiero di fede guiderà il rispetto e l'ubbidienza dovuto ai superiori dai loro servi, e questa obbedienza cristiana darà loro diritto ai favori divini [2].

    Noi realizzeremo questo ideale del cristiano in grazia alla redenzione, sempre presente sull'altare. Ogni giorno essa ci ricorderà che il cristiano, essendo un altro Cristo, deve soffrire come lui per entrare nella gloria, e ci darà la forza di rassomigliargli.

    VANGELO (Gv 16,12-22). - In quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: Ancora un poco e non mi vedrete; e un altro poco e mi vedrete; perché vado al Padre. Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: Che vuoi dire con questo suo: Ancora un poco e non mi vedrete, e un altro e mi vedrete, e me ne vado al Padre? e ripetevano: Che significa questo suo un poco? non comprendiamo quello che voglia dire. Or Gesù, conosciuto che volevano interrogarlo, disse loro: Vi domandate l'un l'altro che cosa voglia dire quel mio ancora un poco e non mi vedrete; e un altro poco e mi vedrete. In verità in verità vi dico: piangerete e gemerete ed il mondo godrà: voi certo sarete in afflizione ma la vostra tristezza sarà mutata in letizia. La donna quando partorisce è in doglia, perché è giunta la sua ora; quando però ha dato alla luce il bambino, non ricorderà più l'angoscia, a motivo dell'allegrezza, perché è venuto al mondo un uomo. Così voi siete ora in tristezza; ma io vi vedrò di nuovo, e ne gioirà il vostro cuore, e nessuno vi toglierà la vostra gioia.

    Fiducia nella prova.

    "Il Signore doveva allontanarsi, ma le sue parole agli Apostoli sembravano contraddittorie. Come poteva essere nello stesso tempo con il Padre Suo e con essi? Gesù, che leggeva nelle anime, comprese l'ansietà dei suoi. Senza dubbio, parlando così, pensava all'allontanamento momentaneo della passione e alla gioia della Risurrezione. Ma questa sparizione e questo ritorno erano,ai suoi occhi, il simbolo di un'altra partenza e di un altro ritorno: l'ascesa al Padre, nell'Ascensione, e la riunione con i discepoli, nell'eternità. Fino ad allora, gli apostoli dovranno lavorare e seminare, in mezzo alle lacrime, nell'assenza del loro Maestro. Ma che importano le tribolazioni del tempo? Non vi penseremo più quando l'uomo rinnovato, sarà stato dato a Dio; quando la Chiesa lo avrà lodato, quando il nuovo Adamo comparirà davanti al Padre con la posterità che avrà generato nel suo sangue. Per farci coraggio non dobbiamo altro che essere ben compresi delle visuali che ci offre il Salvatore. Un istante di angoscia, e poi la gioia senza fine, la cui pienezza non lascerà niente a desiderare, niente da imparare. Nessuna delle potenze create sarà capace di rapircela" [3].

    PREGHIAMO

    O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano ritornare sulla via della giustizia, concedi a tutti quelli che dicono di essere cristiani di rigettare tutto ciò che è contrario a questo nome e di praticare ciò che è conforme ad esso.

    ---------------------------------------------------------------------------
    NOTE

    [1] San Vincenzo di Lerino, Commonitorium.

    [2] A. Charue, Les Epîtres catholiques, p. 455.

    [3] Dom Delatte, Evangile de N. S. J., c. t. II, p. 277.

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    SERMONE XXIV. - PER LA DOMENICA III. DOPO PASQUA

    Prezzo del tempo.


    Modicum, et iam non videbitis me (Ioan. 16, 16).

    Non vi è cosa più breve del tempo, ma non vi è cosa più preziosa del tempo. Non vi è cosa del tempo più breve, perché il tempo passato non vi è più, il tempo futuro è incerto, il tempo poi presente altro non è che un momento. E ciò è quello che volle significare Gesù C. dicendo: Modicum et non videbitis me, parlando della sua morte imminente. E lo stesso possiamo dir noi della nostra vita la quale, come scrisse s. Giacomo, non è altro che un vapore che presto si disperde e finisce. Quid enim est vita vestra? Vapor ad modicum parens (Iac. 4, 15). Ma quanto è breve il tempo della vita nostra, altrettanto è prezioso, perché in ogni momento possiamo acquistarci tesori di meriti per il paradiso, se lo spendiamo bene: ma se lo spendiamo male, in ogni momento possiamo commettere peccati, e meritarci l'inferno. E questo voglio darvi a considerare oggi, quanto è prezioso ogni momento di tempo che Iddio ci dona, non già per perderlo, e tanto meno per peccare e dannarci, ma per fare opere buone e salvarci.

    Parla Iddio per Isaia: In tempore placito exaudivi te, et in die salutis auxiliatus sum tui (Isa. 49, 8). Spiega s. Paolo questo testo, e dice che il tempo placito è il tempo in cui Iddio ha stabilito di farci bene, onde poi soggiunge: Ecce nunc tempus acceptabile, ecce nunc dies salutis (2 Cor. 6, 2). E con ciò l'apostolo ci esorta che non facciamo passare inutilmente il tempo presente, ch'egli chiama giorno di salute; perché passato che sarà questo giorno, forse più non vi sarà per noi salute. Ma questo tempo è breve, siegue ad ammonirci s. Paolo: Tempus breve est: reliquum est, ut... qui fient (sint) tamquam non flentes, et qui gaudent, tamquam non gaudentes etc., et qui utuntur hoc mundo, tamquam non utantur (1 Cor. 7, 29 ad 31). Se dunque è breve il tempo che ci tocca a stare in questa terra, dice l'apostolo che quei che piangono non debbono piangere, perché poco dureranno i patimenti, e coloro che godono, non si attacchino a questi loro godimenti, perché presto essi finiranno; onde conclude che noi dobbiamo servirci in questo mondo, non per godere di questi beni caduchi, ma per meritarci la salute eterna.

    Dice lo Spirito santo: Fili, conserva tempus (Eccl. 4, 23). Figlio, sappi conservare il tempo, ch'è la cosa più preziosa, il dono più grande che Dio può darti. Scrisse s. Bernardino da Siena che tanto vale un momento di tempo quanto vale Dio: Tantum valet tempus quantum Deus; nam in tempore bene consumpto comparatur Deus (In serm. 4, post Dom. I Quadr. c. 5). Sì perché, dice il santo, in ogni momento di tempo può l'uomo ottenere il perdono de' suoi peccati, la grazia di Dio e la gloria del paradiso: Modico tempore potest homo lucrari gratiam et gloriam. Onde poi scrisse s. Bonaventura: Nulla iactura gravior, quam iactura temporis (Serm. 37, in Sept.).

    Ma in altro luogo poi piange s. Bernardino in vedere che non vi è cosa più preziosa del tempo, e che appresso gli uomini non vi è cosa più vile del tempo: Nil pretiosius tempore, nil vilius reputatur (Serm. 2, ad Schol.). Vedrai taluno starsene quattro, cinque ore a giuocare; se gli dimandi: fratello mio, a che perdi tante ore? Risponde: mi spasso. Vedrai un altro star mezza giornata in una strada, o affacciato alla finestra; dimmi che fai qui? Ne fo passare il tempo. E perché, dice il medesimo santo, perdere questo tempo? Ancorché si trattasse di perdere una sola ora, perché perder quest'ora che la misericordia di Dio ti concede per piangere i tuoi peccati, e per acquistarti la divina grazia? Donec hora pertranseat, quam tibi ad agendam poenitentiam, ad acquirendam gratiam miseratio conditoris indulserat.

    Oh tempo disprezzato dagli uomini, mentre vivono, quanto sarai desiderato in punto di morte, e quanto più nell'altra vita! Il tempo è un bene che solo in questa vita si trova, non si trova nell'altra, non si trova nell'inferno né si trova nel cielo; nell'inferno questo è il pianto de' dannati: Oh si daretur hora! Pagherebbero ad ogni costo un'ora, un minuto di tempo, in cui potessero rimediare alla loro eterna rovina; ma quest'ora, questo minuto non l'avranno mai. Nel cielo poi non si piange, ma se potessero piangere i beati, questo sarebbe il loro solo pianto, l'aver perduto il tempo di questa vita, in cui poteano acquistarsi maggior gloria, e che questo tempo non possono più averlo. Una monaca Benedettina defunta apparve gloriosa ad una persona, e le disse ch'ella stava in cielo, ed era appieno contenta; ma se avesse potuto mai desiderar qualche cosa era solo di ritornare in vita e di patire, a fine di meritare più gloria; e disse che sarebbesi contentata di soffrire di nuovo la sua dolorosa e lunga infermità che avea patita in morte, sino al giorno del giudizio, per acquistare la gloria che corrisponde al merito di una sola Ave Maria. S. Francesco Borgia stava per ciò attento ad impiegare per Dio ogni poco di tempo che avea: quando altri parlavano di cose inutili, egli parlava con Dio co' santi affetti; e talmente si astraeva, che richiesto poi del suo sentimento circa il discorso che stavasi facendo, non sapea che rispondere; di ciò fu corretto, ma egli disse: Io mi contento più presto di essere stimato rozzo d'ingegno, che perdere il tempo in cose vane.

    Dice taluno: Ma che male fo io! Come, non è male perdere il tempo in giuochi, in conversazioni, ed in certe occupazioni inutili, che niente giovano all'anima? Iddio forse a ciò ti dà questo tempo, affinché lo perdi? No, dice lo Spirito santo: Particula boni doni non te praetereat (Eccl. 14, 14). Quegli operaj, di cui scrive s. Matteo, non faceano male, ma solamente perdeano il tempo trattenendosi oziosi nella piazza; ma di ciò furono ripresi dal padre di famiglia: Quid hic statis tota die otiosi (Matth. 20, 6)? Nel giorno del giudizio Gesù Cristo ci chiederà conto non solo di ogni mese, di ogni giorno perduto, ma anche di ogni parola oziosa: Omne verbum otiosum... reddent rationem de eo in die iudicii (Matth. 12, 36). E così vorrà conto parimente di ogni tempo perduto. Ogni tempo che non è speso per Dio, dice s. Bernardo, è tempo perduto: Omne tempus, quo de Deo non cogitasti, cogita te perdidisse (Coll. 1 c. 8). Quindi ci esorta il Signore: Quodcumque facere potest manus tuas instanter operare: quia nec opus, nec ratio... erunt apud inferos, quo tu properas (Eccl. 9, 10). Quel che puoi far oggi, non aspettare il domani, perché domani forse sarai morto, e sarai entrato nell'altra vita; ove nec opus, non avrai più tempo di far bene, nec ratio, dopo la morte non si ha più ragione di ciò che si fa, ma solamente si gode della mercede ricevuta, o si patisce la pena del mal fatto: Hodie si vocem eius audieritis, nolite obdurare corda vestra (Psal. 94, 8). Oggi Iddio ti chiama a confessarti, a restituire quella roba, a far pace col nemico; oggi fallo, perché domani può essere, o che non vi sia più tempo, o che Dio non ti chiami più. Tutta la nostra salute consiste nel corrispondere alle divine chiamate, e nel tempo che Dio ci chiama.

