Una catastrofe. Giuliano Ferrara non ci gira intorno: la sua lista pro-life è stata una sconfitta totale: alla Camera (al Senato non si è presentato) ha raccolto solo 135.578 voti, lo 0,371%. Sperava molto di più il direttore del Foglio e adesso è abbattuto e triste. Ma non si comporta come i politici di mestiere che cantano vittoria anche quando perdono. Insomma il leader di "Aborto? Non grazie!" si sfoga così: «Che disastro! Che grandissimo disastro!».

«Al mio grido di dolore, l'elettorato ha risposto con una pernacchia. Era la lista sbagliata nel momento sbagliato», allarga le braccia Ferrara che si era lanciato pieno di speranza in questa impresa donchisciottesca («La mia è una lista pazza!», proclamava) in difesa dei Valori. Ma gli italiani non lo hanno premiato: «Il nostro risultato è davvero catastrofico - ha detto -. Silvio Berlusconi vince a valanga. E la cosa che fa più male, proprio un brutto segno, è che Antonio Di Pietro ha avuto un successo».

La lista «Aborto? No grazie!» non ha avuto un «lieto fine», per usare le parole di Giulianone, e si è attestata allo 0,371% . Di chi è la colpa per questo risultato? Di Berlusconi che ha insistito sul «voto utile» e detto che non bisognava votare per il suo amico Ferrara? «La colpa è solo mia», conclude Ferrara: «Consideravamo una sconfitta arrivare sotto il 4 per cento. E questa, sotto l’1, è una disfatta!».












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