Originariamente Scritto da
giacomocrop
Ammainato il vessillo verde bianco e rosso
Venerdì 18 Aprile 2008
SORPRESE. Tolto su richiesta degli organizzatori delle Pasque Veronesi. Proteste di An e Pd. Ed in serata è riapparso
Su Porta Nuova la bandiera italiana sostituita dal drappo della Serenissima. A Palazzo Barbieri è polemica
Tornano le celebrazioni delle Pasque Veronesi, l’insurrezione antinapoleonica del 1797, che culmineranno il 25 aprile con la messa in rito romano antico in onore dell’evangelista Marco, patrono di Venezia.
Intanto, per far posto alla bandiera della Repubblica Veneta, ieri il tricolore è sparito dai pennoni di Porta Nuova. Il vessillo di San Marco con il leone con la spada e il libro chiuso, da alcuni ritenuto l’emblema di Venezia «in stato di guerra», ieri svettava anche su Porta Palio. Ma dopo le proteste nella serata di ieri il tricolore è tornato a sventolare. La richiesta al Comune di sostituirlo con la bandiera della Serenissima era stata fatta dal Comitato per le celebrazioni delle Pasque, domanda subito accolta. «A quei tempi, cioè 211 anni fa», spiega il capogruppo di Forza Italia, Salvatore Papadia, dopo essersi informato sul fatto, «non c’era ancora l’unità d’Italia per cui, in occasione della rievocazione storica, hanno chiesto di mettere le stesse bandiere dell’epoca, ma è una cosa temporanea». Non l’hanno, invece, presa bene i rappresentanti di Alleanza nazionale. Avuta notizia dello «sfratto» del simbolo della Nazione da Porta Nuova mentre era in corso il Consiglio comunale, l’assessore Vittorio
Di Dio (tipico cognome veneto...) ha chiesto immediata spiegazioni alla collega Erminia Perbellini, assessore alla Cultura.
«Non ho nulla contro la bandiera di battaglia di Venezia», fa sapere Di Dio, «
ma il tricolore su Porta Nuova deve rimanerci, perché qui siamo in Italia e l’assessore Perbellini mi ha assicurato che domani (oggi per chi legge) tornerà e ci resterà, a costo di metterci un vigile di guardia».
Dai banchi dell’opposizione, si dice « sconcertato» Roberto Fasoli, del Pd: «È un fatto che denota mancanza di rispetto istituzionale perché una manifestazione non può cancellare la bandiera della Repubblica. Le Pasque veronesi», afferma, «non possono autorizzare un’amministrazione a farsi beffe dell’Italia. È un comportamento patologico».E.S.
L'Arena 18 april 2008
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Spiacevole incidente, stupita dal sindaco
«Fa piacere apprendere che il sindaco Tosi non sapesse nulla della decisione di ammainare la bandiera italiana per la celebrazione delle Pasque Veronesi». Lo osserva il neosenatore del Pd Maria Pia Garavaglia.
«Eppure mi stupisco», dice, «
che il sindaco della Lega non controlli direttamente l’organizzazione di un evento così importante. Nulla è più espressione di italianità delle Pasque Veronesi, momento di storia nazionale che fu tra i primi, poi numerosi nel Risorgimento, a testimoniare l’opposizione del nostro popolo all’oppressione straniera».(ma di cosa parli?? ignorante!!, come se ai tempi ci fosse un'identità di popolo itagliano..)
«Nella memoria di questi accadimenti, la storia d’Italia si ricompone nell’unico simbolo di unità che è il tricolore, nel ricordo dei sussulti locali che insieme fanno il mosaico del Risorgimento. Questo doveva tenere presente chi amministra oggi Verona nell’organizzare l’evento e dispiace che, per incuria o altro, si sia verificato lo spiacevole incidente».
L'Arena 18 april 2008
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Via la bandiera ma non la polemica
PASQUE VERONESI. Consiglieri e assessori spostano il drappo della Serenissima. E sullo sfondo c’è l’insofferenza di Alleanza nazionale per lo strapotere della Lega
Via la bandiera ma non la polemica
Il tricolore ieri è tornato a sventolare su Porta Nuova. Anche se avvenuta con oltre 12 ore di ritardo rispetto alle assicurazioni che affermano aver avuto dall’assessore alla Cultura, Mimma Perbellini, consiglieri e assessori di Alleanza nazionale si dicono soddisfatti per la conclusione di una vicenda che si limitano a definire «deplorevole».