    Ma io son giovine, dice colui, appresso mi darò a Dio. Ma sappi, figlio mio, che Gesù Cristo maledisse quell'albero di fico che trovò senza frutto, quantunque allora non fosse tempo di tali frutti, come nota il vangelo: Non enim erat tempus ficorum (Marc. 11, 13). Con ciò volle significarci il Salvatore che l'uomo in ogni tempo, anche nella gioventù, dee rendere frutto di buone opere; altrimenti sarà maledetto, e non farà più frutto in avvenire, come già fu detto a quell'albero: Iam non amplius in aeternum ex te fructum quisquam manducet (Ibid. v. 14). Sta scritto nell'Ecclesiastico: Ne tardes converti ad Dominum, et ne differas de die in diem; subito enim veniet ira illius (Eccl. 5, 8 et 9). Se ti ritrovi in peccato non tardare a pentirtene e confessartene, e non differire di farlo neppure per il giorno di domani; perché se non ubbidisci alla chiamata di Dio, che oggi ti chiama a confessarti, può essere che oggi ti colga la morte in peccato, e domani non vi sarà più rimedio per te. Gran cosa! Il demonio stima poco tempo tutto il tempo della nostra vita, e perciò non perde un momento di tempo in tentarci di giorno e di notte: Descendit diabolus ad vos, habens iram magnam, sciens quod modicum tempus habet (Ap. 12, 12). Il nemico dunque non perde mai tempo per farci perdere: e noi perderemo il tempo che Iddio ci dona per salvarci?

    Dici: Appresso mi darò a Dio. Ma ti risponde s. Bernardo: Quid de futuro miser praesumis, tamquam pater tempora in tua posuerit potestate (Serm. 38. de part. etc.)? Infelice, perché presumi di darti appresso a Dio, come se egli avesse concesso a te il tempo di poterti dare a Dio quando vuoi? Giobbe tremava, dicendo di non sapere se gli restasse un altro momento di vita: Nescio enim, quamdiu subsistam, et si post modicum tollat me Factor meus (Iob. 32, 22). E tu dici: oggi non voglio confessarmi, domani ci si pensa! Come? ripiglia s. Agostino: Diem tenes, qui horam non tenes? Come puoi promettere di aver tu un altro giorno di vita, se non sai che neppure avrai un'altra ora? Dunque, dice s. Teresa: Se oggi non sei pronto a morire, temi di morir male.

    Piange s. Bernardino la cecità di questi trascurati, che ne fan passare i giorni della loro salute, e non pensano che ogni giorno che perdono non mai per essi ritornerà: Transeunt dies salutis, et nemo recogitat sibi perire diem, et nunquam rediturum (Serm. ad scholar.). Desidereranno i miseri in punto di morte un altro anno, un altro mese, un altro giorno di tempo, ma non l'avranno, e sentiranno allora dirsi quel Tempus non erit amplius. Quanto allora pagherebbe ognuno di costoro un'altra settimana, un altro giorno, almeno un'altra ora per aggiustare i conti da render a Dio! Dice s. Lorenzo Giustiniani, che egli per ottenere una sola ora di tempo, darebbe tutte le sue robe, onori e spassi: Erogaret opes, honores, delicias pro una horula (De Vit. solit. c. 10). Ma quest'ora non gli sarà concessa; presto, gli sarà detto dal sacerdote assistente, presto partitevi da questa terra, non v'è più tempo: Proficiscere, anima christiana, de hoc mundo.

    A che gli servirà allora il dire: oh mi fossi fatto santo! Avessi spesi gli anni miei in amare Dio! Quando si troverà aver fatto una vita tutta sconcertata? Qual pena è ad un viandante l'avvedersi di aver errata la via, quando è fatta già notte, e non vi è più tempo di rimediare all'errore? Questa sarà la pena in morte di chi è vivuto molti anni nel mondo, ma non gli ha spesi per Dio: Venit nox, quando nemo potest operari (Ioan. 9, 4). Perciò il Signore ci ammonisce: Ambulate, dum lucem habetis, ut non vos tenebrae comprehendant (Ioan. 12, 35). Camminate per la via della salute, or che avete la luce, e prima che vi sorprendano le tenebre della morte, in cui ora non si può fare più niente; allora altro non si può fare che piangere il tempo perduto.

    Vocabit adversum me tempus (Thren. 1, 15). Nel tempo della morte la coscienza ci ricorderà tutto il tempo che abbiamo avuto per farci santi, e l'abbiamo impiegato per accrescere i nostri debiti con Dio: tutte le chiamate, tutte le grazie che il Signore ci ha fatte a fine di amarlo, e noi non abbiamo voluto valercene; e poi ci vedremo chiusa la via di fare alcun bene. Dirà il misero moribondo in mezzo a quei rimorsi ed a quelle tormentose tenebre della morte: oh pazzo che sono stato! Oh vita mia perduta! Oh anni perduti, in cui poteva io guadagnarmi tesori di meriti, potea farmi santo se volea, ma non l'ho fatto, ed ora non v'è più tempo di farlo! Ma, replico, a che serviranno questi lamenti e questi pensieri, allorché sta per terminare la scena del mondo, la lampada sta vicina a smorzarsi, ed il moribondo sta prossimo a quel gran momento, dal quale dipende l'eternità?

    Et vos estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis veniet (Luc. 12, 40). Dice il Signore Estote parati: non dice, uomini, apparecchiatevi nel tempo della morte, ma trovatevi apparecchiati, per quando ella verrà; poiché quando meno vel pensate, verrà il Figliuolo dell'Uomo a domandarvi i conti della vostra vita; ed allora sarà difficilissimo nella confusione della morte aggiustare talmente i conti, che ci liberiamo di non trovarci rei innanzi al tribunale di Gesù Cristo. Questa morte forse può avvenire fra venti o trenta altri anni; ma può anche avvenire tra breve, fra un altro anno, fra un altro mese. Posto ciò, se taluno dubitasse che forse tra breve dovrà trattarsi la causa della sua vita, non aspetterebbe certamente il tempo della decisione, ma procurerebbe quanto più presto potesse di aver un buon avvocato, di prevenire e far intesi i ministri delle sue difese. E noi che facciamo? Sappiamo certo che un giorno si ha da trattare la causa del maggior negozio che abbiamo, qual è il negozio della nostra vita, non già temporale, ma eterna, e questo giorno può essere che già sia vicino, e perdiamo tempo? Ed in vece di aggiustare i conti andiamo crescendo i delitti meritevoli della sentenza della morte eterna?

    Se dunque per lo passato abbiamo per nostra disgrazia speso il tempo per offendere Dio, procuriamo di piangerlo nella vita che ci resta, come fece il re Ezechia dicendo: Recogitabo tibi omnes annos meos in amaritudine animae meae (Isa. 38, 13). Il Signore a questo fine ci dà la vita, acciocché rimediamo ora al tempo malamente speso: Dum tempus habemus, operemur bonum (Galat. 6, 10). Non provochiamo più Dio a castigarci con una mala morte; e se negli anni passati siamo stati pazzi, e l'abbiamo disgustato operando contro la sua volontà, sentiamo l'apostolo che ci esorta ad essere savi per l'avvenire, ed a redimere il tempo perduto: Videte itaque, fratres, quomodo caute ambuletis: non quasi insipientes, sed ut sapientes, redimentes tempus, quoniam dies mali sunt... intelligentes, quae sit voluntas Dei (Ephes. 5, 15 ad 17). Dice: Quoniam dies mali sunt, spiega s. Anselmo, i giorni della vita presente sono mali, cioè esposti a mille tentazioni e pericoli dell'eterna salute, onde vi bisogna tutta la cautela per non restarvi perduti. E che significano quelle parole: Redimentes tempus; lo spiega s. Agostino: Quid est redimere tempus, nisi cum opus est, detrimentum temporalium ad aeterna quaerenda comparare (De Hom. 50, Hom. 1)? Dobbiamo vivere solo per adempire la divina volontà con ogni diligenza; e se è necessario, dice s. Agostino, è meglio patire qualche detrimento negli interessi temporali, che trascurare gl'interessi eterni. Oh come ben seppe s. Paolo redimere il tempo che avea perduto in sua vita! Scrive s. Girolamo ch'egli sebbene fu l'ultimo degli apostoli, fu nondimeno il primo nei meriti, per quel che fece, dopo che fu chiamato da Dio: Paulus novissimus in ordine, prior in meritis; quia plus omnibus laboravit. Se altro non fosse, pensiamo che in ogni momento possiamo fare maggiori acquisti de' beni eterni. Se ti fosse concesso di acquistare tanto luogo di terra quanto potessi girar camminando per un giorno, o tanti zecchini quanti ne potessi in un giorno numerare, dimmi, perderesti tempo, o ti daresti tutta la fretta a camminare per quel terreno ed a numerare quelle monete? E tu puoi acquistare in ogni momento tesori eterni nell'altra vita, e vuoi perder tempo? Quel che puoi fare oggi, non dire che puoi farlo domani, perché quest'oggi sarà perduto per te e più non tornerà; ed oggi l'hai e il domani forse non l'avrai.

    Fonte: S. Alfonso M. De' Liguori, Sermoni compendiati per tutte le domeniche dell'anno, Sermone sulla III Domenica dopo Pasqua, Napoli, 1771, ora in OPERE ASCETICHE, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, a cura di Pier Giacinto Marietti, Vol. III, Torino, 1880, pp. 445-450

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    Lightbulb Re: III domenica dopo Pasqua

    22 APRILE 2018: Santi Sotero e Caio, Papi e Martiri; TERZA DOMENICA DOPO PASQUA…



    Guéranger, L'anno liturgico - Terza Domenica dopo Pasqua
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom3.htm
    «TERZA DOMENICA DOPO PASQUA»

    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico
    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    “Santi Sotero e Caio, papi e martiri, 22 aprile.”




    SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamovicz alla "Domus Marcel Lefebvre" di Paese (TV) alle ore 10.30 stamattina 22 APRILE 2018, TERZA DOMENICA DOPO PASQUA:


    «IIIa Domenica dopo Pasqua
    https://www.youtube.com/watch?v=QiTxKiLePRI
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php »





    https://oratoriosantambrogiomilano.wordpress.com/
    https://oratoriosantambrogiomilano.w...a-dopo-pasqua/
    "Omelia della III Domenica dopo Pasqua
    22 aprile 2018 oratoriosantambrogiomilano
    L’Omelia tenuta da don Piero Fraschetti domenica 22 Aprile 2018 – III Domenica dopo Pasqua – è disponibile per l’ascolto ->"


    "Omelie dell'I·M·B·C a Ferrara
    https://www.youtube.com/channel/UCQZ...G-HXEQsb7zruAw
    https://www.youtube.com/user/sodalitium "



    III domenica dopo Pasqua - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/iii-domenica-pasqua/
    «Domenica 22 aprile 2018, III domenica dopo Pasqua.

    Orazione: O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano ritornare sulla via della giustizia, concedi a tutti quelli che dicono di essere cristiani di rigettare tutto ciò che è contrario a questo nome e di praticare ciò che è conforme ad esso.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...04-185x300.jpg








    Sesto giorno della novena alla Madre del Buon Consiglio (dal 17 al 25 APRILE, il 26 APRILE è la FESTA), si possono recitare le “Piccole Litanie della Madonna del Buon Consiglio” (v. sul blog “Oratorio Sant'Ambrogio – Milano”) oppure la preghiera sotto riportata di Papa LEONE XIII, il quale fu colui che aggiunse alle litanie lauretane proprio l’invocazione Mater Boni Consilii…



    https://oratoriosantambrogiomilano.w...l-17-al-25-04/
    “Novena alla Madonna del Buon Consiglio- dal 17 al 25/04.
    Dal 17 al 25 aprile come novena alla Madonna M.B.C. si possono dire le seguenti litanie:
    Piccole Litanie della Madonna del Buon Consiglio.”






    Santi e Modestia: PREGHIERA ALLA MADONNA DEL BUON CONSIGLIO di Papa LEONE XIII
    http://santiemodestia.blogspot.it/20...-del-buon.html
    “PREGHIERA ALLA MADONNA DEL BUON CONSIGLIO di Papa LEONE XIII.”


    “Pascendi Dominici Gregis
    https://www.youtube.com/channel/UCo9...SfgXjCViAIOOqg
    ✞ Dal 17 al 25 Aprile: Novena alla Mater Boni Consilii - pdf. con istruzione e novena qui:
    https://drive.google.com/file/d/1o4T...dpaoMulUB/view






    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
    “Troisième Dimanche après Pâques.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...18&oe=5B5CF1AE





    “Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Troisième Dimanche après Pâques
    http://prieure2bethleem.org/predica/2017_05_07.mp3”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...8d&oe=5B50446E





    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ae&oe=5B6C61E5









    www.sursumcorda.cloud
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf

    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    “O Maria, le vostre preghiere ottengono quanto dimandano, pregate Voi per me l'Altissimo.”.»
    “Santa Madre, deh Voi fate che le Piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. Pater, Ave, Gloria ...”
    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...4-al-25-4.html


    “GIURAMENTO ANTIMODERNISTA
    https://www.sursumcorda.cloud/massim...odernista.html
    https://www.sursumcorda.cloud/sostie...mo-detail.html
    Titolo: Catechismo sul Modernismo
    Sottotitolo: Secondo l’Enciclica Pascendi dominici gregis di Sua Santità Pio X
    Autore: Padre Jean Baptiste Lemius

    Curatore: Carlo Di Pietro
    Collana: Apologetica
    Facciate: 186
    Formato: 14,8x21 (A5)
    Carta: Avoriata 90 gr
    Copertina: Patinata lucida 300 gr
    Finitura: Brossura fresata PUR
    ISBN: 9788890074783
    Contiene anche: Comodo indice degli articoli
    Sommario
    • Lettera introduttiva del Card. Merry del Val 7
    • Prefazione 9
    • Pericolosità del male del Modernismo 13
    • La filosofia religiosa dei modernisti 19
    • Il modernista credente 39
    • Il modernista teologo 51
    • I germi della fede per il modernista 57
    • Il modernista storico e critico 81
    • Il modernista apologeta 99
    • Il modernista riformatore 111
    • Complesso di tutte le eresie. Strada all’ateismo 117
    • Cause del Modernismo. Curiosità e superbia 125
    • Cause del Modernismo. L’ignoranza 129
    • Trucchi dei modernisti nel propagare i loro errori 131
    • Rimedi contro il Modernismo 141
    • Conclusione 161
    • Indice degli articoli con numero di pagina 163
    • Sommario 185
    In sintesi
    Il Modernismo è «sintesi di tutte le eresie». È un «sistema di vaneggiamenti» che «spalanca la via all’ateismo». La prima ed immediata causa del Modernismo sta «nell’aberramento dell’intelletto». Quali sue cause remote o morali riconosciamo «la curiosità non saggiamente frenata e la superbia». I modernisti, inoltre, «devono i loro inganni ed orpelli alla totale ignoranza della filosofia scolastica». Per «trarre in inganno gli animi» essi usano una «doppia tattica». Deridono, disprezzano ed emarginano i sapienti; infine si dedicano con zelo, apertamente o dietro sofismi, alla «lotta accanita contro la Religione di Gesù Cristo». Nondimeno i modernisti sanno essere anche adulatori ed attenti al rispetto umano. Essi agitano i loro «consigli di distruzione dentro la Chiesa», il pericolo si appiatta «quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei».
    L’indizio «più manifesto» per riconoscere un modernista è la «smania di novità». Il modernista «va contro il Magistero, contro la Tradizione, contro la storia». I veri cattolici «sono fatti segno dai modernisti di somma malevolenza e di livore». In questo volume il Padre Jean Baptiste Lemius (1851 - 1938), usando la Pascendi dominici gregis di Papa San Pio X, illustra ai semplici il Modernismo, ne evidenzia i pericoli ed indica i rimedi. Un Catechismo sul Modernismo composto da 510 articoli nella forma di domanda e risposta, introdotto dal Card. Merry del Val, benedetto dal Pontefice e dalla Santa Chiesa. Si tratta di un antidoto necessario per sopravvivere alle tante «cattedre di pestilenza che inculcano le loro dottrine demolitrici nelle chiese, nei congressi, nei libri, nella società». L’uso irresponsabile di internet ha di molto peggiorato la situazione. Nel XX° secolo la gran parte dei protagonisti del Modernismo, molti già condannati dalla Chiesa, furono sorprendentemente elevati a “padri” e “dottori” in seno alla rivoluzione del Vaticano Secondo.
    Il libro «Catechismo sul Modernismo», per Sursum Corda, è stato curato dal giornalista e saggista lucano Carlo Di Pietro. Sursum Corda non ha scopo di lucro ed usa interamente i propri introiti per le attività associative e per le opere di misericordia spirituale e corporale.
    L'Autore
    Jean Baptiste Lemius nacque il 23 maggio del 1851 da Francis Lemius, un poliziotto originario della Lorena, e Jeanne Marie Begarry o Begery. Terzo di cinque figli: Marie, Francis, Jean Baptiste, Louis e Joseph, quest’ultimo fu redattore di parte dell’Enciclica Pascendicontro il Modernismo. Visse l’infanzia a Montfort-en-Chalosse, a 18 chilometri da Dax, all’ombra dei Pirenei. Nel 1862, a 11 anni, entrò nel seminario minore di Aire-sur-l'Adour, unendosi al fratello Francis. A Pasqua del 1871 iniziò di nuovo il noviziato, interrotto nel 1870 dalla guerra franco-prussiana, a Notre-Dame-de-l’Osier. Quindi svolse il suo scolasticato ad Autun, dove venne ordinato Sacerdote il 16 giugno 1876. Il 4 novembre 1880, insieme ad altri 70 Oblati di Maria Immacolata, fu costretto a lasciare lo scolasticato, mentre la polizia rivoluzionaria irrompeva con le asce a causa delle leggi contro gli Ordini religiosi. Trovò ospitalità a Dublino in Irlanda. A partire dal 1881 fu incaricato di predicare missioni parrocchiali. Nel 1890 fu inviato a Pontmain come Superiore. Di aspetto robusto e di dottrina integrale, seppe subito conquistare la fiducia del popolo. A Saint-Pierre de Cholet, durante la Quaresima del 1889, riempì le tre navate della chiesa ed il piazzale antistante sol posizionando una piccola statua del Sacro Cuore sull’altare: devozione che divulgò fino alla morte. Nel 1883 fu nominato Superiore degli Oblati nella Basilica del Sacro Cuore a Montmartre. Trovò sostegno spirituale e finanziario presso Papa Leone XIII, quindi portò a termine i lavori della Basilica, che egli definiva «rifugio dei poveri», con i quali pregava quotidianamente il Rosario, prima di offrir loro del cibo. Nel 1901 subì una nuova persecuzione e, con le Monache di Montmartre, riuscì a comprare un convento a Tyburn (Londra), luogo di gloriosi Martiri, dove condivisero prove amare. Fino al 1905 lavorò incessantemente per fondare gli Oblati di Maria Immacolata e per diffondere la devozione al Sacro Cuore a Dinant in Belgio. Ebbe grande talento per scrivere catechismi e per illustrare questioni teologiche ai laici. Fra i suoi lavori memorabili ricordiamo la spiegazione dell’Enciclica Humanum Genus di Papa Leone XIII, contro la Massoneria (1884); successivamente presentò ai semplici l'Enciclica Pascendi dominici gregis di Papa San Pio X, contro il Modernismo (1907). Morì a Talence il 22 luglio 1938, all’età di 87 anni. Si stima che nel solo 1901 predicò ad oltre 140.000 uomini, senza contare i fedeli di Montmartre. Fu davvero l’apostolo del Sacro Cuore in Francia, in Inghilterra (specialmente attraverso le Suore) ed in Belgio.”
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    "In lavorazione SVRSVM CORDA® N° 109 del 22 aprile 2018 - Presentazione del Catechismo sul Modernismo del Padre Jean Baptiste Lemius (1851–1938) - Traduzione italiana del volume: «Catéchisme sur le Modernisme d’après l’Encyclique Pascendi dominici gregis». www.sursumcorda.cloud "








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    “22 aprile 2018: TERZA DOMENICA DOPO PASQUA.”
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    https://www.radiospada.org/2018/04/v...rtu-pendragon/
    "Nota di Radio Spada; continua oggi, terza domenica dopo Pasqua, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo ilitare e ai grandi condottieri cattolici."





