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  1. #1
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    Predefinito Cofferati: serve il Partito democratico del Nord

    Strappo di Cofferati: serve il Pd del Nord
    «Siamo una macroarea distinta. Errore pensare che quelli alla Lega siano voti di protesta»

    DAL NOSTRO INVIATO

    BOLOGNA — La brochure ha preso polvere, ma è ancora possibile leggerci sopra la parola «federalismo». Nel novembre 2006, erano giorni in cui Ds e Margherita si scannavano allegramente su qualunque aspetto del nascituro Pd, tanto c'era tempo, all'Istituto Gramsci si tenne un convegno dal titolo neutro — «Partito democratico: la sinistra di Bologna e dell'Emilia Romagna per un soggetto nuovo» — sotto al quale si celava l'ambizione di suggerire una linea. Il filo conduttore erano i dati di un sondaggio tra la base emiliana di Ds e Margherita dal quale si evinceva che le parole all'ordine del giorno della nuova creatura avrebbero dovuto essere il binomio legalità-ordine (81% dei consensi) seguite a buona distanza da sviluppo eco-compatibile e solidarietà sociale. Ma il tutto doveva stare in un contenitore-partito ispirato ad un «federalismo spinto, regionale e culturale».

    Diciassette mesi, un governo e una mazzata elettorale dopo, il progetto viene rispolverato da Sergio Cofferati che di quel convegno, insieme ai vertici locali dei Ds, fu l'ispiratore. «Serve un Partito democratico del Nord, una federazione che unisca Emilia-Romagna, Triveneto, Lombardia, Piemonte e Liguria. In questa macroarea ci sono elementi distintivi che vanno dalle tradizioni alla cultura fino ai caratteri sociali ed economici. La novità è proprio questa, secondo me: noi siamo parte del Nord, non del Centro ». Nel corridoio di Palazzo d'Accursio, il sindaco di Bologna è stato netto, bene attento a scandire le parole. Il successo della Lega Nord c'entra ma non troppo, perché la convinzione arriva da lontano. «Quelli dati alla Lega non sono voti di protesta e chi lo pensa commette un errore, su questo ha perfettamente ragione Maroni. Ma l'idea che il Pd debba avere una struttura federalista è ben stagionata, sono cose che abbiamo sempre ripetuto». Cofferati parla di una «macroarea », i cui confini sono perfettamente sovrapponibili alla Padania leghista. Il messaggio è netto. «A mio parere, il Pd deve essere veramente federale, non deve limitarsi ad enunciarlo ».

    Non è una sortita solitaria, l'ex segretario nazionale della Cgil non gioca in proprio, ha dietro di sé l'intero Pd emiliano, soprattutto la sua anima ex ds, piuttosto seccato per i ripetuti messaggi in bottiglia mandati a Roma e mai raccolti. La benedizione del presidente della Regione Vasco Errani è immediata: «La dimensione interregionale investe tanto il nostro territorio quanto il futuro dell'intero Partito democratico ». Segue a ruota il capogruppo pd in Regione, Marco Monari, che va anche oltre. Per lui, l'Emilia-Romagna non è nel Nord, «ma è il Nord, perché fa parte di un'unica area geografica del tutto omogenea negli assetti territoriali e nei problemi ». Ora più che mai, il Pd emiliano si sente l'azionista di riferimento del partito nazionale, e vuole essere considerato tale, cosa che finora non è avvenuta. L'idea del partito «padano» è destinata comunque a lacerare, e già deve incassare la perplessità — eufemismo — del giurista Augusto Barbera, membro dell'Assemblea costituente del Pd: «Inutile ricalcare le soluzioni proposte da Bossi. La Lega ha guadagnato i suoi voti parlando di immigrazione e criminalità, non certo per la sua proposta federalista». I cofferatiani del Pd sono invece intenzionati a portare il progetto a compimento. Se gli atti di quell'ormai lontano convegno del 2006 fosse stati almeno letti, è la loro convinzione, forse adesso il centrosinistra piangerebbe di meno. Sergio Cofferati con la figlia e la compagna Raffaella


