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IRAN, CAPO POLIZIA TEHERAN SORPRESO CON PROSTITUTE
TEL AVIV - Incaricato di combattere contro il vizio in tutte le sue forme, il capo della polizia di Teheran, gen. Reza Zarei, è stato sorpreso il mese scorso mentre si intratteneva con sei prostitute in una casa per appuntamenti e successivamente è stato rimosso dal proprio incarico. La notizia, divulgata da diversi siti internet iraniani (fra cui 'Farda' e 'Gooya'), è rimbalzata con evidenza sul sito web del quotidiano israeliano 'Yediot Ahronot'. Citando in particolare 'Gooya', il giornale israeliano scrive che il gen. Zarei sarebbe stato vittima di una retata improvvisa ordinata dall'Ayatollah Mahmud Hashemi Shahroudi, presentato come responsabile supremo delle autorità giudiziarie. Nella casa di appuntamento in questione Zarei è stato colto (e, secondo alcune indiscrezioni, anche filmato) assieme con sei prostitute nude. 'Yediot Ahronot' nota che in Iran la prostituzione è illegale, ma sembra in fase di crescita per via, secondo il giornale di Tel Aviv, di estese difficoltà economiche. Di conseguenza è emersa di recente la proposta di accettarla di fatto, ad esempio ricorrendo alla pratica dei "matrimoni temporanei" (autorizzati fra gli islamici sciiti) che possono restare in vigore anche solo 24 ore. Ma i religiosi iraniani più rigidi continuano a opporsi.
Da parte delle autorità iraniane é stato mantenuto sulla vicenda un quasi assoluto silenzio. Il portavoce dell'apparato giudiziario, Ali Reza Jamshidi, ad una domanda in materia si è limitato a dire che "uno degli ex comandanti della polizia" è in carcere, in attesa di giudizio, ma non ha voluto fare alcun commento sulle accuse che gli vengono mosse. "Poiché il caso è nella fase giudiziaria - ha sottolineato Jamshidi - non possiamo dare alcuna informazione. L'imputato è in stato di arresto e il caso è oggetto di un'indagine". Solo qualche giornale iraniano riformista ha fatto vaghi cenni alla vicenda, anche in questo caso senza pubblicare il nome di Zarei e le accuse che gli sarebbero rivolte. Le stesse fonti di stampa hanno sottolineato che il procedimento giudiziario si svolge nel più assoluto segreto. La vicenda è tanto più delicata e paradossale in quanto viene alla luce nel pieno di una campagna moralizzatrice avviata dalla polizia iraniana ormai da un anno, la più severa di cui si ricordi nell'ultimo ventennio, che ha portato al fermo di centinaia di donne giudicate 'malvelate', o che portavano semplicemente stivali con i tacchi alti sopra i pantaloni, e di molti giovani uomini che sfoggiavano pettinature in stile occidentale o magliette con scritti i nomi di gruppi rock considerati 'decadenti'