    “22 aprile 2018: infra l'Ottava di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...7a&oe=5B57D12D





    “IL 22 aprile 1073 San Gregorio VII Aldobrandeschi da Soana sviene esaltato al Sommo Pontificato.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...14&oe=5B4F750A





    Il 22 aprile 1451 nasceva a Madrigal de las Altas Torres Isabella la Cattolica
    , Regina di Castiglia e León, Regina consorte di Aragona, Napoli, Valencia, Sardegna, Maiorca e titolare di Corsica, Contessa consorte di Barcellona. Assieme al marito Ferdinando, Re di Aragona, abbatté l’ultimo regno musulmano di Granata e combatté, attraverso l’Inquisizione, gli eretici e gli apostati. Grazie al suo appoggio Cristoforo Colombo poté arrivare nelle Americhe e aprire la via della Fede e della Salvezza agli Indios, i quali furono tenuti dalla Regina come figli diletti da partorire a Gesù Cristo, da educare alla civiltà cristiana e da proteggere dalle umane cupidigie.
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...57&oe=5B5ED2EC





    “22 aprile 2018.
    Caio, Papa, Santo, Dalmata (17 dicembre 283 - 22 aprile 296), fu sepolto in un cubicolo del cimitero di Callisto dove fu rinvenuta il secolo scorso la sua lapide.
    M.R.: 22 aprile - A Roma san Caio, Papa e Martire
    , coronato col martirio sotto il Principe Diocleziano
    [Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]
    Sotere, Papa, Santo, della Campania, 166-175. Fu sepolto vicino alla tomba del Principe degli Apostoli.
    Sue reliquie insigni sono in S. Sisto a Via Appia in un cofanetto murato nella parete sinistra. Altre reliquie si trovano all’altare maggiore dei Ss. Silvestro e Martino ai Monti, dove una lapide del 1655 indica un preteso rinvenimento del corpo.
    M.R.: 22 aprile - A Roma, sulla via Appia, il natale di san Sotere, Papa e Martire.
    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”

    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...73&oe=5B9B763B











    Guéranger, L'anno liturgico - Terza Domenica dopo Pasqua
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom3.htm
    «TERZA DOMENICA DOPO PASQUA

    La dignità del popolo Cristiano.
    Niente di più grande, di più alto sulla terra che i Principi della Santa Chiesa, che i Pastori stabiliti dal Figlio di Dio, e di cui la successione durerà tanto quanto il mondo; ma non crediamo che i sudditi di questo immenso impero, che si chiama la Chiesa, non abbiano anche la loro magnanima dignità. Il popolo Cristiano, in seno al quale si confondono in completa uguaglianza, sia un Principe che un semplice privato, sovrasta in luce e valore morale tutto il resto dell'umanità. Ovunque esso si estende, penetra la vera civilizzazione; poiché ovunque porta l'esatta nozione di Dio e del fine soprannaturale dell'uomo. Avanti a Lui arretra la barbarie, si cancellano le istituzioni pagane, per quanto antiche possano essere; un giorno vide anche la civiltà Greca e Romana rendergli le armi; e il diritto cristiano, scaturito dal Vangelo, sostituirsi da se stesso a quello dei Gentili. Numerosi fatti hanno dimostrato la superiorità che il battesimo imprime alla stirpe Cristiana; poiché non sarebbe ragionevole pretendere di trovare altrove la ragione principale di questa superiorità nella nostra civiltà, la quale non è stata che la conseguenza del battesimo.
    L’Unità della fede.
    Ma se la grandezza del popolo Cristiano è tale da esercitare il suo prestigio esteriore anche sugli stessi infedeli, che diremo di quello che la fede rivela in esso? L'Apostolo san Pietro, il Pastore universale, nelle mani del quale noi abbiamo visto deporre le chiavi del Pastore Divino, così definisce il gregge che è incaricato di pascere: "Ma voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, gente santa, popolo d'acquisto, affinché proclamiate le virtù di Colui che dalle tenebre vi ha chiamati alla sua meravigliosa luce" (1Pt 2,9).
    Effettivamente è in seno a questo popolo che si conserva la verità divina; e mai vi si spegnerà. Quando l'autorità docente deve proclamare, con la sua infallibilità, una decisione solenne in materia dottrinale, per prima cosa fa appello alla fede del popolo cristiano, e la sentenza dichiarerà inviolabile ciò che è stato creduto "in tutti i luoghi, in tutti i tempi, e da tutti" [1]. Nel popolo cristiano, risiede quell'ammirabile principio della fraternità nelle intelligenze, in virtù del quale voi trovate la fede negli stessi dogmi tra le razze più diverse, anche se ostili le une alle altre; riguardo alla fede e per la sottomissione ai Pastori, non vi è che un popolo solo. Nel grembo di questo popolo, fioriscono le virtù più perfette, qualche volta le più eroiche; poiché esso è depositario, in gran parte, dell'elemento di santificazione che Gesù, con la sua grazia, ha riversato nella natura umana.
    La testimonianza dell'amore.
    Guardate anche con quale amore il Pastorato lo protegge e l'onora! A tutti i gradi della gerarchia è annesso il dovere di dare la propria vita per il gregge.
    Questo sacrificio del Pastore per le sue pecorelle non è neppure un eroismo: non è che uno stretto dovere. Vergogna e maledizione a colui che indietreggia! Il Redentore lo qualifica con il nome di mercenario. Ma invece, come è bella e quanto numerosa questa schiera di Pastori che, da diciannove secoli, danno la vita per il loro gregge! Non vi è una pagina negli annali della Chiesa ove non risplendano i loro nomi, da quello di san Pietro, crocifisso come il suo Maestro, fino a quello dei Vescovi della Cocincina, del Tonkino e della Russia, i cui recenti martiri sono venuti a ricordarci che il Pastore non ha cessato di considerarsi come la vittima del suo gregge. Perciò noi abbiamo visto che Gesù, prima di affidare i suoi agnelli e le sue pecore a Pietro, ha voluto assicurarsi se egli lo amava più degli altri. Se Pietro ama il suo Maestro, amerà anche le pecorelle di lui, e saprà amarle fino a dare la sua vita per loro. È l'avvertimento dategli dal Salvatore che, dopo avergli affidato tutto l'intero gregge, finisce con il predirgli il martirio. Popolo felice è quello i cui capi non esercitano il loro potere che alla condizione di essere pronti a spargere per esso tutto il loro sangue!
    Segni di rispetto.
    Con quale rispetto, quale considerazione, i Pastori trattano le pecorelle del Maestro! Se una di esse ha esercitato nella sua vita i caratteri che denotano la santità, fino al punto di meritare di essere proposta come modello e come spirito intercessore alla società cristiana, vedrete che, non solamente il Sacerdote, la cui parola chiama il figlio di Dio sull'altare; non solamente il Vescovo, le cui sacre mani sorreggono il bastone Pastorale; ma lo stesso Vicario di Cristo, s'inginocchierà devotamente davanti alla tomba e all'immagine di quel servo, o di quell'ancella del Signore, anche se umile è stato il suo stato sulla terra. Un tale rispetto per le pecorelle di Cristo, la gerarchia ecclesiastica lo testimonierà pure nel bambino appena battezzato, la cui lingua non si è ancora sciolta, che lo Stato non ha ancora annoverato tra i suoi cittadini, che forse prima della fine del giorno sarà già appassito come un fiore di campo. Il Pastore riconosce in lui un membro degno di rispetto di questo corpo di Gesù Cristo che è la Chiesa, un essere ricolmo dei doni sublimi che fanno di lui l'oggetto della compiacenza del cielo e la benedizione di tutti quelli che lo circondano. Quando nel sacro tempio è riunita la folla dei fedeli, e l'incenso si eleva sull'oblazione, e tutto intorno all'altare, il celebrante, che offre il Sacrificio, riceve l'omaggio di questo profumo misterioso che onora in lui il rappresentante di Cristo: il collegio sacerdotale vede poi avanzarsi verso di lui il turiferario, che viene a rendere onore a coloro che hanno i segni del carattere sacro; ma l'incenso non si arresta soltanto nel santuario. Ecco che il turiferario viene a mettersi di fronte alla folla dei fedeli, rendendo loro in nome della Chiesa quel medesimo omaggio che abbiamo visto rendere al Pontefice e ai sacerdoti; poiché anche il popolo fedele vive in Cristo. E ancora: quando noi vediamo che la spoglia mortale di un cristiano, fosse egli stato anche il più povero tra i suoi fratelli, è portata nella casa di Dio per ricevervi gli ultimi doveri, questi doveri sono ancora un omaggio. La Chiesa tiene a riconoscere ed onorare, fino all'ultimo momento, il carattere divino che la fede ha impresso anche nel più umile dei suoi figli. O popolo cristiano! come è giusto dire di te, ed a maggior ragione, ciò che Mosè diceva per Israele: "Non c'è infatti altra nazione sì grande, che abbia i suoi dei a lei così vicini, come il Dio nostro è presente a tutte le nostre invocazioni" (Dt 4,7). La terza domenica dopo Pasqua, nella Chiesa Greca, porta il nome di "Domenica del paralitico" perché vi si celebra, in maniera particolare, la commemorazione del miracolo che nostro Signore operò alla Piscina Probatica.
    MESSA
    EPISTOLA (1Pt 2,11-19). - Carissimi: Vi scongiuro a guardarvi, come forestieri e pellegrini, dai desideri carnali che fan guerra all'anima, e a vivere bene tra le genti, affinché, invece di calunniarvi, come se foste dei malfattori, giudicandovi dalle buone opere, glorifichino Dio nel giorno in cui li visiterà. Siate adunque, per riguardo a Dio, soggetti ad ogni autorità umana: Al re come a sovrano, ai governanti come a suoi delegati per giustiziare i malfattori ed onorare i buoni; perché questa è la volontà di Dio, che facendo il bene turiate la bocca all'ignoranza degli uomini stolti. Vivete pur da liberi, non facendo però della libertà un manto per coprire la malizia, ma come servi di Dio. Rispettate tutti; amate i fratelli; temete Dio, onorate il re. Servi, siate con ogni rispetto soggetti ai vostri padroni, non soltanto ai buoni e ai dolci, ma anche a quelli che sono intrattabili. Poiché questa è una cosa gradita a Dio in Gesù Cristo, nostro Signore.
    I doveri del cristiano.
    "Il dovere di santificarsi si traduce per ognuno in obblighi concreti e adatti all'attuale situazione sociale di ciascuno di noi. La ragione d'insistere è specificata da san Pietro: il cristiano è come un forestiero, è un ospite di passaggio nel mondo non conquistato dal Vangelo. Bisogna lottare contro le forze del peccato, che s'insinuano anche fino a noi, e conservare pure in mezzo ai Gentili che vi si abbandonano, una condotta esemplare che imponga stima e rispetto.
    Questo apostolato, prima di tutto detta ai cristiani con il suo buon esempio la condotta che devono tenere di fronte alle istituzioni umane. Il loro dovere sociale si riassume in quattro brevi frasi, che sono altrettante direttive generali per la vita: 1) trattare tutti gli uomini con il rispetto dovuto alla loro dignità di uomo; 2) amare coloro che ci sono fratelli nella fede; 3) temere Dio, con quel timore che è il principio della vera saggezza e il contrapposto dell'orgogliosa fiducia in noi stessi; 4) rispettare l'autorità regale rendendo a Cesare quel che è di Cesare. Finalmente un pensiero di fede guiderà il rispetto e l'ubbidienza dovuto ai superiori dai loro servi, e questa obbedienza cristiana darà loro diritto ai favori divini [2].
    Noi realizzeremo questo ideale del cristiano in grazia alla redenzione, sempre presente sull'altare. Ogni giorno essa ci ricorderà che il cristiano, essendo un altro Cristo, deve soffrire come lui per entrare nella gloria, e ci darà la forza di rassomigliargli.
    VANGELO (Gv 16,12-22). - In quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: Ancora un poco e non mi vedrete; e un altro poco e mi vedrete; perché vado al Padre. Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: Che vuoi dire con questo suo: Ancora un poco e non mi vedrete, e un altro e mi vedrete, e me ne vado al Padre? e ripetevano: Che significa questo suo un poco? non comprendiamo quello che voglia dire. Or Gesù, conosciuto che volevano interrogarlo, disse loro: Vi domandate l'un l'altro che cosa voglia dire quel mio ancora un poco e non mi vedrete; e un altro poco e mi vedrete. In verità in verità vi dico: piangerete e gemerete ed il mondo godrà: voi certo sarete in afflizione ma la vostra tristezza sarà mutata in letizia. La donna quando partorisce è in doglia, perché è giunta la sua ora; quando però ha dato alla luce il bambino, non ricorderà più l'angoscia, a motivo dell'allegrezza, perché è venuto al mondo un uomo. Così voi siete ora in tristezza; ma io vi vedrò di nuovo, e ne gioirà il vostro cuore, e nessuno vi toglierà la vostra gioia.
    Fiducia nella prova.
    "Il Signore doveva allontanarsi, ma le sue parole agli Apostoli sembravano contraddittorie. Come poteva essere nello stesso tempo con il Padre Suo e con essi? Gesù, che leggeva nelle anime, comprese l'ansietà dei suoi. Senza dubbio, parlando così, pensava all'allontanamento momentaneo della passione e alla gioia della Risurrezione. Ma questa sparizione e questo ritorno erano,ai suoi occhi, il simbolo di un'altra partenza e di un altro ritorno: l'ascesa al Padre, nell'Ascensione, e la riunione con i discepoli, nell'eternità. Fino ad allora, gli apostoli dovranno lavorare e seminare, in mezzo alle lacrime, nell'assenza del loro Maestro. Ma che importano le tribolazioni del tempo? Non vi penseremo più quando l'uomo rinnovato, sarà stato dato a Dio; quando la Chiesa lo avrà lodato, quando il nuovo Adamo comparirà davanti al Padre con la posterità che avrà generato nel suo sangue. Per farci coraggio non dobbiamo altro che essere ben compresi delle visuali che ci offre il Salvatore. Un istante di angoscia, e poi la gioia senza fine, la cui pienezza non lascerà niente a desiderare, niente da imparare. Nessuna delle potenze create sarà capace di rapircela" [3].
    PREGHIAMO
    O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano ritornare sulla via della giustizia, concedi a tutti quelli che dicono di essere cristiani di rigettare tutto ciò che è contrario a questo nome e di praticare ciò che è conforme ad esso.