Erano stati proprio gli amministratori di An i primi a intervenire nei confronti del sindaco Flavio Tosi, nel Consiglio comunale dell’altra sera, contro la decisione di sostituire la bandiera italiana con quella della Serenissima. Tosi, tuttavia, non vuol sentir parlare di «guerra di bandiere», attribuendo la vicenda alla «leggerezza» di un dipendente, che è stato richiamato, davanti alla richiesta di issare il vessillo di guerra di San Marco - il leone con la spada e il libro chiuso - da parte del comitato organizzatore della rievocazione delle Pasque veronesi. Il solerte funzionario avrebbe agito all’insaputa del sindaco.
La polemica però non si ferma perché Maurizio Ruggiero, del comitato celebrativo, chiede al sindaco la restituzione della bandiera marciana perché, sottolinea, «non può stare insieme al tricolore giacobino» in «spregio alla decisione assunta dalla Giunta il 13 febbraio».(PAROLE SANTE!!) Nessuno spregio, ribatte Di Dio, «perché nessuno ha autorizzato a togliere il tricolore». Pronta anche la replica di Tosi: «Se il vessillo è loro glielo restituiremo e metteremo al suo posto quello della regione del Veneto, accanto a quello italiano e a quello del Comune».
Il caso, tra l’altro, era scoppiato proprio nel giorno in cui le agenzie di stampa avevano battuto i reiterati inviti del coordinatore regionale di An Alberto Giorgetti al sindaco Tosi, a tenere rapporti «meno campanilistici» con i neodeputati veronesi. Ma le tensioni nella maggioranza e i timori per uno strapotere del Carroccio, dopo l’ultimo exploit elettorale, che serpeggiano in un partito che fu il più convinto sostenitore della candidatura a sindaco del leghista Tosi, hanno reso da tempo spinosi i rapporti interni, con ripetute richieste di «maggiore collegialità». E.S.
L'Arena, 19 april 2008
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«Quella italiana non si tocca»
I PROTAGONISTI DELL’AZIONE.
«Non abbiamo nulla contro le rievocazioni storiche o il vessillo del Veneto, ma c’era da ristabilire la legalità»(si perchè la legalità sta nell'esporre una bandiera signor DI DIO??!)
«Quella italiana non si tocca»
È stato l’assessore Vittorio Di Dio a dettare il bollettino della vittoria dall’alto di una Porta Nuova «riconquistata» al tricolore: «Alle ore 14,24 è stata ristabilita la legalità, la bandiera italiana è tornata sul pennone centrale di Porta Nuova». Ad applaudire ci sono anche alcuni turisti stranieri saliti fin lassù, approfittando del cancello aperto. Qualche minuto prima del «blitz» degli amministratori di Alleanza nazionale organizzato in mattinata dal capogruppo
Ciro Maschio e dalla consigliera Elena Traverso, il di€pendente romeno di una cooperativa di servizi, per conto del Comune, vi aveva riportato il tricolore ammainato il giorno prima. Ma l’aveva issato su uno dei pennoni laterali, mettendo al centro il vessillo con i colori della città e spostando su quello a fianco la bandiera di San Marco. A «rimettere le cose a posto» ci ha quindi pensato il gruppo di consiglieri e assessori.
I malumori per la sparizione dei colori verde, bianco e rosso - tolti su richiesta del comitato per le celebrazioni delle Pasque Veronesi - dalla principale porta di entrata alla città erano scoppiati il giorno prima e in Consiglio comunale lo stesso Di Dio aveva preteso una spiegazione dalla collega alla Cultura, Mimma Perbellini.
«Non abbiamo nulla contro le rievocazioni storiche né contro i vessilli del Veneto e di Verona, ma il tricolore non si tocca, e quello che abbiamo compiuto non è un blitz ma la sottolineatura di un valore», ribadisce l’assessore. I protagonisti dell’azione, tuttavia, non vogliono additare a colpevoli né il sindaco leghista Flavio Tosi, né altri. «È stato un errore e vi abbiamo rimediato», dicono. E non vogliono sentir parlare di «clima ostile» dopo l’exploit elettorale del Carroccio. Il consigliere Antonio Lella aveva portato con sé un tricolore nel caso nessuno avesse provveduto a farlo: «È un gesto doveroso, non c’è polemica nei confronti di alcuno». Per Maschio «il tricolore rappresenta tutti, veronesi, veneti, italiani e ha un valore simbolico che va tutelato».
Parla di amor di patria Lucia Cametti, presidente della Commissione cultura, nel chiedere che «il tricolore sventoli su tutti i monumenti cittadini». Una bandiera, per la quale, aggiunge Elena Traverso, «tanti hanno dato la vita». (la solita retorica patriottarda....quella bandiera è la CAUSA per la quale molti hanno perso la vita) E.S.
L'Arena 19 april 2008