NO in tutti i casi
SI' in caso di rischi per la salute della madre
SI' in caso di gravidanza dovuta a stupro
SI' in caso di malformazioni del feto
SI' sempre,a richiesta
Altro (specificare)
Indeciso
erano i tempi in cui lo IOR aveva delle azioni nella ditta Hatu' di Bologna, i fabbricanti del "Settebello" (è la verità anche se non so se il papa questo lo sapeva...)
Comunque certo il Papa non poteva dire "fate quello che volete" pero' mi piacque quando fece capire che una coppia sposata che ha già molte difficoltà a rimanere tale a cuasa delle tentazioni dei tempi moderani non aveva bisogno di troppi risproveri da parte della chiesa
Ultima modifica di FrancoAntonio; 13-04-10 alle 20:17
Potrei limitarmi ad un secco "mai". Del resto, considero l'aborto un omicidio. E sicuramente lo è: viene eliminato un innocente, in modo tra l'altro barbaro, agghiacciante. Non, il concepito non è un grumo di cellule, non è materiale biologico, è vita vera.
Ma non resto insensibile verso i casi più delicati. In caso di effettivo, concreto, reale pericolo di morte della madre, non escludo a priori la possibilità di una scelta. Potrebbero esserci (come ci sono state) madri pronte ad arrivare all'estremo sacrificio pur di salvaguardare la vita nel proprio grembo. Ma come non comprendere decisioni contrarie? Sempre di eliminazione di una vita si tratta, beninteso, ma...resta un "ma", un dilemma fatale, che ci fa correre un brivido lungo la schiena.
Sono invece contrario all'aborto negli altri casi più delicati, perchè alla fine non c'è in gioco la vita della madre. Sia chiaro: si tratta sempre di occasioni dolorosissime, terribili, angoscianti. Comprendo bene il dramma morale, la difficoltà a proseguire le gravidanza. Ma qual è il bene supremo? Quello della vita, non v'è dubbio. Nonostante l'orrore, il vero orrore dello stupro o dell'incesto, in se' il concepito è innocente e candido. Non ha colpe. In quanto vita - vita umana! - non può essere soppresso.
Contrario all'aborto incondizionato.Ritengo ci debba essere la possibilità di scelta solo nel caso in cui la donna abbia subito violenza sessuale,o nel caso in cui il parto comporti la morte della madre.Nel primo caso l'interruzione della gravidanza è accettabile in quanto alla donna sono stati violati i diritti fondamentali,ne è stata lesa la dignità,senza contare il danno psicologico che un evento simile comporta.Percio ritengo che la vita di un innocente debba dipendere per le sopracitate ragioni esclusivamente dalla madre.Nel secondo caso è questione di coraggio.Se una donna si sente in grado di rinunciare alla propria vita per darne alla luce un'altra ben venga.In caso contrario non la biasimo,dopotutto come diceva Don Abbondio "se uno il coraggio non ce l'ha non puo mica darselo".Nel caso in cui si sia bucato il preservativo durante un rapporto..beh..te ne assumi piena responsabilità.L'aborto non regolamentato equivale alla soppressione di ogni responsabilità,tecnica in voga di questi infausti tempi.
Contrario sempre all'aborto come a qualsivoglia forma di contraccezione.
"Non c'è amore più grande di chi dona la vita per gli amici" (Gv 15,13)
L'aborto è ciò che rappresenta al meglio questa società malsana. Si sopprime per puro egoismo, dopo aver soddisfatto i propri più bassi istinti, la vita più innocente di tutte: quella del proprio figlio nascituro. La giustificazione? La donna ne ha il 'diritto'. Perchè la passera è sua e ci fa quel che vuole.
Detto questo, in casi di stupro, malformazioni, pericolo per la donna, l'aborto è comprensibile (non giustificabile). La scusa del mantenimento è ridicola, in passato con molti meno soldi di oggi si sfornavano molti più figli, e in ogni caso meglio lasciarlo ad un orfanotrofio che ammazzarlo.
Se sei abbastanza maturo per scopare sei anche abbastanza maturo per prenderti le tue responsabilità se il gommino si buca.
"Così penseremo di questo mondo fluttuante: una stella all'alba; una bolla in un flusso; la luce di un lampo in una nube d'estate; una lampada tremula, un fantasma ed un sogno:"
(Sutra di diamante)