    NOTE
    [1] San Vincenzo di Lerino, Commonitorium.
    [2] A. Charue, Les Epîtres catholiques, p. 455.
    [3] Dom Delatte, Evangile de N. S. J., c. t. II, p. 277.
    Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, 145-150.»





    Mater Boni Consilii, ora pro nobis!!!
    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  5. #5
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    Lightbulb Re: III domenica dopo Pasqua

    12 MAGGIO 2019: dodicesimo giorno di Maggio Mese Mariano, nono ed ultimo giorno della Novena di preparazione al 13 Maggio, Solennità della Beata Vergine Maria di Fatima; Santi Nereo, Achilleo, Flavia Domitilla e Pancrazio, Martiri; TERZA DOMENICA DOPO PASQUA…



    «TERZA DOMENICA DOPO PASQUA»
    Guéranger, L'anno liturgico - Terza Domenica dopo Pasqua
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom3.htm


    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico
    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    “Santi Nereo ed Achilleo, martiri e Flavia Domitilla, vergine e martire, 12 maggio.”
    “San Pancrazio, martire, lo stesso giorno.”





    Maggio mese di Maria: 12° giorno ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino.
    http://www.stellamatutina.eu/maggio-...ria-12-giorno/
    "Maggio mese di Maria: 12° giorno."





    “12 maggio - SS. Nereo ed Achilleo.”
    https://forum.termometropolitico.it/...-achilleo.html
    “12 maggio - S. Pancrazio, Martire.”
    12 maggio - S. Pancrazio, Martire
    "Breve rassegna stampa nella festa di San Pancrazio."
    https://forum.termometropolitico.it/...io-2011-a.html

    “III domenica dopo Pasqua.”
    https://forum.termometropolitico.it/...po-pasqua.html






    SANTA MESSA DOMENICALE celebrata da Don Floriano Abrahamovicz alla "Domus Marcel Lefebvre" di Paese (TV) alle ore 10.30 stamattina 12 MAGGIO 2019, TERZA DOMENICA DOPO PASQUA:


    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    III Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=FrXb3TtbouM
    II Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=71aZwW6lBYU
    II Domenica dopo Pasqua - (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=BuGlDuSs0LQ
    Domenica in Albis (Santa Messa e Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
    Lunedì Pasqua - dell' Angelo (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=wPkpeDbQdo8
    Santa Pasqua (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=G-lviMz3pWY
    Santa Pasqua 2019 - (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=lwCe33a3TUo
    Sabato Santo (Veglia Pasquale)
    https://www.youtube.com/watch?v=jphVO0FHUMw
    Venerdì Santo
    https://www.youtube.com/watch?v=6v8gLX5hNW0
    Giovedi Santo
    https://www.youtube.com/watch?v=80W3peGsC9I
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».




    SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") IN TUTTA ITALIA:


    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "Torino - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

    "Modena - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

    "Rimini - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

    "Pescara - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

    "Potenza - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

    "Roma - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”


    Omelia della 3 dopo Pasqua ? Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano
    “Omelia della 3 dopo Pasqua 12 Maggio 2019
    L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 12/05 è disponibile per l’ascolto.”



    http://www.sodalitium.biz/iii-domenica-pasqua/
    «III domenica dopo Pasqua.
    Orazione: O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano ritornare sulla via della giustizia, concedi a tutti quelli che dicono di essere cristiani di rigettare tutto ciò che è contrario a questo nome e di praticare ciò che è conforme ad esso.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...04-185x300.jpg






    Ss. Nereo, Achilleo, Flavia Domitilla e Pancrazio - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/ss-nereo-a...lla-pancrazio/
    «12 maggio, Santi Nereo, Achilleo, Flavia Domitilla e Pancrazio, Martiri.

    “A Roma, sulla via Ardeatina, i santi Martiri Nereo ed Achilleo fratelli, i quali prima con Flavia Domitilla, di cui erano eunuchi, soffrirono per Cristo un lungo esilio nell’isola Ponza; ma poi furono tormentati con gravissime battiture; quindi, essendo da Minuzio Rufo Consolare coll’eculeo e colle fiamme stimolati a sacrificare agli idoli, e rispondendo che, battezzati dal beato Pietro Apostolo, non potevano in alcun modo acconsentire, furono decapitati. Le loro sacre reliquie, assieme a quelle di Flavia Domitilla, dalla Diaconia di sant’Adriano furono solennemente trasferite, nel giorno precedente, al loro antico Titolo di nuovo restaurato, dove un volta riposte si conservavano, per ordine del Papa Clemente ottavo, il quale poi stabilì che oggi si celebrasse pure la festa della stessa beata Domitilla Vergine, la cui passione si commemora il sette di questo mese."
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...eo-213x300.png
    "Così pure a Roma, sulla via Aurelia, san Pancrazio Martire, che all’età di quattordici anni, sotto Diocleziano, con la decapitazione compì il martirio.
    O inclito eroe della Fede di Gesù Cristo, glorioso Martire San Pancrazio, che per la santità della vita, e l’amore ardente che portaste a Dio, foste da Lui costituito dispensatore di grazie e di benedizioni celesti, Io confido in Voi. Deh ! stendete ognora sopra di me e di tutti i vostri devoti, la vostra potente intercessione, ed esaudite le mie preghiere. Ottenetemi da Dio la grazia, che prostrato ai vostri piedi vi domando… Proteggetemi nell’anima, proteggetemi nel corpo; affinché col vostro patrocinio, servendo Dio con fedeltà, dopo questa vita, possa andarlo a godere eternamente, con Voi, in Cielo. Così sia." »
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...io-178x300.jpg










    http://www.sodalitium.biz/pellegrina...o-loreto-2019/
    «XVI pellegrinaggio a piedi Osimo – Loreto.
    Sabato 18 maggio e Domenica 19 maggio 2019.


