Pd federale? Bersani pensa a un ruolo per Chiamparino. Big regionali divisi sulla proposta di Prodi
Pd federale? Bersani pensa a un ruolo per Chiamparino. Big regionali divisi sulla proposta di Prodi - Italia - l'Unità.it
Comincia in salita la settimana per il Pd, turbato più che dalla rotta iperfederalista dell'ex premier Romano Prodi dalla perdita dell'ultima roccaforte rossa in Lombardia, Mantova, e di Pomigliano d'Arco, luogo simbolo per quello che Pier Luigi Bersani vorrebbe come il partito del lavoro. Ma il segretario del Pd non si scoraggia e considera l'esito del voto comunale come un «pareggio» con Matera, strappata al centrodestra, e Macerata. «Ora dobbiamo accelerare», è la linea di Bersani che domani riunisce i segretari regionali per uno sprint sul radicamento.
In un momento di tensioni interne, che vivranno un nuovo round sabato in direzione, stupisce che i critici interni non prendano al balzo le critiche del Professore per attaccare il vertice. Ed, invece, se Bersani accoglie con toni diplomatici la sferzata dell'ex premier, big di Area Democratica non risparmiano bordate. Come, ad esempio, Beppe Fioroni che stronca il «modello Lega di sinistra» disegnato da Prodi che forse fa questa proposta spinto «dal rimpianto e dal rancore, che insieme hanno effetti devastanti».
I 20 segretari regionali, «incoronati» da Prodi come i possibili veri leader del Pd federalista, si dividono tra gli entusiasti, come il segretario dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini e chi, pur chiedendo più spazio ai territori, non condivide l'idea di un partito senza un vero leader nazionale. «È certo tempo - afferma il segretario campano Enzo Amendola - di approdare a uno statuto federale più moderno ma mi lascia un pò perplesso il fatto che siano venti persone a decidere la guida del partito». Ma soprattutto, è il rilievo di big locali come di esponenti nazionali, più che di organismi e di leader «sarebbe opportuno - osserva il segretario pugliese Sergio Blasi - parlare di più dei problemi reali del Paese, proponendo idee e soluzioni».
Un partito federale ma non di campanili è il progetto al quale lavora Bersani che venerdì scorso ha incontrato, a Parma, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino e, a quanto si apprende, i due si dovrebbero rivedere nei prossimi giorni a Roma. Dopo le tensioni congressuali, i rapporti tra i due sarebbero migliorati ed il leader democratico vorrebbe coinvolgere il sindaco di Torino, federalista della prima ora, in un ruolo nazionale. Ed è proprio per capire come accentuare la presenza del Pd che, prima dei big nazionali, domani mattina Bersani riunisce i segretari regionali. «Non è vero che non si voterà più per tre anni, l'anno prossimo si vota in città come Milano, Napoli, Bologna ed è lì che si misurerà la capacità del Pd di essere un partito popolare», è l'orizzonte al quale Bersani guarda per misurare la sua leadership e per spronare a costruire.