    http://www.corriere.it/politica/08_a...4f486ba6.shtml

  2. #2
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    dite quello che vi pare ma io sono COMPLETAMENTE d'accordo. basta. non mi interessano più le 4 chiacchiere da salotto nelle quali anche io mi sono profondamente impegnato. cofferati ha ragione. è vero qs paese è conservatore ma uno spostamento così forse vs destra non si spiega semplicemente in questi termini. dietro vi è egoismo, chiusura, paura. ricetta sbagliata a problemi che le persone sentono. certo. tutto vero. ma la gente che non ha votato per noi va capita e non insultata. non la recupereremo mai se la insultiamo, se diciamo loro che sono dei barbari cretini.
    chi abita al sud non ha idea dell'impressione suscitata al nord dalla spazzatura. e poi le mancate dimissioni di bassolino. ma che, scherziamo?
    solo così forse potremo recuperare non tutto, il paese resta anche per difficilmente comprensibile, ma una parte di elettorato che ci ha girato le spalle.
    non con vecchie ricette che sanno di muffa. ma lo vedete lo stipendio? lo vediamo quanto poco prendiamo?
    e come potevo pensare, lo dico io, che all'operaio, all'impiegato che non ce la fa, cui le tasse mangiano un terzo del reddito quando va bene, come potevo pensare che a loro bastassero i dico? I DICO sono fondamentali come punto di civiltà ma non possiamo dimenticare l'economia e lo abbiamo fatto. La gente ci ha voltato le spalle ma Berlusconi li deluderà. Forse tornerà a votarlo lo stesso, è vero ma noi dobbiamo combattere, altrimenti tanto vale davvero cambiare paese.
    Scusate lo sfogo.

  3. #3
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    scopre l'acqua calda...Cacciari lo va dicendo da anni, anche in tempi "non sospetti"

  4. #4
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    dìaltronde il Pd è un Partito federale..non credo ci siano impedimenti..non conosco la situazione del nord ma da esterno mi sembra una buona idea

  5. #5
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    molto bene...

  6. #6
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    positivo.
    i problemi del federalismo e dell'integrazione dei migranti sono problemi reali. La risposta della Lega è di destra. La nostra risposta per ora è centralista o meglio non esiste.
    Ecco perchè condivido la necessità di fare una forza federalista e progressista che sappia rispondere realmente ai problemi dell'oggi del nord del paese.
    Sinceramente io sarei per la soluzione catalana. Ogni regione si costituisce come partito democratico veneto, lombardo, calabrese, ecc e si gestisce con regole proprie e proposte programmatiche proprie.

  7. #7
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    Certamente un raggruppamento da macroarea ci servirebbe e potrebbe dare risposte politiche che un'organizzazione troppo "entelocalistica" non potrebbe avere nè tanto meno da Roma si può pretendere che la si abbia.

    Ad esempio, le grandi infrastrutture (Terzo Valico, TAV Genova-Marsiglia, TAV Lione-Torino-Trieste-Budapest, sistema aeroportuale del Nord, cooperazione transfrontaliera con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia...) non riescono ad entrare nelle priorità nè delle politiche provinciali, nè regionali, nè nazionali...

  8. #8
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    Grande Sergio.


    Un consiglio: Se il sindaco di Roma pensa di fargli fare la fine di Guido Fanti, vada aavnti da solo, faccia il PDP che sicuramente prenderà tanti voti da essere autosufficiente.
    Consoco tanti democratici cosnci di essere "Nord" e stufi di come funziona lo stato utaliano attuale.

  9. #9
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    Ho letto un'intervista a Marta Vincenzi (sindaco PD di Genova) che notava giustamente come la corsa alle elezioni abbia colto in fallo un PD non ancora federale.

    Per dire, alle primarie c'erano candidati segretari regionali decisi da Rutelli (!), tipo in Piemonte sono state un mezzo autogol: infatti qui ha vinto l'altro candidato segretario, ex PPI che però aveva il merito di non essere stato scelto da Roma (io ho lasciato scheda bianca).

    Per me bisogna rivedere l'idea del partito 'leggero' (?) e puntare a un forte legame col territorio, svecchiando i quadri e lanciando un partito veramente federale.

    P.S. il meglio sarebbe far inaugurare i Congressi PD ogni volta da un dirigente di una regione diversa che inizi il discorso dicendo "On behalf of the great state of [Illinois/South Dakota/New York/ecc. ecc.]"

  10. #10
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    Il discorso di Cofferati va oltre: su alcuni grandi temi c'è una sensibilità comune e visto che non sempre a livello nazionale pare che abbiano compreso le esigenze dell'economia e della sociatà del Nord, c'è bisogno di fare quadrato e proporre un piano interregionale. Certo, mi rendo conto che la mia Provincia è come dico spesso "meridione honoris causa", ma cerchiamo di andare oltre.

 

 
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