    Sabato 18 maggio 2019.
    ore 14,00: appuntamento a Osimo, al parcheggio della chiesa San Carlo, in Via Molino Mensa, 1 (dal centro storico: direzione Macerata); sistemazione dei bagagli e inquadramento dei pellegrini. Si raccomanda la massima puntualità.
    ore 15,00: partenza a piedi; a Osimo venerazione del corpo di San Giuseppe da Copertino; sosta al santuario della B. V. Addolorata di Campocavallo;
    ore 19,3: arrivo a Castelfidardo, distribuzione dei bagagli, sistemazione nelle camere, cena e pernottamento.

    Domenica 19 maggio 2019.
    ore 7,45: S. Messa.
    ore 9,00: colazione; sistemazione dei bagagli.
    ore 9,45: partenza; sosta al sacrario delle Crocette a Castelfidardo;
    ore 13,30: arrivo a Loreto e pranzo al sacco.
    ore 14,30: processione alla basilica e preghiera nella Santa Casa di Loreto.
    ore 16,00: partenza del pullman per riportare i pellegrini a Osimo.
    ore 16,30: arrivo a Osimo e fine del pellegrinaggio.»




    “Disponibile il numero 159 di Sursum Corda – 5×1000
    https://www.agerecontra.it/2019/05/d...-corda-5x1000/

    “Disponibili i numeri 160 e 161 di Sursum Corda – 5×1000
    https://www.agerecontra.it/2019/05/d...-corda-5x1000/
    Sul sito sono disponibili i numeri 160 e 161 (dal 12 al 19 maggio 2019) di Sursum Corda®. Il settimanale si può scaricare gratuitamente nella sezione download dedicata ai soli Associati.
    Abbiamo caricato sul sito e mandato già in stampa anche il numero 161 di Sursum Corda® perché sabato 18 e domenica 19 maggio saremo a Loreto in occasione del Pellegrinaggio della Tradizione . Invitiamo tutti gli Associati ed i Simpatizzanti a partecipare.
    Per donare il 5×1000 alla nostra piccola Associazione seguire le istruzioni pubblicate in questo PDF.”
    fonte – https://www.sursumcorda.cloud/settim...sum-corda.html
    https://www.agerecontra.it/wp-conten...ursumcorda.jpg
    https://www.agerecontra.it/wp-conten...da-211x300.jpg











    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    https://www.sursumcorda.cloud/settim...sum-corda.html
    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
    https://www.sursumcorda.cloud/
    Dal numero 160 di SVRSVM CORDA® del 12 maggio 2019.
    Indice dei contenuti:
    - Comunicato numero 160. Le necessarie condizioni per seguire Gesù;
    - Gesù nella Transgiordania;
    - La pecora smarrita e la dramma perduta;
    - Preghiera a Sant’Ignazio da Laconi, Confessore;
    - Le visioni di quattro madri di Santi;
    - Sull’Istruzione permanente dell'Alta Vendita Suprema;
    - Dizionario di teologia dommatica. Il Sillabo.»
    https://www.sursumcorda.cloud/

    “Preghiera Ti adoro, o Croce Santa (3.5).”
    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...santa-3-5.html

    https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
    “Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
    Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
    https://www.sursumcorda.cloud/massim...a-eretico.html
    “Raccolta di preghiere non contaminate dall'eresia dell'ecumenismo. Diceva Sant'Alfonso: "Chi prega si salva, chi non prega si danna" ->”
    https://www.sursumcorda.cloud/preghiere.html

    "La vera umiltà---> https://youtu.be/n9mF_GM9unc "

    https://www.sursumcorda.cloud/sostie...no-detail.html
    “Padre Gabriele Maria Roschini, Chi è Maria? Catechismo mariano, Sursum Corda, Potenza 2017.
    Catechismo mariano composto da 235 articoli, semplici ma eruditi. Un’esposizione chiara, ordinata e sintetica di tutto ciò che riguarda la storia, il dogma ed il culto mariano, secondo la forma classica di domande e risposte.”
    https://www.sursumcorda.cloud/images...ini-fronte.jpg
    https://www.sursumcorda.cloud/images...hini-retro.jpg
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...il-fedele.html
    «Preghiera di San Pio X per i Sacerdoti.»
    https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/





    https://www.facebook.com/MisaTridentinaenRosario/







    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...e2&oe=5D5BE8F4







    https://sardiniatridentina.blogspot....asqua.html?m=0
    «Terza Domenica di Pasqua
    La Chiesa che pure è consapevole della prossima partenza del Signore, continua a giubilare per il gran prodigio della Risurezzione. L’insegnamento della domenica odierna è allo stesso tempo semplice e impegnativo. Siamo cristiani, siamo risorti con Cristo alla grazia e dobbiamo vivere dal tali: lottare contro la carne che pecca, praticare le virtù cristiane specialmente l’umiltà e l’obbedienza, amare i fratelli nella carità del Cristo, sopportare con rassegnazione le sofferenze che Dio ci manda per la nostra santificazione.

    INTROITUS
    Ps 65:1-2.- Iubiláte Deo, omnis terra, allelúia: psalmum dícite nómini eius, allelúia: date glóriam laudi eius, allelúia, allelúia, allelúia. ~~ Ps 65.3.- Dícite Deo, quam terribília sunt ópera tua, Dómine! in multitúdine virtútis tuæ mentiéntur tibi inimíci tui. ~~ Glória ~~ Iubiláte Deo, omnis terra, allelúia: psalmum dícite nómini eius, allelúia: date glóriam laudi eius, allelúia, allelúia, allelúia.
    Ps 65:1-2.- Giubila in Dio, o terra tutta, alleluia: innalza inni al suo Nome, alleluia: dà a Lui gloria con le tue lodi, alleluia, alleluia, alleluia. ~~ Ps 65.3.- Dite a Dio: quanto sono terribili le tue opere, o Signore. Con la tua immensa potenza rendi a Te ossequenti i tuoi stessi nemici. ~~ Gloria ~~ Giubila in Dio, o terra tutta, alleluia: innalza inni al suo Nome, alleluia: dà a Lui gloria con le tue lodi, alleluia, alleluia, alleluia.
    Gloria
    ORATIO
    Orémus.
    Deus, qui errántibus, ut in viam possint redíre iustítiæ, veritátis tuæ lumen osténdis: da cunctis, qui christiána professióne censéntur, et illa respúere, quæ huic inimíca sunt nómini; et ea, quæ sunt apta, sectári. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
    Preghiamo.
    O Dio, che agli erranti mostri la luce della tua verità, affinché possano tornare sulla via della giustizia, concedi a quanti si professano cristiani, di ripudiare ciò che è contrario a questo nome, ed abbracciare quanto gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
    LECTIO
    Léctio Epístolæ beáti Petri Apóstoli
    1 Pet 2:11-19
    Caríssimi: Obsecro vos tamquam ádvenas et peregrínos abstinére vos a carnálibus desidériis, quæ mílitant advérsus ánimam, conversatiónem vestram inter gentes habéntes bonam: ut in eo, quod detréctant de vobis tamquam de malefactóribus, ex bonis opéribus vos considerántes, gloríficent Deum in die visitatiónis. Subiécti ígitur estóte omni humánæ creatúræ propter Deum: sive regi, quasi præcellénti: sive dúcibus, tamquam ab eo missis ad vindíctam malefactórum, laudem vero bonórum: quia sic est volúntas Dei, ut benefaciéntes obmutéscere faciátis imprudéntium hóminum ignorántiam: quasi líberi, et non quasi velámen habéntes malítiæ libertátem, sed sicut servi Dei. Omnes honoráte: fraternitátem dilígite: Deum timéte: regem honorificáte Servi, súbditi estóte in omni timóre dóminis, non tantum bonis et modéstis, sed étiam dýscolis. Hæc est enim grátia: in Christo Iesu, Dómino nostro.
    Carissimi: Vi scongiuro che, come forestieri e pellegrini vi asteniate dai desiderii carnali, che militano contro l’anima, vivendo bene tra i Gentili, affinché, pure sparlando di voi quasi siate malfattori, considerando le vostre opere buone, glorifichino Iddio nel giorno della sua venuta. Siate dunque soggetti ad ogni autorità umana per riguardo a Dio: sia al re come sovrano, sia ai prefetti come mandati da lui per far vendetta dei malfattori, e per onorare i buoni. Perché tale è la volontà di Dio, che facendo il bene chiudiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti. Comportatevi da uomini liberi, senza però che la libertà vi serva di pretesto alla malizia, ma come servi di Dio. Onorate tutti, amate i fratelli, temete Dio, rendete onore al re. Servi, siate soggetti con ogni timore ai padroni, non solo ai buoni e clementi, ma anche ai duri. Questa infatti è una grazia: in Gesù Cristo nostro Signore.
    ALLELUIA
    Allelúia, allelúia
    Ps 110:9
    Redemptiónem misit Dóminus pópulo suo
    Luc 24:46
    Oportebat pati Christum, et resúrgere a mórtuis: et ita intráre in glóriam suam. Allelúia.
    Alleluia, alleluia
    Il Signore mandò la redenzione al suo popolo. Alleluia.
    Bisognava che Cristo soffrisse e risorgesse dalla morte, ed entrasse così nella sua gloria. Alleluia.
    EVANGELIUM
    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Ioánnem.
    Ioannes 16:16-22
    In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Módicum, et iam non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me: quia vado ad Patrem. Dixérunt ergo ex discípulis eius ad ínvicem: Quid est hoc, quod dicit nobis: Módicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me, et quia vado ad Patrem? Dicébant ergo: Quid est hoc, quod dicit: Modicum? nescímus, quid lóquitur. Cognóvit autem Iesus, quia volébant eum interrogáre, et dixit eis: De hoc quaeritis inter vos, quia dixi: Modicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me. Amen, amen, dico vobis: quia plorábitis et flébitis vos, mundus autem gaudébit: vos autem contristabímini, sed tristítia vestra vertétur in gáudium. Múlier cum parit, tristítiam habet, quia venit hora eius: cum autem pepérerit púerum, iam non méminit pressúræ propter gáudium, quia natus est homo in mundum. Et vos igitur nunc quidem tristítiam habétis, íterum autem vidébo vos, et gaudébit cor vestrum: et gáudium vestrum nemo tollet a vobis.
    In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: Ancora un poco e non mi vedrete più: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre. Dissero perciò tra loro alcuni dei suoi discepoli: Che significa ciò che dice: Ancora un poco e non mi vedrete più: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre? Cos’è questo poco di cui parla? Non comprendiamo quel che dice. E conobbe Gesù che volevano interrogarlo, e disse loro: Vi chiedete tra voi perché abbia detto: Ancora un poco e non mi vedrete più: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete. In verità, in verità vi dico che voi piangerete e gemerete, laddove il mondo godrà, sarete oppressi dalla tristezza, ma questa si muterà in gioia. La donna, allorché partorisce, è triste perché è giunto il suo tempo: quando poi ha dato alla luce il bambino non si ricorda più dell’affanno, a motivo della gioia perché è nato al mondo un uomo. Anche voi siete adesso nella tristezza, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore gioirà, e nessuno vi toglierà il vostro gaudio.
    Credo
    OFFERTORIUM
    Ps 145:2
    Lauda, anima mea, Dóminum: laudábo Dóminum in vita mea: psallam Deo meo, quámdiu ero, allelúia.
    Loda, anima mia, il Signore: loderò il Signore per tutta la vita, inneggerò al mio Dio finché vivrò, alleluia.
    SECRETA
    His nobis, Dómine, mystériis conferátur, quo, terréna desidéria mitigántes, discámus amáre coeléstia. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
    In virtù di questi misteri, concedici, o Signore, la grazia con la quale, mitigando i desiderii terreni, impariamo ad amare i beni celesti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
    PRÆFATIO PASCHALIS
    Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes
    È veramente degno e giusto, conveniente e salutare: Che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor più gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilì la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine
    COMMUNIO
    Ioannes 16:16
    Módicum, et non vidébitis me, allelúia: íterum módicum, et vidébitis me, quia vado ad Patrem, allelúia, allelúia.
    Ancora un poco e non mi vedrete più, alleluia: ancora un poco e mi vedrete, perché vado al Padre, alleluia, alleluia.
    POSTCOMMUNIO
    Orémus.
    Sacramenta quæ súmpsimus, quaesumus, Dómine: et spirituálibus nos instáurent aliméntis, et corporálibus tueántur auxíliis. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
    Preghiamo.
    Fai, Te ne preghiamo, o Signore, che i sacramenti che abbiamo ricevuto ci ristorino di spirituale alimento e ci siano di tutela per il corpo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...1c&oe=5D759EA4


