16 aprile 2008
La Lega... il nuovo partito dei lavoratori?
«La Lega l’hanno votata i lavoratori che non ne potevano più di votare a sinistra. Siamo noi il nuovo partito dei lavoratori». Così ha detto l’Umberto per motivare il booom del suo partito alle elezioni dell’altro giorno. Io ho qualche dubbio sul fatto che Lega possa essere un “partito dei lavoratori”, e vi spiego perché.
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Per capire che la Lega non può essere il “partito dei lavoratori” basta dare una controllata alla professione dei suoi parlamentari. Nella scorsa legislatura su 34 parlamentari il gruppo della Lega Nord contava: 7 imprenditori, 5 avvocati, 4 commercialisti, 4 architetti, 3 dirigenti d’azienda, 3 altri liberi professionisti, 2 tra dirigenti e direttori di banca, 2 artigiani, 2 docenti universitari e 2 medici. E si potrebbe continuare con i consiglieri regionali, provinciali, comunali. Non c’è un elettricista, un ragioniere, un fiorista, un operaio. E chi non ci crede, mi contatti per email per avere nomi e cognomi. Questo nonostante la Lega abbia un’ampissima base popolare… chissà se non ce l’aveva.
Per fare della Lega “il partito dei lavoratori” non può bastare l’entrata in parlamento alle ultime elezioni nelle liste della Lega di Rosy Mauro, responsabile del Sindacato Padano. Che è nata a Brindisi… lo sanno gli elettori della Lega?? Mi dovrebbe spiegare, la sindacalista, come pensa di rappresentare i lavoratori tramite un partito sostenuto per il 99% dall’alta economia. Come la totalità dei partiti presenti in parlamento. Tra questi la Lega non è chiaramente il peggio, ma non è certo nemmeno la soluzione alla condizione dei lavoratori.
Come disse un noto giornalista, «non si può fare la rivoluzione a braccetto coi carabinieri».
ragazziribelli.blogspot.com