    Tradidi quod et accepi
    “L'ANGOLO PATRISTICO
    Sermone di sant'Agostino Vescovo.
    Sermone 147 sul Tempo.

    In questi santi giorni consacrati alla risurrezione del Signore, trattiamo, per quanto lo possiamo coll'aiuto della sua grazia, della risurrezione della carne. Ecco infatti la nostra credenza: la risurrezione è un benefizio di cui vediamo la promessa e l'esempio nella carne del Signor nostro Gesù Cristo. Poiché egli volle non solo preannunziare, ma anche dimostrare, nella sua persona, il compimento di ciò che ci ha promesso per la fine dei secoli. Quelli che allora erano con lui, l'hanno contemplato, e siccome erano presi da stupore e credevano di vedere uno spirito, si assicurarono, toccandolo, ch'era vero corpo materiale. Egli parlò non soltanto alle loro orecchie, intrattenendosi con loro, ma mostrandosi ancora ai loro occhi: e sarebbe stato poco per lui farsi vedere, se non avesse anche permesso che lo si toccasse e palpasse.
    Egli disse loro: «Perché vi turbate, e perché sorgono nel vostro cuore dei dubbi?» (Luc. 24.38). Essi si pensavano di vedere uno spirito. «Perché vi turbate, disse, e perché sorgono nel vostro cuore dei dubbi? Guardate le mie mani ed i miei piedi: palpate ed osservate: perché uno spirito non ha la carne ed ossa, come vedete che ho io» (Luc. 24.39). Essendo uomini, essi ragionavano contro una tale evidenza. Che farebbero d'altra parte uomini che hanno pensieri e gusti umani, se non disputassero in tal modo di Dio contro Dio? Perché Gesù è Dio, ed essi sono uomini. «Ma Dio conosce i pensieri degli uomini, e quanto sono vani» (Ps. 93:12).
    Per l'uomo carnale unica regola d'intendere è la testimonianza dei suoi occhi. Egli crede ciò ch'è solito vedere: e non crede a ciò che non vede. Dio fa dei miracoli al di fuori del corso ordinario delle cose, perché è Dio. E maggior miracolo però far nascere ogni giorno sì gran numero di uomini che non esistevano, che il risuscitarne alcuni che già esistevano: e tuttavia questi fatti meravigliosi non sono oggetto della nostra attenzione, e l'abitudine di vederli li ha deprezzati. Cristo è risuscitato: è un fatto incontestabile. Egli aveva un corpo, era carne: fu appeso alla croce, rese lo spirito, il suo corpo fu posto nel sepolcro. Colui che viveva in questa carne l'ha mostrata piena di vita. Perché ne siamo stupiti? Perché non crediamo? Colui che ha fatto questo prodigio è un Dio.
    Omelia di sant'Agostino Vescovo.
    Trattato 101 su Giovanni, verso la fine.
    Questo «fra un poco» è tutto lo spazio che rapido percorre il secolo presente. Onde lo stesso Evangelista dice nella sua Lettera: «È l'ultima ora». Il Signore aggiunge: «Perché me ne vo al Padre» (Joann. 2:18): il che è da riferire alla prima proposizione che dice: «Fra un poco non mi vedrete più»: e non alla seconda dove dice: «E fra un altro poco, mi vedrete». Andando al Padre egli doveva infatti sottrarsi ai loro sguardi. E perciò queste parole non significano che egli dovesse morire, e che fino alla sua risurrezione sarebbe rimasto nascosto ai loro occhi: ma che doveva andare al Padre, ciò che fece allorquando, dopo essere risuscitato e aver conversato con loro per quaranta giorni, ascese al cielo.
    Dicendo: «Fra un poco, e non mi vedrete più» (Joann. 10:16); s'indirizza a coloro che lo vedevano allora corporalmente: e parla così perché doveva andare al Padre, e dopo la sua ascensione non l'avrebbero visto più come uomo mortale quale lo vedevano allorquando diceva queste cose. Ma quello che aggiunse: «E fra un altro poco mi vedrete» (Ibi), lo promise a tutta la Chiesa, come a tutta la Chiesa ha pure promesso: «Ecco che io sono con voi sino alla consumazione dei secoli» (Matth. 28:20). Il Signore non ritarda il compimento della sua promessa. Fra un poco, lo vedremo, ma in uno stato che non avremo più nulla a domandargli, non avremo più a interrogarlo su nulla, perché nulla ci resterà a desiderare, nulla di occulto da apprendere.
    Questo poco tempo ci sembra lungo, perché dura ancora; quando sarà finito, comprenderemo quanto era corto. La nostra gioia dunque non sia come quella del mondo, di cui è detto: «Il mondo invece godrà» (Joann. 16:20). Tuttavia durante il parto del desiderio dell'eternità la nostra tristezza non sia senza gioia: ma mostriamoci, come dice l'Apostolo: «Allegri per la speranza: Pazienti nella tribolazione» (Rom. 12:12): dacché la donna stessa che diventa madre, e alla quale siamo stati paragonati, prova più gioia nel mettere al mondo un fanciullo, che non soffra tristezza del dolore presente. E sia questo il fine del presente discorso: perché le parole che seguono contengono una questione assai spinosa: né dobbiamo circoscriverla nel piccolo spazio di tempo che ci resta, affin di poterla spiegare più comodamente, se piacerà al Signore.”
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    “12 maggio 2019: TERZA DOMENICA DOPO PASQUA.”
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    “12 maggio 2019: infra l'Ottava del patrocinio universale di San Giuseppe.”
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    “12 maggio 2019: Ss. Nereo e Achilleo, martiri, e Domitilla, vergine e martire. San Pancrazio martire.

    A Roma, nella via Ardeatina, i santi Martiri Nereo ed Achilleo fratelli, i quali prima con Flavia Domitilla, di cui erano eunuchi, soffrirono per Cristo un lungo esilio nell'isola Ponza; di poi furono tormentati con gravissime battiture; quindi, essendo da Minuzio Rufo Consolare coll'eculeo e con le fiamme stimolati a sacrificare agli idoli, e rispondendo che, battezzati dal beato Pietro Apostolo, non potevano in verun modo acconsentire, furono decapitati. Le loro sacre reliquie, ed insieme quelle di Flavia Domitilla, dalla Diaconia di sant'Adriano, furono solennemente trasferite nel giorno precedente al loro antico Titolo di nuovo restaurato, dove una volta riposte si conservavano, per ordine del Papa Clemente ottavo; il quale poscia stabilì che oggi si celebrasse pure la festa della stessa beata Domitilla Vergine, la cui passione si commemora ai sette di questo mese.
    Similmente a Roma, nella via Aurelia, san Pancrazio Martire, il quale essendo nell'età di quattordici anni, sotto Diocleziano, con la decapitazione compì il martirio.”
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    https://www.radiospada.org/wp-conten...-di-Fatima.pdf
    “13 Maggio Beata Vergine Maria di Fatima.
    Novena di preparazione DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO. Ogni giorno si termina con un’Ave Maria e l’invocazione Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.”







    www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
    http://www.agerecontra.it/

    "Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
    http://www.centrostudifederici.org/

    "sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
    http://www.crisinellachiesa.it/

    "Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
    http://www.centrosangiorgio.com/


    C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
    http://www.cmri.org/ital-index.html





    https://www.truerestoration.org/


    https://novusordowatch.org/


    ": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
    http://www.fathercekada.com/

    "Home | Traditional Latin Mass Resources"
    http://www.traditionalmass.org/





    "Como ovejas sin Pastor"
    http://sicutoves.blogspot.com/


    https://moimunanblog.com/





    “Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
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    “12 mai : Saints Nérée, Achille, Domitille et Pancrace, Martyrs.”
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    Lightbulb Re: III domenica dopo Pasqua

    3 MAGGIO 2020: terzo giorno del MESE MARIANO DI MAGGIO, Santi Alessandro, Papa, Evezio e Teodulo, martiri, e Giovenale, vescovo; TERZA DOMENICA DOPO PASQUA, INVENZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…




    «3 MAGGIO INVENZIONE DELLA SANTA CROCE»
    «Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 3 maggio. Invenzione della Santa Croce»
    «Invenzione della Santa Croce, 3 maggio»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 3 maggio. Invenzione della Santa Croce
    http://www.unavoce-ve.it/pg-3mag.htm

    «Santi Alessandro, Papa, Evezio e Teodulo, martiri, e Giovenale, vescovo, lo stesso giorno»

    Guéranger, L'anno liturgico - Terza Domenica dopo Pasqua
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom3.htm
    «TERZA DOMENICA DOPO PASQUA»






    SANTA MESSA CELEBRATA DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. (“ISTITUTO MATER BONI CONSILII”) stamattina 3 MAGGIO 2020, TERZA DOMENICA DOPO PASQUA; INVENZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO:


    http://www.sodalitium.biz/santa-croce/
    «3 maggio 2020, Invenzione della Santa Croce, memoria della III domenica dopo Pasqua.
    S. Messa in streaming da Verrua Savoia alle ore 10,30:
    https://www.youtube.com/channel/UCFQ...ajhQcrobafw5LA
    Domenica 03/05/2020, festa dell’Invenzione della s. Croce (mem. 3° dopo Pasqua)
    S. Messa alle ore 10,30 in diretta dalla chiesa dei ss. Pietro e Paolo di Verrua Savoia (TO)»
    Messa IMBC in streaming - Sodalitium
    “A Gerusalémme l’invenzione della sacrosanta Croce del Signore
    , all’epoca dell’Imperatore Costantino”.
    Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue. Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me. Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Così sia».
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...01-205x300.jpg







    http://www.sodalitium.biz/santa-croce/
    «3 maggio, “Invenzione” (ritrovamento) della Santa Croce e sant’Alessandro, Papa e Martire.

    “Questa data ricorda il ricupero della Santa Croce al tempo dell’imperatore Eraclio e la consegna che verso il 629 egli ne fece al patrirca Zaccaria di Gesusalemme, donde alcuni anni innanzi i Persiani l’avevano rapita per trasportarla presso di loro” (card. Schuster).
    “A Roma, sulla via Nomentàna, la passione dei santi Martiri Alessàndro primo Papa, Evénzio e Teódolo Preti. Tra essi Alessàndro, sotto il Principe Adriàno ed il Giudice Aureliàno, dopo le catene, la prigionia, l’eculeo, le graffiature ed il fuoco, fu trafitto con punture spessissime per tutte le membra ed ucciso, Evénzio e Teódolo, dopo lunga prigionia, provati col fuoco, alla fine furono decollati”.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-300x203.jpg







    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/messa-imbc-streaming/
    Sante Messe - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    “Sodalitium - IMBC”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”







    SANTA MESSA CELEBRATA da DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ stamattina 3 MAGGIO 2020, TERZA DOMENICA DOPO PASQUA; INVENZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO:


    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=UNX2Qp9foZQ
    Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=cOa9s9XQ_FM
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».








    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda»
    «Preghiera al Santo del giorno. 3 maggio. Sant'Alessandro Papa e Martire pregate per noi e per la Santa Romana Chiesa»
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-204.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/croce-santa.html
    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...santa-3-5.html

    “Ordinario della Messa (Latino-Italiano) con spiegazione --->”
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...iegazione.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/o...lla-messa.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/c...lla-messa.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/messale-romano.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/santa-messa.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/eucaristia.html


    https://www.sursumcorda.cloud/tags/madonna
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    https://www.sursumcorda.cloud/tags/sodalitium.html

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    "Preghiere e tradizionali pie pratiche cristiane. Chiediamo a Nostro Signore di ottenere la vera fede e di perseverare"
    https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/









    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis»







    Tradidi quod et accepi: Invéntio sacrosánctæ Crucis Domínicæ
    «L'INVENZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
    Invéntio sacrosánctæ Crucis Domínicæ.
    Il 3 maggio la Chiesa Romana ricorda il Ritrovamento della Santa Croce del Signore
    al tempo dell'Imperatore Costantino (14 settembre 320). In realtà in origine questa ricorrenza celebrava il recupero della Vera Croce caduta in mano ai Persiani da parte dell'imperatore Eraclio nel 692, ma i Latini invertirono la memoria di questi due avvenimenti. Il ritrovamento della Croce da parte di sant'Elena era l'originario accadimento alla base della festa del 14 settembre - Exaltatio sanctae Crucis - quando il legno su cui fu confitto il Redentore fu da san Macario, allora vescovo di Gerusalemme, fu mostrato al popolo cristiano, ostensione che si ripeteva annualmente. Il Breviario Romano ci ricorda il modo in cui fu riconosciuta, fra le tre ritrovate sul Calvario, la vera Croce: "Macario, vescovo di Gerusalemme, dopo aver innalzato preghiere a Dio, accostò successivamente le tre croci ad una donna gravemente inferma; mentre due non le arrecarono alcun soccorso, avvicinata la terza Croce fu subito guarita".»
    https://2.bp.blogspot.com/-xVq4_YOCy...82647506_n.jpg
    https://2.bp.blogspot.com/-LXy97BdMd...65995833_n.jpg
    https://2.bp.blogspot.com/-fNBdkysC-...29455794_n.jpg















    «MESE DI MAGGIO: MESE DI NOSTRA SIGNORA, LA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA».

    «TRATTATO DELLA VERA DEVOZIONE ALLA SANTA VERGINE di San Luigi Maria Grignion de Monfort»








    http://www.radiospada.org/
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    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf

    «3 MAGGIO 2020: INVENZIONE DELLA SANTA CROCE»

    «Le reliquie romane della Santa Croce
    https://www.radiospada.org/2020/05/l...a-santa-croce/
    Le reliquie romane della Santa Croce di Redazione RS il 3 Maggio 2020.

    Abbiamo già dedicato alcuni articoli alle Reliquie della Passione: il racconto del loro ritrovamento della Vera Croce e il significato che Sant’Ambrogio dà a questo evento in un discorso di teologia della storia; la Sacra Lancia e il contesto storico in cui fu ottenuta dal Papa; i misteri del Titulus Crucis; la solenne esposizione che di esse si faceva ed ancora si fa nella Patriarcale Basilica di San Pietro. Oggi vediamo quali siano le reliquie della Vera Croce conservate nell’Urbe».

    https://www.radiospada.org/2019/03/c...odi-di-cristo/
    «“Clavus Romanii Imperii”. Costantino, sant’Elena e i Chiodi di Cristo di Redazione RS

    La devozione del Messale Romano nella sua Appendice riporta per il Venerdì dopo la Prima Domenica di Quaresima la festa dei Sacri Chiodi e della Sacra Lancia che trafissero il Corpo del Redentore Crocefisso. A proposito della reliquia dei Chiodi proponiamo al Lettore una riflessione che a proposito di essi fa sant’Ambrogio nel contesto della cristianizzazione dell’Impero Romano operata da Costantino, la cui santa madre Elena dei medesimi Chiodi, come anche delle altre reliquie della Passione, fu scopritrice.
    Chiodo conservato nella Basilica di Santa Croce di Gerusalemme assieme al Legno della Vera Croce, al Titulus Crucis e a due Spine della Corona
    Chiodo conservato nel Duomo di Milano».

    «Le miracolosissime Litanie Domenicane»
    https://www.radiospada.org/2020/05/l...ie-domenicane/







    https://www.radiospada.org/2020/05/i...cristianesimo/
    «Il lato prodigioso nella fondazione e propagazione del Cristianesimo»

    «STUDI SULLA SACRATISSIMA SINDONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
    https://www.radiospada.org/tag/sacra-sindone/

    Sacra Sindone, parla il Fisico dell’ENEA: ‘Vi svelo la verità’
    https://www.radiospada.org/2015/04/s...elo-la-verita/
    [Speciale Sindone] La Sindone e il Sudario di Oviedo si confermano a vicenda: ecco perché
    https://www.radiospada.org/2015/05/s...a-ecco-perche/
    [Speciale Sindone] Il telo della Sindone conferma millimetricamente i Vangeli
    https://www.radiospada.org/2015/06/s...nte-i-vangeli/
    [Speciale Sindone] Ulteriori dettagli confermano che Sindone e Sudario di Oviedo avvolsero il medesimo corpo
    https://www.radiospada.org/2017/04/s...edesimo-corpo/
    Sindone, l’esperta reagisce: lo studio è inaffidabile e forse prezzolato
    https://www.radiospada.org/2018/07/s...se-prezzolato/
    L’Uomo della Sindone venne crocefisso e trafitto al costato
    https://www.radiospada.org/2019/01/l...to-al-costato/
    Sindone. Tracce di monete bizantine contraddicono il carbonio 14
    https://www.radiospada.org/2019/09/s...l-carbonio-14/
    [Sindone] Quelle prove che “fossilizzano” la Verità
    https://www.radiospada.org/2020/04/s...ano-la-verita/
    ORATIO (ex Missali Romano)
    Deus, qui nobis in sancta Sindone, qua Corpus tuum sacratissimum, e cruce depositum, a Ioseph involutum fuit, passionis tuæ vestigia reliquisti: concede propitius; ut per mortem et sepulturam tuam ad resurrectionis gloriam perducamur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen. - O Dio, che ci lasciasti le impronte della tua Passione nella santa Sindone in cui Giuseppe avvolse il tuo sacratissimo Corpo deposto dalla croce, concedici, propizio, che per mezzo della tua Morte e della tua Sepoltura, giungiamo alla gloria della Resurrezione: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen».

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    https://forum.termometropolitico.it/...a-croce-2.html
    "3 maggio - Invenzione della Santa Croce"

    "II Domenica dopo Pasqua"
    https://forum.termometropolitico.it/...po-pasqua.html
    "III domenica dopo Pasqua"
    "IV Domenica dopo Pasqua"
    "V Domenica dopo Pasqua"







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    Messes :: Ligue Saint Amédée

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]»
    “Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur”

    «Mois de mai : mois de Marie. Nous conseillons cette page qui explique bien comment prier le Rosaire»
    Notre-Dame de Fatima : Prieres


    "3 mai : Invention de la Sainte Croix (en 326) :: Ligue Saint Amédée"
    “3 mai : Invention de la Sainte Croix (en 326)”
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    AVE MARIA!!! REGINA COELI, LAETARE, ALLELUIA!!!
    CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
    Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
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